Sgomberato il presidio degli ulivi di Selargius contro il Tyrrhenian Link – INMR Sardegna #54
Sgomberato il presidio degli ulivi di Selargius. Tra le 7:30 in poi di mercoledì 20 novembre, una ingente squadra di forze dell’ordine ha accerchiato il presidio di Selargius della ribattezzata “rivolta degli ulivi” contro il Tyrrhenian Link, per procedere con lo sgombero. Lo riporta L’Indipendente e lo testimoniano anche le immagini e i video arrivati fin dalle prime ore dal presidio selargino. Polizia, forestale, carabinieri, e vigili del fuoco, sostenuti da mezzi privati, ruspe e camionette con gli idranti, hanno così dato il via a sequestri, espianto degli ulivi e delle piante piantate nel presidio diventato simbolo di resistenza non violenta alla speculazione energetica. Ci sono state anche le identificazioni degli otto presidianti, e la chiusura di tutte le strade di accesso alla zona. «Il Pubblico Ministero ha emesso un decreto di sequestro e sgombero dell’intera area» ha dichiarato a L’Indipendente l’avvocata dei presidianti, Giulia Lai, e ha «accusato le persone presenti sul luogo di danneggiamento aggravato e occupazione di area di pubblica utilità». Il tutto è partito dai due esposti presentati alla procura da Terna, nei quali la compagnia sosteneva che il presidio bloccasse il proseguimento dei lavori. Il PM, pertanto, ha emesso un decreto di sgombero e sequestro per l’intera area interessata.
Le immagini che arrivano dal presidio sono molto impattanti, con le ruspa hanno già provveduto a sbancare e sradicare gli alberi, mentre gli operai di Terna hanno ripreso il controllo dell’area spostando gli alberelli, e ricominciando i lavori per la realizzazione della maxi centrale. Abbiamo chiesto in merito un commento ai presidianti stessi.
“La sanità italiana è al collasso, ma in Sardegna la situazione è ancora più drammatica.” Contro il definanziamento della sanità pubblica, il depotenziamento degli ospedali di periferia e per sollevare l’attenzione sul problema delle liste d’attesa infinite, anche lavoratori e lavoratrici della sanità sarda questa settimana si sono uniti al coro di proteste indette in tutto il territorio italiano in merito appunto alla situazione critica in cui verte il sistema sanitario. La protesta è motivata principalmente dalla delusione nei confronti della legge di bilancio italiana da parte del comparto medico-sanitario. Dei 3,7 miliardi promessi inizialmente alla sanità pubblica, nel 2025 ne arriveranno solo 1,3. Una cifra insufficiente anche a finanziare i rinnovi dei contratti del personale sanitario, che si sente condannato dalla politica a dover continuare a operare sotto organico, in condizioni di lavoro e di sicurezza pessime, e con gli stipendi tra i più bassi d’Europa. Medici, specializzandi, infermieri e professionisti sanitari si sono uniti in sciopero per lanciare un messaggio al governo Meloni, ribadendo il fatto che la protesta contro la legge di bilancio è una questione sociale, non sindacale che riguarda tutti i cittadini. Perché disinvestire sulla sanità pubblica non mette a rischio solo il destino dei professionisti della salute, ma la tenuta stessa dell’intero Sistema sanitario nazionale .
In particolare, si critica la legge di bilancio nazionale per non aver stanziato risorse adeguate per gli infermieri. Marino Vargiu, dirigente del Nursing up Sardegna, ha sottolineato le condizioni di lavoro disumane in cui operano i professionisti sardi, che stanno spingendo molte persone a lasciare la regione o addirittura l’Italia per cercare condizioni lavorative migliori altrove. I sindacati denunciano la carenza di personale e le drammatiche condizioni di lavoro che impediscono di garantire i livelli essenziali di assistenza.
“La Sardegna rappresenta un’emergenza nell’emergenza – dichiarano da Nursing up sardegna, apro le virgolette: ”La cronica carenza di personale, aggravata dalle drammatiche condizioni di lavoro, ha reso impossibile garantire i livelli essenziali di assistenza. I nostri infermieri affrontano turni massacranti, spesso fino a 17 ore consecutive per stipendi che non superano i 1.600 euro mensili. È una vergogna”. Ricordiamo in merito che nel rapporto presentato a Roma da Agenas, la sardegna è la regione con criticità maggiori nelle strutture sanitarie rispetto al resto d’Italia. Secondo l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che monitora ogni anno le strutture sanitarie per conto del ministero della Salute, la sardegna è al primo posto nella classifica delle regioni d’Italia con maggiori criticità negli ospedali. La Sardegna è maglia nera anche per quanto riguarda i tassi di rinuncia alle cure, tra i più alti: già nel 2019 (11,7%), nel 2023 arrivati al 13,7%, pur avendo parzialmente recuperato il livello più elevato mai raggiunto da una Regione, ossia il 18,3% del 2021. Non siamo allo stallo più totale, in risposta ad esempio alla carenza di medici nei comuni del distretto sanitario di Sorgono, la Asl di Nuoro e la Comunità montana hanno stretto un accordo per un progetto da circa 2 milioni di euro denominato Snai (Strategia nazionale aree interne). Tra le altre cose il progetto prevede: l’attivazione del servizio dell’infermiere di famiglia e di comunità ma anche l’implementazione del servizio delle “Cure domiciliari integrate”, ma la situazione resta comunque decisamente complessa. Sarebbe bello se anziché spendere soldi per alimentare i vari conflitti in corso o per costruire Centri per le persone migranti in Albania, si scegliesse di destinare fondi per fare in modo che il diritto alla salute venga effettivamente garantito.
Il disegno di legge sulle aree idonee continua ad andare al rallentatore, soprattutto a causa del braccio di ferro tra schieramenti. Quello che ripetono i consiglieri del centrodestra è che “Non si possono ignorare i 210mila sardi che hanno sottoscritto la legge di iniziativa popolare Pratobello 24”. Come ricostruisce ANSA, gli esponenti dell’opposizione non accennano per un attimo ad allentare la strategia ostruzionistica messa in atto. Mercoledì 20 in tutta la giornata, con i lavori andranno avanti sino almeno alle 22, è stata esaminata soltanto una decina di emendamenti, tutti bocciati: la minoranza continua a chiedere per ogni correttivo presentato il voto segreto o quello nominale, quest’ultimo in particolare sugli emendamenti che riprendono la legge di iniziativa popolare cosiddetta Pratobello 24. Nessun intervento, invece, da parte dei consiglieri di maggioranza che tengono la linea tracciata dalla presidente Todde sin dall’inizio: avanti spediti sino all’approvazione, anche per evitare che sopraggiunga la sentenza della Corte costituzionale sulla legge 5, la cosiddetta moratoria. E anche perché, come spiega sempre ANSA, c’è la Manovra finanziaria che deve essere approvata entro l’anno per evitare l’esercizio provvisorio. A fare i conti dei tempi, se il ritmo dei lavori resterà questo, la norma dovrebbe restare in discussione altri due mesi. Per sbloccare lo stallo serve un avvicinamento di posizioni ed è possibile che prima o poi la maggioranza ceda a qualche emendamento dei centristi della minoranza, più aperti e propensi a trovare una via condivisa, come per esempio sui nodi del revamping o repowering, cioè la possibilità di ammodernare o potenziare gli impianti già esistenti. Ma un eventuale accordo non è all’orizzonte prima della prossima settimana. Noi continueremo a tenervi aggiornati e aggiornate. Ieri mattina tra l’altro c’è stato un vertice in regione tra una delegazione del movimento per la Pratobello 24 e i capigruppo. Il vertice ha però confermato l’intenzione della maggioranza di proseguire con il decreto Aree idonee. “Sapevamo che non potevamo aspettarci niente – ha spiegato Michele Zuddas, avvocato portavoce della rete, in sciopero della fame da oltre due settimane – attenderemo l’esito della legge e vedremo se rivedranno l’articolo tre sulle deroghe. Ma noi andremo avanti e siamo pronti anche a chiedere il referendum”.
In risposta alla delegazione dei Comitati della Pratobello, uscita delusa dal confronto con i capigruppo, il presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini ha ribadito che è comunque condivisa la stessa attenzione per il bene dell’Isola: «Non deve mai apparire il messaggio – ha detto – che in Consiglio Regionale non ci siano sardi».
Non ci distacchiamo molto dal tema energia ma parliamo di metano, perché in settimana una dichiarazione dell’assessore all’industria Emanuele cani non è piaciuta agli attivisti di Friday For Future, che ci hanno mandato un contributo audio che ascolterete tra pochissimo. In breve, se da un lato l’assessore ribadisce che verrà dato il metano a tutti i sardi, dall’altra gli attivisti per il clima sottolineano invece come non si possa accettare una falsa transizione ecologica che considera il metano un combustibile di transizione. Vi lascio direttamente al contributo audio che spiega meglio la posizione del movimento in lotta per la giustizia climatica. “La gestione dell’energia in Sardegna continua ad essere disastrosa. Qualche giorno fa, l’assessore Cani, intervistato da La Nuova Sardegna, affermava di voler dare il metano “a tutti i sardi”. In questo contesto di ostilità verso la conversione energetica reale, la Regione si conferma amica delle multinazionali del fossile, come Snam, promuovendo investimenti in nuove infrastrutture del gas. Anche se la grande dorsale sembra archiviata la rete di distribuzione non è un progetto meno impattante. La giunta regionale si pone dunque in continuità con la precedente amministrazione, dimostrando ancora una volta di non voler affrontare seriamente la transizione energetica. Mentre si appresta a votare un disegno di legge che vieterebbe l’installazione di impianti di energie rinnovabili (FER) nel 99% del territorio sardo, l’assessore non si fa scrupoli a programmare rigassificatori, reti urbane e pipeline per lo stoccaggio e il trasporto del più potente gas climalterante esistente. Non accettiamo questa falsa transizione che considera il metano un “combustibile di transizione”. Il metano non è più sostenibile del carbone: le sue emissioni lungo tutta la filiera, dalla produzione al consumo, sono responsabili della crisi climatica che stiamo vivendo. La Sardegna ha bisogno di un piano energetico davvero sostenibile, basato sulle energie rinnovabili, non di nuovi progetti che contribuiscono al riscaldamento globale e alla dipendenza energetica. Gli investimenti pubblici nella metanizzazione sono soldi rubati alla collettività, investimenti fuori tempo massimo che non solo non risolvono i problemi energetici, ma li aggravano. Non ci saranno vantaggi economici con l’aumento delle importazioni di gas: ci sarà solo una maggiore dipendenza da paesi antidemocratici. Una maggiore dipendenza dalle fonti fossili non darà slancio all’industria sarda, ma al contrario, ostacolerà il nostro sviluppo verso un’economia più sostenibile”.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme
Lunedì abbiamo inaugurato la settimana con una buona notizia, ovvero lo stop da parte del Ministero dell’Ambiente e quello della Cultura al progetto di una centrale fotovoltaica da 220 ettari a Uta, nel sud della Sardegna, in un’area agricola e archeologica di alto valore storico. In una decisione attesa e fortemente sostenuta dalla galassia ecologista sarda impegnata contro la speculazione energetica, il Ministero ha infatti respinto il progetto da oltre 96 MWp in una zona che è parte del ricco paesaggio archeologico sardo e ospita numerosi siti, tra cui il villaggio di Mitza Padentina e l’area protetta di Su Niu de su Pilloni, da decenni sottoposti a vincolo culturale. Abbiamo ricostruito la notizia anche grazie al lavoro incessante del Gruppo di Intervento Giuridico che continua a monitorare, raccontare e allo stesso tempo portare avanti istanze per una transizione ecologica che sia davvero equa e che davvero, non lasci indietro nessuno. Nel corso della valutazione del progetto di Uta sono infatti emerse carenze progettuali e uno studio d’impatto che, secondo il Ministero, non ha tenuto adeguatamente conto dei vincoli archeologici e ambientali. Vi spieghiamo tutto nell’articolo che trovate nella nostra home, leggete con attenzione perché riportiamo anche qualche dato rispetto al progetto del Tyrrhenian Link di cui vi abbiamo parlato qualche minuto fa
Martedì spazio a Indip con la loro inchiesta mensile, stavolta a tema economia circolare dei rifiuti. Ce la racconta direttamente la giornalista che l’ha firmata Angela Deiana Galimberti, alla quale lascio la parola ricordandovi però prima che trovate l’inchiesta su www.sardegnachecambia.org , integrale sul sito di Indip
Mercoledì la nostra Sara Brughitta ci ha raccontato La Robbia, un meraviglioso laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto. Maurizio Savoldo e Federica D’Amato stanno portando avanti ad Atzàra una rivoluzione tessile che unisce la tradizione della tintura naturale a un approccio innovativo ed ecologico basato sull’utilizzo di piante locali e sulla valorizzazione di antiche tecniche. Il laboratorio di tintura naturale La Robbia, è un esempio di come sia possibile unire tradizione, innovazione e rispetto per l’ambiente, offrendo un’alternativa eco-sostenibile alla tintura industriale e alla produzione tessile in generale. Perché se l’industria tessile globale è tra i settori più inquinanti al mondo, con un impatto devastante sull’ambiente, la Sardegna non è esente da queste problematiche e le buone prassi, servono a tracciare un percorso nuovo, volto a ridurre sempre di più gli impatti. Non perdetevi questa storia bellissima, e se potete andate a visitare questo laboratorio!
Giovedì abbiamo chiuso la settimana rilanciando un progetto rivolto a giovani sardi dai 18 ai 25 anni, che fa parte di quella volontà di cambiamento che anche noi vogliamo raccontare. Promemoria Auschwitz, è un progetto che si articola in una serie di giornate di formazione, dialogo, confronto e viaggio sui e nei luoghi simbolo delle violenze nazifasciste per educare i giovani alla memoria storica e alla cittadinanza attiva. Il cuore del progetto è infatti un viaggio a Cracovia nei luoghi simbolo delle violenze nazifasciste, come la fabbrica di Schindler o il campo di sterminio di Auschwitz, ma come dicono dall’organizzazione, il viaggio in realtà è solo l’inizio. Questi luoghi, simboli della violenza del nazismo e del fascismo, rappresentano uno stimolo per riflettere su temi come la memoria storica, il rispetto per i diritti umani e il valore della cittadinanza attiva. E il progetto non si limita solo al viaggio, ma coinvolge chi parte e anche le comunità di origine. Vi spieghiamo meglio nell’articolo, vi raccomandiamo di dargli un’occhiata soprattutto se siete persone (o ne conoscete) che rientrano nella fascia d’età 18-25 anni.
- Tutto pronto per la 13° edizione del Festival letterario Pazza Idea dal titolo “Disegnare orizzonti”, un presidio d’avanguardia culturale che si occupa di Letteratura, Arte, Fotografia, Cultura digitale e Musica. Tanti, come ogni anno, gli appuntamenti e le novità in cartellone fino al 24 novembre tra incontri con autrici e autori, presentazioni e reading, musica e performance, panel, mostre d’arte, proiezioni, workshop e lectio magistralis. Quest’anno ci sarà la linguista Vera Gheno, il fumettista Zerocalcare, il talk e concerto di Vasco Brondi, la direttrice del Festival Internazionale del giornalismo Arianna Ciccone e tanti altri. Un appuntamento imperdibile che quest’anno si sposta al Teatro Carmen Melis, spazio ridotto del Teatro Lirico di Cagliari. Trovate tutte le info sia sul sito che sui social di Pazza Idea
- Stasera dalle 18:30 appuntamento con il cinema a Bortigali. L’evento si inserisce all’interno dell’itinerario di Visioni Sarde, promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna, un progetto che mira a portare nel mondo il meglio del cinema breve realizzato nell’isola. I film di quest’anno esplorano temi universali e complessi, dalle sfide della società contemporanea ai drammi più intimi e personali, dalle calamità naturali ai conflitti generazionali, offrendo un ritratto profondo della Sardegna di oggi. Grazie alla forza delle immagini, alle suggestioni della musica, all’intrigo delle storie i film proposti ben rappresentano i temi della vita sociale e del sentire contemporaneo fornendo molteplici stimoli alla riflessione e alla discussione. Tutte le info nei canali della Proloco di Bortigali
- Da sabato 23 novembre a domenica 15 dicembre, Cagliari ospita anche Monumenti a Ruota Libera, il Festival sardo del turismo accessibile. 31 appuntamenti, tutti gratuiti, i quali comprendono visite guidate, workshop, proiezioni, eventi ludici, conferenze, meeting letterari, escursioni e attività sportiva, nel segno dell’inclusione, dell’accessibilità, della partecipazione e della condivisione. La manifestazione è un’occasione di vedere il capoluogo – e non solo, in quanto sono previste escursioni a Pau e a Las Plassas – con un occhio diverso, osservando e ‘pensando’ luoghi e monumenti aperti, accoglienti e fruibili a tutti. Anche questo è un festival che vi consigliamo di seguire, trovate tutte le info su www.monumentiaruotalibera.it
- Per gli amanti delle sagre, questo fine settimana a Ilbono c’è Pane e olio, evento dedicato alla valorizzazione del comparto dell’olio, del pane locali e delle tradizioni del territorio. Un weekend ricco di sapori, cultura e un forte impegno per la sostenibilità ambientale, per un appuntamento che unisce tradizione e innovazione, celebrando il meglio dell’autunno ogliastrino con l’olio extravergine d’oliva e il pane, due simboli identitari di questo territorio. Tra l’altro domani pomeriggio è previsto anche un incontro sul tema della protezione ambientale, “Incendi. Verso un Cambio di Paradigma,” un convegno che riunirà esperti, rappresentanti istituzionali e figure del volontariato per discutere delle sfide legate alla crisi climatica e alla prevenzione degli incendi. Trovate il programma nei canali del comune di Ilbono
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