2 Mar 2022

Ucraina, la guerra si intensifica ma Putin è più solo – #474

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Continua, anzi si intensifica, l’incursione russa in Ucraina, ma Putin sembra sempre più isolato, sia sul fronte interno, con gli oligarchi e i generali che si smarcano, che a livello internazionale, con Erdogan che gli volta la faccia e la Cina che chiede la soluzione diplomatica. Parliamo anche della parabola curiosa di Zelensky, e della storia dei nazisti ucraini, fra leggende e realtà. Infine, per non farci mancare niente, parliamo di nuovi studi sulle origini del Covid e sull’efficacia dei vaccini sui bambini.

CONFLITTO IN UCRAINA

Rieccoci, torniamo a parlare della crisi in Ucraina. Sia perché obiettivamente è la notizia più importante di questi giorni. Sia perché è difficile trovare argomenti diversi in giro per i quotidiani di tutto il mondo. Letteralmente di tutto il mondo. Anche quelli africani, perlomeno quelli in lingua inglese, che sono riuscito a consultare, nonostante in Africa al momento ci siano 16 guerre in corso, più innumerevoli conflitti considerati minori.

Facciamo il solito riepilogo delle novità e poi vediamo alcuni aspetti più specifici. Nonostante l’altro ieri siano iniziati degli strani negoziati fra le delegazioni russa e ucraina, di cui abbiamo parlato nella puntata di ieri, l’intensità dell’offensiva russa sul suolo ucraino è aumentata. 

Appena concluso il primo round di colloqui, sono ripresi gli attacchi sull’Ucraina, con le sirene che sono tornate a suonare a Kiev, così come nelle città di Rivne, Ternopil e Vinnytsia. Inoltre i satelliti hanno immortalato una colonna di mezzi russi lunga 65 chilometri che avanzava verso la capitale ucraina da nord-ovest. A Kyiv, in maniera anche simbolica, è stata presa di mira e attaccata la torre della Tv.

La sensazione però è che Putin sia sempre più solo, sia sul fronte interno che su quello internazionale. Sul fronte interno alcuni oligarchi, forse perché colpiti al portafoglio, forse perché mai del tutto convinti o coinvolti nell’operazione, stanno voltando le spalle al presidente russo, e se due l’hanno fatto pubblicamente è plausibile che molti altri siano comunque privatamente contrari alla cosa. Dei generali, e di come non sembrano così solerti nell’eseguire gli ordini che arrivano, abbiamo già parlato giorni fa.

Anche la popolazione russa sembrerebbe in buona parte contraria all’offensiva, a giudicare dalle immagini di grandi manifestazioni che arrivano da varie città, con tanto di oltre 1000 arresti. Va detto su questo che l’informazione che arriva da noi potrebbe essere molto di parte, quindi non posso assicurare l’attendibilità di questi ultimi dati.

Sul fronte internazionale, invece, Putin ha subito un voltafaccia e una presa di distanze abbastanza pesanti. Il voltafaccia è quello della Turchia di Erdogan, che decide di bloccare il passaggio del Bosforo e dei Dardanelli alle navi militari russe, in pratica chiudendole all’inteno del Mar Nero e impedendo l’accesso al Mediterraneo. È una mossa rischiosa, ma che isola ulteriormente Putin sullo scacchiere internazionale, e arriva da un suo alleato e amico, che fin qui aveva intessuto relazioni con l’Europa e con la Russia, ma che messo alle strette e su richiesta di Kyiv ha scelto il campo europeo.

La presa di distanze è quella della Cina, che ha invocato la via diplomatica e condannato le azioni militari. Il presidente cinese Xi Jinping al telefono con Putin lo ha incitato a perseguire la via diplomatica e Putin avrebbe risposto di essere pronto a negoziare ad alti livelli.

Insomma, non sembrano molti gli alleati di Putin a questo punto del conflitto. Pensate che persino la Svizzera, per la prima volta nella sua storia, ha rotto la neutralità e ha imposto sanzioni a Mosca. Comunque, il fatto che Putin sia solo non per forza rende la situazione meno pericolosa. Perché il presidente russo gode ancora di poteri immensi nel suo paese e, a meno di un ammutinamento generale, il fatto di sentirsi minacciato potrebbe spingerlo ad aumentare il livello dell’aggressione. 

Comunque, passiamo ad un po’ di approfondimento su aspetti più specifici. Partiamo dalla figura di Zelensky, che è una figura davvero particolare, che nessuno prendeva sul serio fino a qualche settimana fa e improvvisamente è diventato il simbolo della resistenza ucraina. Conoscete la parabola politica di Zelensky? Ve la racconto, in breve: Zelensky è un ex attore comico protagonista di una serie tv ucraina del 2015, che si chiama Servitore del popolo. Nella serie interpretava un professore di storia del liceo che decide di diventare presidente, sfidando apertamente gli oligarchi ucraini.

La serie ha talmente successo, che nel 2017 Zelensky decide di fondare un partito, chiamato sempre Servitore del Popolo, che ha la stessa visione politica della serie Tv (quindi una sorta di populismo europeista di centro, liberale e anticorruzione), e diventa davvero presidente. Un po’ alla Black Mirror.

Altra cosa di cui si sente spesso parlare, sono i nazisti ucraini. Ed è una di quelle cose che non si capisce mai quanto sia vera, perché è spesso usata da Putin e da chi lo invoca per giustificare l’invasione, ma al tempo stesso non è una roba completamente campata in aria. Quindi cerchiamo di vederci più chiaro.

A quanti pare esistono effettivamente, e questo è un dato assodato, numerosi gruppi organizzati di estrema destra che sono tradizionalmente antirussi. In un’intervista su Micromega il saggista e storico Elia Rosati ricostruisce la loro storia. Per anni l’estrema destra ucraina è stata egemonizzata dal partito neonazista Svoboda, la formazione più antica, fondata nel 1991 sotto il nome di Partito Socialnazionalista d’Ucraina, che dal 2004 ha assunto la denominazione Svoboda, e ha iniziato a rafforzarsi.

Svoboda, che è partito autoritario, neonazista, omofobo, xenofobo, che sostiene il diritto di portare le armi, chiede l’abolizione dell’aborto, dal 2010 compie una svolta ideologica e, pur mantenendo qyueste sue simpatiche caratteristiche, inizia a chiedere l’adesione dell’Ucraina alla Nato, in ottica anti-russa. E così ha un ruolo centrale nelle rivolte di Maidan del 2014, che ribaltano il governo filorusso, e successivamente entra a far parte del governo temporaneo filoeuropeista di Kyiv.

Ma dura poco, Poroshenko li caccia via rapidamente e questo rappresenta la fine di Svoboda che alle elezioni del 2019 scende al 2,15 e diventa ininfluente politicamente. Tuttavia continua ad avere un peso a livello di milizie, in maniera più frammentata e meno organizzata, soprattutto nella guerriglia del Donbass, tollerato o spesso persino sfruttato dal governo centrale di Kyiv, in chiave antirussa.

E questo ruolo continuano ad averlo, ancora oggi. È un però ruolo ingigantito nella propaganda di Putin, che parla di snazistizzare l’Ucraina, che non è uno stato nazista né ha un governo nazista.

Ma ha, come purtroppo molti paesi, alcune tendenze xenofobe. Tendenze dimostrate anche da alcuni drammatici fatti di cronaca di questi giorni. La BBC, ad esempio, ha raccolto diverse testimonianze di ragazzi e ragazze africani che cercavano di entrare in Polonia, inseguiti e colpiti dalla polizia armata di bastoni, oppure a cui è stato impedito di salire su un treno diretto a Leopoli, vicino al confine con la Polonia, perché “solo gli ucraini sono ammessi a bordo“. E episodi simili si sono verificati sul lato polacco del confine.

COVID E DINTORNI

Allora, per rallegrarci la giornata, torniamo a parlare del caro e vecchio Covid, che è subito passato nel dimenticatoio (a parte per il fatto che il nostro Paese ha ancora attive tutte le restrizioni). Ci sono tre notizie interessanti da dare, che stanno passando un po’ inosservate per via della situazione internazionale.

La prima è che sono usciti ben tre studi importanti a livello internazionale, riportati da Nature, identificano nel mercato di Huanan, a Wuhan, l’origine del Covid, smentendo ulteriormente la teoria della fuga di laboratorio. Si tratta di studi non ancora sottoposti a peer review, ma sono tre, indipendenti l’uno dall’altro, quindi le prove sembrano abbastanza solide.

La seconda è che secondo uno studio realizzato sui dati dei funzionari sanitari dello stato di New York, il vaccino Pzifer sembra essere decisamente meno efficace sui bambini rispetto ad adolescenti e adulti. Anche qui lo studio non è ancora stato sottoposto a revisione tra pari, quindi prendiamo tutto con le pinze, ma i suoi dati sembrano mostrare che, per quanto riguarda la fascia fra i 5 e i 12 anni, l’efficacia del vaccino e del 12% nel proteggere dalla variante Omicron, quindi quasi nulla, e del 48% dal ricovero, quindi comunque piuttosto bassa.

FONTI E ARTICOLI

#Ucraina
Aljazeera – Profile: Who are Ukraine’s far-right Azov regiment?
MicroMega – Quegli strani neonazisti europeisti e atlantisti in Ucraina
TPI – “La guerra è una tragedia”: due oligarchi russi voltano le spalle a Putin e invocano la pace in Ucraina
Inside Over – Erdogan blocca il Bosforo. Ma ecco cosa c’è dietro
China News – China’s President Xi pressures Putin to negotiate on Ukraine
Aljazeera – Analysis: Can African gas replace Russian supplies to Europe?

#Covid
Nature – Wuhan market was epicentre of pandemic’s start, studies suggest
GreenMe – Lo studio mostra che il vaccino Pfizer è significativamente meno efficace nei bambini tra 5 e 11 anni

#ozono
Rinnovabili.it – I mega incendi alimentano il buco dell’ozono, la scoperta del MIT

#Nepal
il Post – Il parlamento del Nepal ha approvato un contestato pacchetto di finanziamenti provenienti dagli Stati Uniti

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