17 Dic 2024

Siria, fra guerra e pace. I dubbi sul futuro di donne e curdi – #1031

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
Salva nei preferiti

Seguici su:

In Siria regna l’incertezza sul futuro del paese, e in particolare su quello delle minoranze etniche e religiose e delle donne, e si aggrava il numero e la condizione degli sfollati. Intanto in Corea del Sud c’è una grossa crisi politica che ha portato all’impeachment del presidente, ora ex, mentre in Germania il parlamento ha ufficialmente sfiduciato Olaf Scholz e si andrà al voto a febbraio. Parliamo anche della lettera degli scienziati europei per fermare la geoingegneria climatica, dei misteriosi droni nei cieli statunitensi, della classifica delle province dove si vive meglio in Italia, della chiusura della storica cartiera di Fabriano e infine di come mangeremo in futuro.

Io non so bene come fare, sono in difficoltà. Perchè come al solito quando per qualche motivo INMR rallenta il mondo accelera, come per dispetto. E ne stanno succedendo di tutti i colori, ma davvero di ogni tipo. Governi che cadono, regimi che si sgretolano, impeachment, persino droni misteriosi nei cieli americani. Vabbé, parliamone, e perdonatemi se andrà un po’ veloce sui vari argomenti ma va un po’ così.

Si continua a parlare molto della situazione in Siria. Ieri è stato pubblicato da moltissimi giornali di tutto il mondo un messaggio attribuito all’ex presidente siriano Bashar al Assad in cui dice che è stato il governo russo a organizzare e richiedere la sua evacuazione quando la situazione era ormai precipitata per lui e i ribelli erano entrati dentro Damasco, che ha abbandonato il paese solo l’8 dicembre e non prima e che la Siria è “ormai nelle mani dei terroristi”. 

Questo messaggio è apparso ieri sui social dell’ufficio presidenziale. E secondo la stampa sarebbe appunto attribuibile all’ex presidente siriano. 

In Siria la situazione resta abbastanza complicata e non è facile capire che piega prenderanno gli eventi, dopo che le truppe di ribelli islamisti appoggiati dalla Turchia hanno preso il possesso di Damasco, rovesciato il governo di Assad e instaurato un governo di transizione.

Nella scorsa puntata abbiamo cercato di inquadrare la situazione più da punto di vista geopolitico. Oggi vorrei concentrarmi invece sulle sorti delle persone che quei territori li abitano.

In molti in queste ore si stanno interrogando soprattutto su quali saranno le ripercussioni di questa situazione per le minoranze etniche e religiose, come i curdi, e per le donne. E la situazione non è chiara.

Per quanto riguarda i curdi e altre minoranze, come gli assiri, gli ezidi, i circassi, i turcomanni, parte della complessità sta nel fatto che le due principali formazioni di combattenti che hanno rovesciato il regime di Assad stanno esprimendo posizioni molto distanti fra loro. Perché abbiamo da una parte il gruppo  islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che è un gruppo di matrice jihadista, nasce da una branca di Al Queda anche se poi ci si distacca, che è quello che ha preso il potere in Siria, e che però formalmente – nelle parole del suo leader Al Jolani – afferma che i curdi sono “parte della patria” e che hanno subito “grandi ingiustizie”, promettendo di facilitare il loro ritorno nelle aree precedentemente sotto controllo turco e dei ribelli filo-turchi. 

Mentre dall’altro lato abbiamo il cosideetto SNI, esercito nazionali siriano, che è un latro gruppo di ribelli, ma più che ribelli in questo caso parliamo di mercenari al soldo del governo turco, che appena è scoppiato il caos invece di dirigersi verso Damasco hanno attaccato le regioni curde nel nord-est della Siria, quelle governate dalle Forze Democratiche Siriane (SDF) a guida curda, e fra l’altro con il supporto diretto dell’esercito turco, pare anche dell’aviazione turca.

Quindi diciamo che dall’ala filo-turca non ci si aspetta nessuna concessione, anzi, mentre dal nuovo governo di transizione non si sa bene cosa aspettarsi, perché le dichiarazioni sono incoraggianti, ma l’HTS ha una storia di imposizione della sharia e di repressione nelle aree sotto il suo controllo, come la provincia di Idlib. 

Più o meno le stesse incertezze caratterizzano la situazione femminile, con sempre Al Jolani che ha promesso nel suo discorso iniziale che non imporrà il velo alle donne, ma al tempo stesso il nuovo governo siriano è completamente privo di figure femminili e anche qui diversi dubbi ci sono. 

Sulla questione femminile, la Siria viene da una situazione abbastanza schizofrenica, con il regime di Assad che comunque garantiva diritti relativamente maggiori rispetto a molte altre nazioni della regione mediorientale, grazie a un sistema legale che includeva principi laici e a politiche di modernizzazione avviate negli anni precedenti alla guerra civile. Poi c’era la parte controllata dalla Turchia e dai gruppi ribelli dove la condizione era sensibilmente peggiore. E poi c’era la parte controllata dai curdi, dove esperimenti come quello del confederalismo democratico del Rojava erano delle avanguardie mondali per quanto riguarda la condizione femminile e in generale i modelli democratici. Adesso, ci sarà da osservare come e quanto questa nuova configurazione cambierà gli equilibri.

Ciò che è certo è che al momento in molte zone della Siria l’emergenza umanitaria è aumentata e tante persone sono rimaste senza un tetto sulla testa per via della guerra. Su questo tema oggi voglio farvi ascoltare il contributo di un ospite d’eccezione. 

Filippo Ungaro, portavoce per l’Italia dell’UNHCR, che sarebbe l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati, che ci racconta qual è la situazione in Siria per quanto riguarda i rifugiati:

AUDIO DISPONIBILE NEL VIDEO / PODCAST

Grazie davvero, e insomma, con l’inverno alle porte la situazione delle persone senza casa si fa sempre più grave. Per cui io sotto fonti e articoli vi lascio i riferimenti per chi vuole dare una mano e fare una donazione all’UNHCR che è la principale organizzazione mondiale che si occupa dei rifugiati e che è spesso l’unico presidio in grado di aiutare in questi territori chi ha perso la casa. Se volete, li trovate lì.

Qualche mese fa la Commissione europea aveva incaricato un team di scienziati di fornire un parere sull’utilizzo della geoingegneria climatica per contrastare il riscaldamento globale. Ieri è arrivato questo parere ed è un parere molto contrario, che invita la Commissione a vietare l’uso delle tecnologie di geoingegneria su larga scala

Facciamo un passetto indietro: sapete che abbiamo diversi problemi col fatto che il clima è mediamente sempre più caldo e instabile per via delle emissioni di anidride carbonica e altri gas climalteranti, come conseguenza soprattutto del fatto che bruciamo un sacco di carbone petrolio e gas. Il mondo scientifico, ma anche molto quello politico hanno iniziato a chiedersi se non ci sia bisogno di qualche soluzione meccanica al problema, ovvero qualche invenzione tecnologica per fare in modo di rinfrescare artificialmente il Pianeta. 

In particolare una classe di soluzioni di cui si discute molto sono quelle che stanno sotto il nome ombrello di Solar Radiation Management (SRM), ovvero la gestione della radiazione solare. Leggo da un articolo su Domani, a firma di Ferdinando Cotugno, che si tratta di tecniche che mirano a riflettere parte della luce solare per ridurre il riscaldamento globale, come l’uso di giganteschi specchi spaziali o lo sbiancamento delle nuvole per aumentarne la capacità di riflettere la luce. 

Ecco, in particolare su queste tecniche gli scienziati hanno detto che non è proprio il caso perché, oltre a non essere mai state testate adeguatamente, queste tecnologie comportano rischi significativi per gli ecosistemi, la sicurezza alimentare e le economie globali. Per questo, secondo loro, violano il principio ecologico che guida l’azione ambientale dell’UE, il famoso “do no significant harm” (“non arrecare danni significativi”).

I rischi, secondo gli esperti, sono molteplici: schermare il sole potrebbe compromettere il funzionamento degli ecosistemi naturali e alterare la produzione agricola, con effetti devastanti sulla sicurezza alimentare globale. Inoltre, l’uso di tecnologie come queste rischia di ridurre l’efficacia di altre fonti di energia sostenibile, come il fotovoltaico. Ma il pericolo non è solo ecologico: concentrarsi su soluzioni come queste potrebbe rappresentare una distrazione politica, spostando l’attenzione dall’unica vera soluzione alla crisi climatica, ovvero la riduzione delle emissioni di gas serra.

Ora, la geoingegneria è un tema estremamente controverso nella comunità scientifica. Da una parte ci sono scienziati, come il noto climatologo James Hansen, il padre del cambiamento climatico potremmo chiamarlo, che sostengono che il peggioramento del riscaldamento globale potrebbe rendere necessario ricorrere a queste tecnologie in futuro. 

Dall’altra, la maggioranza della comunità scientifica considera il SRM una sorta di “illusione climatica” e ha chiesto una moratoria internazionale, ovvero un divieto a livello globale sulla sperimentazione e l’utilizzo di queste tecnologie. Anche l’UE, in un recente policy paper, ha descritto la geoingegneria come un “rischio inaccettabile per gli esseri umani e il pianeta”.

Gli scienziati incaricati dalla Commissione europea hanno suggerito di vietare subito esperimenti su larga scala e di spingere per regole internazionali che regolamentino severamente l’uso della geoingegneria. Consentendo, magari, solo piccoli esperimenti, condotti con criteri etici chiari, potrebbero essere permessi per approfondire la conoscenza di queste tecnologie. 

Al momento non esiste nessun quadro normativo internazionale che disciplini il tema, e la discussione è rimasta confinata alla sfera scientifica. Ma il rischio è che queste soluzioni diventino via via più appetibili, di pari passo con l’inazione politica. Non mi sorprenderei se un Elon Musk se ne uscisse un domani con il mega piano per schermare le radiazioni solari del Pianeta. 

Il problema è che se continuiamo a temporeggiare, potrebbe arrivare un momento in cui queste soluzioni potrebbero diventare davvero l’unico modo per continuare ad abitare questo Pianeta. 

Al momento però, mi sembra saggio non considerarle, perché l’idea di poter risolvere tutto quasi magicamente, con una invenzione, oltre a essere strapiena di rischi, rappresenta una convinzione pericolosa che davvero potrebbe rallentare ulteriormente la decarbonizzazione delle nostre società.

Persino la Corea del Sud. Ci si è messa persino la Corea del Sud! Che è un paese dove in genere non è che succeda granché, a parte qualche schermaglia e lanci di cose con il turbolento vicino.

Fatto sta che il 3 dicembre il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol (Jun Suk Yòl) in un discorso alla nazione ha dichiarato la legge marziale, sostenendo la necessità di proteggere il paese dalle “forze comuniste” e accusando l’opposizione di collaborare con il regime nordcoreano, definendola quindi una minaccia alla sicurezza nazionale. 

Che è una roba pesante, considerate che la legge marziale prevede la sospensione di diritti civili e politici, il controllo militare delle funzioni di polizia, restrizioni alla libertà di stampa e movimento, l’imposizione di coprifuochi e tribunali militari per i civili. E che la Corea del Sud è una repubblica Presidenziale, quindi il presidente è la più alta carica politica del Paese. 

Tant’è che sia il Parlamento che fiumane di gente per strada hanno fin da subito chiesto a gran voce una revoca della misura. Che in effetti è stata revocata dal presidente stesso dopo appena 6 ore. Solo che nel frattempo la valanga politica era partita.

In parecchi, dall’opposizione ma anche dalla maggioranza hanno gridato al colpo di stato, anche perché non c’erano motivazioni, almeno in apparenza, che giustificassero la misura, che è stata letta più come un tentativo di accentrare il potere interno che come una risposta a una reale minaccia esterna.  

Comunque, dicevo, questo evento ha scatenato una serie di conseguenze politiche:

  • All’interno del governo, il capo dello staff presidenziale e oltre dieci segretari di alto livello hanno lasciato l’incarico.
  • I sindacati hanno proclamato uno sciopero generale a oltranza, chiedendo le dimissioni del presidente.
  • E soprattutto, il Parlamento, con il sostegno di alcuni membri del partito di governo, ha avviato una mozione di impeachment contro Yoon, mozione che è stata approvata a maggioranza.

E quindi, attualmente, Yoon è sospeso dall’incarico, sostituito ad interim dal primo ministro Han Duck-soo (Han Dok Su). La Corte costituzionale ha già iniziato il processo per l’impeachment, con un’udienza preliminare fissata per il 27 dicembre. Mentre si è dimesso il leader del partito di governo, Han Dong-hoon, che comunque ha mandato un bel messaggio, perché è andato in Tv, in diretta, ha chiesto scusa pubblicamente per le azioni del Presidente del Paese, che è un suo compagno di partito, ha chiesto scusa alle persone che hanno sofferto per via di questa decisione e poi si è dimesso. Ne riparliamo.

A proposito di dimissioni e governi che cadono, ieri la Bundestag, il parlamento tedesco, ha votato la sfiducia a Olaf Scholz, il cancelliere socialista. Non ci perdo troppo tempo perché era una cosa ampiamente attesa, c’era già l’accordo per le nuove elezioni e quindi non è stata una novità. Però ecco sappiate che c’è stata questa cosa e che si voterà nelle elezioni anticipate presumibilmente a febbraio.

Intanto, per non farci mancare niente, una ondata di droni misteriosi che viaggiano in flotte stanno comparendo nei cieli statunitensi da circa un mese a questa parte e con intensità crescente, alimentando paure, teorie di ogni tipo e speculazioni, mentre il governo e le principali agenzie americane hanno posizioni abbastanza ambigue e reticenti.

Gli avvistamenti di questi droni sono avvenuti e stanno avvenendo soprattutto nel New Jersey e a New York. Si tratta di oggetti luminosi, spesso descritti come di grandi dimensioni e operanti in formazioni coordinate, e spesso sorvolano aree sensibili, tra cui basi militari e infrastrutture critiche.

Le autorità federali, tra cui l’FBI e il Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS), hanno dichiarato di aver avviato indagini per determinare l’origine e lo scopo di questi droni. Il Pentagono tace, invece, e questo alimenta ulteriori speculazioni. Come racconta Repubblica C’è chi sostiene che siano alieni che stanno invadendo la Terra, chi alieni che stanno scappando dalla terra, chi droni iraniani che cercano di recuperare informazioni sensibili.

Ma come ha dichiarato Adam Kinzinger, ex membro della Guardia nazionale aerea americana ed ex deputato sui social, “Ognuno di questi ‘droni’ ha una luce verde a destra, una luce rossa a sinistra e una luce stroboscopica, richiesta dalla Faa di notte. Quindi o gli alieni e gli iraniani stanno rispettando le regole del Faa o si tratta di qualcos’altro”.

Alcuni esperti ipotizzano che possano trattarsi di esercitazioni militari o test di nuove tecnologie. Una teoria che sta circolando molto è quella avanzata da John Ferguson, CEO di Saxon Aerospace, che suggerisce che i droni misteriosi avvistati negli Stati Uniti potrebbero essere impegnati nella ricerca di una testata nucleare sovietica dispersa, proveniente dall’Ucraina.

La verità però è che non ne sappiamo niente.

Ogni anno a fine anno il Sole 24 Ore pubblica una classifica sulla qualità della vita nelle province italiane. E ogni anno questa classifica viene ripresa da buona parte della stampa come la classifica sulle città più vivibili. Il che già ci fornisce una prospettiva di quanto siamo città-centrici nelle nostre riflessioni. 

Comunque, anche quest’anno è uscita la classifica, è uscita ieri, ed ha alcuni aspetti interessanti. E in più ci permette dei fare alcune riflessioni

Il dato che colpisce di più è il declino delle province delle grandi città, quelle in cui fra l’altro il peso specifico di chi vive in città è maggiore, che infatti crollano in classifica. Roma è scesa al 59° posto (dal 35° del 2023), Milano al 12° (contro l’8° dello scorso anno), mentre città come Firenze hanno perso fino a 30 posizioni (vabbé in quel caso sospetti c’entri il mio ritorno). Il peggioramento delle grandi città è attribuito a fattori come il costo della vita, la difficoltà abitativa, l’esplosione delle disparità economiche e sociali e l’aumento della criminalità.

Insomma, la promessa delle grandi metropoli di trovare un tetto, un lavoro e una vita dignitosa per tutti sembra essere tradita. Mentre c’è la rivincita delle città più piccole. In cima alla classifica si posiziona per la prima volta Bergamo, seguita da Trento e Bolzano, territori noti per i servizi eccellenti, la sostenibilità e la vivibilità. Bergamo ha brillato in ambiti come la sanità, l’ambiente e lo sport, mentre Trento e Bolzano mantengono il loro storico primato tra le province migliori.

Insomma, se c’è una crescente crisi nelle grandi città italiane, messe in difficoltà da dinamiche economiche e sociali sempre più complesse, i territori più piccoli e organizzati riescono a offrire condizioni di vita migliori, secondo la ricerca del Sole. E fra l’altro, nelle province con i centri urbani non giganteschi i dati sono anche meno drogati dalle città stesse e riflettono una media più vera della provincia. 

Se invece guardiamo il fondo della classifica, come spesso è accaduto, troviamo le province del Sud e delle Isole: Reggio Calabria è ultima, seguita da Napoli e Crotone. I problemi più rilevanti sono la bassa aspettativa di vita, il gender pay gap, quindi le differenze negli stipendi fra uomini e donne, alti livelli di criminalità e disoccupazione. 

Sul primato del nord, che le statistiche continuano a mostrare in maniera apparentemente lampante, bisogna fare qualche precisazione. Innanzitutto, ogni classifica è relativa, inevitabilmente, ai dati che andiamo a misurare. Ricordiamoci comunque che questa è una classifica del Sole 24 Ore, il giornale di Confindustria, che quindi ha comunque un approccio diciamo produttivista e da molto peso a fattori economici, di capacità di consumo e così via, mentre non calcola ad esempio il clima, la qualità delle relazioni sociali e tanti altri fattori che fanno certamente parte della vivibilità di un luogo.

In secondo luogo, secondo me dividere la classifica in base alle province ci da una fotografia poco veritiera della situazione. E mi sembrerebbe altrettanto e forse anche più interessante fare una classifica che indaga la vivibilità delle città rispetto ai piccoli paesi o alle aree interne, oppure all’interno delle città fra centro e periferie. Secondo me scopriremmo delle cose interessanti.

Mercoledì scorso, l’11 dicembre, è stata una giornata storica per il paese Fabriano perché la storica cartiera Giano di Fabriano, quella dei fogli Fabriano che hanno caratterizzato penso l’infanzia e l’adolescenza di molti di noi, almeno della mia generazione e dintorni, ha cessato definitivamente la produzione. Quel giorno è uscita l’ultima bobina di carta prodotta dalla macchina continua F3, attiva dal 1976, che adesso riposa.

La chiusura della cartiera è davvero la fine di un’epoca, e forse simboleggia la fine dell’epoca della carta più di ogni altro evento, almeno in Italia. Ne riparleremo magari più approfonditamente, ma intanto mi sembrava importante segnalarlo.

Restiamo sul Sole 24 Ore per un altro articolo interessante che racconta i risultati di un report che si chiama Cibo2050 e è stato realizzato con il contributo di 15 esperti coordinati dall’Osservatorio CirFood District. Secondo questo rapporto, che appunto descrive come si intuisce dal nome come cambieranno le nostre abitudini alimentari nei prossimi anni, le nostre diete diventeranno più sostenibili e consapevoli. 

Il dato più interessante di tutti è che il  rapporto prevede la quasi swcomparsa delle proteine animali, che saranno sempre più rare, e pur non scomparendo saranno progressivamente sostituite da alternative come legumi, alghe e il cosiddetto novel food, che è un’etichetta generica che indica i cibi che non venivano tradizionalmente consumati da noi. Anche il cosiddetto junk food o cibo spazzatura,quindi hamburger zozzi, kebab e così via verrà abbandonato, sostituito da alimenti di qualità superiore, sani e nutrienti, a conferma di una crescente consapevolezza dei consumatori.

Certo, ci saranno anche addii strappalacrime, come quelli a prodotti simbolo delle nostre abitudini, quali caffè e cacao, sempre più minacciati dai cambiamenti climatici. Fra l’altro in concomitanza con l’addio al caffé direte addio anche a INMR, sappiatelo. 

Poi l’articolo racconta altri aspetti dle rapporto, più legati al contributo che le nuove tecnologie, i big data e l’intelligenza artificiale potranno avere nell’alimentazione, consentendoci di sapere in tempo reale tutto sul cibo che mangiamo, dalla freschezza alla provenienza. E poi c’è una parte devo dire interessante sulla nutrigenomica e la nutraceutica, ovvero quella tendenza verso un cibo personalizzato, progettato per rispondere alle esigenze specifiche del nostro corpo e la filosofia del “Food as Medicine”, il cibo visto come medicina preventiva.

Che è un tema interessante, di sicuro un tema. Perché a parte che non è niente di nuovo, nel senso che molte medicine tradizionali e molte ricerche recenti- non sono un esperto ma sono abbastanza sicuro di questo – vedono già il cibo e l’alimentazione come qualcosa di profondamente legato alla salute e qualcosa su cui andare a intervenire, forse una delle prime cose, per ristabilire un certo equilibrio.

Al tempo stesso vedo in questa tendenza verso una dieta sempre più personalizzata una possibile criticità rispetto alla forte funzione sociale che il cibo ha sempre avuto almeno in Italia, quindi alla bellezza di condividere cibo, di mangiare tutti la stessa cosa nello stesso luogo e così via. Comunque sicuramente un tema da approfondire.

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace


Siria, fra guerra e pace. I dubbi sul futuro di donne e curdi – #1031

|

ACE: l’eccellenza sanitaria italiana si trova in Calabria ed è gratuita – Calabria sarai tu #6

|

Sarotto Group: “È possibile ristrutturare case nel rispetto dell’ambiente e delle persone”

|

Character.AI, l’intelligenza artificiale e le chat con le vittime di femminicidio

|

Il Secret Santa dell’influencer sarda Claredda e le 400 storie di gentilezza e condivisione natalizia

|

Raccontare il Medio Oriente: Al Ghalas, il nuovo romanzo del cronista sardo Luca Foschi

|

Il bando Generazioni investe su giovani e cultura attraverso la creatività e la partecipazione

|

Come sta Valencia un mese e mezzo dopo l’alluvione che ha provocato 220 morti?

string(9) "nazionale"