20 Mar 2019

Un vigneto vicino all'asilo: il sindaco impone il biologico

Scritto da: Redazione

Il sindaco di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, ha imposto ai proprietari di un vigneto appena costruito a ridosso di un asilo di modificare i metodi di coltivazione convertendosi al biologico. Un provvedimento emanato per rispondere alle richieste della popolazione locale preoccupata per la salute dei bambini e dei residenti messa a rischio dall'eventuale esposizione a pesticidi e fertilizzanti.

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Treviso, Veneto - “Stanno piantando una vigna con tutto ciò che ne consegue in termini di uso di pesticidi e fertilizzanti. Siamo preoccupati per i nostri figli e chiediamo che la salute pubblica dei bambini e quella dei residenti della zona venga anteposta al ‘business del prosecco’ e agli interessi economici dei privati”. Per rispondere alle preoccupazioni dei genitori in merito alla costruzione dell’ennesimo vigneto intensivo di fianco ad una scuola, il sindaco di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, ha emesso un’ordinanza che impone una coltivazione biologica certificata nel vigneto piantato a ridosso dell’asilo.

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L’ordinanza è stata emessa a seguito di una nota dell’Ulss 2, che invitava il primo cittadino Roberto Tonon ad adottare un provvedimento ordinativo, vista la prossimità del vigneto ad un sito altamente sensibile e seguendo il principio di cautela, considerato che “permane la situazione di pericolo percepito da parte dei genitori e dei cittadini, con conseguente disagio sociale che determina un problema di tutela della salute pubblica intesa in senso lato”, si legge nel testo dell’ordinanza.

 

A seguito di questo provvedimento, la società proprietaria del vigneto piantato lo scorso 27 febbraio, nonostante due diffide ed un’ordinanza di sospensione lavori emessa dal Comune, dovrà procedere “ad una coltivazione con metodo biologico certificato, in adesione al disciplinare dettato dal Protocollo del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG; all’adozione di sistemi di recupero durante il trattamento della vite, al fine di evitare rischi irritativi derivanti dalla dispersione di prodotti fitosanitari contenenti zolfo; alla lavorazione del vigneto e delle pertinenze in esclusive fasce orarie e giorni esterni all’attività della scuola materna, per evitare, soprattutto, dispersione di polveri e rumori”.

 

Queste disposizioni se da un lato tranquillizzano i genitori, dall’altro non risolvono la situazione, resa complicata dal mancato rispetto della precedente ordinanza da parte della proprietà, di cui ora i genitori dubitano fortemente di potersi fidare.

 

“Siamo soddisfatti che con questa ordinanza si ponga l’attenzione sull’esistenza di un problema di salute pubblica legata alle coltivazioni convenzionali e si riconosca la necessità di ripensare i metodi di coltura vicino ai siti sensibili, come le scuole, e ci auguriamo che questo si estenda anche alle abitazioni. Il fatto che ora anche l’Ulss, oltre all’amministrazione comunale, si schieri definitivamente al fianco dei cittadini e delle loro legittime preoccupazioni ci fa davvero piacere e rafforza il nostro impegno nel tutelare la salute dei nostri figli”, dichiarano i genitori.

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“Ci auguriamo davvero che ora la proprietà decida di fare un passo indietro e riveda l’atteggiamento tenuto fino a questo momento. Certo, però, abbiamo forti dubbi che ciò possa accadere, viste le precedenti azioni intraprese dai proprietari, che hanno violato due diffide ed un’ordinanza pur di seguire i propri interessi. Come possiamo fidarci di persone che hanno già dimostrato di essere pronte a violare la legge senza avere alcun rispetto per le istituzioni? Come possiamo avere la certezza che non utilizzeranno comunque pesticidi? Quale saranno le conseguenze in questo caso? Dovesse succedere comunque i nostri figli saranno esposti a questi prodotti nocivi”.

 

“Per tutti questi motivi continuiamo a sostenere che quel terreno non sia il posto giusto per un vigneto, visto che si trova inserito in un contesto urbano consolidato e direttamente confinante con un sito altamente sensibile, quale la scuola dell’infanzia frequentata dai nostri figli. Se ciò non fosse possibile, chiediamo che, alla luce del comportamento dei proprietari, rimanga valido l’obbligo di firmare una convenzione con il Comune in cui sia incontestabilmente chiaro che, in caso di inadempimento delle clausole, la proprietà dovrà sospendere la coltivazione”.

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Alcuni dei genitori di Vittorio Veneto sono intervenuti, prima dell’adozione dell’ordinanza, alla conferenza stampa “Per un’agricoltura libera dai veleni” tenutasi il 7 marzo scorso a Roma, alla quale ha preso parte l’attivista indiana Vandana Shiva, presidente di Navdanya International.

 

“L’agricoltura del futuro rispetta la terra e la vita – spiegavano i promotori dell’incontro – Fertilizzanti chimici e pesticidi per decenni hanno contribuito a contaminare terra, acqua, aria, avvelenando gli abitanti delle aree rurali e tutti coloro che si nutrono di questi prodotti. Il fallimento di un simile modello agricolo è ormai sotto gli occhi di tutti. Il sistema alimentare industriale è al centro della crisi climatica e dell’estinzione delle specie, è alla base della fame e della crisi sanitaria.

 

Ovunque nel mondo si stanno sviluppando sistemi alimentari ecologici basati sulla solidarietà e sulle economie circolari. Questo è il motivo per cui l’industria agroalimentare sta cercando di attaccare il biologico e le produzioni locali. Sempre più studi, compresi quelli della FAO, dimostrano come l’agroecologia sia ormai l’unica strada percorribile per produrre cibo sano su scala mondiale, ridurre gli sprechi e le diseguaglianze nell’accesso delle risorse, contrastare i gravi cambiamenti climatici in atto e difendere la sempre più compromessa sovranità alimentare dei popoli mettendo al primo posto la tutela della salute dei cittadini e il futuro di tutti noi.

 

Durante l’incontro a Roma sono state anche tanti esempi concreti di buone pratiche: testimonianze di come non solo sia possibile ma addirittura più efficiente e conveniente produrre e consumare senza ricorrere a sostanze chimiche velenose.

 

 

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