Sanità, spopolamento, rinnovabili e violenza di genere – INMR Sardegna #41
La Regione ricorre al Consiglio di Stato contro il progetto di parco agrivoltaico nel comune di Tuili. Ve ne abbiamo parlato qualche settimana fa, si tratta di un progetto costituito da 24.500 pannelli fotovoltaici con vista sulla reggia nuragica di Barumini, e ne abbiamo parlato perché il Tar aveva bocciato l’opposizione del Comune contro la presidenza del Consiglio dei ministri, costituita in giudizio assieme al ministero dell’Ambiente. Il nodo è la valutazione positiva di impatto ambientale del progetto dalla potenza di oltre 15 mw. La governatrice Alessandra Todde ha spiegato che: “Il Comune era sprovvisto di strumenti e noi come Regione abbiamo deciso di costituirci avendo un peso diverso per supportare i Comuni davanti al Consiglio di stato, ci deve essere collaborazione tra regione e enti locali”. Una collaborazione che è ribadita – come riporta Ansa – anche in vista dell’assemblea dell’Anci convocata ad Abbasanta, con focus proprio sull’energia e sulla richiesta diretta di coinvolgimento nelle decisioni da parte di sindaci e amministratori. Nel frattempo sempre a tema energia in settimana c’è stata una proposta di legge presentata dal deputato sardo del Movimento 5 Stelle, Emiliano Fenu. Centrale nella proposta è il no all’installazione di pale eoliche nelle aree della Sardegna a rischio incendi. In questo 2024 in Sardegna si contano già oltre 4mila ettari andati in fumo, a cui si aggiungono gli ultimi incendi di questi giorni che stanno facendo lievitare il dato. Per il deputato l’intervento dei mezzi aerei «è stato, è e sarà sempre più fondamentale per il contrasto agli incendi. Ma c’è un rischio enorme che si aggiunge a quello concreto degli incendi boschivi ed è legato alla presenza degli aerogeneratori che ostacolano l’arrivo dei mezzi di soccorso e in alcuni casi influiscono negativamente sull’efficacia degli interventi di spegnimento». «Mi auguro che il Governo e la maggioranza consentano un celere incardinamento della proposta di legge nel primo provvedimento utile»
Parliamo ora di sanità perché la situazione in Sardegna – lo abbiamo detto più volte – continua a destare non pochi problemi. Il diritto alla salute resta un privilegio per pochi e in un’Isola in questi mesi attraversata anche da migliaia di turisti, il mancato accesso alle cure diventa un problema. In questi giorni ad esempio ha chiuso Il Pronto soccorso dell’ospedale di Isili per assenza del personale in servizio. L’assistenza sarà comunque garantita agli abitanti del territorio dalla guardia medica, dal servizio 118 e dall’elisoccorso. Come spiega la ASL di Cagliari in una nota, “i dirigenti medici in servizio non potranno garantire i turni nei prossimi giorni, in quanto uno dei due è assente per malattia mentre l’altro è stato trasferito in altra struttura a seguito di ordinanza del giudice del lavoro del Tribunale di Cagliari. Ben consapevoli della situazione di sovraffollamento del periodo estivo, e con l’ intento di garantire l’assistenza ai cittadini e le attività di emergenza-urgenza sul territorio, l’azienda ha pertanto intrapreso in questi mesi tutte le strade percorribili per trovare soluzioni efficienti e scongiurare l’interruzione del servizio”. Anche a Tortolì in Ogliastra, territorio dove è presente solo l’Ospedale di Lanusei anch’esso vittima da anni di tagli e chiusure, Ferragosto sarà senza guardia medica. Entrambi i turni, sia diurno che notturno, sono infatti subordinati alla disponibilità dei medici che vogliono eventualmente mettersi a disposizione della comunità. Una mancanza che, in un momento in cui è da tempo stato annunciato il picco di presenze turistiche, dovrebbe mettere in discussione anche la sicurezza del turismo. Se un servizio indispensabile come l’accesso alle cure non viene garantito alle persone residenti, probabilmente sarebbe il caso di domandarsi se sia effettivamente il caso di permettere il passaggio di migliaia di persone, magari inconsapevoli della mancata possibilità di pronto accesso al diritto alla salute. Continueremo a monitorare la situazione e a ripetere che il diritto alla salute, è di tutti e tutte.
La Sardegna è al centro di un interessante studio condotto da Crenos che analizza il legame tra accessibilità ai servizi, spostamenti e spopolamento. Lo ha riportato in settimana Camilla Pisani di Olbia.it, con un articolo che riassume il report che ha offerto uno sguardo approfondito su come questi fattori si intreccino, influenzando la vita quotidiana degli abitanti dell’isola. Come scrive Pisani, la discontinuità spaziale riduce la varietà di servizi disponibili, e le conseguenze di una scarsa accessibilità possono essere diverse rispetto a un territorio continentale. La Sardegna, infatti, mostra una chiara divisione tra le aree più accessibili e quelle più isolate, con la parte orientale dell’isola che soffre di un accesso ridotto ai servizi essenziali. Il rapporto mostra una correlazione quindi tra l’accessibilità ridotta e lo spopolamento: i comuni più distanti dai Poli registrano un tasso di crescita negativo della popolazione, sebbene il fenomeno dello spopolamento sia generalizzato in tutta l’isola. Le aree costiere e prossime ai Poli tendono invece ad attrarre più popolazione, evidenziando una migrazione interna verso zone con maggiori opportunità. Probabilmente tutti e tutte noi avevamo chiaro il fatto che lo spopolamento fosse un fenomeno complesso, strettamente legato alle capacità dei territori: quello che infatti il rapporto Crenos fornisce è una fotografia dettagliata dell’accessibilità ai servizi in Sardegna, evidenziando attraverso i dati come questa influisca sugli spostamenti quotidiani e sul fenomeno dello spopolamento. Mettiamo l’articolo – insieme a tutti gli altri – qua sotto tra le fonti, nella speranza – fra le tante cose – che allo spopolamento si inizi a guardare pensando soluzioni che siano radicate nei territori e nelle rispettive necessità.
Notizia della settimana è anche la conferma di quello che fin da subito è parso essere l’ennesimo femminicidio in territorio sardo. Francesca Deidda, quarantaduenne scomparsa da San Sperate il 10 maggio scorso e ritrovata priva di vita il 18 luglio nelle campagne tra Sinnai e San Vito, secondo quanto emerge dall’autopsia è stata uccisa. Secondo l’accusa, la donna sarebbe stata uccisa dal marito, Igor Sollai, 43enne, in carcere a Uta per omicidio volontario e occultamento di cadavere. È una notizia della quale si sta parlando tanto, spesso con una morbosità che non è volta a sradicare un fenomeno radicato e strutturale come quello della violenza maschile e dei femminicidi, ma a fornire dettagli che suscitano una curiosità che alla crescita collettiva, non serve. In merito, abbiamo chiesto un commento in merito a Emanuela Falqui, tra le voci di Liberas, associazione che abbiamo in parte raccontato in settimana e che ha di recente inaugurato un centro antiviolenza per donne, lesbiche, persone trans e non binarie. Falqui: “Si parla di femminicidio proprio perché è un fenomeno: una donna ogni 3 giorni viene uccisa per mano di un uomo. Non ci stancheremo di ripetere che abbiamo un problema sociale, politico, storico e istituzionale: abbiamo mai sentito parlare di una rapina col punto di vista di chi la compie? O della persona rapinata che se l’è cercata? Ecco a me questo non risulta. Quando una donna cerca di liberarsi da un rapporto violento e diventa troppo scomoda, viene punita con la morte. Non è una questione privata: per ogni donna stuprata uccisa o lesa, siamo tutte parte lesa”.
Prima pubblicazione della settimana con un articolo che racconta quello che è il primo centro antiviolenza sardo dedicato a donne, lesbiche, persone trans e non binarie. È stato inaugurato da Liberas, associazione cagliaritana antiviolenza di stampo femminista e transfemminista, che si dedica alla prevenzione e al contrasto della violenza maschile sulle donne, e di ogni forma di violenza di genere. Quello che di unico ha il centro è l’approccio alla persona che sceglie di chiedere aiuto, un approccio che avviene attraverso la pratica femminista della relazione. L’apertura di questo centro offre un sostegno vitale che come dicevamo va però oltre il femminile, e guarda infatti alla comune radice patriarcale della violenza su donne, lesbiche, persone trans e non binarie. Quello che inoltre specifica emanuela Falqui, vicepresidente dell’associazione, è che «La violenza di genere è un fenomeno strutturale della nostra società, fondato su disparità di potere che condizionano ogni aspetto della vita, anche nelle relazioni, privandoci della libertà. Per questo le nostre pratiche valorizzano l’autodeterminazione e la consapevolezza di chi ha vissuto esperienze di violenza e ha bisogno di riprendere il controllo della propria vita: nessun vissuto viene giudicato e ogni decisione viene presa nel rispetto di desideri e volontà di chi ci chiede sostegno».
Creare consapevolezza attorno al cioccolato e guardare ai sapori come un linguaggio universale che rimandi sempre al rispetto dalla materia prima e dell’ambiente. Martedì vi abbiamo raccontato Idiom Chocolates, cioccolateria sarda che combina ingredienti locali – come la nocciola di Aritzo e l’arancia di Muravera – con cioccolato di alta qualità in un’ottica sostenibile. Abbiamo parlato del costo del cioccolato, dell’importazione di questo prodotto amato da tanti e di come l’amore e la passione collettiva per il cioccolato non possa però giustificarne un utilizzo non consapevole. Come ci hanno spiegato i fondatori, Helena Licata e Daniele Murtas, “il nostro prodotto è frutto di una serie di misure etiche ed ecosostenibili di un certo tipo. Non andiamo a trattare frutti di piante create in laboratorio per soddisfare le esigenze della grande distribuzione e le aziende agricole con cui collaboriamo seguono determinati standard anche dal punto di vista della tutela dei contadini: ci teniamo che la nostra etica si allarghi a tutta la produzione. Il bello di lavorare con queste aziende è poi che non abbiamo un quantitativo assicurato di cacao, ma andiamo a seguire la naturalità del prodotto. Utilizziamo il cioccolato che i ritmi naturali scelgono di darci in una determinata stagione”.
Mercoledì spazio alla rubrica mensile “letti da Alessandra Ghiani” con il nuovo romanzo di Milena Agus, Notte di vento che passa. Il nuovo romanzo narra la storia di Cosima, una giovane che affronta la “complessità del vivere” attraverso la letteratura. Tra sogni, realtà e contrasti familiari, Cosima impara a bilanciare la sua sensibilità con la durezza della vita reale. Sullo sfondo della narrazione, c’è una Sardegna fremente e complessa, riflesso delle sfide contemporanee. La nostra Alessandra Ghiani ci sta regalando con questa rubrica grandi letture ispirazionali che arrivano dalle penne di autrici e autori sardi.
Ieri abbiamo invece chiuso la settimana rilanciando un appello, quello che arriva dai lavoratori e dalle lavoratrici del settore turistico, nello specifico quello del turismo naturalistico. In oltre 60 hanno firmato una lettera in cui puntano il dito contro la speculazione energetica, fenomeno che indicano come una minaccia per il turismo naturalistico.
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola, stavolta non dedicati strettamente al weekend perché abbiamo deciso di prenderci una pausa, e la prossima rassegna stampa uscirà venerdì 30 agosto. Vi consigliamo comunque qualcosa di bello da fare, anche se forse il primo suggerimento che vogliamo darvi è anche quello di rilassarvi nei nostri meravigliosi ambienti naturali. Guardate alle spiagge ma non dimenticate la montagna, i boschi ma anche gli incredibili siti archeologici che popolano la nostra isola. Attraversiamo e viviamo la nostra Sardegna con consapevolezza e rispetto, camminando sulla terra leggeri ma attenti a ciò che accade intorno a noi. Fra i prossimi eventi vi segnaliamo:
- Al Padiglione Tavolara di Sassari apre la mostra L’Onda nuragica. Arte, artigianato e design sono qui alla prova della preistoria, in una ,mostra a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri. La mostra esplora l’influsso esercitato dalle civiltà nuragica e prenuragica sull’arte e la cultura del Novecento e del contemporaneo in Sardegna, esaminando i riflessi del “discorso nuragico” in diversi ambiti della produzione visuale: dalla pittura e scultura all’architettura, al design e all’artigianato, dagli audiovisivi ai social media e alla cultura di massa. Sarà visitabile fino al 31 agosto
- Restiamo a tema mostre perché la rinomata mostra dell’ artigianato sardo di Samugheo aprirà le sue porte per deliziare i visitatori fino a domenica 8 settembre. Durante “Tessingiu” potrete ammirare dal vivo le meravigliose creazioni realizzate da 39 maestri artigiani provenienti da tutta l’isola. Un viaggio nell’arte manifatturiera sarda che vi consigliamo di non perdere.
- Gli incantevoli scenari naturalistici ‘sospesi’ tra il mare e la montagna dell’Ogliastra fanno da cornice per uno dei festival artistici e letterari più longevi della Sardegna: fino all’8 agosto, Jerzu e Ulassai ospitano infatti la 25esima edizione del Festival dei Tacchi. L’evento, organizzato da Cada Die Teatro con la direzione artistica di Giancarlo Biffi, è una tappa imperdibile nel calendario delle manifestazioni dedicate al teatro e alla cultura. L’edizione 2024 si ispira al tema della sensibilità e si articola in sette giornate. Tutte le info su www.festivaldeitacchi.com
- A tema musica vi suggeriamo non possiamo non consigliarvi anche lui, il Time in Jazz, festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu. Dall’8 al 16 agosto 2024 si rinnova l’appuntamento con Time in Jazz si snoderà tra Berchidda e altre 14 località del nord Sardegna. Tanta musica, naturalmente, jazz e non solo, ma anche mostre, presentazioni di libri e incontri con gli autori, iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale, le attività per i bambini dell’ormai consueto spazio di Time to Children, e altro ancora, saranno una volta di più gli elementi del ricco mosaico di proposte del festival. Trovate tutte le informazioni utili anche sui canali social dell’evento
- In conclusione, un ultimo appuntamento che potrebbe interessarvi: il 24 agosto alle saline Conti vecchi di Assemini ci sarà un appuntamento col cinema d’autore. verranno proiettati i cortometraggi “Frarìa”, una storia di rivalsa e resistenza in un piccolo paese della Sardegna nell’epoca fascista, e “La Famiglia, la patria”, che analizza l’omonimo lavoro di Giovanni Battista Scaroni, offrendo uno spaccato della vita di una famiglia tra Italia e Libia negli anni ’30, realizzati dal regista Alberto Diana.
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L’unione sarda, cartaceo del 1 agosto 2024, “Ferragosto senza guida turistica” di Roberto Secci, pagina 35
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