27 Feb 2017

Biella, una Bottega dei Mestieri per persone con disabilità

Scritto da: Roberto Vietti

La Bottega dei Mestieri è un progetto sperimentale avviato a Biella che vuole offrire opportunità occupazionali alle persone con disabilità che non riescono ad inserirsi all’interno del mercato del lavoro (anche protetto) o nei servizi esistenti.

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Il mio viaggio in bicicletta nel Biellese che Cambia  era ormai iniziato da qualche settimana quando siamo arrivati a Chiavazza. Qui, con gran sorpresa, ci attendeva a festa il gruppo dei bottegai della Bottega dei Mestieri. Ci siamo sentiti un po’ come all’ultimo chilometro del giro d’Italia: tra due ali di persone e il nastro finale d’arrivo.

 

Chiariamo prima che cos’è questa struttura e cosa fa: è un laboratorio occupazionale per persone con disabilità. Occupano la quotidianità e sviluppano abilità incrementando potenzialità e misurano competenze prelavorative, accettando serenamente limiti e aumentando l’autonomia dei partecipanti. I laboratori sono dedicati esclusivamente a persone disabili e giovani in situazioni di svantaggio.

 

 

La Bottega dei Mestieri è un progetto sperimentale, avviato da Tantintenti, in partnership con Domus Laetitiae che vuole offrire opportunità occupazionali alle persone con disabilità che non riescono ad inserirsi all’interno del mercato del lavoro (anche protetto) o nei servizi esistenti.
Bottega dei Mestieri si struttura su quattro caratteristiche distintive:
– il concetto delle antiche botteghe artigiane nelle quali un maestro d’arte trasmetteva ai garzoni la competenza;
– l’identificazione di un luogo dove possono convivere tante piccole attività legate alla produzione food e alla micro-artigianalità;
– alla produzione di servizi di welfare aziendale per i soci;
– alla configurazione di un contesto occupazionale dove siano valorizzate riconosciute e certificate le abilità e le competenze di persone con RM considerate non adatte a percorsi di inserimento lavorativo;
– la ricerca della sostenibilità economica delle attività.

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La sintesi di questo modello rappresenta l’innovazione di un “welfare generativo”: in questo caso la Bottega dei Mestieri è l’esempio di un servizio socio-assistenziale generato da investimenti del terzo settore, che auto-produce in tutto o in parte i mezzi per la propria esistenza senza gravare sulle risorse pubbliche. La persona protagonista nella Bottega dei Mestieri assume il ruolo di un soggetto che attraverso la valorizzazione delle proprie abilità “genera” autonomamente risorse per il “supporto” di cui necessita.

 

Sono gli stessi ragazzi che ci guidano nel viaggio all’interno della bottega, in particolare Milena e Valerio fanno da capofila e ci raccontano delle loro attività: sono bravissimi a raccontarci dei gioielli e dei bracciali che hanno pensato ed ideato, dei porta CD che hanno inventato per una famosa band musicale locale, e poi tisane, bomboniere, segnalibri e quant’altro. Ci sorprende il vino che loro stesso producono. Ci regalano tre portachiavi che appendiamo al trico. Ognuno ha la sua postazione, si divertono mentre lavorano. C’è anche la vicina di casa che è volontaria presso il centro. Si occupano anche dello scambio di vestiti.

 

 

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