1 Mar 2018

Un polmone verde in città: il primo bosco abitabile tra le vie di Torino

Scritto da: Lorena Di Maria

“25 Verde” è il nome del progetto dell’architetto Luciano Pia, ideato nel 2007 e concluso nel 2012 che rappresenta un innovativo progetto di verde urbano in città, configurandosi come il primo esperimento di bioarchitettura ecosostenibile a Torino. L’intervento si presenta come un vero e proprio “bosco abitabile”, volto a coniugare ed integrare natura ed architettura urbana.

Salva nei preferiti

Torino - Inquinamento, smog ed antropizzazione sono solo alcuni degli aspetti critici con cui ci troviamo a convivere quotidianamente, che rappresentano un campanello d’allarme che non si può più ignorare. La crescente antropizzazione ha portato nel tempo ad un progressivo abbassamento degli standard di qualità ambientale e di vivibilità, con cui ci troviamo a fare i conti tutti i giorni. In tale ottica, molte città si stanno muovendo verso una nuova direzione che, fondandosi su una maggior consapevolezza e coscienza ambientale, mira a proporre nuovi modelli di sviluppo che diffondano una cultura basata sulla sostenibilità e su un maggior benessere, ricercando quella originaria connessione con la natura che in parte è stata persa e in parte dimenticata.

Tra le diverse pratiche in atto, il verde urbano risponde proprio a questa volontà e rappresenta un elemento fondamentale e necessario per la nostra vita nelle città, declinandosi in una molteplicità di forme: dai parchi e giardini, agli orti urbani, ai giardini pensili. Tutti questi esempi hanno la capacità e peculiarità di aiutare ad attenuare gli squilibri ambientali della città contemporanea e ricreare nuovi equilibri sul territorio in vista di una maggior vivibilità.

bosco-abitabile-torino-polmone-verde-in-citta Copertina

Torino negli ultimi anni ha dato vita a sperimentazioni innovative che indirizzano ad una maggior attenzione proprio verso la cultura del verde. In particolare, un esempio curioso che di recente ha destato l’interesse e l’attenzione di molti residenti della zona, passanti e turisti, è il cosiddetto “Bosco abitabile” di via Chiabrera.  Tale progetto si configura in un complesso residenziale dal nome “25 Verde”, localizzato in via Chiabrera 25, non molto lontano dal Parco del Valentino. Giungendo in sua prossimità, si può notare come l’intervento occupi un isolato, la cui vegetazione cresce rigogliosa su tutti i fronti del complesso che si affacciano sulle diverse vie.

Nello specifico, l’idea è stata quella di dare vita ad un vero e proprio progetto di riforestazione metropolitana che combini ed integri elementi naturali in un contesto architettonico. Il progetto architettonico è stato realizzato da Luciano Pia, in collaborazione con lo Studio Lineeverdi che si è occupato del progetto paesaggistico. La stretta relazione ed integrazione tra la componente architettonico-progettuale e quella paesaggistica si traduce in un esempio pionieristico volto a generare una nuova commistione tra forme urbane e naturali.
L’intervento si sviluppa su una superficie abitabile di 7500 mq che conta 63 appartamenti ed offre 4000 mq di terrazzi e tetti verdi, che includono circa 200 alberi e grandi arbusti. Con la sua densa vegetazione, il complesso ha la capacità di emergere in termini visivi rispetto agli edifici circostanti, integrandosi in modo armonico e naturale col tessuto urbano che lo circonda.

 

L’aspetto innovativo del progetto si focalizza sull’utilizzo di specifiche tecnologie e tecniche costruttive che permettono di unire il comfort abitativo con l’aspetto ambientale, energetico ed architettonico. Nello specifico, dal punto di vista ambientale, la presenza dell’alto numero di alberi apporta consistenti benefici, in quanto riduce e filtra le polveri sottili provocate dalle autovetture, assorbe l’anidride carbonica e protegge dall’inquinamento acustico. Inoltre la consistente presenza di piante di diversa specie vegetale distribuite lungo le facciate e sui tetti, favorisce e tutela la biodiversità, dando vita ad un ecosistema in continua evoluzione e trasformazione. Sotto il profilo energetico, sono le piante stesse a creare un microclima ideale all’interno dell’edificio, mitigando gli sbalzi di temperatura in estate ed in inverno.

 

Tra diverse varietà arboree, sono state favorite le specie decidue, poiché permettono un maggior irraggiamento solare nel periodo invernale. La massima efficienza energetica, inoltre, è stata garantita affinché nulla vada sprecato: si riscontra nel complesso un totale recupero dell’energia ed un riutilizzo del calore nel sistema edificio-impianto, così come la raccolta delle acque piovane, lo stoccaggio ed il riutilizzo per l’irrigazione del verde. Infine, dal punto di vista architettonico, il progetto si focalizza sulla forte integrazione delle forme e dei materiali con la componente naturale e vegetativa che lo caratterizza: gli elementi strutturali sono stati infatti realizzati in acciaio Corten che, con le loro forme, ricordano gli alberi della foresta, ed inoltre l’edificio è stato rivestito con scandole di legno, al fine di evocare la corteccia degli alberi.

bosco-abitabile-torino-polmone-verde-in-citta-1519901539

La sperimentazione di nuove pratiche che valorizzano il verde nelle architetture risulta vincente all’interno degli ambiti urbani, in quanto la vegetazione, grazie alla sua versatilità, è capace di inserirsi in un contesto antropico plasmandolo e rinnovandolo col passare del tempo e delle stagioni, modificando la percezione della città stessa.

L’insieme di tutti questi elementi mostra nel complesso una forte attenzione verso pratiche urbane innovative che rispondono a degli ormai necessari bisogni della città e che rivolgono lo sguardo verso nuove forme dell’abitare in cui la natura rivendica e ritrova i suoi spazi. Grazie alla stretta integrazione dell’architettura con la vegetazione, la città scopre nuove forme, si sviluppa in verticale e si trasforma costantemente, dando vita a nuove forme urbane, e ancora più importante, a nuove forme di consapevolezza verso l’importanza che le tematiche ambientali rivestono.

 

Foto copertina
Autore: Studio LineeVerdi

 

Articolo tratto da Piemonte che Cambia

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Tyrrhenian Link: “La nostra lotta continua oltre lo sgombero del presidio degli ulivi”
Tyrrhenian Link: “La nostra lotta continua oltre lo sgombero del presidio degli ulivi”

L’idrogeno servirà solo per poche cose nella transizione energetica – Io non mi rassegno + #24
L’idrogeno servirà solo per poche cose nella transizione energetica – Io non mi rassegno + #24

Di quanta energia rinnovabile abbiamo davvero bisogno in Italia?
Di quanta energia rinnovabile abbiamo davvero bisogno in Italia?

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Dopo i droni, le radiazioni: che succede negli Usa? – #1034

|

Il Comitato per la liberazione di Assange: “Julian è libero, ma l’informazione no”

|

A Campobello di Licata c’è un forno di comunità in cui lavora tutto il paese

|

Buon Natale globale, tra riti solstiziali e consumismo moderno

|

L’archeologia lo mostra: la cura è stata centrale nella storia della civiltà

|

I rifiuti elettronici sono un grosso problema. La soluzione? Riparare invece che ricomprare

|

Perché dire basta ai botti di Capodanno: petizioni e proposte sostenibili

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

string(8) "piemonte"