13 Feb 2019

Progettare gli spazi pubblici? Ce lo insegnano i bambini

Scritto da: Lorena Di Maria

Piantare un nuovo albero in città, trasformare l’asfalto in puro colore, ridare valore ai piccoli spazi urbani. A Torino e nei comuni del territorio, l’Associazione Laqup porta avanti percorsi di educazione all’ambiente urbano, coinvolgendo attivamente i bambini e i ragazzi che progettano e ripensano la città con nuovi occhi.

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Torino - Proviamo a ripensare la città come la immaginerebbe un bambino. Come sarebbero le strade, le piazze e i giardini se trasformati secondo la sua fantasia? A Torino e in diversi Comuni del territorio la partecipazione attiva dei ragazzi è diventata la chiave per trasformare gli spazi urbani secondo il loro punto di vista e per ridisegnare una città alla loro misura.

Incontro Benedetta Lanza e Alessandra Di Renzo che, insieme al loro variegato team, hanno creato l’Associazione Laqup, acronimo di Laboratorio di Qualità Urbana, Ambiente e Partecipazione, nonché associazione culturale che nasce a Torino nell’anno 2006 dal confronto fra un gruppo di persone con esperienze di cittadinanza attiva nel mondo dell’associazionismo.
La sua missione è quella di ripensare la città avvicinandola alle necessità di tutti, col presupposto che debba essere “non solo vivibile ma anche bella da vivere“.

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“Ognuno di noi si prende cura della propria casa, si impegna a tenerla pulita e in ordine, ogni tanto ridà il bianco perchè sia più bella e luminosa. Lo stesso dovrebbe accadere per lo spazio pubblico, perché, proprio come la casa, anche lui ha bisogno di cura” mi racconta Benedetta.

Uno slargo, una piazzetta, un giardino verde. E’attraverso piccole azioni di agopuntura urbana e microrigenerazione che la città viene ridisegnata da bambini, dai ragazzi e dagli abitanti del quartiere.
Proprio perché la qualità della nostra vita dipende in larga misura dalla qualità dei piccoli spazi del quotidiano, è su questi che si rivolge l’attenzione e, trattandosi di progetti alla piccola scala, sono facilmente alla portata di tutti.
“Partecipare vuol dire “compromettersi” per il miglioramento della città e dei luoghi pubblici che frequentiamo ogni giorno, significa prendersi cura dello spazio comune e più si coinvolgono le persone, più queste percepiscono il valore dei luoghi in cui vivono”.

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Sono bambini e ragazzi che, grazie alla loro innata fantasia e creatività, immaginano mondi nuovi. L’associazione lavora quotidianamente con le scuole del territorio per dare voce ai più giovani e, con il loro aiuto, coinvolge le comunità locali in un’azione collettiva.
Il progetto Riscopri Risorse, portato avanti da Laqup, vuole offrire nel breve periodo una più alta qualità urbana a chi vive, lavora, frequenta un territorio, ridando valore a spazi e relazioni del quotidiano.

“Come mi percepisco nello spazio e come percepisco lo spazio intorno a me”: durante le attività nelle scuole i giovani diventano i protagonisti della trasformazione ed attraverso un confronto collettivo e partecipato, si relazionano con la città e propongono nuove idee ai tecnici che, insieme a loro, realizzeranno i progetti.

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Ed è così che nascono fioriere per delimitare i passaggi pedonali davanti alle scuole, murales che fanno rivivere i muri e colorano la pavimentazione, panchine ai lati dei marciapiedi e piccoli interventi per l’inserimento del verde urbano. “Al momento siamo entrati in contatto con una ventina di scuole in sei comuni della provincia di Torino. I bambini sono molto entusiasti e il loro atteggiamento è positivo perchè creano e fanno nascere idee che vedono realizzate”, racconta Alessandra.

Partecipare significa rendere i cittadini più consapevoli delle potenzialità del loro territorio e delle possibilità di valorizzarle, stimolandoli a prendersene cura nel tempo. “Ad Avigliana, coi bambini, abbiamo riqualificato un passaggio pedonale vandalizzato che dall’asilo porta alla scuola. I bambini lo hanno ripulito, disegnato e colorato e dopo due anni è rimasto integro, proprio come quando è stato realizzato, pur essendo in un posto isolato”.

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Rigenerare gli spazi significa poterli vivere. Come mi raccontano Benedetta e Alessandra, le strade non devono solo essere sicure ma “belle e sicure”, ovvero “devono permettere a tutti muoversi in sicurezza, ma devono rappresentare anche uno spazio in cui poter sostare per fare attività che favoriscano forme di aggregazione”.
Un altro esempio virtuoso è l’esperienza nel comune di Luserna San Giovanni: “abbiamo realizzato un progetto di riqualificazione con le scuole e dopo che lo abbiamo concluso, le maestre, negli anni successivi, hanno proseguito in autonomia l’attività e proposto nuovi progetti che ritengono importanti per loro”; o dei comuni di Chieri e Ivrea dove “c’è stato un riscontro positivo, in cui si portano avanti piccoli progetti che hanno dato vita ad un vero e proprio cambiamento di abitudini nelle persone”.

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