Debora Borghino e la sua azienda “al femminile” che fa agricoltura biologica
Seguici su:
Cuneo - Quasi tutti sono in grado di apprezzare la bellezza e la vitalità di un orto, un giardino, un prato o di un bosco, ma quanti sono in grado di fare lo stesso per quel che riguarda la sua parte non visibile, al di sotto dei nostri piedi? Oggi, di fronte a una minaccia globale che vede l’agricoltura colpita da inquinamento, trattamenti dannosi e pesticidi, risulta necessario dare valore a ogni piccolo appezzamento di terreno, che diventa parte di un mosaico virtuoso.
Da questa convinzione parte il progetto dei Custodi del Suolo: agricoltori, hobbisti, produttori e appassionati che in Val Varaita (CN), hanno creato una comunità per scambiare saperi e prendersi cura della Terra. E ora, dopo avervi raccontato le storie dell’apicultore Matteo Mana e degli agricoltori Davide Provenzano e Dino e e Anne-Marie Matteodo, vi parliamo di Debora Borghino della sua Azienda Agricola Borghino.
Azienda agricola Borghino: la storia di una famiglia
Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di un una famiglia che da generazione in generazione si dedica con passione e impegno all’agricoltura. Sono stati per primi i nonni a dare vita all’azienda che un tempo praticava un’agricoltura principalmente di sussistenza. Poi è stato il turno dei genitori e infine quello di Debora e sua sorella Alida, che oggi ne sono titolari. Una cosa è certa: possiamo dire che la ruralità da sempre scorre nelle loro vene.
«Abbiamo scelto di portare avanti un’agricoltura familiare perché vediamo che tutt’intorno a noi domina l’agroindustria, con una scarsa attenzione alla sostenibilità delle coltivazioni e la manodopera a basso costo». Così l’Azienda Borghino, che nei suoi 10 ettari di terreno offre i frutti del lavoro nei campi, da più di vent’anni coltiva con metodo biologico certificato in una verde valle alle spalle di Saluzzo.
Debora e Alida portano avanti la tradizione di famiglia grazie agli insegnamenti dei loro genitori e dei nonni, che hanno trasmesso loro tutte le “lezioni” del lavoro sul campo. O meglio, nel campo: fin da piccole la “contadinanza” e quella sensazione di vita pienamente vissuta in mezzo alla natura hanno fatto parte della loro crescita.
«Sin dall’infanzia volevo fare la coltivatrice. Poi le cose sono cambiate: diventando adulta, per emanciparmi, ho scelto di fare esperienze lontano da casa. Ho lavorato come segretaria in un’azienda e poi in uno studio commerciale. Un giorno però mi sono resa conto di aver bisogno di un cambiamento e sono tornata. Ho frequentato dei corsi di agricoltura biologica in Trentino e in Emilia Romagna per recuperare le conoscenze che nel tempo avevo disappreso e aumentare le mie conoscenze».
Un’azienda al femminile
Oggi nell’azienda troviamo Debora Borghino, la sorella Alida e la mamma Angela. Durante le giornate di lavoro coltivano, raccolgono e partecipano ai mercatini dove vendono i loro prodotti. «Per noi agricoltura biologica vuol dire produrre riducendo l’inquinamento, rispettando la natura, l’ambiente, le varietà vegetali, animali e l’uomo. Ma vuol anche dire salvaguardare la qualità dei cibi, il gusto e la vitalità dell’alimento».
Abbiamo scelto di portare avanti un’agricoltura familiare perché vediamo che tutt’intorno a noi domina l’agroindustria
L’essenza di un’agricoltura che fa bene all’ambiente e alla salute si può assaporare nei prodotti dell’azienda, che ha scelto di far rivivere antiche varietà per riapprezzare colori, sapori, aromi e profumi spesso dimenticati. Tra questi troviamo diverse tipologie di mele e ramassin ma anche pere, kiwi e mais, di cui hanno rimesso in coltura il pignolèt, un’antica varietà coltivata in Piemonte sin dall’inizio del 1900.
Ci sono poi le patate, che nei territori montani della provincia di Cuneo rappresentano una tradizione, o il Golden Corn, una varietà di frumento tenero oggi quasi abbandonato. «Noi come azienda cerchiamo nel nostro piccolo di scegliere varietà resistenti, ovvero quelle che c’erano già una volta e che hanno caratteristiche genetiche che permettono ai prodotti di resistere alle malattie».
Un’oasi fortunata
Possiamo considerare l’azienda agricola Borgnino un’oasi di natura che fa dell’attenzione all’ambiente una scelta di vita: dai pannelli fotovoltaici al laghetto che raccoglie e convoglia l’acqua piovana per l’irrigazione a goccia. E poi ci sono le siepi tutt’intorno: una barriera per proteggere il terreno dall’agroindustria e dagli insetticidi utilizzati nelle zone adiacenti. «Mentre gli altri trattano, noi siamo un’oasi fortunata che resiste».
I custodi del suolo
«La Milpa, attraverso il progetto dei Custodi del Suolo, mi ha dato l’opportunità di conoscere altri agricoltori che vivono in Val Varaita, persone diverse che rappresentano una vera biodiversità. I corsi che stiamo seguendo e che sono inclusi nel progetto mi permettono di imparare nuove tecniche per migliorare la fertilità della terra attraverso pratiche estremamente importanti: sovescio, uso del concime organico, agricoltura non intensiva.
Il corso però mi ha dato anche la possibilità di coltivare nuove relazioni umane: nell’agricoltura la terra è centrale, ma non possono mancare i rapporti che si creano in uno stesso territorio. Essere parte dei Custodi del suolo significa avere la possibilità di possedere i giusti strumenti per lasciare un terreno vivo a chi verrà dopo, ossia ai giovani delle nuove generazioni.
Visitate il sito ufficiale dei Custodi del Suolo per maggiori informazioni e per scoprire le prossime iniziative!
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento