PROTEZIONE DELL’AMBIENTE IN COSTITUZIONE
Ieri sera la Camera dei deputati ha definitivamente approvato il disegno di legge che introduce la tutela dell’ambiente e della biodiversità nella Costituzione, con la quarta e ultima votazione, dopo che era già stato approvato due volte dal Senato e una dalla Camera, così come prevede la procedura per modificare la Costituzione. Così adesso la legge è definitivamente approvata senza bisogno di passare per un referendum popolare. Il testo del disegno di legge è stato approvato con 468 voti a favore, uno contrario e sei astenuti (tutti di Fratelli d’Italia).
Il disegno di legge prevede la modifica della Costituzione agli articoli 9 e 41: nel primo, in cui si precisa che «la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica», è stato aggiunto che «tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni». La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. L’articolo 41 invece dice che l’iniziativa economica è libera ma «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». A questi vengono aggiunti anche «alla salute, all’ambiente».
Ora, è tanto, è poco, è una rivoluzione, non serve a niente? Be’ di certo non è che il fatto che una cosa sia scritta nella costituzione cambi magicamente loi stato si salute degli ecosistemi, però è un segnale culturale forte, e un appiglio pratico ancor più forte per bloccare leggi che siano in contrasto con la tutela degli ecosistemi e della biodiversità. Quindi sulla carta, molte leggi. vedremo come verrà applicata, ma intanto è qualcosa indubbiamente da celebrare.
Ah, giusto una annotazione,ieri c’è stata la discussione alla Camera anche della legge che equipara l’agricoltura biodinamica a quella biologica, che ha sollevato un discreto polverone. Visto che il tema è molto più complesso di come appaia ne parliamo con un po’ più di calma domani.
L’ISLANDA PROIBISCE LA CACCIA ALLE BALENE
L’Islanda proibisce la caccia alle balene, a qualsiasi tipo di balena, in quello che è il primo provvedimento della nuova ministra islandese della pesca, l’ecoprogressista Svandís Svavarsdóttir. Un provvedimento un po’ a sorpresa, dopo che nel settembre scorso il partito della premier Katrín Jakobsdóttir aveva perso il dicastero per l’ambiente.
La sospensione dei diritti di pesca sarà effettiva a partire dal 2024. Nell’annunciare la novità la ministra Svavarsdóttir ha affermato che la caccia ai cetacei non ha avuto molta importanza per l’economia nazionale negli ultimi anni, perché la domanda interna è calata costantemente, sempre meno persone mangiano carne di balena, anche le esportazioni soo sempre più basse, prima il Giappone importava carne di balena dall’Islanda ma adesso per via anche lì di un calo della domanda ha smesso di farlo. E anzi, il fatto che l’Islanda cacciasse ancora le balene penalizzava addirittura il suo commercio perché creava una sorta di danno d’immagine.
Insomma, come spesso accade le leggi si adeguano quando cambia la cultura, e nella cultura contemporanea cacciare le balene è qualcosa che per fortuna non piace più a nessuno. Ed è un’ottima notizia, non solo per le balene, ma anche per gli esseri umani e parecchie altre specie perché secondo una serie di studi recenti le balene, e l’ecosistema che ruota attorno a loro, sarebbero in grado di assorbire il 40% di tutta l’anidride carbonica emessa nel mondo, come 4 foreste amazzoniche.
Come fanno? Con un sistema affascinantissimo, quasi magico, chiamato whale pump. Salendo in superficie e scendendo in profondità i cetacei smuoverebbero i minerali fermi in profondità, portandoli in superficie come enormi nastri trasportatori. E questi minerali sono cruciali per lo sviluppo del fitoplankton, il più efficiente nel risucchiare anidride carbonica: secondo i biologi, il plankton è tanto più abbondante, quante più balene ci sono nei dintorni.
SANRENI
Ok, cambiamo argomento e parliamo di grandi eventi. Iniziando da Sanremo. Se n’è parlato fin troppo nei giorni scorsi, al punto che qualcuno ha iniziato a rimpiangere i bollettini delle sei della protezione civile, ma giusto per dire due parole su due temi che hanno riscaldato gli animi.
La prima questione è quella del greenwashing di Eni. L’azienda del cane a sei zampe sta cercando in tutti i modi di far associare il proprio marchio ai concetti di sostenibilità e transizione ecologica e a Sanremo ha fatto da main sponsor “Green” per lanciare il suo nuovo marchio Plenitude che a breve andrà a sostituire il nome di una delle società di Eni, Eni gas e luce, mantenendo le stesse attività: vendita al dettaglio di luce e gas, energie rinnovabili e mobilità elettrica.
Dov’è il problema, direte voi? In effetti sarebbe una figata se la quarta azienda italiana per fatturato, nonché acronimo di Ente nazionale idrocarburi, diventasse davvero sostenibile. Il problema è che, secondo molti, fra cui Greenpeace, FFF e il Tar del Lazio, non si tratterebbe di una reale strategia di transizione ecologica, ma di Greenwashing, ovvero di una pura strategia di marketing, senza reali cambiamento strutturali nel business. Tant’è che Eni è ancora ad oggi il principale emettotore di gas serra italiano e una delle aziende più inquinti del Pianeta.
Per protestare contro la sponsorizzazione, Prima che iniziasse la terza serata della kermesse canora, gli attivisti di Greenpeace hanno esposto striscioni sul “green carpet” e da un balcone davanti al Teatro Ariston , con le scritte “Eni inquina anche la musica” e “Basta pubblicità di aziende inquinanti“. E anche il cantante Cosmo, prima di una sua esibizione, ha detto ai microfoni “Stop Greenwashing”.
C’è però un altro motivo per cui ha fatto discutere Sanremo, e ce ne parla Elena Rasia su Italia che Cambia. È il modo un po’ ipocrita con cui si continuano a trattare le persone con disabilità. Leggetevi l’articolo, è molto interessante. In questo caso un’attrice era accompagnata da quattro persone cieche che l’hanno aiutata a interpretare un ruolo in un film, e l’articolo fa notare giustamente come le quattro persone cieche non abbiano parlato e siano state presentate solo con il nome, come se fossero lì per riempire una casella disabilità e non in quanto persone. e mi ha fatto tornare alla mente che anche lo scorso anno, sempre a Sanremo, c’era stato un siparietto in cui Ibrahimovic scherzava con Donato Grande, un giocatore di powerchair football, il calcio sulla sedia a rotelle.
Ibrahimovic era vestito in smoking, come si confà a un’occasione del genere. Donato Grande era vestito con una maglietta e i pantaloncini da calcio. Come un bambino. Sono tutte cose piccole, sfumature in azioni fatte quasi sempre con un intento nobile, ma hanno un impatto enorme in termini di immaginario e continuano a parlarci di disabilità in termini infantili, subalterni, caritatevoli. Si può fare di meglio.
OLIMPIADI INVERNALI
Di grande evento in grande evento, passiamo alle Olimpiadi invernali in Cina. A parte che ieri la squadra italiana di Curling misto ha vinto la medaglia d’oro, che è una cosa bellissima perché contribuirà a diffondere nel nostro paese questo sport ancora oggi troppo sottovalutato, una versione invernale delle bocce in cui una persona lancia una specie di Roomba mentre il suo compagno spazza la pista con uno scopettone.
In questo caso però le polemiche non sono sul curling, ma sulla neve finta. Infatti ha fatto discutere che quelle che sono state presentate al grande pubblico come le prime olimpiadi invernali a emissioni nette zero della storia, siano state realizzate attraverso un ricorso massiccio alla neve artificiale.
FONTI E ARTICOLI
#Costituzione
il Post – La tutela dell’ambiente e della biodiversità è stata introdotta in Costituzione
#balene
Corriere della Sera – Addio alla caccia alle balene, la svolta storica dell’Islanda
AGI – Le balene sarebbero in grado di assorbire il 40% di tutta la Co2 prodotta nel mondo
#Sanremo
QualEnergia – A Sanremo blitz di Greenpeace contro il greenwashing Eni
Domani – Eni sponsor a Sanremo e Cosmo dice «stop al greenwashing» sul palco
#Olimpiadi invernali
Lifegate – Pechino 2022. Più che invernali, quelle in Cina saranno Olimpiadi artificiali
#clima
il Post – Manca l’acqua