Con IT.A.CÀ, il Festival di turismo responsabile, Palermo si racconta tra emozioni e nuovi alberi
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Palermo - “Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo avete trovato”, diceva Baden Powell nel suo ultimo discorso agli scout. Ed è quello che hanno provato a fare gli organizzatori della tappa palermitana di IT.A.CÀ, Festival di turismo responsabile giunto alla sedicesima edizione e per la quinta volta a Palermo. Per partecipare agli incontri e alle attività era necessario pagare una “quota verde” di tre euro, alla fine delle giornate usata per acquistare alberi da piantare. E siccome la partecipazione è stata più numerosa del previsto, oltre ai tre alberi piantumati domenica pomeriggio al Parco Uditore – un frassino, un bagolaro e un acero – se ne aggiungeranno presto degli altri tra il quartiere Albergheria e Capaci.
«Come le radici che assorbono acqua ed elementi nutritivi dal terreno, anche noi abbiamo assorbito nutrimento e ci siamo arricchiti nell’ascoltare storie di luoghi e persone che producono cambiamento del nostro territorio, vivendo tre giorni intensi e ricchi di emozioni», dice Fabrizio Giacalone di Palma Nana. «Ma le nostre “radici in movimento” continueranno il cammino, dopo aver piantato i primi alberi al Parco Uditore, continueremo a piantare altri alberi in aree pubbliche, coinvolgendo le realtà sociali della nostra rete palermitana. Un simbolico giardino diffuso, frutto del contributo collettivo di tutti».
La prima attività di IT.A.CÀ a Palermo è stata particolarmente intensa all’interno del Carcere Ucciardone Di Bona. Persone detenute all’interno della struttura, a seguito di un percorso laboratoriale su testi di autori palermitani, hanno tracciato una rappresentazione della propria città, del proprio vissuto e del luogo che al momento li accoglie. «Durante la visita al carcere – commenta Nadia Lodato di Cotti in Fragranza – si è fermato il tempo ed è cambiato lo spazio. Per alcuni istanti siamo stati sospesi nell’ascolto di una musica bellissima e nella narrazione dei libri dello scrittore Roberto Alajmo che, insieme a Davide Schiró, ha condotto un percorso laboratoriale con le persone ristrette».
«A loro tutta la mia gratitudine. Gli attori della compagnia teatrale Ucciardone del maestro Lollo Franco ci hanno emozionato, divertito, commosso. Grazie ad Antonio Sellerio della casa editrice Sellerio che ha donato alla biblioteca del carcere i libri di Alajmo, con una generosità rara. E grazie alla direzione, all’area educativa ed agli operatori della sicurezza che hanno fatto accadere la bellezza, dimostrando che anche dentro un carcere può esistere».
Nel pomeriggio di venerdì il “Walking & Talking” su “La comunità su cui fonda le radici l’Albergheria”, un walking tour tra le storie del centro storico di Palermo, e il giorno successivo il Bike & Play dal titolo “Radici in movimento: gli alberi di Palermo”. Una passeggiata in bici alla ricerca di una nuova prospettiva sulla città, nuovi sguardi verso gli habitat degli abitanti silenziosi di Palermo: gli alberi.
«La tappa del festival IT.A.CÀ a Palermo si è conclusa ponendo una nuova prospettiva sul presente e soprattutto sul futuro della rete di comunità attive in città», ha sottolineato Chiara Utro di Addiopizzo Travel. «L’atto di piantumare nuovi alberi con le quote verdi dei partecipanti ci ricorda che siamo radici in costante movimento e che, come gli alberi, pur essendo ben radicati alla nostra identità, ci apriamo all’accoglienza e ci proiettiamo verso nuovi possibili mondi nel nostro territorio in continua trasformazione».
Non poteva mancare la visita al MuST23 – Un ex stazione come Radice di Memoria all’interno di un nuovo spazio simbolico, l’ex stazione di Capaci, oggi pensato come nuovo strumento di memoria e di racconto della strage del 23 maggio 1992, che costò la vita al giudice Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. «Vivo IT.A.CÀ da diversi anni sia come fruitrice dei percorsi che come narratrice», racconta Caterina Pellingra di Libera Il G(i)usto di Viaggiare. «Come tutti gli anni e in tutte e due le modalità la ritengo un momento di conoscenza e fruizione del territorio davvero formidabile e indispensabile».
«I percorsi proposti permettono infatti sia agli adulti che ai più piccoli di vivere un’esperienza in contesti di vita e in luoghi che pur essendo vicini a noi difficilmente potremmo conoscere e approfondire. Le narrazioni e le testimonianze di chi quotidianamente li vive e li cura è fondamentale per fare di noi attori partecipi della vita urbana e sociale dei nostri territori, anche dei più fragili e socialmente difficili da vivere. Le varie tappe di IT.A.CÀ mettono in luce invece tutte le risorse positive, le reti solidali che si spendono a favore di contesti marginali permettendo a tutti noi di avere un’idea di città più equa, fatta di relazioni, socialità e scambio».
La giornata conclusiva, domenica 22 settembre, ha permesso di guardare con altri occhi il paese di Corleone grazie alla visita guidata con degustazione dal titolo “Corleone, Terra di Cooperazione e Resistenza”. «Ci sono luoghi come Corleone che abitano l’immaginario collettivo e ci si illude di conoscere come si conosce un vicino di casa – racconta Marilena Bagarella di Intus Corleone – per poi scoprire, con una seppur breve passeggiata, che non c’è nulla di più lontano dal vero di uno stereotipo».
«Camminando a fianco di una narratrice di comunità, che il territorio lo vive da sempre, e dando voce ai corleonesi che hanno fatto la resistenza alla mafia, ci si accorge che un luogo ha molto più da raccontare di ciò che credevamo già di sapere». A conclusione di questa tappa palermitana di IT.A.CÀ, la visita al Parco Uditore e la piantumazione.
Ma non finisce qui. «Ancora un appuntamento fissato per giovedì 7 novembre con la tavola rotonda “Quale Turismo per Palermo?” – conclude Valeria Marino di Palma Nana –, un momento di confronto aperto per condividere idee e proposte per un turismo rispettoso dell’identità di Palermo, cercando di trovare insieme un equilibrio tra le opportunità che il turismo porta con sé e la preservazione del patrimonio culturale e sociale».
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