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Visione 2040 Viaggiare

“Dire turismo è dire viaggio, conoscenza, responsabilità, cultura. Un turismo per tutti, responsabile, etico, sostenibile fatto da viaggiatori consapevoli e proposto da una rete di operatori coesi nei valori, nell’immagine e operativamente sinergici.”


Hanno contribuito: Alberto Conte – SloWaysMovimento Lento | Luca Gianotti – Compagnia dei Cammini | Francesca Lonardi – Viaggi & Miraggi | Simone Riccardi – Eco B&B | Silvia Salmieri e Francesco Bevilacqua Ariosti – Vivi Sostenibile Ha facilitato: Daniela Bartolini


SITUAZIONE ATTUALE

Il concetto di vacanza è in crisi. “Vacanza” è una assenza, è l’assenza dal lavoro, è il riposo. La vacanza era, negli anni 60-70, fatta da persone che avevano voglia di riposarsi e vivere in modo spensierato e infantile i giorni di assenza dal lavoro. Oggi la tendenza è quella opposta: si vuole riempire questo vuoto fin troppo, col rischio di programmare vacanze organizzate ora per ora: sveglia, visita al posto “x”, visita al posto “y”, pranzo, ecc. Tra il vuoto e il troppo pieno c’è il viaggio. Che dovrebbe essere sufficientemente lungo. O in luoghi molto piccoli.

Il turismo di massa si sta evolvendo. Alcune sue manifestazioni “classiche” sono in crisi: le formule tutto incluso, i villaggi vacanze, il turismo invernale sugli sci. I villaggi in cui chiudersi senza contatti con l’esterno oggi interessano meno. Sebbene altre forme di turismo di massa resistano e persino incrementino in alcuni casi, come per le crociere, sembra che in generale alle persone interessi sempre di più un viaggiare in cui si valorizzino l’incontro umano, le persone, le relazioni.

Anche il modello del viaggiatore bulimico, che mette bandierine sulla mappa per collezione senza mai spingersi oltre la superficie, che ha dominato la cultura italiana per anni, sembra in crisi. Il turismo delle settimane bianche e gli altri turismi ad alto impatto ambientale, fini a se stessi e superficiali, i divertimentifici, sembrano cominciare a perdere colpi.

UN’INVERSIONE DI TENDENZA GIA’ IN ATTO

Le masse turistiche hanno voglia di qualcosa di nuovo e “autentico” che è molto vicino alle proposte del turismo responsabile, che quindi ha oggi – sembra un gioco di parole ma non lo è –  una grande responsabilità. Persino la paura di andare in determinate mete estere più esotiche, attualmente preda di conflitti violenti,  può essere declinata in senso positivo, creando una nuova narrativa del viaggio dietro l’angolo, in Italia o paesi vicini.

E l’ospitalità? Si sta già evolvendo nella direzione giusta. Sempre più ricettività familiare: bed&breakfast, agriturismi, alberghi diffusi; sempre meno “albergoni”. Sempre più attenzione all’ospite, consapevolezza che l’ospite vuole una relazione umana, vuole prodotti veri, locali, non finti. Tuttavia l’immaturità degli operatori “sostenibili” rispetto a questi fenomeni è ancora sensibile, e risente degli eccessivi conflitti interni.

IL TURISMO RESPONSABILE

Il turismo responsabile è nato partendo da una semplice constatazione: il turismo è un atto con forti impatti,  ambientali, sociali, economici. Viaggiare è un bisogno importante per la crescita dell’uomo, è uno di quei bisogni che caratterizza l’umanità. Quindi negarlo non si può. Per un giovane che deve completare la sua formazione, viaggiare, vedere il mondo, conoscere persone e luoghi diversi, è sempre più necessario e consigliato.

Ma non si può neanche far finta di non vedere l’impatto che il turismo  e il viaggiare hanno. Come rimediare? Non si è riflettuto abbastanza in Italia su questo. Sulla compensazione economica o culturale.

Forse è opportuno mettere in discussione il termine stesso “turismo”, anche rispetto al “viaggiare”, responsabile e lento. “Turismo” ha un’accezione quasi esclusivamente economica, mentre il turismo responsabile necessita di un risvolto culturale e relazionale. In questa ottica, forse è improprio chiamarlo “turismo”: il “turismo” è spingere qualcuno a fare qualcosa di già deciso, il viaggiare lascia la decisione nelle mani del viaggiatore.

Internet sta insegnando alle persone a viaggiare da soli, a organizzarsi da soli le proprie vacanze. Reputiamo sia un buon segno il fatto che le persone si rendano autonome. Si va verso una economia virtuosa che annulla le intermediazioni, i gruppi d’acquisto solidali consentono acquisti direttamente dal produttore al consumatore, l’economia di scambio, il car sharing, le tante formule che stanno nascendo, indicano che il futuro ha imboccato la strada della condivisione.

C’è la necessità di un nuovo ruolo di supporto al viaggio da parte dell’operatore, magari a livello tecnologico, che sostituisca l’organizzazione totale del viaggio. Fornire singoli servizi. La sfida è fare in modo che il tour operator in questo nuovo ruolo abbia comunque una sostenibilità economica. L’altro grande ruolo dei tour operator è quello di organizzare i viaggi in gruppo, dove il gruppo diventa il valore aggiunto del viaggio.

NUOVE FORME DI VIAGGIO

Altri aspetti positivi stanno nel fatto che si stanno affermando forme di viaggio virtuose: il camminare, il viaggiare in bicicletta e la tendenza a fare viaggi lunghi anche vicino a casa. Dieci anni fa nessuno avrebbe considerato immaginabile che migliaia di italiani si mettessero in cammino per un mese per andare dai Pirenei a Santiago di Compostela. E invece è successo.

Anche il viaggio culturale si sta affermando: il viaggio a piedi sulle orme della Storia, o di una storia particolare, per incontrare persone, culture, scoprire usanze e tradizioni, andare incontro all’inaspettato. Il viaggio del futuro è ben riassunto dalla “paesologia” di Franco Arminio: visitare quelli che lui definisce i “paesi della bandiera bianca”: posti senza attrazioni particolare da vedere, paesi belli proprio perché senza monumenti di pregio, ma popolati da persone vere, in cui si respira un’atmosfera autentica e non contraffatta.


VISIONE 2040

Il turismo del 2040 sarà un turismo per tutti, un turismo responsabile, solidale, etico, sostenibile. Il turismo di massa, veloce, mordi e fuggi, disattento, sarà un lontano ricordo o qualcosa che chiameremo con un altro nome.

Nel 2040 non ci sarà bisogno di dare spiegazioni o di affiancare aggettivi per dire di quale turismo stiamo parlando. Dire turismo sarà dire viaggio, conoscenza, responsabilità, cultura. Ed il viaggio sarà per tutti, inclusivo, (ovvero accessibile a tutti), declinato e proposto tenendo conto delle esigenze di ognuno, alla portata di tutti.

UN CAMBIAMENTO NELLA DOMANDA

Il motore che muoverà questa evoluzione del settore turistico sarà anche il profondo cambiamento della domanda turistica. Il turista si approccerà al tema del viaggio in modo sempre più consapevole. Il viaggio tornerà ad essere uno strumento di  conoscenza e formazione, consolidandosi come mezzo di accettazione culturale, attraverso la valorizzazione dell’economia del “tu”. Si riscoprirà sempre di più il viaggio lento e i viaggiatori saranno sempre più portati a preferire i cammini e i percorsi in bicicletta.

La ricettività sarà maggiormente basata su forme d’accoglienza alternative all’ospitalità alberghiera, che nella maggior parte dei casi implicherà la gratuità, come lo scambio casa. La nuova e sempre maggiore consapevolezza sviluppata sul tema del viaggio, porterà i turisti ad organizzarsi e a creare gruppi di acquisto viaggi sull’esempio dei gruppi di acquisto solidale.

L’EVOLUZIONE DEGLI OPERATORI

L’altro grande motore del cambiamento saranno gli operatori del settore. Saranno loro a ridare valore alle parole che raccontano oggi il turismo responsabile, sostenibile, avviando un percorso comune di riflessione sul termine stesso di “turismo”, ripartendo dai valori condivisi, dalla base comune che unisce tutti. Si svilupperà una forte e incisiva rete di turismo responsabile, che coinvolgerà tutte le microimprese, con l’obiettivo di condivisione di principi, buone pratiche e di sviluppo gestionale e promozionale di forme alternative al turismo di massa tradizionale. Il turismo responsabile, infatti, è da considerarsi l’unica risposta possibile per un superamento efficiente ed efficace delle criticità riscontrate nella fotografia attuale del settore.

La rete partirà e sarà costituita dagli operatori del settore ma coinvolgerà anche gli altri portatori d’interesse, come le organizzazioni no profit che verranno supportate e valorizzate, permettendo ai viaggiatori di entrare in contatto in modo sempre più profondo con la realtà locale. Maggiore attenzione verrà inoltre data alla ricettività attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, come app e software di prenotazione che, in contrapposizione ai sistemi  tradizionali (es. booking), permetteranno agli operatori dell’ospitalità di offrirsi sul mercato in modo sostenibile, senza dover “svendere” il loro prodotto pagando alti costi di intermediazione. I proventi di questo sistema saranno reinvestiti dalla rete per promuovere e valorizzare le diverse realtà nazionali legate al “Turismo che cambia”, che acquisterà sempre più risonanza sia in Italia che all’estero.

LA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI

Nel 2040 anche le istituzioni e gli enti pubblici riconosceranno l’importanza strategica del turismo, ponendo al centro delle decisioni politiche le tematiche riguardanti il tema turistico e prevedendo un incisivo supporto fattivo alle sua gestione operativa. La gestione e la promozione del turismo non sarà più delegata alle regioni e alle province. Si condividerà un’unica visione comune e l’Italia sarà comunicata e promossa all’estero e all’interno del territorio nazionale in modo coordinato e unico.

Le decisioni politiche riguardanti il turismo, inoltre, saranno prese con un approccio dal basso, a partire dalle esigenze degli operatori e dei singoli territori. Si svilupperà una strategia turistica partendo dalle esperienze consolidate nelle diverse realtà nazionali, che fungeranno da buone pratiche. Le istituzioni, gli enti pubblici e gli operatori, infatti, collaboreranno in un’ottica di sviluppo integrato di un turismo che valorizzi le realtà locali e il territorio.

Insieme si opererà per creare un’immagine unitaria e sostenibile dell’Italia soprattutto all’estero e per migliorare le infrastrutture turistiche, che supporteranno e svilupperanno forme di turismo ecosostenibile, come i cammini e i viaggi in bicicletta.

In quest’ottica si collaborerà per apportare miglioramenti, come una più consona e incisiva implementazione della cartellonistica sia per i pedoni che per i ciclisti e un rafforzamento della rete dei trasporti pubblici nazionali.

La legislazione del turismo, infine, verrà rivista e arricchita, prendendo in considerazione anche le diverse forme di ricettività extralberghiera, che si stanno diffondendo in modo spontaneo e non regolato, come l’ospitalità dei viandanti.

COSA POSSIAMO FARE COME PAESE?
  • Creare un coordinamento delle realtà che si occupano di turismo sostenibile, una rete del turismo responsabile,  con principi condivisi e definiti. Una rete che sia esempio.
  • Realizzare all’interno della rete pacchetti e proposte condivise, azioni sinergiche anche di tipo commerciale implementando sempre di più la collaborazione economica commerciale, anche creando un booking sostenibile. Sensibilizzare e coinvolgere gli operatori turistici piccoli, legati al territorio di appartenenza, ad offrire esperienze turistiche che offrano nuovi modi di viaggiare con un minor impatto sociale ed ambientale, contribuendo così alla preservazione sociale e ambientale del territorio.
  • Introdurre norme e leggi volte a tutelare l’ambiente (naturale e umano) dal turismo massivo.
  • Creare insieme proposte che tengano in considerazione un approccio inclusivo, che rendano accessibile a tutti il viaggiare e che pensino a viaggiatori di ogni età, sesso etc. Rivolgersi, ad esempio, al settore delle scuole e del turismo giovanile in generale, proponendo itinerari e percorsi educativi ma anche ricreativi, con un’impronta sostenibile ed etica. Per questo, coinvolgere istituzioni scolastiche, comitati di genitori, gruppi sportivi e associazioni che lavorano già con i giovani, facendo loro proposte concrete.
  • Dare un’immagine unitaria della rete!  Organizziamo un macro-evento (fiera o festival) del turismo sostenibile.
  • Promuovere un’immagine unitaria dell’Italia, stimolando le istituzioni e tutti i portatori di interesse del turismo.
  • Promuovere una campagna per ripopolare l’Italia. Le vere possibilità imprenditoriali sono fuori dalle grandi città, nei piccoli borghi che possono diventare anche luoghi di accoglienza turistica e in cui è possibile pensare ad una diversificazione delle entrate economiche. Per renderlo possibile dobbiamo sensibilizzare le istituzioni affinché la burocrazia sia più leggera e veloce.
  • Realizzare una legislazione per l’ospitalità e la ristorazione informale.
  • Introdurre una tassa sul turismo irresponsabile.

Ogni anno eseguiamo degli aggiornamenti sulla visione tenendo conto dei commenti ricevuti dagli utenti e ovviamente delle novità sul tema specifico. Vuoi contribuire con un tuo commento ?


AZIONI

COSA POSSO FARE IO ADESSO?
  • Partecipare a costruire un turismo solidale dal basso (gruppo di acquisto viaggio), una rete del turismo solidale, sul modello del gas.
  • Amare l’Italia. Inizio da oggi a prendermi cura in prima persona della mia terra. Guardo, vedo, agisco. Partendo dal territorio che abito, pulisco la mia terra e curo i sentieri, e segnalo alle istituzioni dove c’è bisogno di intervenire per salvaguardare i segni culturali sul territorio, rendere accessibili i percorsi, pulito e curato l’ambiente etc.
  • Riscoprire l’emozione del viaggio, della scoperta, dell’affrontare l’inaspettato, anche dietro l’angolo.
  • Provare a viaggiare a piedi o in bicicletta.
  • Scegliere strutture di accoglienza “responsabili” e rispettose dell’ambiente e delle culture dei territori.
  • Fare più attenzione a come mi sposto quando viaggio, ad esempio scegliendo di prendere meno aerei.
  • Evitare i viaggi in crociera: sono in di gran lunga la forma di turismo più inquinante.
COSA POSSO FARE COME PROFESSIONISTA/IMPRENDITORE?
  • Mettermi in rete con gli altri, condividere principi, buone pratiche, realizzare insieme eventi di sensibilizzazione del turismo responsabile.
  • Fare promozione di rete: rendiamo cool il viaggio vicino, il turismo responsabile, promuoviamo diverse stagioni/diversi turismi.
  • Fornire schede prezzo trasparenti.
  • Realizzare uno strumento per calcolare l’impatto ecologico del viaggio e che fornisca suggerimenti su come pareggiare l’impronta ecologica de viaggiare
  • Invitare il settore pubblico a fare esperienze di turismo responsabile.
COSA POSSO FARE COME POLITICO/AMMINISTRATORE PUBBLICO?
  • Promuovere una campagna sul prendersi cura del proprio territorio e dare il buon esempio con segnaletica per camminatori e ciclisti
  • Proporre corsi di formazione ai funzionari pubblici sul turismo responsabile
  • Realizzare regolamenti comunali o regionali per la ristorazione e l’ospitalità informale che siano da stimolo al cambiamento
  • Promuovere un marchio di qualità a cui aderire come singoli comuni: “In questo comune si cerca di andare verso un turismo responsabile e sostenibile, attento a…”

ESEMPI VIRTUOSI


RIFERIMENTI

BIBLIOGRAFIA
  • Aime, M.. “L’incontro mancato. Turisti, nativi, immagini” Bollati Boringhieri, 2005
  • Canestrini, D., “Andare a quel paese. Vademecum del turista responsabile”, Feltrinelli, 2008
  • Carnovalini, R., Rastello, A., “Paspartu. A piedi senza meta nell’Italia che si fida”, Edizioni dei cammini 2015
  • Dati, R., “Il viaggiatore responsabile” Infinito 2009
  • Fisset, E., “L’ebbrezza del camminare. Piccolo manifesto in favore del viaggio a piedi”, Ediciclo, 2012
  • Garrone, R., “Turismo responsabile nuovi paradigmi per viaggiare in terzo mondo”, 1993
  • Gianotti, L., “L’arte del camminare”, Ediciclo, 2011
  • Gianotti, L., “La spirale della memoria”, Edizioni dei cammini, 2015
  • Hickman, L., “Ultima chiamata”, Ponte alle Grazie, 2008
  • Le Breton, D., “Camminare”, Edizioni dei cammini 2015
  • Montico, D., “Walkaboutitalia. L’Italia a piedi, senza soldi, raccogliendo sogni”, Edizioni dei cammini 2015
SITOGRAFIA
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