TERREMOTO IN AFGHANISTAN
Apriamo con una notizia tragica, di cui i giornali non stanno parlando poi tantissimo, forse perché la notizia viene da uno di quei paesi sfigati in cui piove sul bagnato. Sto parlando del terremoto in Afghanistan. Un terremoto di magnitudo 6.1, quindi molto potente (basti pensare che il terremoto nelle Marche del 2018 aveva magnitudo 4.6) che per di più si è abbattuto su un paese già allo stremo, per via della carestia, delle sanzioni americane e della scellerata gestione talebana.
Risultato? Le stime parziali parlano di almeno 1500 morti e 2000 feriti, secondo quanto riporta Al Jazeera. Il sisma ha avuto epicentro nel sud-est del paese, in una regione montuosa ma piena di insediamenti chiamata Paktika. Scrive Rai News che i sopravvissuti hanno raccontato di aver visto i loro villaggi completamente rasi al suolo vicino all’epicentro del terremoto, strade danneggiate e pali elettrici spazzati via. Si teme che il numero delle vittime possa salire mano a mano che passano le ore perché molti sono rimasti intrappolati sotto le macerie delle proprie case.
Inoltre al momento, riporta Ansa, le forti piogge, con tanto di frane, che si sono abbattute nelle aree colpite, che sono aree montuose, piene di villaggi, stanno ostacolando il lavoro dei soccorritori, mentre il servizio di comunicazioni ha subito parecchie interruzioni.
Sebbene nella logica distorta dei media il fatto che questo dramma avvenga in un paese lontano sia geograficamente che culturalmente, prima l’ho definito sfigato, lo renda un dramma di serie B, che quindi non campeggia in quasi nessuna delle prime pagine dei giornali, nella realtà lo rende un dramma doppio, perché colpisce un paese già in ginocchio. Tempo fa abbiamo dedicato una puntata speciale alla situazione in Afghanistan, spiegando come dopo lariconquista del potere da parte dei talebani, avvenuta poche settimane, se non giorni, dopo il ritiro delle truppe statunitensi, il paese è piombato in una drammatica crisi dovuta principalmente a tre fattori:
- Sanzioni a pioggia da parte del governo Usa che non solo ha congelato gli aiuti ma anche i soldi afghani presenti nelle sue banche
- Gestione economica e sociale scellerata dei talebani, con leggi rigidissime – ad esempio – le donne che sono interdette da moltissimi lavori
- siccità estrema e raccolti rovinati a causa della crisi climatica
Già a inizio anno secondo il Guardian (che cita dati delle Nazioni Unite) appena il 2% degli afghani aveva abbastanza da mangiare. Il 2%. Adesso il terremoto rischia di essere il colpo definitivo. Il governo talebano ha lanciato un appello per ricevere assistenza internazionale. Un alto funzionario talebano ha detto che: “Il governo purtroppo è colpito da sanzioni internazionali e non è finanziariamente in grado di assistere la popolazione come sarebbe necessario. Le agenzie internazionali stanno prestando aiuto, come anche i paesi confinanti della regione e altri paesi del mondo, cosa per cui ringraziamo ma bisogna aumentare di molto gli sforzi di assistenza perché questo è un sisma devastante quale non avveniva da decenni”.
ll Programma alimentare mondiale dell’Onu ha fatto sapere di aver “rapidamente dispiegato cibo e attrezzature logistiche per le comunità” nel paese. Al momento sono in movimento 18 camion nelle aree colpite dal terremoto che trasportano forniture di emergenza, tra cui pacchi di biscotti ad alto contenuto energetico e unità mobili di stoccaggio.
Si stanno attivando anche diverse Ong per raccogliere aiuti umanitari. Provo a mettervi qualcosa fra le fonti e articoli di questa rassegna, se vi va di dare una mano.
UE, STOP A PESTICIDI?
Intanto ieri la Commissione europea ha proposto il divieto di uso di pesticidi nei parchi cittadini, nonché di introdurre obiettivi vincolanti a livello Ue e nazionale per dimezzarne l’uso entro il 2030 rispetto al 2015-17, incentivando i metodi alternativi.
Questi sono gli elementi principali del nuovo regolamento sull’impiego sostenibile dei pesticidi, presentato a Bruxelles. Con questo nuovo pacchetto di norme, che ancora devono essere approvate, beninteso, la Commissione vorrebbe rendere più stringente il principio (già presente) dell’uso dell’agrochimica come soluzione di ultima istanza.
E vuole farlo obbligando gli agricoltori a utilizzare misure a) di prevenzione e b) di lotta biologica ai parassiti. I Paesi membri poi fisseranno i propri obiettivi di riduzione nazionali, che terranno conto degli sforzi già fatti, ma dovranno rientrare nei parametri definiti e concordati con Bruxelles.
Le misure proposte includono anche la tenuta dei registri obbligatori per gli agricoltori e gli altri utenti professionali. Inoltre, in caso di approvazione, spetterebbe sempre ai singoli Stati membri stabilire con una legge quali siano queste alternative da utilizzare al posto dei pesticidi chimici. Stiamo a vedere.
Contestualmente la Commissione ha proposto anche il primo atto legislativo che mira esplicitamente a ripristinare la natura in Europa, a riparare l’80 % degli habitat europei che versano in cattive condizioni e a riportare la natura in tutti gli ecosistemi, dalle foreste e dai terreni agricoli agli ecosistemi marini, di acqua dolce e urbani. In base alla presente proposta sul ripristino della natura, saranno assegnati a tutti gli Stati membri obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in vari ecosistemi, a integrazione delle normative esistenti. L’obiettivo è far sì che le misure di ripristino coprano almeno il 20 % delle superfici terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
USA, STRETTA SULLE ARMI?
Negli Stati Uniti invece qualcosina si muove sul fronte delle armi. Qualcosina-ina eh! Dopo la strage di Uvalde, l’ennesima strage in una scuola americana in cui esattamente un mese fa (era il 24 maggio) un diciottenne ha ucciso 19 bambini e due insegnanti di una scuola primaria in Texas, ieri un gruppo di senatori democratici e repubblicani ha annunciato una intesa per nuove norme che aumentino i controlli sulla vendita delle armi.
L’accordo bipartisan prevede l’innalzamento dei controlli per i minori di 21 anni e l’aumento dei finanziamenti statali per rafforzare i servizi sulla salute mentale e la sicurezza nelle scuole. Un passettino quasi impercettibile. Ma chissà, magari è l’inizio di un percorso.
Segnalo anche che una proposta di legge più restrittiva è stata approvata alla Camera dalla maggioranza democratica, ma la norma non ha alcuna speranza di passare al Senato, dove democratici e repubblicani hanno 50 seggi ciascuno. Quindi al momento questo accordo bipartisan è la cosa che ha le maggiori chanches di successo.
CAMBIAMENTO CLIMATICO COME TRACCIA ALLA MATURITA’
Prima di chiudere segnalo due cose. La prima è che c’è stata la prima prova scritta della maturità e per la prima volta nel nostro paese c’è stata una traccia sul cambiamento climatico. Solo adesso? Direte. Però, meglio tardi che mai, segno che questo argomento, se non altro, è ormai sdoganato.
LA LAVASTOVIGLIE CI FA RISPARMIARE ACQUA? – TROVA IL BIAS!
La seconda è che mi sono imbattuto in un articolo perfetto per la vostra rubrica più amata di INMR: Trova il Bias! E quindi torna “Trova il Bias”. Come al solito qui vi pongo il quesito, mentre per la risposta dovrete aspettare la prossima puntata, in questo caso lunedì. Ma nel fine settimana avrete tutto il tema per pensare al bias e scrivermelo nei commenti. Al fortunato o la fortunata vincitore o vincitrice in regalo una maglietta di Italia che Cambia autografata da Cingolani!
Ma veniamo a noi: in questi giorni sul web si moltiplicano, per ovvie ragioni, gli articoli sui 10 trucchi per risparmiare acqua, e cose di questo genere. Mi ha colpito un articolo pubblicato su GreenMe che si chiede se si risparmia più acqua lavando i piatti a mano oppure con la lavastoviglie. Ve lo lascio sempre sotto fonti e articoli.
Nell’articolo si legge: “In pratica il lavaggio manuale porta a consumare 103 litri d’acqua, mentre una lavastoviglie consuma 88 litri, portando addirittura un risparmio di 32.000 litri d’acqua all’anno. E questi risultati sono stati confermati pure da una ricerca statunitense, in cui è stato calcolato che per lavare a mano la stessa quantità di stoviglie a pieno carico servirebbero 170,5 litri di acqua”.
Ora la mia domanda è… quale bias cognitivo è presente in questo articolo?
FONTI E ARTICOLI
#terremoto Afghanistan
Euronews – Terremoto in Afghanistan, 1500 morti: i Talebani chiedono aiuto alla comunità internazionale
#pesticidi
Ansa – Pesticidi: Ue vuole dimezzarne l’uso entro il 2030
#armi
Euronews – Usa, intesa bipartizan in Senato: “Più controlli sulle armi”
#sanzioni
il Post – Le sanzioni sul petrolio russo non stanno funzionando, per ora
#clima
GreenMe – Era ora! Per la prima volta i cambiamenti climatici in una delle tracce della maturità 2022
#Maldive
Lifegate – Maldive. Prende forma la città galleggiante dove trasferirsi quando il mare avrà sommerso le case
#siccità
Corriere della Sera – Siccità nel Lazio, crisi ai Castelli: pressione idrica ridotta in 5 Comuni
#Masai
The Guardian – Tanzania charges 20 Maasai with murder after police officer dies during protests
#glifosato
GreenMe – L’EPA non ha considerato adeguatamente i rischi del glifosato per l’uomo e la fauna selvatica, la sentenza negli Stati Uniti
#trova il bias!
GreenMe – Si risparmia più acqua lavando i piatti a mano o in lavastovglie?