4 Ott 2024

Diritto allo studio, Pratobello ’24, cultura e dissenso: la rassegna stampa sarda – INMR Sardegna #47

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Oggi parliamo di diritto allo studio universitario che nell’Isola continua ad essere minato, sia dai tagli da parte del governo (meno 6 milioni quest’anno agli atenei sardi) sia dai problemi legati alla crisi abitativa. Parleremo poi di sanità perché l’analisi compiuta dalla Corte dei Conti bacchetta sia l’ex presidente Solinas che le Asl, alle quali vengono imputate tutte le difficoltà del sistema sanitario sardo, e vedremo poi la manifestazione che si è tenuta in settimana a Cagliari per la consegna firme per la Pratobello 24.
Infine, parleremo dei dati che arrivano dal settore della cultura e della creatività in Sardegna, e dedicheremo inoltre un piccolo spazio alla lettura di un comunicato che riguarda il divieto che blocca la manifestazione in sostegno alla resistenza Palestinese che si sarebbe dovuta tenere a Sassari il 7 ottobre. Nella seconda parte della rassegna come sempre vi racconteremo invece gli articoli della settimana su Sardegna Che Cambia e poi in chiusura gli eventi in arrivo per il weekend.

Inauguriamo questa rassegna stampa settimanale con un focus sul diritto allo studio universitario. Negli ultimi giorni infatti due notizie hanno riportato una fotografia della realtà sarda in cui anche la garanzia di accesso al diritto allo studio appunto, viene messa in discussione o direttamente negata. Cala infatti la scure del governo sugli Atenei, con meno 6 milioni di euro in Sardegna. A denunciarlo attraverso una nota è stato il parlamentare sardo del PD Silvio Lai, “La scure del Governo cade sul fondo del finanziamento ordinario delle università: il Governo lo ha tagliato di oltre 167 milioni di euro per il 2024, rispetto al 2023, facendolo scendere del 2,12% da 8,134 miliardi a 7,978 miliardi per le università ordinarie. In Sardegna il taglio è di 3.987.785 euro per Cagliari, che scende del 3,13% passando da un finanziamento di 127 milioni a 123, mentre a Sassari il taglio è di 2.239.221 con un taglio del 3,10% rispetto al 2023 con il finanziamento che passa da 77 milioni di euro a 74 milioni di euro per il 2024″. Secondo il deputato, “In Sardegna il taglio è superiore alla media di oltre il 50% e questo comporterà effetti sulla qualità della didattica come sugli adeguamenti stipendiali attesi e non del tutto compresi all’interno del Fondo, chiederemo di accedere ai documenti che hanno portato a questo taglio superiore alla media nazione per capire se ci sono motivazioni valide dopo le battaglie fatte nel 2015-2016 per rivedere alcuni criteri che penalizzavano le accademie isolane nella ripartizione”. Una taglio che mette quindi in discussione la garanzia di accesso al diritto allo studio per studenti e studentesse, in un panorama sardo che è già in difficoltà. Per quanto riguarda l’abitativo infatti, in settimana un articolo del Manifesto sardo riporta il comunicato del collettivo case dello studente, ne leggo qualche estratto che chiarisce la situazione attuale: ““In un periodo come questo in cui Il costo delle case presso privati è sempre più alto e a condizioni sempre peggiori, l’Ersu mantiene aperta solo una delle cinque residenze universitarie che possiede”. Siamo passati da 799 posti del 2016/2017, ai 238 posti alloggio messi a disposizione dall’Ersu per quest’anno accademico 2024/25. Di 3 mense, aperta ne è rimasta solo una. L’ERSU ci ha lasciati. Il peso della crisi abitativa si fa sentire: quest’anno le domande pervenute all’ente regionale per il diritto allo studio di Cagliari sono più di mille. Superano le mille anche le idoneità. Nonostante ciò, nel bando per l’A.A. 24/25 sono presenti i soli posti alloggio di una casa dello studente, relativi al primo lotto del campus di viale la Plaia. Si tratta di soli 238 posti, dai quali ne vanno decurtati 20 che saranno occupati esclusivamente da persone con disabilità certificata”. La ragione delle chiusure, come riportato nella nota del comitato, sarebbe da ricollegare allo svolgimento di lavori di ristrutturazione nelle case dello studente. “Ci preme sottolineare – spiegano sempre gli universitari – che a morire non sono solo le case dello studente ma anche le strutture adibite al servizio ristorazione. Attualmente in funzione c’è la sola mensa di piazza Michelangelo. Tutte le altre strutture, ovvero la mensa della Cittadella e via Premuda, sono ancora chiuse. Il diritto allo studio è mancato a Cagliari – concludono gli studenti – e tutti noi ci troviamo in una grave situazione di incertezza”.

Stiamo in tema diritti fondamentali e parliamo ora di sanità perché anche in questo caso, la situazione in sardegna continua a non essere delle migliori anche se ci sono novità positive. Non iniziamo da quelle però perché notizia della settimana è che la Corte dei Conti ha ritenuto regolare il bilancio 2023 della Regione Sardegna, ma ci ha tenuto a bacchettare Christian Solinas e le Asl, alle quali  vengono imputate tutte le difficoltà del sistema sanitario sardo. Molto dirette – come riporta Cagliaripad – le parole della procuratrice regionale Maria Elisabetta Locci nella sua requisitoria sulla sanità. “Il quadro della Sanità che emerge all’esito delle verifiche dimostra che da un lato non si forniscono prestazioni adeguate alla cittadinanza, per tempi e modi e dall’altro si mantiene inutilizzata la più ampia parte delle risorse a ciò destinate”. Un esempio sarebbero le risorse destinate al Piano Liste d’Attesa: sono ben 8 milioni quelli rimasti totalmente inutilizzati. Una gestione finanziaria che si riflette sull’incapacità di spesa da parte delle aziende sanitarie e il paradigma delle difficoltà del sistema sanitario regionale. Una notizia che ha portato non poco sconcerto, anche Enrico Tinti, presidente dell’ordine dei biologi della Sardegna, ha espresso il proprio disappunto per i tanti soldi non spesi dalle Aziende sanitarie della Sardegna. “Resto sconcertato e deluso – ha dichiarato Tinti – quando apprendo che ben 117 milioni di euro non sono stati utilizzati dalle Aziende Sanitarie della Sardegna e nel contempo vengono annunciati maggiori investimenti per la sanità accreditata che poi non vedono la luce”. E diciamo che a restare sconcertati siamo anche noi che non poche volte nelle precedenti rassegne ci siamo soffermati sulla gravità della situazione sanitaria sarda: sono quasi 100mila ad esempio, contando solo la popolazione over 55, i sardi che nel 2023 hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie pur avendone necessità. In settimana però sempre a tema sanità nell’Isola c’è stato anche un altro annuncio: nasce infatti il primo centro sanitario aperto h24, verrà inaugurato lunedì dalla ASL3 a Muravera. il Punto di Continuità Assistenziale, viene considerato un nuovo modello di assistenza che garantisce ai cittadini un accesso continuativo alle cure mediche. Oltre alla tradizionale guardia medica, attiva nelle ore serali e notturne, il centro ospita gli Ambulatori Straordinari di Comunità Territoriali, assicurando così una copertura completa e capillare. Un’inaugurazione attesa che però scegliamo di raccontarvi rimarcando il fatto che si tratta davvero di un primo, piccolo e indubbiamente importante passo, per garantire però un qualcosa che dovrebbe già essere facilmente accessibile, ovvero il diritto alle cure. Anche in merito, vi terremo informati e informate

Arriviamo ora al nostro punto sull’energia, più breve del solito perché non ci sono delle novità sostanziali, se non il fatto che migliaia di persone mercoledì hanno deciso di scendere in piazza a Cagliari per consegnare in regione le oltre 210.000 firme a favore della proposta di legge “Pratobello 24” contro la speculazione energetica.  All’evento hanno partecipato come dicevamo migliaia di persone provenienti da tutta l’isola, e hanno parlato diversi esponenti di comitati, sindaci ma anche semplici cittadini e cittadine sarde contrarie alla speculazione energetica. Il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini ha ricevuto i rappresentanti dei comitati, che hanno consegnato appunto ufficialmente le firme raccolte in questi mesi a sostegno della proposta di legge popolare Pratobello 24. Comandini ha chiarito che la procedura che seguirà il progetto di legge sarà quella ordinaria, aggiungendo che «Per ora siamo alla fase di verifica della regolarità delle firme, poi ci occuperemo di definire quale sarà la procedura di discussione con le commissioni». Al microfono ha parlato anche il sindaco di Orgosolo, Pasquale Mereu, uno dei promotori della Pratobello 24: «Invito i colleghi sindaci presenti», dice, «a non mettere la fascia tricolore. Perché in questo momento l’Italia è contro la Sardegna». Quello che accadrà adesso è che, dopo l’iter di controllo delle firme, il provvedimento d’iniziativa popolare seguirà poi un normale iter nelle commissioni prima di approdare definitivamente in Aula. Come riporta Cagliaripad niente procedure accelerate dunque, per la Pratobello ’24, che anche in caso di accoglimento non sembra destinata ad una facile approvazione. Non solo infatti le procedure per arrivare al voto finale in Consiglio si preannunciano lunghe, ma anche le posizioni all’interno delle coalizioni restano abbastanza divise. Il centrodestra ha sposato la causa e diversi consiglieri erano presenti ieri alla manifestazione davanti al palazzo di via Roma, più complicata è invece la situazione nel centrosinistra, dove la presidente Alessandra Todde ha frenato sulla Pratobello, puntando sulla moratoria e sulla definizione delle aree idonee. Segnali di apertura erano però arrivati da alcuni consiglieri della maggioranza, soprattutto dopo l’ottima risposta mediatica che ha portato alle oltre 210mila firme. Vediamo come andrà, c’è da dire però che una mobilitazione popolare così forte non può passare inosservata, e che sicuramente resterà nella storia di questa lunga lotta contro la speculazione energetica.

Parliamo ora di cultura perché come riportato da La Nuova in settimana, il settore cultura e creatività non solo occupa in Sardegna circa 27mila persone ma registra anche oltre un miliardo di euro di fatturato nel 2023. I numeri arrivano dal report della Fondazione Symbola, secondo cui a trainare la crescita nell’Isola è lo sviluppo di videogiochi, seguito da arti audiovisive e musica. Tra i fenomeni che hanno incentivato la crescita del gaming c’è Saturnalia, un videogioco uscito nel 2022 nato in terra sarda, un horror ambientato nell’isola dove i protagonisti vengono rincorsi da una creatura simile a un Mamuthones. A incidere in sardegna è anche la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale ma la categoria che al momento da più lavoro nell’isola è il settore stampa e editoria, che incide per il 30%, seguita da architettura e design. Sono numeri che ci confermano l’importanza del settore cultura e creatività, un settore troppo spesso bistrattato che è invece in grado di portare crescita e opportunità, non solo economiche quanto comunitarie.

Prima di lasciare la parola al nostro Alessandro Spedicati, leggiamo un comunicato arrivato in serata che riguarda la manifestazione che si sarebbe dovuta tenere a Sassari il 7 ottobre, a supporto della resistenza palestinese. Avremo infatti voluto questa settimana parlarvi anche di questo appuntamento ma non possiamo, perché anche questo evento è stato impedito dalla questura locale. Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi qualche giorno fa ha infatti dichiarato che è “Inevitabile vietare manifestazioni per il 7 ottobre”, parlando della decisione della Questura di Roma che ha vietato le manifestazioni per la Palestina in programma per il prossimo 5 ottobre. Vi leggo direttamente un estratto del comunicato che arriva dagli organizzatori della manifestazione. “In data 1 ottobre 2024, i compagni e le compagne delegati a promuovere la manifestazione sono stati convocati alla questura di Sassari con estrema urgenza per discutere su quanto sarebbe accaduto il 7 ottobre nella nostra città. Ma lo spazio di dialogo era molto stretto: il 7 Ottobre non si può manifestare. Nonostante il contesto sassarese sia sempre stato un contesto estremamente tranquillo, nonostante le compagne e i compagni che sono scesi in piazza nell’ultimo anno abbiano dimostrato la capacità e la responsabilità di saper gestire e mantenere l’ordine e la sicurezza per le manifestanti e i manifestanti nelle piazze, anche in contesti avversi e di potenziale caos, nonostante gli stessi alti funzionari della questura sassarese abbiano dato atto della correttezza e della responsabilità che abbiamo sempre dimostrato, anche da noi arriva la stretta repressiva del governo Meloni. Ciò che è avvenuto, e che rappresenta solo l’inizio di un disegno repressivo ben più grande e articolato, è la mera applicazione della direttiva antidemocratica e liberticida imposta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha dato indicazione precisa di vietare qualsiasi piazza il 7 ottobre. Il pericolo? Dover ascoltare e dare spazio ad una parte della popolazione sarda e italiana che si oppone al cruento e disumano genocidio perpetrato dall’entità sionista isrealiana, cui lo Stato Italiano rappresenta un alleato fedelissimo e accondiscendente. Anche a Sassari, quindi – prosegue sempre la nota – arriva la stretta fascista calata dall’alto dal governo Meloni, in perfetta linea con le politiche anti-democratiche portate avanti negli ultimi mesi, il cui capolavoro è rappresentato dal disegno di legge liberticida 1660, che vieterà qualsiasi tipo di dissenso in ogni direzione. Denunciamo con forza le intimidazioni portate avanti dalle istituzioni e dal governo Meloni verso le nostre compagne e i nostri compagni, le minacce di denuncia qualora decidessimo di scendere comunque in piazza il 7 ottobre a Sassari. Non ci faremo intimidire, non ci faremo sottomettere. Continueremo a lottare per ciò che reputiamo giusto e in base al principio demoratico di libertà di espressione delle idee e di diritto alla manifestazione e alla resistenza. Non ci piegheremo, non faremo un passo indietro. Torneremo in Piazza il 5 Ottobre a Cagliari per manifestare il nostro dissenso al ddl 1660 e alle politiche accondiscendenti dello stato Italiano verso Israele, e torneremo in piazza a Sassari il 12 Ottobre per fare ciò che ci è stato impedito di fare il 7 Ottobre, ovvero chiedere la pace e il rispetto del diritto internazionale per il popolo palestinese, per quello libanese e quello yemenita.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme

Lunedì abbiamo inaugurato la settimana e salutato settembre con un articolo della nostra Marta “Jana sa Koga” Serra, antropologa, studiosa di pratiche ancestrali dell’isola e curatrice della nostra rubrica sull’esoterismo in Sardegna. Ci ha parlato della simbologia, del valore e del ruolo dell’albero nella società contemporanea. Una nazione, quella degli alberi, che Marta Serra chiama del “popolo verde, sottovalutata e bistrattata, sotto continuo attacco di specismo”. “Non importa quali siano dimensioni, forme e funzioni – scrive sempre la nostra strega – la sostanza dell’albero sta nel vigilare, nell’essere sentinelle della memoria che danno esempio costante di collaborazione, vitalità e crescita”. Vi consigliamo di leggerlo e di lasciarvi trasportare dalle parole: trovate tutto sulla nostra home

Martedì abbiamo parlato (di nuovo!) di scorie nucleari. Torna infatti l’ombra delle scorie in Sardegna dove, in tempo di aree idonee, si ricomincia a parlare anche di depositi di scorie nucleari. Il ministro dell’Ambiente Piccheto ha infatti recentemente dichiarato che la procedura di valutazione ambientale per i siti idonei, inclusi quelli sull’Isola, è in corso. Una proposta che si è scontrata con l’opposizione della Regione Sardegna, e prima ancora e del Comitato No Scorie – Sarcidano per la Sardegna. «Il deposito unico delle scorie nucleari non lo vuole nessuno? E allora ne facciamo tre: uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud. La procedura di Valutazione di impatto ambientale sui siti idonei a ospitare depositi di scorie nucleari va avanti», ha dichiarato il ministro facendo riferimento ai 51 siti individuati nella CNAI (Carta nazionale delle aree idonee) in 6 regioni, fra le quali la Sardegna. Nell’articolo di Lisa Ferreli, ricordiamo che già nel 2011 l’Isola aveva espresso un parere contrario al deposito con un referendum regionale consultivo proposto da Sardigna Natzione Indipendentzia. La risposta al quesito “sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?” fu “Sì”, per il 97,13% delle persone votanti (il 59,98% degli elettori). La proposta del ministro si è comunque subito scontrata con l’opposizione della Regione Sardegna, e prima ancora e del Comitato No Scorie – Sarcidano per la Sardegna, che abbiamo intervistato in merito. Anche in questo caso, puoi leggere l’articolo completo su www.sardegnachecambia.org 

Mercoledì spazio alla nostra Sara Brughitta che ci ha raccontato Donosa, un giovane brand sardo di skincare naturale e sostenibile fondato da Mariantonietta Dettori. Nato dal desiderio di combinare l’amore per la terra natale con la cura della pelle, Donosa utilizza ingredienti locali per creare cosmetici biologici che rispettano sia la bellezza della pelle che l’ambiente. Nell’intervista la fondatrice, originaria di Orgosolo, racconta come l’ idea alla base fosse quella di favorire lo sviluppo dell’economia locale, con uno sguardo sempre attento all’ecosostenibilità. Si parla di prodotti naturali, di economia circolare, dell’importanza della cura di sé ma anche di benessere psicologico legato alla skincare. Non perdetevi l’articolo e se ancora non conoscete questa realtà, approfittatene perché è un progetto molto interessante

Ieri abbiamo chiuso la settimana di Sardegna Che Cambia con un articolo che parla del disegno di legge 1660, il cosiddetto ddl sicurezza, e delle conseguenze che avrà in territorio sardo. Anche qui infatti domani attivisti e studenti scendono in piazza contro una serie di nuove disposizioni, che a loro avviso criminalizzano il dissenso e limitano il diritto di protesta. Le disposizioni, che colpiscono manifestazioni contro le “grandi opere”, vengono interpretate come un tentativo di zittire chi difende il territorio e i diritti umani. Per la Rete de sos istudentes de Sardigna il provvedimento è liberticida, con un forte impatto nelle lotte sarde contro la speculazione energetica e l’antimilitarismo. Il ddl 1660, recante “disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”, introduce come scriviamo nuovi reati e aumenti delle pene, un rafforzamento delle tutele per forze dell’ordine, stretta alla droga e stop alla cannabis light, stretta anche su manifestazioni e rivolte. Ne parliamo insieme alla neonata Rete de sos istudentes de Sardigna, tra gli organizzatori della manifestazione a cui hanno aderito anche Aforas, Unica per la Palestina, Assemblea Palestina Sassari, UNIGCOM, Ultima Generazione e Friday For Future Sardegna. 

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola: 

  • Questo fine settimana a Oristano è il momento di Fàulas! Un festival di cui siamo orgogliosi media partner. Si tratta di un evento organizzato dall’Assemblea Natzionale Sarda che unisce riflessione critica e sperimentazione artistica, offrendo l’occasione di guardare alla nostra Isola con occhi nuovi e aperti al futuro. La Sardegna può vivere esclusivamente di turismo? Siamo davvero una società matriarcale? Ancora parliamo di colonialismo? Non poche domande – e rispettive risposte – animeranno il 5 e 6 ottobre questa terza edizione di Fàulas, con ospiti che arrivano da vari ambienti: sabato tra i talk del pomeriggio ci sarà “In Sardegna non c’è niente!” con Jessica Cani e “La Sardegna è una terra selvaggia e incontaminata” con Matteo Cara, anticipati però dall’aperitivo con Filosofia de Logu e gli studenti dell’I.T.I.S. Othoca a tema colonialismo. Il festival riprende domenica 6 con “A colazione di… faulas” con le interviste guidate da noi di Sardegna Che Cambia a Francesca Loi, Mauro Patta e Michela Anedda e ma vi consigliamo anche – tra i vari appuntamenti – la proiezione di “Versi paralleli”, documentario di Marco Lutzu che racconta il viaggio di tre poeti sardi nei Paesi Baschi, e l’evento sul bilinguismo e la presenza nel web, temi che saranno al centro della tavola rotonda guidata da Myriam Mereu. Insomma, l’evento è anche quest’anno meraviglioso e le occasioni non mancano: trovate tutte le info sui canali social e il sito dell’assemblea Natzionale Sarda 
  • Questo sabato invece a Dolianova ci sarà il secondo appuntamento del Festival letterario Street Books in collaborazione con il Circolo di Lettura Dolia. Il tema dell’edizione 2024 è”Narracontro: raccontare per trasformare, voci contro la violenza”, protagoniste saranno solo autrici donne e infatti sabato sarà il momento della giornalista Elvira Serra che presenterà il libro “L’altra. Storia di un’amante” Editore Solferino, in dialogo con Stefania Frigau.
  • Sempre a tema festival, questo fine settimana a Quartu Sant’Elena si terrà la quarta edizione del Moon Arts Film Festival, rassegna cinematografica internazionale (a ingresso gratuito) con la direzione artistica del regista e produttore Marco Oppo. Tre giornate – nella Sala Affreschi dell’ex Convento dei Cappuccini di Quartu Sant’Elena – dedicate alla proiezione di quasi cinquanta cortometraggi e video musicali provenienti da tutto il mondo, con lo scopo di diffondere e confrontare cultura e culture differenti per valorizzare lo scambio e la crescita artistica isolana.
  • In conclusione, una postilla: 4 al 6 ottobre, anche in Sardegna torna “La Mela di AISM”, l’evento solidale che quest’anno celebra il suo 30° anniversario. Nato nel 1994, questo evento promosso dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) ha raccolto oltre 61 milioni di euro, destinati alla ricerca sulla sclerosi multipla (SM) e ai servizi per le persone con sclerosi. Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano parteciperanno all’evento ma non solo: per conoscere l’elenco completo delle piazze più vicine a te, visita il sito ufficiale aism.it ma in ogni caso, se vedi in giro dei banchetti con delle mele fermati, sono sicuramente alcune tra le decine di volontari che sono impegnati in tutta l’Isola nella raccolta fondi. Come sempre, con una donazione minima di 10 euro, si avrà in cambio borsina rossa con 1,8 kg di mele. Un bell’appuntamento annuale, che non potevamo non menzionarvi 

#dirittoallostudio
Lai, scure del governo sugli Atenei, meno 6 milioni in Sardegna
Il diritto allo studio è morto

#sanità
Nasce il primo centro sanitario h24 in Sardegna
I biologi sardi: “Sconcertati dai 117 milioni non spesi dalla sanità sarda”
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Attese insostenibili e pochi soldi, 100mila sardi rinunciano alle cure
Corte conti: regolare bilancio 2023 ma la Regione non ha speso

#pratobello
Rinnovabili: raccolte 211mila firme contro ‘assalto’ in Sardegna
Il popolo di Pratobello 24 “assedia” il Consiglio regionale: a Cagliari da tutta la Sardegna contro la speculazione energetica
Pratobello 24, dopo l’entusiasmo delle firme pronto lo scontro in Consiglio
La rivolta della Sardegna: consegnate 210.000 firme contro la speculazione energetica


#cultura
Cartaceo La Nuova Sardegna del 1 ottobre 2024, “Cultura e creatività, un settore che fattura più di un miliardo di euro” di Paolo Ardovino, pagina 4

#7ottobre
Il Viminale vuole vietare le manifestazioni per la Palestina in vista del 7 ottobre

Piantedosi: “Inevitabile vietare manifestazioni per il 7 ottobre”
Comunicato stampa: “VIETATO IL 7 OTTOBRE, LA REPRESSIONE COLPISCE ANCHE NOI. DA GAZA A SASSARI, PASSANDO PER BEIRUT, YEMEN E CISGIORDANIA, ORA E SEMPRE RESISTENZA.”
– versione social

#SACC
L’albero, memoria viva della saggezza minacciato dal “grigiume” umano
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