
Dall’educazione nelle scuole alla relazione tra consum-attori e produttori, scopriamo come la comunicazione può incentivare i consumi dei prodotti biologici.
Dall’educazione nelle scuole alla relazione tra consum-attori e produttori, scopriamo come la comunicazione può incentivare i consumi dei prodotti biologici.
A Fa’ la cosa giusta abbiamo incontrato il fondatore de La Saponaria, azienda che si occupa di cosmesi naturale. La nostra chiacchierata ha offerto diversi spunti su come rendere sostenibile la produzione, la scelta e l’utilizzo dei prodotti per la persona, sia dal punto di vista ambientale che da quello sociale. Le priorità? Ridurre la plastica e diffondere consapevolezza.
La cura dei capelli è un settore ad alto impatto ecologico, che fa ampio uso di prodotti inquinanti e non sempre salutari. Per questo abbiamo voluto raccontare la storia di Donatella e di Natural Style, il suo salone, in cui si impegna a seguire buone pratiche come l’utilizzo di prodotti biologici e privi di sostanze sintetiche.
L’agricoltura del non fare si affida alla Natura, riduce al minimo gli interventi umani, è ecologica ed economica. Come? Ce lo spiega Kutluhan Özdemir, giovane di origini turche che dopo aver girato il mondo si è stabilito in Italia per praticare e divulgare questo approccio alla terra. Questo “contadino viaggiatore” è infatti fra coloro che stanno contribuendo maggiormente alla diffusione delle rivoluzionarie possibilità offerte dagli studi del botanico giapponese Masanobu Fukuoka.
A 24 anni, dopo aver letto “La rivoluzione del filo di paglia” di Masanobu Fukuoka, il giovane Kutluhan lascia la carriera universitaria a Istanbul e decide di viaggiare per visitare gli allievi diretti del celebre agronomo giapponese. Lo abbiamo intervistato nella sua fattoria naturale nelle Marche, dove vive quando non è fuori per uno dei laboratori di “Agricoltura del Non Fare” che offre gratuitamente in giro per il mondo. Attorno alla sua figura si è costituita la Rete per l’Agricoltura Naturale (RAN), che ha lo scopo di divulgare gli insegnamenti di Fukuoka e di collegare le realtà agricole che li applicano.
Siamo andati a Isola del Piano, nelle Marche, in provincia di Pesaro-Urbino, per parlarvi di un pioniere del biologico in Italia e della filiera che ha creato: Gino Girolomoni. Contadino, sindaco, poeta, scrittore, imprenditore e visionario, Girolomoni ha fondato un’azienda che produce pasta e prodotti bio e che oggi è capofila di un “ecosistema” che coinvolge oltre quattrocento produttori. Tra i silenzi e gli splendidi panorami di Montebello, il monastero abbandonato recuperato da Gino dove tutto ebbe inizio, vi raccontiamo la storia sospesa tra passato e futuro di chi prova a non dimenticare la vera anima del biologico.
Ci sono voluti dieci anni prima che Eddy Rurihose, trentaduenne originario di Bujumbura, riuscisse a lasciare il Burundi e raggiungere l’Italia. Un percorso migratorio accidentato, costellato di difficoltà, dinieghi e grovigli burocratici. Ma nulla di questo è bastato a scoraggiarlo e oggi grazie a un tirocinio formativo promosso dal Centro per l’Impiego di Pesaro in collaborazione con il Bar Romeo della stessa città e l’impresa Pascucci, ha potuto finalmente realizzare il suo sogno e imparare un mestiere da trasmettere ad altri giovani della sua comunità, una volta terminata quest’esperienza.
Negli anni ’70 il suo fondatore diede corpo a un progetto visionario che ha scritto la storia dell’agricoltura biologica italiana. Oggi la cooperativa Girolomoni abbraccia un nuovo progetto, altrettanto visionario, che vuole creare gli strumenti per un modello di vita alternativo, fondato sulla condivisione, sulla sostenibilità e sul rapporto con la natura.