Io faccio così #207 – Dress for success: donne che aiutano le donne a trovare lavoro
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È una delle sue tante figlie – centocinquanta – sparse per il mondo ed è la prima a nascere in Italia, più precisamente a Roma. Dress for success, che prende il suo nome dall’omonima ONG americana, ha sede negli uffici del MoVI Lazio (Movimento Volontariato Italiano) e ha poco più di sei mesi di vita.
“Sono venuta a conoscenza di Dress for Success grazie ad un’amica che si è trasferita a New York e che ha iniziato a fare volontariato presso l’associazione americana”, racconta Francesca Jones, fondatrice della filiale romana. “Quando ho scoperto che non c’era una realtà simile in Italia, ho deciso di scrivere alla casa madre e di aprire una filiale qui a Roma”.
Un’associazione di donne che aiutano altre donne (in difficoltà) e che ha deciso di ‘vestire’ il loro successo in ambito lavorativo. Come? Supportandole in tutte le fasi della carriera, dalla ricerca del lavoro fino al supporto anche quando il lavoro lo hanno trovato. Passando, però, attraverso un impegno singolare, che mette l’abito per il colloquio al centro di questo sistema: “Abbiamo solo i primi dieci secondi per fare una bella impressione”, ci racconta ancora Francesca “e sì, l’abito fa il monaco”. È per questo che Dress for success regala, alle donne che segue, abito e accessori per presentarsi al colloquio di lavoro, approfondendo questo momento anche per esaltare le capacità della candidata: come presentarsi al meglio? Quale la gestualità migliore, cosa proporre, come presentarsi al futuro datore di lavoro?
Le fasi in cui ogni donna viene seguita sono tre: dal suiting (scelta di abito, accessori, scarpe), al career center (che è il momento della ricerca del lavoro) al professional women group (che è l’ultima fase che segue la donna anche durante il periodo lavorativo). Ma non sono slegate fra loro e ogni passo ha un unico senso: costruire la fiducia delle donne in se stesse. Una fiducia che hanno perso o che forse non hanno mai avuto, così come il lavoro.
Le donne che si rivolgono a Dress for success, infatti, possono essere precarie di cinquant’anni che faticano a stare al passo coi tempi della tecnologia e che non riescono a trovare un impiego per via dell’età, ma anche giovani donne, straniere e italiane, che non riescono a trovare lavoro e che cercano una via diversa dal semplice assistenzialismo. “Miriamo a costruire la fiducia in se stesse per intero, grazie ad una rete di supporto. In America utilizzano il concetto di sisterhood e noi questo intendiamo fare: essere una famiglia”.
“Quello che veramente sentiamo è che in questo periodo storico le donne si sentono sole”, spiega Rosalba Saltarelli, vicepresidente di Dress for success Rome. “Non è solo la mancanza di lavoro, la crisi o la perdita di lavoro, ma proprio la solitudine che emerge dalle parole di queste donne che cercano il nostro supporto”. Quello che emerge da Clodiana, giovane donna che ha già iniziato un percorso con l’associazione, è proprio questo: “Quando sei solo è tutto più difficile, non credi più in te stessa, ma qui non mi sento sola. Ora mi sento pronta a tutto”. E dopo una pausa aggiunge: “E appena troverò un lavoro, farò la volontaria, perché sostenere ed essere sostenuti è bellissimo”.
L’associazione è nata a Manhattan nel 1996 dall’idea di una studentessa universitaria, Nancy Lubin che, guardandosi intorno, si è resa conto di un bisogno cruciale: il raggiungimento dell’indipendenza economica da parte delle donne. Così con l’eredità del bisnonno ha aperto il suo primo magazzino di abiti usati ma in ottimo stato (donati da privati e aziende) e li ha messi a disposizione delle donne con meno possibilità economiche e alla ricerca di un nuovo impiego. Mettendosi in contatto con altre associazioni ed enti, Nancy ha quindi dato vita ad un sistema di supporto per fare formazione alle donne interessate, incrementare la fiducia in loro stesse e trovare nuovi sbocchi.
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