Raccolgono e differenziano i rifiuti abbandonati in strada: l’esempio di due giovani a Moncalieri
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Torino - Elisabetta Reyneri e Matteo Pignata sono due giovani ed intraprendenti ragazzi che vivono nella provincia torinese e che, stanchi di essere testimoni dei continui rifiuti abbandonati lungo la strada che quotidianamente percorrono, hanno deciso di armarsi di guanti, sacchi della spazzatura e tanto entusiasmo, con l’obiettivo di pulirne e differenziarne un tratto. A spingerli è la passione per la salvaguardia dell’ambiente, oltre ad una sempre maggior consapevolezza del contributo che ognuno di noi può dare.
“Abbiamo parlato spesso di dare un contributo concreto e sensibilizzare chi ci sta intorno, con la speranza che molti altri si possano unire a noi in futuro. Passando parecchio tempo in macchina, ho raccontato ad Elisabetta dello stato di degrado in cui versano i margini stradali, soprattutto fuori città. – scrive Matteo in una riflessione sui social – Da questa considerazione nasce la nostra iniziativa, che si è concretizzata ieri. Ci siamo trovati a Moncalieri, lungo viale Europa, zona industriale, armati di guanti e sacchi neri. La raccolta è durata poco più di due ore, il tempo necessario per battere circa 400 metri di strada”.
Il ricco bottino che Matteo ed Elisabetta hanno raccolto sembra una lunga lista della spesa: rifiuti plastici (bottigliette, sacchetti, imballaggi, involucri di alimenti), vetro (in particolare bottiglie), allumino, carta (soprattutto pacchetti di sigarette), componenti di automobili (pneumatici, paraurti, cerchioni) e qualche rifiuto eccezionale (tubi e un pezzo di un tetto con tegole).
“La situazione è decisamente peggiore di quanto potessimo aspettarci. Alla fine del nostro breve percorso abbiamo riempito 4 sacchi neri, da almeno 10 kg l’uno, di rifiuti ogni tipo che, stesi per terra in un parcheggio, coprono un’area corrispondente a due posteggi auto” aggiunge Matteo. “Alla fine abbiamo diviso il tutto per categorie omogenee e smaltito i sacchi negli appositi bidoni per la differenziata”.
Un lavoro accurato frutto di un amore per l’ambiente e per gli spazi in cui viviamo, ma che trasmette anche tanta indignazione. Dalle parole di Matteo, che condivide sui social, emergono considerazioni ragionate e consapevoli sull’emergenza rifiuti. Sono parole che invitano i cittadini ad impegnarsi in prima persona per la salvaguardia dell’ambiente nonchè riflessioni sulle ricadute che ha ogni nostra azione sull’intera comunità e sulle nostre città.
A seguito le riflessioni divise per punti:
- “Purtroppo, la verità è che tutto quel materiale finisce lungo la strada per via dell’inciviltà della gente. Non riusciamo a darci una risposta sensata al riguardo (non ci sarà mai una logica nel lanciare fuori dal finestrino una bottiglietta d’acqua o nel depositare lungo la strada un pezzo di una tettoia!) ma probabilmente è soltanto questione di comodità e di ignoranza delle conseguenze del gesto (“Ho finito la bottiglietta, ma sì dai, la butto fuori dal finestrino, tanto è una sola” – sí, per mille persone, per mille volte);
- Se 4 sacchi pieni di spazzatura sono il risultato del lavoro di due sole persone in due ore per 400 metri di strada, facendo due calcoli, la quantità di rifiuti sparsi sul nostro territorio risulta, purtroppo, terrificante;
- Si può fare qualcosa? Certamente sì! L’obiettivo di questa nostra prima iniziativa era quello di verificare la situazione di persona e di sensibilizzare un po’ i nostri amici e conoscenti sul problema, per poi arrivare ad organizzare altre giornate come quelle di ieri, coinvolgendo il maggior numero di persone possibile. Chiaramente il sabato pomeriggio di divertimento è altra cosa, ci sono un sacco di attività più belle, meno faticose, in cui ci si sporca meno le mani. Ma dedicare tre ore a questa attività ha ricadute positive per tutti.
La differenza la si può fare con poco e in poco tempo, senza troppo clamore, non abbandonando rifiuti in giro e, ogni tanto, rimboccandosi le maniche raccogliendo, ad esempio, una bottiglietta da terra mentre si passeggia o si va al lavoro. Purtroppo, la strada da fare è ancora lunga (più dei soli 400 metri che abbiamo percorso che ci sono sembrati niente), ma se ognuno di noi si impegnasse anche solo nel proprio piccolo, i passi in avanti che si potrebbero fare sarebbero immensi!”
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