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Veneto - Oggi una giornata di pausa. Dopo una settimana spericolata su e giù per il Piemonte mi sono fermato per un’intera giornata in un campeggio vicino alla cittadina di Alba (Provincia di Cuneo). Qui ho organizzato le prossime tappe e smaltito una serie di lavori arretrati.
In serata sono ripartito e mi sono spostato alle porte di Verona. Sono arrivato da poco. E’ l’una e mezzo, la stanchezza è tanta, ma prima di dormire voglio fissare alcune emozioni, prima che sfuggano come i sogni della notte.
Come potete vedere dalla mappa qui sotto, questa prima settimana di viaggio è stata molto intensa!
Abbiamo incontrato la comunità di Damanhur, ci siamo confrontati con l’ingegnere che ha sviluppato la tecnologia del Kitegen, abbiamo incontrato i ragazzi dell’Università del Gusto inaugurata qualche anno fa da Slow Food e ci siamo fermati una notte nel Comune di Rivalta. Abbiamo conversato con Maurizio Pallante e con Alberto Guggino, che ci ha mostrato la sua casa passiva e invitato nel suo ristorante proprio due giorni prima di chiuderlo e cambiare vita per la seconda volta (a proposito, in bocca al lupo!). Abbiamo osservato la straordinaria casa di paglia di Nicola e Noemi, auto-costruita in pochi mesi e con pochi soldi. Siamo stati in Val di Susa, dove abbiamo avuto la possibilità di vedere da vicino cosa sta accadendo, abbiamo conosciuto molti attivisti e abbiamo partecipato al battesimo del S.U.S.A., conversando poi con Michelangelo Pistoletto e con Rossana Beccarelli. Il week end, infine, lo abbiamo trascorso nei monti del cuneese, prima andando a trovare Marta e Giorgio e il loro allevamento di capre e poi incontrando il nostro amico Gianni Davico che, insieme alla sua famiglia, ci ha raccontato le gioie di una vita dal “tempo liberato”.
Il mio obiettivo, lo ripeto ancora una volta a voi, ma soprattutto a me stesso, è costruire un mosaico, uno straordinario puzzle le cui tessere sono i volti e le esperienze dei tanti italiani e delle tante italiane che vivono, lottano, cambiano, conquistano, perdono, ripartono. Costantemente, indefessamente, convinti che – nonostante tutto – la strada del cambiamento, della costruzione di un nuovo modello di vita, di recupero di senso nel vivere e nell’agire, sia la strada da percorrere. Anche quando il sentiero è in salita. Anche quando arrivano le ruspe e l’esercito a strappare gli alberi secolari e i luoghi in cui si andava a pregare. Anche quando l’inverno è lungo e la neve sommerge i tuoi sogni insieme ai luoghi che ami. Alla fine dell’inverno c’è sempre una Primavera e con essa la terra torna a germogliare. A questo in tanti stanno lavorando. Ed è per incontrare loro che non posso permettermi di aspettare, di fermarmi ogni qual volta lo desidero.
Il Veneto chiama. Domani una nuova regione, nuovi territori, diversi dialetti, modi di vivere, di pensare. Questa è l’Italia. Anche questa. Un paese le cui differenze possono essere le basi per divisioni, lotte, razzismi. O possono essere ingredienti fondamentali per creare una straordinaria biodiversità umana.
Ci vediamo a Venezia!
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