31 Mar 2022

Shrinkflation, che cos’è? – #493

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Mentre continuano dei timidi segnali di de-escalation, torniamo a volgere lo sguardo a lato del conflitto, per osservare alcuni effetti collaterali. Ad esempio il fenomeno della cosiddetta shrinkflation, o il teatrino del Parlamento italiano sul DL Ucraina. Parliamo anche di una interessante ricerca che mostra come uno stile di vita più sano sia il miglior modo per tutelare la salute (e diminuire la spesa pubblica).

SHRINKFLATION

Grazie a Silvia Ricci dell’Associazione Comuni Virtuosi mi sono imbattuto in un post Linkedin di Riccardo Porta, che fa uno di quei mestieri dal nome in inglese che quando hai finito di leggerlo tutto dici “eh?!” ma in buona sostanza è un esperto di business, fintech e digitale. Ad ogni modo il suo post, molto interessante, parla di un fenomeno che sta avvenendo in varie parti del mondo come reazione all’aumento del costo di produzione di molti prodotti. Ed ha il nome, inglese, di Shrinkflation: ovvero una crasi fra shrinking e inflation, credo, ovvero fra rimpicciolimento e inflazione. 

L’inflazione è la riduzione del potere d’acquisto, dovuta a un aumento generale dei prezzi. In questo caso c’è sempre una diminuzione del potere d’acquisto, ma invece di aumentare il prezzo dei prodotti molte aziende riducono le dimensioni o la quantità di un prodotto venduto.

Che è una forma sottile di fregare la clientela, sperando che non si accorga di niente. Ci sono vari esempi. Un articolo di GreenMe ne riporta alcuni dalle confezioni di pasta Barilla da 420g (vendute all’estero, in Italia avrebbero rischiato il linciaggio, tipo panna nella carbonara), a vari prodotti Nestlé. Ma il fenomeno sembrerebbe molto più diffuso, riguarda praticamente tutte le categorie merceologiche e fa passare più o meno inosservato un aumento del prezzo al Kg che oscilla fra il 12 e il 25%.

Il motivo, come dicevo all’inizio, è l’aumento generealizzato del prezzo sia delle materie prime che dell’energia. E come nota lo stesso Riccardo Porta, il fatto che le aziende abbiano investito in questa direzione, rifacendo il packaging dei vari prodotti, vuol dire che si aspettano che questa situazione non sia proprio passeggera e che le cose non migliorino.

Poi certo, è una strategia non così lungimirante, che punta molto sul breve termine e sulla distrazione del cliente, ma ci da comunque delle indicazioni. Altro aspetto da notare, e lo fa notare Silvia Ricci dell’associazione comuni virtuosi, è che ciò comporta un ulteriore sreco nel packaging, e una maggiore produzione di rifiuti. Alla faccia dell’economia circolare. 

INVIO ARMI E SPESA MILITARE

È successo uno strano valzer sul DL Ucraina, che non ho ancora capito se è una buona notizia o una farsa. Il succo è che probabilmente saletrà per ora l’aumento delle spese militari. Comunque, prendo spunto dal modo in cui la rivista La Fionda, sul suo canale Telegram, ha riassunto l’evoluzione dei fatti per fare un riassunto e commentare le ultime novità. 

Nei giorni scorsi la Camera ha approvato il DL Ucraina relativo all’invio di armi per un totale di 12 mln €. Lo ha approvato a larghissima maggioranza, con soli 25 contrari, dopodiché il testo è passato al Senato.

In Commissione Difesa del Senato, Fratelli d’Italia ha presentato un odg chiedendo di alzare al 2% del pil la spesa militare, come richiesto dagli accordi con la Nato. L’odg è stato accolto in toto dal governo. Per cui il Senato avrebbe dovuto votare una nuova versione del DL, che includeva anche l’aumento della spesa militare.

Poi è successo che Conte, appena rieletto Presidente del Movimento 5 Stelle, ha cambiato idea e ha detto di essere contrario ad un aumento della spesa militare. Il governo a quel punto rischiava di spaccarsi su questo aspetto, Draghi giorni fa aveva affermato che “se non si vota compatti il DL Ucraina la maggioranza cade.” E successivamente ha deciso di mettere la fiducia sul DL. 

E allora, la genialata. Ieri il Governo ha detto che il DL Ucraina andrà in votazione al Senato senza relatore. Che vuol dire? In pratica ogni disegno di legge è accompagnato da una relazione che contiene il testo approvato dalla commissione (che può essere differente dalla proposta di partenza) ed è preceduta da una relazione illustrativa firmata dal relatore. Il relatore esprime il suo parere su tutti gli emendamenti presentati e coordina la mediazione politica sul provvedimento. Ed è necessario perché si possano votare gli emendamenti.

Ora succede che, ieri, la commissione Bilancio non ha presentato i previsti pareri sugli emendamenti. Quindi, il provvedimento dovrebbe andare in Aula senza un relatore. E questo vuol dire che decadono tutti gli emendamenti e gli odg approvati nelle commissioni del Senato, e il DL viene votato per come è stato approvato alla Camera. Quindi senza l’aumento delle spese militari.

Ora, è possibile che la commissione Bilancio si sia scordata di mandare i suoi pareri. Oppure è possibile che questa trovata sia un modo per salvare la faccia del M5S e la tenuta del Governo. Questo non vuol dire che il governo abbia archiviato la questione spese militari eh. Solo che per adesso non saranno approvate. Ma Draghi, a colloquio con Mattarella ha fatto sapere che non è in discussione il rispetto degli accordi Nato. E Mattarella era d’accordo. 

VITA SANA CONTRO IL DIABETE

Cambiando radicalmente argomento, c’è un articolo di GreenMe che racconta una ricerca interessante, che ha provato a quantificare un concetto abbastanza scontato, ma quasi sempre poco considerato all’interno delle politiche sanitarie: un cambiamento nello stile di vita può salvare migliaia di persone. In questo caso l’oggetto dello studio è il diabete di tipo 2, nel Regno unito.

La crisi dell’obesità ha portato a una vera e propria epidemia di diabete di tipo 2, patologia legata al sovrappeso e all’inattività. Più di quattro milioni di persone nel Regno Unito vivono con il diabete di tipo 2 e il Sistema Sanitario Nazionale spende più di 10 miliardi di sterline all’anno per curare tale condizione e le sue complicanze, che includono ulcere, amputazioni e danni alla vista.

Fra il 2018 e il 2019 però il Sistema Sanitario Nazionale ha implementato un programma di prevenzione del diabete, della durata di 9 mesi, che consisteva praticamente in una dieta personalizzata che prevedeva l’assunzione di cibo più sano. Adesso una ricerca ha analizzato i risultati e sono sorprendenti: circa 18.000 malati, una riduzione del 7% dei casi nazionali, e una riduzione del rischio di sviluppare il disturbo di quasi il 40% in chi completava il programma. Con relativo risparmio in spesa pubblica e minor peso sul sistema sanitario nazionale. Il tutto, semplicemente mangiando meglio.

Fra l’altro, qui esco un po’ dai risultati dello studio, il cibo più sano in genere è anche quello stagionale, biologico, non lavorato, a prevalenza vegetale. Quindi mangiare più sano, mediamente, ci porta a ridurre il nostro impatto ambientale. Questo perché, come spiega bene Grammenos Mastrojeni nel libro Effetti farfalla, il sistema è intrinsecamente coerente.

FONTI E ARTICOLI

#shrinkflation
Dissapore – Shrinkflation: come si nasconde l’aumento dei prezzi con dieci patatine in meno nel sacchetto
GreenMe – Shrinkflation: dalla pasta al cibo per animali, guarda come i produttori ci “ingannano” riducendo la quantità (senza aumentare il prezzo)

#DL Ucraina
La Stampa – Dl Ucraina senza relatore, salta Odg su spese militari. Il governo mette la fiducia
il Giornale – Dl Ucraina, il governo pone la fiducia: cosa può succedere

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