I funghi: futuri protagonisti delle bonifiche ambientali
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Torino - Life Biorest è un progetto italo-franco-spagnolo a cui partecipa il Dipartimento di Scienze della Vita e della Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino.
Il progetto vuole proporre un metodo biologico per bonificare in situ i terreni inquinati da idrocarburi attraverso la Mycoremediation ambientale cioè attraverso l’uso di funghi.
All’interno dell’Orto Botanico uno staff di una ventina di persone, coordinato dalla professoressa Giovanna Cristina Varese, lavora nella Micoteca, una delle più importanti banche di biodiversità fungina in Italia.
Quelli che noi conosciamo come funghi e che mangiamo, sono il corpo fruttifero, cioè l’organo sessuale, mentre il fungo nella fase vegetativa è detta ifa ed è come una “lanuggine” fatta di sottili e ramificate fibre nel terreno.
Le ife costituiscono una vasta rete di comunicazione e trasporto di cibo per le piante, tanto che sono usati come bioindicatori dello stato di salute di terreni e boschi.
I funghi hanno la capacità di “digerire” e trasformare composti complessi, rifiuti industriali, inquinanti dell’agro-industria, farmaci e plastiche. Sono in grado di degradare, scindere il materiale morto, ad esempio la lignina degli alberi e trasformarlo in materiale più semplice e vivo per nutrire piante e animali. Hanno una grandissima capacità di trasformazione grazie all’alta quantità di enzimi e sostanze chelanti che digeriscono anche plastiche, metalli pesanti e farmaci.
I ceppi fungini sono sempre più studiati e utilizzati nelle bonifiche di acque reflue industriali e urbane, così come dei terreni.
Il loro uso garantisce il pieno rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi ma anche un minor uso di energia che diminuisce notevolmente i costi rispetto ai metodi classici.
La collezione fungina di Torino ha una particolare rilevanza da un punto di vista ecologico e applicativo. Infatti, molti ceppi isolati della MUT – Mycotheca Universitatis Taurinensis sono stati caratterizzati per le loro proprietà ecologiche e fisiologiche e comprendono, ad esempio, ceppi micorrizici, agenti di biocontrollo e biondicatori, così come ceppi produttori di antibiotici o di enzimi che possono essere utilizzati in campo industriale e per applicazioni di biorisanamento.
Quasi due anni fa a Fidenza è partito un progetto pilota per Life Biorest su siti in cui c’era stata una produzione industriale di esplosivi durante la guerra, poi quella petrolifera e di fertilizzanti. Il comune ha acquisito i terreni dalle aziende e ha scelto di investire in una bonifica naturale rispetto alle tecniche convenzionali (chimico-fisiche) poiché più efficace e meno distruttiva della biodiversità del terreno. L’obiettivo infatti è un risanamento completo del terreno affinché si possa ripristinare qualsiasi utilizzo, anche quello agricolo.
Nella Micoteca si studiano, preservano e catalogano microrganismi che possono avere diversi impieghi.
L’uso della natura per sanare e rivitalizzare la natura stessa permette non solo una maggiore efficienza energetica del processo con costi inferiori ma anche una capacità di bonifica complessiva, un ripristino delle intere dinamiche naturali e aumento di biodiversità.
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