Da ex discarica al Parco dei laghetti: il verde urbano che rilancia il quartiere
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Torino - A Torino una discarica abusiva si è trasformata in un grande parco naturale dove superfici d’acqua, percorsi ciclabili, aree per lo sport e splendidi animali risvegliano un’area da tempo addormentata. Siamo a Falchera, quartiere periferico a nord di Torino e qui, dopo cinque anni di lavori, il Parco dei Laghetti torna a vivere. Parliamo di un polmone verde che occupa più di 400 mila metri quadrati che è stato restituito agli abitanti i quali, a due passi dalle loro casa, possono godere di quest’oasi naturale.
Attraversando il parco lo spettacolo è meraviglioso: c’è chi passeggia, chi approfitta di una giornata di sole per fare un pic-nic in compagnia, chi porta i bimbi a giocare all’aperto e chi non perde l’occasione per fare la sua corsa quotidiana. Un parco che torna a vivere e che risolleva l’immagine di un quartiere e di una zona percepita per lungo tempo come insicura e ai più sconosciuta.
Il progetto è stato realizzato grazie alla bonifica del lago, alla rimozione di materiali di rifiuto e degli orti abusivi presenti, attraverso un ampio intervento di recupero e di riqualificazione ambientale. Il parco, insomma, sta tornando a essere quell’oasi di natura incontaminata di cui la città ha tanto bisogno: una barriera per lo smog, un luogo più vissuto. E dove prima sorgevano montagne di rifiuti, ora alberi e piante hanno riconquistato i loro spazi mentre le cicogne tornano a nidificare e si possono avvistare, nei pressi del lago, anatre e folaghe.
La qualificazione è avvenuta anche attraverso interventi di ingegneria naturalistica: innanzitutto si è provveduto alla modulazione e al contenimento delle pendenze delle sponde nelle aree intorno ai laghetti, poi si è predisposto il terreno per realizzare un parco agricolo si è realizzato un sistema di irrigazione dei campi attraverso il recupero delle bealere esistenti. Per incentivare gli spostamenti all’interno dell’area, il progetto di rigenerazione ha previsto la promozione della mobilità dolce e per questo motivo sentieri, passerelle e percorsi pedonali e ciclabili scandiscono il passaggio da una zona all’altra.
Il progetto ha poi visto l’assegnazione di nuovi orti: sono un centinaio quelli individuali (che misurano circa 100 metri quadrati) e oltre a questi sorgeranno degli orti associativi più ampi. In questo modo gli abitanti possono prendersi cura del luogo attraverso attività di agricoltura urbana condivisa. Il parco sta diventando anche un luogo di aggregazione sociale: oltre alle aree attrezzate trovano posto un’area giochi, spazi per le attività sportive come calcio e pallacanestro, uno skate park, un’area cani e un centro polivalente per lo svolgimento di attività inclusive. Attività che danno linfa vitale a una periferia prima dimenticata e ora sempre più viva.
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