15 Lug 2024

SiciliAmbiente Film Festival, a San Vito Lo Capo il festival che coniuga ambiente e diritti umani

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

È giunto alla sedicesima edizione il SiciliAmbiente Film Festival, l’appuntamento estivo atteso da molti appassionati di cinema, ambiente e diritti umani. L’evento, ideato e voluto da Antonio Bellia, si svolge come sempre a San Vito Lo Capo e fino al 20 luglio sarà l’occasione per riflettere e contribuire a un mondo più giusto e sostenibile dal punto di vista umano e ambientale.

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Trapani - Comincia oggi la sedicesima edizione di SicilAmbiente Film Festival promosso da Demetra Produzioni, Associazione culturale Cantiere 7 e Comune di San Vito lo Capo con la collaborazione di Amnesty International Italia, Greenpeace Italia e AAMOD. Fino al 20 luglio, sei giorni di proiezioni tra documentari, corti, animazioni e film di finzione legati ai temi ambientali, della sostenibilità e dei diritti umani. 

47 film suddivisi tra eventi speciali e sezioni competitive; tra i documentari un’anteprima mondiale, tre italiane e tre siciliane, e poi una personale dedicata a Nico Bonomolo, autore siciliano ormai noto nel mondo per la sua arte che terrà una masterclass gratuita, e incontri con Aamod, l’archivio del movimento operaio democratico, il secondo più ricco dopo l’Istituto Luce, Greenpeace e Amnesty International. Un programma da scoprire e seguire per conoscere e lasciarsi ispirare, anche attraverso l’arte, da una maggiore consapevolezza. Per saperne di più abbiamo incontrato Antonio Bellia, ideatore e direttore artistico del Festival.  

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A San Vito Lo Capo una passata edizione del SiciliAmbiente Film Festival
Antonio, sedici edizioni sono un traguardo importante. Qual è il tuo bilancio?

Sono molto contento del percorso fatto fin qui. Siamo stati i primi a unire i temi dei diritti umani e la tutela dell’ambiente all’interno di un festival. Oggi è scontato, ma all’epoca sembrava quasi una distorsione del pensiero. Non è stato semplice perseverare ed essere compresi, ma ogni anno abbiamo fatto un passo in più coinvolgendo partner come Greenpeace e Amnesty International – entrambi assegnano anche un premio – che da sempre sono portavoce di battaglie legate proprio a questi temi.

Restiamo un festival di nicchia ma abbiamo uno zoccolo duro di turisti che tornano tutti gli anni per seguirci e poi ne intercettiamo sempre di nuovi. Da due anni SiciliAmbiente Festival è nella rete del GFN, il Green Festival Network, che riunisce 32 festival a tematiche ambientali di tutto il mondo. Un traguardo tanto cercato che ci permette una visibilità internazionale importante. 

Perché sedici anni fa hai pensato a un festival che parlasse di ambiente? 

Io faccio il regista, vivo di questo, e i miei primi lavori erano di stampo ambientale. Circa vent’anni fa realizzai Crimini di pace, un film sui disastri provocati dal polo petrolchimico di Augusta. È diventato un punto di riferimento per chi si occupa di quell’area e non solo. Mi nominarono anche all’interno del comitato scientifico della sostenibilità dell’Unesco, un’esperienza che mi ha permesso di sviluppare una sensibilità forte proprio su questi temi.

water for life 2
Una scena del film “Water For Life” che sarà proiettato in apertura al SiciliAmbiente Film Festival

È nata così l’idea di un festival che potesse unire due mie grandi passioni che sono anche le mie attività lavorative, cinema e ambiente e quindi diritti umani. Se ci pensi, “Crimini di pace” è un titolo ancora molto attuale: si riferisce a quei reati legittimati come normalità. Sono tantissime le vittime dei disastri ambientali e dell’industrializzazione che ha avvelenato intere generazioni di persone. È sempre lo stesso copione ovunque, l’illusione di un benessere maggiore generato dall’arrivo di soldi, banche e industrie. 

Che valore ha il SiciliAmbiente festival all’interno del contesto siciliano, dalle forti potenzialità ma anche dalle tante contraddizioni?

È importante la presenza di un festival di questo genere, perché permette di fornire un’immagine dell’isola diversa. Ha rilevanza in un territorio che è frutto della contraddizione più pura, si passa da paradisi a disastri ambientali: depuratori che non esistono nella maggior parte del litorale siciliano, intere coste cementificate, mancanza di interventi della pubblica amministrazione nel sanare questioni come la siccità. Un festival di cinema non può fare miracoli, ma attraverso l’arte e la riflessione su certi contenuti può far riflettere e ragionare, spingere in un direzione opposta rispetto a quella dove sembriamo diretti.

Siamo stati i primi a unire i temi dei diritti umani e la tutela dell’ambiente all’interno di un festival

Cosa puoi anticiparci dell’edizione di quest’anno?

Sono tante le novità. Diversi film sono dedicati agli eco attivisti di tutto il mondo, vedremo come vengono trattati e perseguitati. Un tema di grande attualità anche in Italia considerando che il Governo ha inasprito le pene pensando di avere davanti dei veri e propri terroristi. Un modo per limitare la protesta dei cittadini e soprattutto dei giovani, molto sensibili a queste tematiche. Apriremo il festival con Water For Life di Will Parrinello che esplora l’intreccio tra il diritto all’acqua, le credenze indigene e lo sfruttamento delle risorse, attraverso la vita di tre leader di comunità latinoamericane. Un diritto che in America Latina è diventato una questione di vita o di morte.

Con il documentario francese “Louisette” di Matthias Berger e Aurélien Caillaux si tratteranno le tematiche di genere e la ricerca di sé e di un posto nel mondo. Sempre tra i documentari verrà proiettato “Les oubliés de l’atome – The forgotten nuclear victims” di Suliane Favennec, che ripercorre i costi enormi per le popolazioni locali e gli effetti sulla salute delle nuove generazioni dallo sgancio delle bombe nucleari sulle isole del Pacifico.

The Forgotten Nuclear Victim 2
A SiciliAmbiente Film Festival si parlerà di nucleare con “Les oubliés de l’atome – The forgotten nuclear victims” di Suliane Favennec

E poi il già noto Palazzina Laf di Michele Riondino, Misericordia di Emma Dante, girato proprio in questi territori, Les Algues Vertes sulle alghe verdi, appunto, che si trovano in Bretagna e sono piene di H2S, l’acido solfidrico, un gas mortale se vi si è esposti anche solo per poche decine di secondi. 

Per l’occasione sarà proiettato anche il film “The Strangers’ Case” di Brandt Andersen, un’opera intensa sul tema delle migrazioni e della drammatica condizione dei rifugiati. Passando agli incontri voglio ricordare quello con Greenpeace sul futuro della mobilità elettrica e quello con Amnesty International durante il quale verrà presentato il rapporto sulla criminalizzazione degli eco attivisti in Italia promosso dalla Rete InDifesadi e da Osservatorio Repressione. Se volete saperne di più fate un salto a San Vito Lo Capo, vi riempirete gli occhi di bellezza e di verità spesso sottaciute. 

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