Da Magliano Alpi a tutta Italia: i piccoli paesi diventano padroni della propria energia grazie alle comunità energetiche
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Cuneo - Era il 18 dicembre del 2020 quando si è costituita ufficialmente la Comunità Energetica di Magliano Alpi, un piccolo Comune di 2000 abitanti della provincia di Cuneo. Quello che per certi versi poteva essere considerato come uno storico punto d’arrivo in realtà è stata una nuova partenza, l’avvio di un percorso che oggi si sta sviluppando sempre di più con l’obiettivo di esprimere le potenzialità enormi che racchiude al suo interno, capaci di rivoluzionare il mondo di produzione e consumo dell’energia.
Per saperne di più abbiamo intervistato Sergio Olivero, responsabile Business&Finance Innovation dell’Energy Center del Politecnico di Torino, partner strategico dell’amministrazione di Magliano Alpi in questo progetto di ampio respiro che sta coinvolgendo sempre più territori italiani, dalla Toscana al Friuli.
LA COMUNITÀ ENERGETICA DI MAGLIANO
Partiamo da questo paesino piemontese e vediamo come stanno andando le cose qui. «Bene – osserva Sergio Olivero – nel senso che le famiglie stanno capendo l’importanza delle CER e sono tantissime quelle che vorrebbero entrare a far parte della Comunità Energetica. Per venire incontro a tutte queste richieste il Comune ha deciso di creare altre due CER – una a gestione comunale e una privata – per soddisfare parte delle domande e ora si attende l’aggiornamento della normativa per includere altri cittadini e costituire una CER ai sensi del Dlgs 199/2021 nell’ambito dei limiti della cabina di alta tensione».
Il successo dell’iniziativa non si misura tanto in convenienza economica – anche perché il GSE deve ancora fornire i numeri precisi –, quanto piuttosto nell’evidente cambiamento culturale di cui i maglianesi sono testimoni: «Va sottolineata la consapevolezza da parte della gente dell’importanza di fare comunità. Le persone si parlano fra loro, l’emittente francese TF1 ha realizzato un servizio su Magliano, si percepisce concretamente un cambio dal basso, una democratizzazione dell’energia».
LA NORMATIVA
Avremo modo di ritornare sugli aspetti più tecnici, anche di natura giuridica, nei prossimi approfondimenti, ma intanto Olivero ricorda che «il decreto 199, uscito nel novembre 2021, è in attesa delle relative regole di attuazione, che arriveranno presumibilmente entro l’estate. Questo vorrà dire che si potranno fare CER più grandi, con cabine di alta tensione e singoli impianti con potenza fino a 1 megawatt e un’altra serie di elementi importanti che aprono grandi prospettive soprattutto per le aree industriali, con interessanti opportunità in termini di stabilizzazione dei prezzi e nuovi posti di lavoro, oltre agli incentivi fiscali».
LA RETE SI ESPANDE
E fin qui siamo rimasti all’interno dei confini comunali di Magliano Alpi. Ma questo piccolo Comune riveste un ruolo chiave a livello nazionale, come spiega lo stesso Olivero: «Il PNRR stanzia 2,2 miliardi di euro, a cui però possono accedere solo Comunità Energetiche create in Comuni sotto i 5000 abitanti. Questo è un bene perché rappresenta un aiuto concreto per i piccoli territori, ma al tempo stesso costituisce un limite, poiché realtà così piccole non hanno quasi mai al loro interno le capacità per gestire questi progetti».
Il rischio è quindi che i fondi del PNRR non vengano erogati perché non c’è nessun ente locale in grado di elaborare progetti adatti. E qui entra in gioco il tandem Energy Center – Comune di Magliano Alpi: «Con il nostro coordinamento tecnico scientifico, Magliano sta creando rapporti con altri piccoli Comuni per fare rete, intercettare i fondi PNRR e favorire la nascita di CER. Questo è possibile grazie all’art. 15 della legge 241 riguardante gli accordi fra pubbliche amministrazioni, che consente a due Comuni di scambiarsi conoscenze e competenze».
È proprio quello che Magliano sta facendo con alcune amministrazioni – fra cui Carrù, Collesalvetti, Montelabbate, Dolceacqua e la Comunità Collinare del Friuli – e grazie a questi accordi si sta costituendo una rete di piccoli Comuni per creare sinergie per partecipare ai bandi del PNRR.
IL CASO DELLA COMUNITÀ COLLINARE DEL FRIULI
Particolarmente significativa è la sinergia con 15 Comuni friulani facenti parte della Comunità Collinare del Friuli, che ha stipulato un accordo con Magliano Alpi e ha ricevuto un fondo di 5,4 milioni di euro dalla Regione Friuli Venezia Giulia per la creazione di CER attraverso il Progetto RECOCER, probabilmente a oggi la più grande iniziativa italiana sulle Comunità Energetiche.
«Come Energy Center abbiamo fatto uno studio nel 2020 e la scelta è caduta questo ente perché la comunità collinare è il modello giuridico ideale, essendo un soggetto pubblico che rappresenta più comunità e avendo una capacità di aggregazione che è fondamentale per il successo delle CER», spiega Olivero descrivendo quella che potrebbe essere definita come una iniziativa “figlia di Magliano Alpi”.
VANTAGGI PER TUTTI
Olivero insiste sul fatto che, a maggior ragione in vista dell’imminente recepimento del decreto 199, le CER possono portare benefici al territorio e alla comunità che vanno ben oltre la semplice erogazione degli incentivi: «In seguito alla crisi ucraina abbiamo notato un cambio di mentalità: l’interesse prima era solo da parte di famiglie ed enti locali, oggi invece ci sono moltissime imprese che vorrebbero creare delle CER e con le nuove regole, come ad esempio la possibilità di arrivare a 1 megawatt a impianto, si aprono strade molto promettenti».
Una CER è un soggetto giuridico con alcuni vincoli – per esempio non può conseguire utili e deve ripartire i guadagni – ma con tanti vantaggi, essendo di fatto equiparato a un’impresa per quanto riguarda la gestione. «Una Comunità Energetica può sviluppare una piattaforma di gestione e favorire la costituzione una rete locale di professionisti, installatori e manutentori e poi condividere queste risorse con altre Comunità, abbattendo i costi e generando filiere occupazionali». A Magliano Alpi è stata costituita tale rete locale, chiamata GoCER, che punta a replicare negli altri territori cluster autonomi di soggetti locali che trovano nelle CER il catalizzatore di commesse e posti di lavoro.
Senza contare uno dei vantaggi più grossi: «Nell’ambito della CER i prezzi dell’energia vengono stabilizzati e questo al giorno d’oggi è fondamentale. Inoltre ogni CER potrà sul medio periodo fare trading di energia e fornire servizi di rete, abilitando la possibilità di creare compagnie energetiche virtuali, che però prendono origine dal basso e sono un bello strumento di democrazia energetica, poiché parte tutto dal bisogno degli stakeholder. In questo modo, se gestite in modo aggregato, le CER diventano un soggetto capace di operare sul mercato».
Il quest’ottica è nato il GoCER, un gruppo operativo di professionisti non solo del mondo della tecnologia ma anche fiscali o legali: «Si tratta di cluster di progettisti, installatori e manutentori, anche concorrenti fra loro, che condividono logiche di simulazione dei sistemi energetici, progettazione, interoperabilità e criteri di scelta delle piattaforme di gestione».
Gocce nel mare, fiumi che si uniscono, granelli di sabbia che costituiscono una spiaggia. Per costruire modelli realmente resilienti è inevitabile tornare ai territori, alla dimensione locale e comunitaria ed è esattamente ciò che sta accadendo a Magliano e in tante altre zone d’Italia. Che sia questo il vero volto della transizione energetica tanto auspicata e sinora rimasta un mero slogan?
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