Per la prima volta abbiamo superato i 2°C di riscaldamento globale – #835
Quando dici i record, quelli che preferiresti non infrangere. Venerdì scorso il pianeta ha segnato un’inquietante traguardo: è stato il primo giorno in cui la media delle temperature globali hanno superato la soglia dei 2°C in più rispetto alle temperature medie dell’era preindustriale. Una soglia che, secondo gli scienziati del clima, se diventasse la norma potrebbe avere conseguenze disastrose.
Nello specifico, la temperatura di venerdì è stata di 2,06° in più, secondo i dati diffusi dal Copernicus Climate Change Service dell’Unione Europea. Ora, come spiega Scott Dance sul Washington Post, “Questo non significa che gli sforzi per limitare il riscaldamento globale siano falliti – ancora. Le temperature dovrebbero superare il limite di 2 gradi per mesi e anni prima che gli scienziati lo considerino superato.
Ma è un promemoria impressionante del fatto che il clima si sta muovendo in un territorio inesplorato. Venerdì è stata la prima volta che le fluttuazioni quotidiane intorno alle norme della temperatura media globale, in costante aumento da decenni, hanno portato il pianeta oltre la soglia di pericolo.
La cosa preoccupante è che i dati ci mostrano un andamento e un’accelerazione del fenomeno che è persino maggiore di quella che ci aspettavamo, stante questo ritmo di emissioni di gas climalteranti da parte degli esseri umani.
Come ha dichiarato Zeke Hausfather, scienziato del clima di Stripe e Berkeley Earth, in un messaggio al Washington Post, “Sebbene non si debba dare troppa importanza a un singolo giorno sopra i 2°C (o 1,5°C, se è per questo), è comunque un segnale sorprendente del livello di temperature globali estreme che stiamo vivendo nel 2023”.
La stima del calore globale proviene da un modello europeo che utilizza lo stesso tipo di osservazioni usate nelle previsioni meteorologiche per guardare indietro e stimare le condizioni climatiche globali quasi in tempo reale. Le osservazioni dirette che gli scienziati raccoglieranno e analizzeranno nelle prossime settimane potrebbero presto confermare il calore record.
D’altronde l’andamento lasciava presagire qualcosa di simile. “Le temperature globali hanno stabilito dei record in luglio, agosto, settembre e ottobre. I dati di Copernicus mostrano che questa tendenza si è mantenuta, se non accelerata, fino a novembre”. Già prima di sabato, gli scienziati avevano affermato che il 2023 avrebbe superato con quasi certezza il 2016 come anno più caldo del pianeta e che – addirittura, stando alle analisi paleoclimatiche, avrebbe segnato uno dei periodi più caldi degli ultimi 125.000 anni.
Insomma, il dato del superamento dei 2° per qualche ora è un duro colpo a livello simbolico, ma a livello pratico preoccupa più la progressione delle medie storiche e la proiezione per il 2023. Secondo le analisi pubblicate questo mese, nel 2023 le temperature medie globali dovrebbero superare di 1,3-1,4 C i livelli preindustriali. Come forse saprete, secondo i climatologi un riscaldamento superiore al grado e mezzo potrebbe avere effetti già molto difficili da gestire per le nostre società, che dovrebbero modificarsi profondamente per adattarsi. Effetti che diventerebbero travolgenti una volta superati i due gradi, al punto che non sappiamo più se oltre quella soglia il pianeta ci permetterebbe di costruire società complesse anche vagamente simili a quelle attuali.
Il problema è che abbiamo già quasi raggiunto la soglia del grado e mezzo e fra l’altro ci sono dei ritardi nel sistema clima per cui se anche smettessimo oggi di immettere diossido di carbonio e altri gas serra in atmosfera ci vorrebbero anni (si stima oltre un decennio) perché le temperature smettessero di crescere, si stabilizzassero e poi nel tempo iniziassero a calare.
Insomma, è un bel casino. Metteteci anche che in questo istante siamo in una fase di intensificazione del Niño, il famigerato fenomeno climatico che determina gli estremi meteorologici e innalza le temperature globali rilasciando nell’atmosfera vaste riserve di calore dall’Oceano Pacifico.
La cosa che ha colpito gli scienziati è che in genere l’ondata di calore alimentata da El Niño arriva solo quando il fenomeno raggiunge il suo picco – cosa che si prevede avverrà quest’inverno. Per questo motivo, all’inizio dell’anno gli scienziati avevano detto di non aspettarsi che il globo raggiungesse un caldo record prima del 2024. Ma il record di venerdì ci offre un’ulteriore prova di come il pianeta abbia sfidato le aspettative degli scienziati climatici quest’anno.
In particolare preoccupa la situazione in Brasile, al momento. Da giorni in Brasile un’ondata di caldo anomalo sta facendo salire le temperature ben oltre la media stagionale. Questa settimana in molte regioni le temperature sono rimaste almeno cinque gradi sopra la media per più di cinque giorni consecutivi. Ci sono oltre 39 gradi in molte zone, ed è solo primavera. L’Istituto meteorologico nazionale (Inmet) ha attivato il livello di allerta rossa, quello più alto che presuppone rischi per la salute.
Tutto ciò è molto preoccupante. Il clima cambia più rapidamente di come ci aspettassimo, questo lo ha anche mostrato l’ultimo studio di James Hansen, lo scienziato che ha – diciamo – scoperto il cambiamento climatico, e le nostre società si muovono a passi troppo lenti. Troppo troppo lenti. L’inerzia del sistema è molto forte e si oppone a chiunque provi a cambiare le cose.
Venendo in Italia, ad esempio, nei prossimi 10 giorni 9 persone andranno a processo. In particolare oggi Laura, Davide e Alessandro, i 3 ragazzi che imbrattarono il senato, si troveranno all ultima udienza in un processo che potrebbe portarli a scontare 6 anni di carcere.
Leggo dal comunicato di Ultima generazione, l’organizzazione di cui i 3 fanno parte che “Il governo sta inasprendo le misure relative ai blocchi stradali. Ci sarà un presidio oggi, martedì 21 novembre a Roma, alle 12, a piazzale Clodio, di fronte al tribunale di Roma. C’è anche una raccolta fondi per aiutarli ad affrontare le spese legali, vi lascio il link sotto FONTI E ARTICOLI.
Comunque tutto questo per dirvi che ogni azione è difficile e piena di ostacoli. Abbiamo costruito un sistema basato sulla crescita, sull’utilizzo delle fonti fossi, sull’economia lineare, sull’estrazione costante e continua di risorse e materie prime. È obiettivamente molto difficile cambiare il corso degli eventi, e farlo in corsa. Ciononostante è interessante notare come in tempi di grande instabilità e di grande accelerazione, anche i cambiamenti avvengono in maniera repentina e improvvisa. Certo è che dobbiamo smettere oggi di bruciare qualsiasi cosa, se vogliamo provare seriamente a cambiare rotta.
Lunedì si è concluso il primo grado del processo contro la ndrangheta conosciuto come “Rinascita Scott”, dal nome dell’operazione che, nel 2019, portò a centinaia di arresti per presunte affiliazioni o collaborazioni con il clan criminale Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, in Calabria.
Si tratta del più grande processo di sempre contro la ’ndrangheta e del secondo più grande contro la mafia dopo il maxiprocesso contro Cosa Nostra degli anni Ottanta, al quale è stato spesso paragonato.
Come si è concluso? Con oltre 200 condanne su 338 imputati. Tra i condannati ci sono l’ex tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli (2 anni e 6 mesi) e l’ex comandante dei vigili urbani di Vibo Valentia Filippo Nesci (4 anni). Le condanne più pesanti (30 anni di reclusione) sono state date a Saverio Razionale, indicato come il boss di San Gregorio d’Ippona, e a Domenico Bonavota, ritenuto il boss di Sant’Onofrio. È stato invece assolto l’ex sindaco di Pizzo Calabro (Vibo Valentia) Gianluca Callipo, per cui l’accusa aveva chiesto 20 anni di reclusione.
Come racconta un articolo del Post, “Da quando è iniziato il processo l’attenzione mediatica si è però concentrata soprattutto su Giancarlo Pittelli, avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, che è stato condannato a 11 anni di carcere.
Altre 70 persone che avevano scelto il rito abbreviato (che sarebbe un procedimento penale nel quale l’imputato può chiedere al giudice di rinunciare alla fase del dibattimento, al fine di ottenere un considerevole sconto di pena) erano state condannate nel 2021.
I magistrati contestavano a Pittelli di aver avuto un ruolo di primo piano nei rapporti dei vertici della ’ndrangheta con la politica e le istituzioni.
In particolare, Pittelli avrebbe avuto rapporti confidenziali con Luigi Mancuso, a capo dell’omonimo clan, e «avrebbe messo sistematicamente a disposizione dei criminali il proprio rilevante patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale». I magistrati hanno anche ricostruito uno stretto legame tra la ’ndrangheta di Vibo Valentia ed esponenti di logge massoniche segrete, di cui lo stesso Pittelli avrebbe fatto parte.
Tra le altre cose in passato Pittelli aveva presieduto il consiglio di amministrazione della Società Aeroportuale Calabrese (SaCal), la società per azioni che gestisce gli aeroporti di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone, e aveva svolto due mandati in parlamento, venendo eletto nel 2001 nella Camera dei Deputati e nel 2006 in Senato, in entrambi i casi con Forza Italia.
Nel 2005 venne imputato in un altro importante processo, chiamato “Poseidone”: l’allora pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris lo accusò di aver commesso illeciti nella gestione dei fondi comunitari nel settore della depurazione. In particolare, De Magistris accusò Pittelli di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Nel 2011 l’inchiesta fu però archiviata.
Ieri è arrivata invece una condanna. Devo dire che penso che sia essenziale individuare queste figure di raccordo fra criminalità organizzata e mondo politico. Due mondi purtroppo con molte commistioni e una zona grigia non so dire quanto ampia ma sicuramente esistente. Ma ecco, individuare queste figure che sicuramente svolgono un ruolo e dei compiti precisi e identificabili aiuta a far luce su queste commistioni.
Intanto in India, con il paese in una specie di shock nazionale per via della finale del mondiale di Cricket, lo sport più popolare nel paese, mondiali di cui la nazionale indiana era strafavorita, c’è una vicenda di cronaca che sta tenendo tutti col fiato sospeso. Da più di una settimana infatti 41 operai sono bloccati sottoterra nello stato di Uttarakhand, nel nord dell’India: nella mattinata dello scorso 12 novembre l’opera a cui stavano lavorando, un tunnel stradale lungo quasi cinque chilometri, aveva subìto un cedimento bloccando ogni via d’uscita a causa dell’ammasso di detriti.
Come racconta il Post, “All’inizio della scorsa settimana i responsabili dei soccorsi avevano provato a scavare una via di accesso nel tunnel con l’aiuto di alcune macchine perforatrici. Nel fine settimana avevano deciso di seguire una strategia diversa, provando a raggiungere il punto in cui si trovano i lavoratori non più orizzontalmente ma verticalmente, ossia scavando un pozzo a partire dalla sommità del rilievo sotto al quale passa la galleria in costruzione. Un’operazione difficile da realizzare e che potrebbe richiedere ancora qualche giorno, dato che il pozzo avrà una profondità intorno ai 100 metri.
Ai lavoratori intrappolati vengono forniti regolarmente cibo, acqua, ossigeno e medicinali grazie ad alcuni tubi, ma le loro condizioni di salute si stanno aggravando con il passare dei giorni. Almeno tre di loro presentano dei sintomi riconducibili alla dissenteria, e tutti hanno nausea e mal di testa.
Il tunnel fa parte della cosiddetta “Char Dham All Weather Road”, un progetto infrstrutturale federale che ha l’obiettivo di rendere più agevole il viaggio dei moltissimi pellegrini induisti che vanno ogni anno nei luoghi sacri dell’Uttarakhand, alle pendici dell’Himalaya. Era stato inaugurato nel 2016 dal primo ministro indiano Narendra Modi, ma aveva ricevuto sin da subito dure critiche dai collettivi ambientalisti e da una parte della popolazione locale, secondo cui le trivellazioni e le costruzioni avrebbero potuto causare cedimenti, frane e gravi danni ambientali in una regione vulnerabile.
Chiudo con una notizia che prendo da la Stampa, dove un articolo molto approfondito racconta e descrive nel dettaglio la grande manifestazione che si è svolta a Roma, domenica, in supporto dei santuari degli animali. Al corteo hanno partecipato 7000 persone, mentre qualche settimana fa a Milano erano state almeno 10mila.
Leggo, la firma qui è di Stella Cervasio: “Provenivano da tutte le regioni italiane – come spiegano gli ambientalisti in una nota. Un corteo ordinato, che ha urlato la propria disperazione per quello che gli animali “da reddito” subiscono (è brutto anche il termine veterinario che li definisce da un secolo). La piazza della Piramide, salutata dagli esotici parrocchetti ormai naturalizzati, Caracalla, via Labicana fino a viale Manzoni e un Colosseo tinto da uno straordinario tramonto rosso, hanno accompagnato come imponenti presenze i manifestanti.
La manifestazione fa parte di una mobilitazione più ampia che ha fatto seguito all’episodio di irruzione da parte delle forze dell’ordine all’interno di uno di questi santuari, per via di un focolaio di peste suina, con dieci maiali che sono stati portati via e uccisi. Se volete saperne di più vi rimando all’articolo in questione.
E adesso, la parola al nostro caporedattore Francesco Bevilacqua per la rubrica “La giornata di Italia che Cambia”.
Audio disponibile nel video / podcast
#clima
The Washington Post – Earth passed a feared global warming milestone Friday, at least briefly
il Post – In Brasile c’è un caldo anomalo
#Ultima generazione
Donorbox – Sostieni i cittadini che imbrattarono il Senato
#ndrangheta
il Post – Le condanne nel più grande processo di sempre contro la ’ndrangheta
#India
il Post – I 41 operai indiani bloccati sottoterra da più di una settimana
#santuari
La Stampa – In 7000 a Roma al corteo ‘Giù le mani dai santuari’: “Sono luoghi dove gli animali hanno una vita serena”
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