Vivere Off Grid? Si inizia dal riuso!
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Torino - Scollegarsi dalla rete, vivere fuori dagli schemi. Sono diversi i significati dell’espressione inglese scelta come nome di un’associazione nata qualche anno fa a Torino per favorire il riuso delle risorse disponibili e, più in generale, promuovere le pratiche a basso impatto ambientale. Tra i progetti vi è anche quello di un parco unico al mondo. Per saperne di più abbiamo intervistato il fondatore, Marco Mangione.
Com’è nata e di cosa si occupa l’associazione Off Grid?
L’associazione Off Grid è nata nel 2015 con l’intenzione di riunire le persone interessate al mondo dell’autosufficienza idrica, energetica ed alimentare prendendo spunto dal mondo Earthship che è nato in America negli anni ’70 con l’architetto Michael Reynolds. Noi abbiamo quindi deciso di creare un’associazione per far sì che tutti coloro che vogliono costruirsi una casa autosufficiente con materiali di recupero possano avere un punto di riferimento. Da qui nasce Off Grid.
Con il tempo ci siamo resi conto che l’architettura del reimpiego e tutte le pratiche a basso impatto ambientale avrebbero potuto avere un maggiore riscontro creando qualcosa di sperimentale. Ecco così l’idea di dare vita ad un parco: ReLand.
Che tipo di parco sarà ReLand?
ReLand sarà il primo parco divertimenti al mondo dedicato al riuso ed in generale all’economia circolare. L’obiettivo è quello di sensibilizzare attraverso il gioco per incentivare la valorizzazione dell’esistente (risorse naturali, materiali, energia e rifiuti). ReLand vuole promuovere la sostenibilità con gioia! Le persone ed i materiali daranno vita ad un’area dove si farà architettura, design e arte… il tutto con materiale di recupero.
Adesso è finita la fase di progettazione e abbiamo raggiunto un accordo con il comune di Cambiano e con il dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino per la creazione del primo parco al mondo incentrato sul tema del riuso.
Il progetto del parco verrà presentato la prossima domenica, 16 settembre, nell’ambito dell’evento “Cambiano come Montmartre”, manifestazione rivolta alla riduzione dello spreco di risorse naturali, materiali, energia e rifiuti.
Che tipo di attività portate avanti?
Ultimamente abbiamo organizzato degli eventi legati al riuso creativo, in passato abbiamo proposto dei workshop incentrati sull’architettura del reimpiego. In sostanza quello che facciamo è unire materiali, intelletto e manualità, il tutto valorizzando l’esistente. Gli eventi organizzati sinora sono stati aperti a tutti, non rivolti a professionisti del settore.
In che zona si concentrano le vostre attività?
In questo momento ci stiamo concentrando sul Piemonte e soprattutto nella prima cintura di Torino. È anche vero però che stanno nascendo collaborazioni anche con altre regioni d’Italia. Ad esempio sono in contatto con un ragazzo calabrese e con uno di Bologna che intendono dar vita nei loro territori a delle realtà sul modello di Off Grid.
Inoltre Patrick Lunt, uno dei fondatori dell’associazione, ha portato Off Grid Italia anche fuori dall’Italia, avviando al di fuori del territorio nazionale per lo più progetti umanitari.
Perché il nome Off Grid?
È stato scelto da uno dei fondatori, che è inglese. Il concetto di Off Grid, in anglosassone, è associato a più significati. Per noi significa da una parte lo scollegamento dalle reti, in un’ottica di autosufficienza, dall’altra vuol dire anche essere fuori dagli schemi, come le attività che proponiamo.
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