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Biella - Oggi saliamo in quota, raggiungendo i 1000 metri. Dato che il triciclo non riuscirebbe a superare le impervie salite verso Oropa, utilizziamo l’auto gentilmente prestata da Fiorella, del gruppo del Biellese in Transizione.
Superato il famoso santuario di Oropa proseguiamo per molti metri e posteggiamo la macchina in una piccola conca della strada provinciale appositamente creata. Un cartello ci indica la Trappa, in una strada sterrata non percorribile con l’autoveicolo. Camminiamo su questa stradina nei boschi e dopo pochi metri ecco l’incredibile, affascinante e inaspettato complesso della Trappa.
La Trappa è una struttura architettonica incredibile. Fu un monastero solo per sei anni. Il nome deriva infatti dai monaci trappisti. Il progetto iniziale prevedeva la realizzazione di un convento. Gregorio Ambrosetti voleva a tutti i costi questa immensa costruzione, non convalidata dagli enti preposti: per questo si è trattato di un grande abuso edilizio. Fu interrotta nel 1760.
Ottenne il condono, dichiarando che non l’avrebbe utilizzata per scopi religiosi. Il vero motivo per il quale l’imprenditore tessile Gregorio voleva a tutti i costi creare questa grande opera non si sa, infatti era anche ostacolato dalla sua stessa famiglia. Fu poi abbandonato per duecento anni. Nel 1998 l’associazione ha deciso di riprenderlo in mano, volendo mantenere la sua misteriosa identità: una rovina di grande fascino. Esso fa parte dell’Ecomuseo Valle Elvo e Serra.
Il progetto Ecomuseo Valle Elvo e Serra propone un percorso di sviluppo locale basato sulla partecipazione diretta della popolazione alla tutela attiva del proprio patrimonio materiale e immateriale. Nel Biellese occidentale, sul territorio definito geograficamente dal corso del torrente Elvo e dalla morena della Serra, le attività dell’Ecomuseo intrecciano la memoria degli abitanti a quella dei luoghi di cui sono artefici e testimoni. Alternando ricerca e azione, i protagonisti dell’Ecomuseo recuperano il senso della ri-conoscenza, una competenza nel leggere il paesaggio dove si trovano a vivere e un esercizio attraverso il quale riacquistano la facoltà di continuarlo con coerenza nel proprio tempo.
Generando nuovi rapporti di fiducia tra le persone, nuove relazioni funzionali tra le loro attività e le risorse reali del territorio, nuove forme responsabili di produzione e consumo, l’esperienza dell’abitare è al centro delle diverse iniziative di conservazione, interpretazione e gestione del patrimonio, nel quale la comunità individua le tracce del suo passato e le linee del suo futuro. La Trappa è aperta da aprile a ottobre Situata a 1000 m. di quota in alta valle Elvo, tra i monti Mucrone e Mombarone e lungo la strada panoramica che collega i tre principali santuari Biellesi, la Trappa è un accogliente punto di sosta e ristoro per gli escursionisti a piedi, a cavallo e in mountain bike: un luogo da riabitare, ideale per attività residenziali didattiche e formative.
La particolarità nella progettazione e ristrutturazione della Trappa è nel metodo utilizzato dall’Associazione della Trappa: il Cantiere orizzontale e cioè ogni persona che è legata a questo luogo può dare il proprio supporto, le proprie competenze, le proprie idee al servizio della Trappa.
Per Giuseppe il cambiamento è nel riuscire a vedere le stesse cose con un ottica diversa.
Nel mentre Bruno, artista scultore del legno, ci ricorda di quando anni addietro i genitori delle figlie di Sordevolo mettevano nei boschi dei fili rasi terra per far inciampare i maschi che andavano a Pollone per corteggiare le ragazze.
Il pranzo è pronto e ci sediamo a tavola con un’altra quindicina di persone. Esse stanno seguendo un corso di improvvisazione musicale con strumenti creati da elementi della natura come legnetti e pietre. A tenere il corso è un simpatico tedesco, con il quale ci soffermiamo a parlare dopo pranzo. E’ un musicista e la sua compagna, anch’essa presente nella tavolata, suona il clarinetto così come Roberto.
E’ bello vedere l’eterogeneità del gruppo che partecipa a questo workshop: dai ragazzi del liceo artistico a pensionati delle valli. Con i ragazzi del liceo abbiamo modo di scambiare qualche parola, sono stati selezionati dalla scuola per partecipare a questo corso di due settimane immerse nella natura. Si sorprendono che Roberto abbia studiato economia, la ritengono una materia molto noiosa e non adatta al suo profilo. Roberto prova a spiegargli che essa può essere estremamente creativa e virtuosa. Nel mentre Edoardo segue Bruno, un artista del legno che espone varie sue opere nella struttura. Gli fa assaggiare anche il liquore “ genzianella” da lui prodotto.
Il cuoco viene a sparecchiare e chiede una sigaretta ad Edoardo; non fumava da ben tre anni. Oggi gli è tornata l’ispirazione.
E’ un’altra fantastica storia quella di oggi. I ragazzi riprendono il corso, il cuoco va a lavare i piatti. Noi torniamo a Biella. Quante incredibili esperienze e persone continuiamo a conoscere ogni giorno!
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