22 Mag 2024

Terremoti ai Campi flegrei: la paura e i piani di evacuazione incompleti – #936

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Continua la paura per lo sciame sismico a Napoli e ai Campi flegrei, e la sensazione delle persone è di una scarsa informazione e di una generale impreparazione a un eventuale evento più grosso. Parliamo anche del Ministro Crosetto trasportato d’urgenza in ospedale, delle cose che non tornano della morte del Presidente iraniano Raisi, dell’incidente aereo sul volo Londra-Singapore, e ancora della questione dei lupi e della loro tutela in Europa, delle politiche sugli animali e della giornata mondiale della biodiversità.

Ieri non ne abbiamo parlato, rimediamo oggi. Avrete sentito immagino del terremoto ai Campi Flegrei. Anzi più che terremoto, terremoti. Perché nel giro veramente di qualche ora, dalla tarda serata di lunedì sono stati registrati circa 150 terremoti. Di cui la scossa più forte è stata di magnitudo 4.4, che è una scossa forte ma non fortissima, ma che in quella zona ha fatto più danni del normale.

Come spiega un articolo del Post, “Non sono stati segnalati feriti o danni particolarmente gravi agli edifici, ma in diverse parti della città le persone si sono agitate e hanno mandato in tilt i numeri di emergenza e i siti internet dei comuni e delle sedi locali della Protezione civile”.

Leggo ancora: “Un terremoto di magnitudo 4.4 è solitamente moderato e raramente provoca conseguenze, ma la particolare conformazione geologica dell’area e l’intenso sviluppo urbanistico avvenuto nell’ultimo secolo contribuiscono ad alimentare la preoccupazione degli abitanti, molti dei quali non si sentono al sicuro nelle loro case”.

I Campi Flegrei sono questa area a ovest di Napoli, che comprende un pezzettino del Comune di Napoli più altri comuni, Pozzuoli, Quarto e altri, che in pratica sono una caldera vulcanica. Sono un insieme di tanti vulcani che formano questa struttura a caldera, quindi un’area ribassata a forma più o meno circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive che hanno espulso pezzi di roccia e materia altrove. 

Il fenomeno che dà origine ai terremoti nella zona è un fenomeno connesso all’attività vulcaniche che si chiama bradisismo, e che consiste in un abbassamento o innalzamento del suolo piuttosto rapido, per motivi che ancora non sono del tutto chiari dal punto di vista scientifico. Quello che sappiamo è che in alcune – poche – aree del mondo caratterizzate da attività vulcanica, esiste questo fenomeno dall’andamento incostante. Nel caso dei Campi Flegrei, il terreno in alcune fasi si innalza, in particolare nell’area di Pozzuoli.

Torno a leggere l’articolo: “Negli ultimi cento anni ci sono stati tre periodi di sollevamento particolarmente intenso: tra il 1950 e il 1952, tra il 1969 e il 1972 e tra il 1982 e il 1984. In quest’ultimo periodo il suolo si sollevò di circa 3 metri, a cui seguì un periodo di relativa tranquillità interrotto nel 2005, anno in cui iniziò una nuova fase di sollevamento rimasto costante fino all’inizio del 2023. Negli ultimi 19 anni il suolo si è sollevato più di un metro.

Dall’inizio del 2024 è stata registrata una velocità di sollevamento di 2 centimetri al mese. Comunque, ai momenti di maggiore attività bradisismica corrispondono in genere terremoti più frequenti. Nell’ultimo anno sono stati segnalati migliaia di terremoti, di cui la maggior parte di magnitudo inferiore a 1, difficilmente percepibili dalla popolazione: soltanto nell’ultimo mese ne sono stati registrati 450. E l’attività sismica è stata piuttosto intensa in particolare dall’inizio di maggio. Quello di lunedì sera è stato comunque l’evento più significativo da 40 anni a questa parte nella zona.

Ora: cosa possiamo aspettarci e cosa temono le persone? Dal punto di vista sismico, sappiamo che purtroppo è impossibile prevedere i terremoti e non si possono escludere ulteriori scosse, anche più forti. Nell’area però aleggia un timore ancora peggiore. Ovvero quello non solo di un terremoto, ma addirittura di una eruzione vulcanica esplosiva come quelle che sono accadute in passato, che potrebbe spazzar via tutta l’area, che è un’area ad altissima densità abitativa.

Tuttavia, a quanto ne sappiamo, al momento non sembrano esserci i sintomi che questo stia per accadere. Un’eruzione di grande scala infatti può essere causata solo dall’accumulo di una grande quantità di magma al di sotto del vulcano e un accumulo del genere avrebbe conseguenze molto evidenti. Prima del più recente periodo eruttivo – che risale al 1538 – il suolo in alcune zone dei Campi Flegrei si sollevò di circa 50 metri a causa della presenza sotterranea del magma: quindi ecco, un’eruzione davvero catastrofica sarebbe plausibilmente preceduta da un forte sollevamento, che non sta avvenendo.

Intanto però 17 i palazzi della zona sono stati sgomberati e il numero potrebbe aumentare nelle prossime ore. Gli edifici sono stati dichiarati inagibili dai tecnici della protezione civile e dai vigili del fuoco, in attesa di ulteriori controlli. Oltre 40 le famiglie del comune di Pozzuoli che sono state fatte uscire di casa e dovrebbero essere ospitate in albergo a spese del Comune per i prossimi 3 giorni, mentre vengono fatti accertamenti. 

Sempre a Pozzuoli sono state chiuse anche le scuole fino a data da destinarsi, ed è stato evacuato il carcere femminile, con le detenute trasferite in altri istituti penitenziari. Intanto, arrivano tende sul lungomare e le brandine. Ed è stata dichiarata l’emergenza provinciale.

La situazione comunque resta abbastanza preoccupante, e di certo desta preoccupazione negli abitanti. Un articolo del Tempo parla di boom dei disturbi del sonno in bambini e adolescenti, dovuti a questo senso di angoscia e ansia costante che si prova nel vivere con questa sorta di spada di damocle sulla testa.

Certo, il problema di fondo rimane, ed è il fatto che in una zona altamente sismica e che è soggetta a possibili eruzioni esplosive gli esseri umani hanno costruito paesi molto densamente abitati, considerate che in tutta la zona vivono 160mila persone.

Esistono poi dei piani di evacuazione in caso di eruzione. Solo che molti cittadini in queste ore lamentano che le vie di fuga previste non sono ancora state realizzate, sono solo dei cantieri, e questo alimenta un clima di panico. 

Aspetto curioso che ho scoperto relativo ai piani di evacuazione: non so se è un’usanza, ma gli abitanti dei campi flegrei, così come quelli di Napoli, verrebbero smistati un po’ in tutta Italia nei comuni gemellati. I cittadini del Vomero sarebbero sfollati tra il Piemonte e la Valle d’Aosta. Quelli dell’Arenella in Veneto. Chiaiano e Scampia in Friuli Venezia Giulia. Soccavo in Emilia Romagna. Ai residenti di Chiaia-Posillipo toccheranno invece le isole: Chiaia e una parte di San Ferdinando finiranno in Sicilia. Posillipo, invece, in Sardegna. Non so, mi è sembrata una cosa curiosa.

Passiamo alla notizia principale con cui aprono i maggiori quotidiani nazionali di oggi che è il ricovero d’urgenza in ospedale del ministro della Difesa Guido Crosetto. Crosetto ha lasciato in anticipo il Consiglio Supremo di Difesa per essere trasportato in ambulanza in ospedale. 

Secondo quanto scrive la Repubblica il ministro avrebbe accusato un malore e, dopo un consulto con un medico, si sarebbe deciso il ricovero in ospedale. Con un’ambulanza privata il ministro è stato così portato al San Carlo da Nancy per ulteriori accertamenti.

Se ricordate anche il 13 febbraio scorso Crosetto era stato ricoverato d’urgenza, dopo aver accusato forti dolori al petto. La coronarografia a cui è stato sottoposto allora aveva evidenziato una sospetta pericardite, confermata poi dagli accertamenti successivi. E si sospetta, anche se al momento non arrivano notizie dettagliate sul ricovero, che anche questo malore possa essere collegato al disturbo.

Come sappiamo le altre malattie cardiovascolari sono in forte aumento. Lo erano già prima della pandemia, per motivi legati allo stile di vita delle persone, ma lo sono ancor di più dopo. Un recentissimo studio ha mostrato come l’infezione da coronavirus raddoppi la probabilità di contrarre molte malattie cardiovascolari (come infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e miopericarditi), anche fino a 3 anni dopo l’infezione. E lo stesso effetto, anche se in misura minore, è stato osservato anche per i vaccini (almeno per pericarditi e miocarditi), come commentavamo qualche rassegna fa. 

Torniamo a parlare della morte del Presidente iraniano Ebrahim Raisi. Perché ci sono un po’ di novità e di considerazioni da fare. E un po’ di cose che non tornano. 

Allora: partiamo dai fatti. Come sapete i corpi di Raisi e delle altre persone a bordo sono stati ritrovati e trasportati a Tabriz, dove si sono svolti i funerali. E già qui c’è la prima cosa strana. Perché come hanno notato Aldo Giannuli e Alessandro Cassanmagnago in una diretta YT molto molto interessante, che vi linko sotto fonti e articoli, i funerali di un Presidente si fanno a Teheran, nella capitale, non a Tabriz.

Altro elemento strano, sempre notato dai due, è il messaggio che la Guida suprema Ali Khamenei, la principale autorità politica e religiosa del paese, ha scritto dal suo account Twitter, appena saputo della morte di Raisi: «la nazione non deve essere ansiosa e preoccupata perché l’amministrazione del paese non sarà minimamente turbata». Un messaggio che sì, ok, serve a tranquillizzare le persone, ma un messaggio così risulta, ecco, svilente, quasi irrispettoso. E ok che molti giornali definiscono Raisi un leader di facciata, un po’ un burattino di Khamenei, ma in teoria era anche il suo papabile successore.

Ma continuiamo con le stranezze, perché non finiscono qui. Raisi viaggiava in compagnia di Amirabdollahian, ministro degli Esteri. Due politici di primissimo livello in genere non viaggiano insieme. E ancora: l’elicottero su cui viaggiava a quanto pare era una specie di reperto archeologico. E come avete notato anche voi nei commenti, con tutto l’embargo, ma possibile che non ci fosse un mezzo un filino più sicuro in cui mandare in giro la seconda carica dello Stato? Nella stessa mini formazione composta da 3 elicotteri ce n’era uno migliore.

Insomma, ci sono parecchi aspetti un po’ strani, in questa vicenda. La versione ufficiale del governo iraniano è quella di un guasto tecnico. Però, ecco, non è che siano proprio tutti così convinti. 

Di incidente in elicottero in incidente aereo. Ieri un aereo di linea della Singapore Airlines in volo da Londra a Singapore è rimasto coinvolto in uno strano incidente che ha causato una vittima e diversi feriti. Il velivolo ha subito un forte e improvviso sbalzo di quota (in pratica è precipitato per oltre 1800 metri in meno di 3 minuti), a causa di una grave turbolenza, e un passeggero di 73 anni di cittadinanza britannica ha perso la vita per i traumi riportati. Più di altri trenta passeggeri sono rimasti feriti, di cui sette sono gravi. In pratica i passeggeri seduti senza cintura di sicurezza allacciata, si sono ritrovati scaraventati lontani dai loro posti” ha raccontato a Reuters il 28enne Dzafran Azmir. Fra loro anche 9 membri dell’equipaggio, tutti lievi. 

Superato il problema, l’aereo, un Boeing 777-300ER, è stato dirottato a Bangkok, in Thailandia. Ma di cosa si è trattato? Cos’è questa grave turbolenza che ha causato questa sorta di caduta nel vuoto? 

Secondo Sky News, “l’aereo potrebbe aver colpito una sacca d’aria prima di dover effettuare l’atterraggio di emergenza”. 

Come racconta un articolo di Repubblica: “È abbastanza frequente che voli di linea incontrino forti correnti, vuoti d’aria o turbolenze in grado di scuotere fortemente l’aereo per diversi minuti. In questi casi il pilota avverte immediatamente i passeggeri di restare seduti con le cinture di sicurezza allacciate per evitare di farsi male. Ma se la turbolenza è improvvisa e inaspettata, l’avvertimento può arrivare troppo tardi. Una rapida perdita di quota di quasi duemila metri a causa di una tempesta è tuttavia un evento più raro e pericoloso, che in alcuni casi può avere drammatiche conseguenze, come accaduto al volo della Singapore Airlines e, talvolta, con effetti ancora più gravi”. 

E conclude: “Secondo gli esperti queste turbolenze sono sempre più diffuse a causa dei cambiamenti climatici e sono difficili da prevedere”.

Questo aspetto è ripreso anche da Rai News che scrive: “Uno dei tipi più pericolosi di turbolenza è quella conosciuta come turbolenza in aria libera, che non dà alcun avvertimento visibile e spesso si verifica quando i piloti non hanno acceso il segnale della cintura di sicurezza allacciata. Si tratta di un fenomeno che, secondo numerosi esperti, è destinato ad aumentare a causa del cambiamento climatico, che sta causando maggiore instabilità nelle correnti a getto e accelerando la velocità del vento”.

Insomma, le inedite configurazioni di corrente che caratterizzano i nuovi equilibri climatici, sono del tutto imprevedibili e potrebbero rendere fenomeni come questo sensibilmente più frequenti. Ma tanto per fortuna dobbiamo smettere di viaggiare in aereo proprio per evitare gli effetti peggiori della crisi climatica, quindi tranquilli non corriamo alcun rischio.

Non so se vi ricordate ma la Commissione europea aveva proposto di rivedere al ribasso lo status di protezione del lupo. La proposta avrebbe permesso di aprire la caccia al lupo in alcune circostanze. Come sappiamo i lupi sono fortunatamente in crescita un po’ in tutta Europa, Italia inclusa, e questo – che è un ottimo segnale – sta al tempo stesso alimentando nuove paure soprattutto fra gli allevatori e una sorta di psicosi come non si sentiva dai tempi di Cappuccetto Rosso.

La stessa Ursula von der Leyen sembrava averne fatto una po’ una sua battaglia personale dopo che nel dicembre 2022 un lupo aveva ucciso il suo pony di famiglia, episodio dopo il quale la Presidente della Commissione Ue aveva scritto una lettera personale, in quanto cittadina, al parlamento chiedendo di rivedere lo status di protezione dei lupi. In quanto cittadina. E chi non ha mai mandato una lettera al parlamento.

Anche il governo italiano è un grande fan della caccia al lupo – vabbé della caccia in generale, come testimonia anche l’ultimo Dl agricoltura – e aveva cantato vittoria sostenendo che finalmente l’Europa ci ascolta. Senonché, a placare gli entusiasmo ci ha pensato il COREPER, il Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell’Unione Europea, che ha respinto la proposta della Commissione Europea.

Come spiega meglio un comunicato stampa della Lav, la Lega anti vivisezione, a dicembre dello scorso anno, la Commissione Europea aveva avanzato una proposta per abbassare lo stato di protezione del lupo da “particolarmente protetto” a “protetto” ai sensi della Convenzione di Berna. Questo cambiamento avrebbe consentito di trasferire la specie dall’Allegato IV all’Allegato V della Direttiva “Habitat”, aprendo così la strada alla caccia ai lupi. Dopo mesi di dibattito nel Consiglio dell’Ambiente, dove solo la Francia aveva espresso esplicitamente il proprio sostegno, la proposta era infine approdata al parere del COREPER.

Il Coreper è un organo europeo composto dai “rappresentanti permanenti” di ciascuno Stato membro, ossia gli ambasciatori presso l’UE dei rispettivi paesi, che esprimono la posizione dei loro governi.

E il COREPER, chiamato ad esprimersi, ha valutato l’analisi scientifica presentata dalla Commissione Europea per supportare la propria iniziativa e ne ha concluso che non era convincente. I dati infatti evidenziavano il pessimo stato di conservazione della specie in 6 delle 7 aree biogeografiche europee, i rischi dovuti alla frammentazione degli habitat e alla perdita di diversità genetica. Inoltre, l’impatto delle predazioni dei lupi sugli animali allevati è risultato minimo, con solo lo 0.065% delle pecore europee predate dai lupi.

Ora: che succede adesso? Né il comunicato né gli articoli che ho trovato non citano la questione, ma che io sappia il COREPER non ha alcun potere deliberativo, ma solo consultivo, quindi la sua votazione dovrebbe servire al Consiglio dell’Ue per esprimere un suo parere sulla questione.

E quindi la stessa LAV, nel celebrare questo grande risultato, sottolinea che la lotta continua. Con l’obiettivo di archiviare definitivamente questa iniziativa e proteggere i lupi, garantendo una convivenza armoniosa tra uomo e il resto della natura. D’altronde la comunità scientifica internazionale sostiene unanimemente che l’unica via per favorire la coesistenza con i lupi è puntare sulla prevenzione, sulle strategie di compensazione dei danni e su un progetto educativo e comunicativo capillare e costante.

A proposito di politiche sugli animali, sugli altri animali, so che oggi esce un articolo su ICC proprio su questo. Ce ne parla nel suo audio di oggi il nostro direttore Daniel Tarozzi.

Audio disponibile nel video / podcast

In chiusura vi ricordo che oggi è la giornata mondiale della biodiversità. Non sono un grande fan delle giornate mondiali, mi sembrano una roba messa lì quando non si sa bene cosa fare per risolvere un problema. Sai che: facciamoci una bella giornata mondiale. Però, vabbé, la biodiversità è una roba seria, per cui io nel dubbio vi lascio qualche articolo per approfondire il tema. 

#Campiflegrei
il Post – Nell’ultimo anno ai Campi Flegrei ci sono state migliaia di scosse
FanPage – Piano evacuazione Campi Flegrei e Vesuvio, dove andranno gli sfollati: zone a rischio e regioni gemellate
FanPage – Bradisismo Campi Flegrei, piano per gli sfollati: in hotel per 3 giorni. Sgomberati 17 palazzi
Il Tempo – Campi Flegrei, l’allarme dell’esperto: “Boom di angoscia e disturbi del sonno tra i bambini”

#Crosetto
la Repubblica – Crosetto trasportato in ospedale in ambulanza

#Raisi
Open – Il «guasto tecnico» dell’elicottero di Raisi e le ipotesi di complotto di Khamenei: «Un incidente per favorire il figlio»
Aldo Giannuli – Il Caso Raisi: che succede ora in Iran? | Con Alessandro Cassanmagnago
il Post – La morte di Raisi non cambierà l’Iran

#incidenteaereo
la Repubblica – Turbolenza sul volo Londra-Singapore: un morto e diversi feriti

#lupi
Lav – STATUS DI PROTEZIONE DEL LUPO: RESPINTA LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA CHE VOLEVA APRIRE LA CACCIA AL LUPO

#politiche animali
Italia che Cambia – Felicetti, presidente LAV: “Occorre che le questioni animali entrino nell’agenda politica”
Lav – Elezioni europee 2024, 12 organizzazioni italiane per la tutela degli animali lanciano “Anche gli animali votano”, il manifesto europeo rivolto a partiti e futuri candidati

#lagiornatadICC
Italia che Cambia – Voglia di riconnettersi con la natura? Seguite Il Richiamo del Bosco
Italia che Cambia – Abiti e abitudini dell’abitare la Sardegna glocale
Italia che Cambia – Dai contributi per patenti per disabili, al trasporto pubblico: ecco la mobilità in Liguria per persone con disabilità

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