Prolungato lo stato d’emergenza
Partiamo, come al solito, dai fatti. In una nota il governo ha dichiarato, nella serata di martedì, che “Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che prevede la proroga dello stato di emergenza nazionale e delle misure per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 fino al 31 marzo 2022”.
Nel decreto legge in questione da un lato si prolunga lo stato di Emergenza, dall’altro si prolungano e promulgano altre misure. Ad esempio il Green Pass e il super Green Pass vengono prolungati fino a fine Marzo. Inoltre si stabiliscono fondi per un Hub vaccinale nazionale, 6 milioni di euro per il 2022 per l’esattezza, per la realizzazione e l’allestimento, da parte del ministero della Difesa, di una infrastruttura presso un sito militare atto a consentire lo stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le esigenze nazionali.
In un altro punto il decreto prevede che il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e il commissario all’emergenza sanitaria, Francesco Paolo Figliuolo, si impegnino da qui a marzo ad adottare ordinanze per proseguire in via ordinaria le attività necessarie al contrasto e al contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid 19.
Ora, questa cosa ha suscitato molte critiche, per un motivo preciso. C’è un limite massimo di due anni allo Stato di emergenza, e questo limite scadrà a gennaio 2022, visto che l’inizio dello stato d’emergenza risale al gennaio 2020 quando a Palazzo Chigi c’era Giuseppe Conte. Difatti per la proroga è stato necessario un apposito decreto-legge.
Ora, vanno fatte alcune precisazioni. Lo stato di emergenza, di per sé, non è niente di che. Semplicemente significa dare alla protezione civile un po’ di potere e di autonomia in più. Tuttavia, secondo alcuni giuristi, sarebbe il prerequisito per consentire tutta una serie di altre cose, tipo la possibilità di fare Dpcm a raffica bypassando il parlamento, e cose di questo genere.
Facciamo un paio di considerazioni. L’emergenza purtroppo ancora c’è, nel senso che la pandemia non è scomparsa e il virus continua a mutare, il che di certo esige una certa flessibilità di reazione, che a volte non è garantita dai tempi delle nostre democrazie. Al tempo stesso, c’era tutto il tempo per rendere questa flessibilità strutturale, e farla rientrare comunque nel bacino dello stato di diritto e nel dibattito democratico.
Magari, ma qui forse mi spingo un po’ troppo oltre, introducendo anche nuove forme decisionali, più inclusive, collaborative, adatte a fronteggiare una situazione complessa e polarizzante come questa. Ad esempio sarei curioso di vedere cosa emergerebbe da un’assemblea deliberativa sull’emergenza Covid. Sono sicuro che resteremmo sorpresi dalla qualità delle soluzioni che potrebbero emergere.
Comunque, se non altro, il decreto legge prevede che da qui a marzo Curcio e Figliuolo predispongano le condizioni per far terminare una volta per tutte lo stato di emergenza. Staremo a vedere.
Vaccini ai bambini
Oggi è anche il giorno in cui si possono iniziare a vaccinare i bambini nella fascia che va dai 5 agli 11 anni. In tutta Italia, ad eccezione del Lazio, dove in realtà la campagna di vaccinazione è iniziata ieri con un ‘V-day’ che vede coinvolti lo Spallanzani e altri 8 hub vaccinali. Le prenotazioni sono fin qui abbastanza variabili e altalenanti da regione a regione. Alle 40mila della Lombardia e 20mila del Lazio si contrappongono le poco più di 4mila della Campania.
Alle bambine e ai bambini tra 5 e 11 anni, dopo la vaccinazione, sarà rilasciato il Green Pass, come a tutte le persone a cui viene somministrato il vaccino contro il coronavirus, anche se nel loro caso, fino al compimento del dodicesimo anno di età, è più una cosa formale che altro, perché non lo dovranno esibire per accedere alle attività e servizi per i quali nel nostro Paese è obbligatoria. E servirà soltanto per rientrare in Italia nel caso in cui vadano all’estero con i genitori, per i bambini con più di sei anni (cosa comunque già prevista).
Ora, se già il vaccino in sé è un argomento scottante, figuriamoci il vaccino per i bambini! E‘ roba da restare ustionati per sempre. Quindi, avanti con le secchiate di olio bollente. Allora la questione è la seguente: ci sono probabilmente buone ragioni sia per non vaccinare che per vaccinare i bambini. Dipende dal punto di vista da cui si guarda la faccenda. Prendo come riferimento due articoli, o meglio un articolo e un’intervista radio di segno opposto che ci possono aiutare a sviscerare il problema.
Il primo è un articolo critico di Terra Nuova, che riporta l’iniziativa della Commissione Medico-Scientifica Indipendente, di cui abbiamo parlato anche qui su Italia che Cambia. La Commissione ha diffuso un documento illustrando sedici punti in cui si afferma che è meglio non avere fretta nel vaccinare i bambini per il Covid. Il senso di fondo è che è talmente basso il rischio di avere conseguenze severe dal virus, che il vaccino è perlomeno superfluo. Le stime del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dicono che ci sono 65 ospedalizzazioni, 6 ricoveri nelle terapie intensive e un caso di decesso su 10 mila casi sintomatici. Casi sintomatici che a loro volta sono solo il 10% del totale.
L’altra intervista a cui faccio riferimento, di segno opposto, è quella al virologo Ernesto Burgio, coordinatore del comitato scientifico Isde-Italia (Associazione Internazionale Medici per l’Ambiente), molto lunga, in cui a un certo punto gli viene chiesta la sua opinione sul vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni e lui dice che da un punto di vista epidemiologico ha senso, perché più si alza la percentuale delle persone immuni più si rallenta il procedere dell’epidemia. Che altrimenti, con l’emergere delle nuove varianti ancora piu contagiose, rischia nuovamente di mettere sotto stress i sistemi sanitari.
La cosa interessante è che ci sono pochissimi punti su cui i due punti di vista si contraddicono apertamente, anzi solo uno per l’esattezza, ovvero il rapporto costi benefici nei bambini. Secondo Burgio, questo sarebbe comunque a favore dei vaccini, secondo il Comitato indipendente invece sarebbero a sfavore del vaccino. Va detto che tuttavia non ci sono studi su questo argomento specifico, e sono solo ipotesi entrambe. Diciamo che l’ipotesi di Burgio è: visto che per le altre fasce di popolazione i costi benefici sono a favore del vaccino, altrettanto e a maggior ragione lo sarà per i bambini.
La tesi del comitato scientifico è: visto che non abbiamo dati specifici sui bambini e che alcuni studi basati su sistemi di sorveglianza attiva mettono in discussione il rapporto costi/benefici per i piu giovani, meglio non rischiare.
Ora, chi ha ragione? Al di là di questo punto specifico, più in generale, in un certo senso entrambi, dipende se prendiamo come prospettiva quella di una determinata fascia di popolazione (i bambini) o la comunità nel suo complesso. Riemerge la classica tensione fra diritti particolari e diritti collettivi. Con un fattore in più: in questo caso la fascia particolare di popolazione è quella che siamo portati a tutelare di più, i bambini. E ci sono tante domande: tipo, qual è il margine di incertezza dovuto alla mancanza di studi e trial attendibili sugli effetti dei vaccini Covid sui bambini? E‘ un margine trascurabile oppure no? E dove mettiamo l’asticella in questo caso fra tutela del singolo e tutela della comunità? Sono domande che per me restano aperte.
Lo Stato in questo caso sceglie una spinta leggera al vaccino, quindi non impone green pass ai bambini e lascia la decisione ai genitori, che ovviamente si troveranno ad affrontare un alto carico di stress e responsabilità (almeno percepita).
Fonti e articoli:
#vaccini #bambini
Radio Onda Rossa – CoronaVirus: un punto con il prof. Ernesto Burgio
Terra Nuova – Commissione Medico-Scientifica Indipendente: «Covid, no alla fretta di vaccinare i bambini»
#Stato d’emergenza
Il Fatto Quotidiano – Covid, lo stato d’emergenza prorogato al 31 marzo. Stretta sugli arrivi dall’estero: tampone per i vaccinati, quarantena per chi è scoperto
Open Polis – Che cos’è lo stato di emergenza