16 Feb 2024

Ricci di mare, li stiamo finendo – INMR Sardegna #18

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Diciottesima puntata di “Io non mi rassegno Sardegna”: oggi parleremo alimentazione con due notizie. Una riguarda la celiachia, vista la pubblicazione dei dati sui costi a tratti proibitivi dell’alimentazione per le persone celiache nella nostra isola; mentre la seconda riguarda invece la sostenibilità delle nostre scelte alimentari, con focus sui ricci di mare. Ulteriore tema della rassegna sarà anche l’assalto eolico che non si ferma, con la lotta dei comitati in difesa dei territori del Supramonte di Orgosolo, e infine parleremo di linee ferroviarie che per Legambiente sono fotografia di una Sardegna, dal punto di vista della mobilità, indietro di dieci anni. Avremo poi un contributo audio di Luigi Bussu, giornalista di Indip e autore di un’inchiesta sul diritto alla salute nelle carceri sarde che abbiamo pubblicato in settimana su Sardegna che cambia.

L’alimentazione al giorno d’oggi non può essere solo una scelta di pancia. Deve passare per un approccio consapevole e comunitario, che tenga conto del fatto che ogni scelta che facciamo ha un impatto sull’ambiente e l’intero ecosistema. I ricci di mare di tutta questa questione, ne sono l’emblema. La loro popolazione sta diminuendo rapidamente, a causa di una combinazione di fattori: l’inquinamento marino e la pesca sono tra le principali minacce per i ricci di mare. Inoltre, i cambiamenti climatici stanno influenzando la temperatura e l’acidità dell’acqua, creando condizioni sfavorevoli per la loro crescita e sviluppo. Questa settimana Michele Porcheddu ha affidato alle pagine della Nuova Sardegna una lettera rivolta soprattutto ai ristoratori, affinché la sostenibilità entri anche nei loro menù. Il suo è un appello al buon senso. “Scegliete fornitori che praticano la pesca sostenibile e supportate progetti di conservazione marina, contribuendo così a preservare gli ecosistemi marini. Il vostro impegno oggi contribuirà a garantire un futuro sostenibile per il settore gastronomico e l’ambiente.” Ecco, oggi volevamo rilanciare il messaggio di Michele Porcheddu perché anche noi pensiamo che non si possa stare al mondo senza averne cura. La domanda che probabilmente dobbiamo porci è: davanti a una minaccia che plasmerebbe l’intero ecosistema, siamo davvero sicuri di non riuscire a rinunciare a una pasta coi ricci di mare? Pensiamoci.

Parliamo ora di celiachia perché anche in Sardegna i costi per l’alimentazione sono a tratti proibitivi. A pubblicare i dati in merito è stata l’associazione dei consumatori Assoutenti, che in collaborazione col Centro di formazione e ricerca sui consumi, ha raccolto un paniere dei prodotti senza glutine più diffusi, confrontandone il prezzo con gli omologhi di largo consumo. E il risultato non è dei più rosei. Acquistare prodotti senza glutine costa in media il 73% in più rispetto ad un’alimentazione tradizionale, con prezzi al dettaglio di cibi e bevande gluten-free che hanno subito una crescita esponenziale: + 10% negli ultimi tre anni. Qualche esempio? Un pacco di fette biscottate può costare il 257% in più se si sceglie la confezione senza glutine, per un pacco di fusilli invece circa il 110% in più. È vero, esistono i buoni spesa, ma molto spesso non riescono a garantire un’alimentazione adeguata agli standard individuali e altrettante volte, non sono sufficienti.

Parliamo ora di mobilità territoriale perché Legambiente con il nuovo report di Pendolaria in merito ha emanato una sentenza lapidaria: la Sardegna, rispetto al territorio italiano, è indietro di decenni. Nell’Isola infatti le reti ferroviarie sono due ma non sono interconnesse, hanno due gestori e sono a scartamento diverso, che tradotto in problematiche reali significa creare continuamente complicazioni alla circolazione dei treni che devono passare da una rete all’altra. “I residenti in Sardegna – ha dichiarato Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna – hanno diritto a un livello di prestazioni dei servizi e delle infrastrutture pari a quello raggiunto da decenni nel resto del territorio italiano. Serve un patto di cittadinanza che garantisca anche ai sardi gli stessi livelli presenti nel Centro-nord e si deve poi giungere ad un’unica rete interconnessa”. I dati arrivano infatti con una critica propositiva, e una soluzione possibile: secondo Legambiente Sardegna bisogna elettrificare tutta la rete raddoppiando la linea e aumentando le velocità medie di percorrenza. Infine, sarebbe necessario avviare una politica di sviluppo del trasporto delle merci su ferrovia anche in Sardegna realizzando un adeguato sistema di snodi intermodali che colleghi anche i porti.

Mettiamo un attimo in pausa la rassegna per ascoltare il contributo audio che ci arriva da Luigi Bussu, giornalista di Indip. Questa settimana abbiamo infatti parlato della situazione nelle carceri sarde, pubblicando un’inchiesta a firma Indip sul diritto alla salute dei detenuti. Tra qualche minuto vi riporteremo sia i dati dell’inchiesta che il resoconto che ci arriva invece dalla nostra intervista alla garante dei detenuti Irene Testa, prima però la parola a Luigi Bussu. “Servirebbe un reparto detentivo ospedaliero ma quello del Santissima trinità di Cagliari è usato come magazzino”

L’ultima notizia della settimana parla sì di un assalto eolico che non vuole fermarsi, ma prima ancora racconta un territorio che di interrompere la sua lotta in difesa dell’ambiente, non ne ha alcuna intenzione. C’è un nuovo e compatto fronte del “No” all’assalto, stavolta contro il parco eolico composto da 11 generatori alti 180 metri che la società Scirocco Prime di Grottaglie, in provincia di Taranto, vorrebbe realizzare nella vallata su cui si affacciano il monte Corrasi e il Supramonte di Orgosolo. I Comuni interessati (Nuoro, Orgosolo e Oliena) sono stati informati attraverso una comunicazione lo scorso venerdì 9 febbraio. I rispettivi sindaci hanno annunciato il ricorso a tutte le iniziative utili a bloccare il progetto che, sostengono, avrebbe un impatto devastante sul paesaggio compromettendo lo sviluppo ambientale e turistico della zona. L’opera interesserebbe prevalentemente il comune di Orgosolo, dove ricadrebbero nove aerogeneratori, la stazione elettrica di trasformazione e il sistema di accumulo di energia, mentre al comune di Oliena spetterebbero due aerogeneratori e nel comune di Nuoro dovrà essere realizzata la stazione Rtn Terna.

Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo.

Primo articolo della settimana l’inchiesta di Indip sul diritto alla salute negati ai detenuti sardi. L’esistenza di reparti detentivi all’interno degli ospedali migliorerebbe l’accesso dei detenuti alle prestazioni sanitarie, da cui oggi sono quasi del tutto tagliati fuori, ma la cosa assurda è che da oltre dieci anni ne esiste uno nell’ospedale cagliaritano del Santissima Trinità, ma viene utilizzato come magazzino. In questa inchiesta di Indip Luigi Bussu traccia un quadro preoccupante dell’accesso alle cure per i detenuti sardi, ancora più cupo se si guarda ai carcerati con problemi di salute mentale. Se all’atto pratico in Sardegna la garanzia di un diritto alla salute accessibile è un problema anche per chi non è in carcere, ci sentiamo di sottolineare che  le persone private della libertà personale ne sono invece proprio tagliate fuori.

Il secondo articolo della settimana è a firma di Laura Tussi, che ci parla del problema del dimensionamento scolastico, “la cronaca di una morte annunciata”. In Sardegna lo si ribadisce da tempo con mobilitazioni, scioperi e presidi di protesta permanente, come accade nel paese di Seui, che come vi abbiamo raccontato nella scorsa rassegna è tra le comunità minacciate dai tagli al comparto scuola. Nel frattempo però, quello che sottolinea Laura Tussi è che nell’isola proseguono le visite istituzionali, anche in funzione delle elezioni regionali imminenti. Fra le ultime quella del ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, al quale le persone in protesta hanno ribadito che le responsabilità sue e del suo Governo in merito al diritto all’istruzione di sardi e sarde, sono cruciali. 

Mercoledì siamo tornati sul tema carcere agganciandoci all’inchiesta precedente con un’intervista alla garante dei detenuti della sardegna, Irene Testa. Insieme alla garante abbiamo parlato di carcere, diritti negati ai detenuti sardi, e di errori giudiziari a partire da quello che è probabilmente tra i più gravi della storia italiana, e che ha visto Beniamino Zuncheddu scarcerato a gennaio dopo trentatré anni in cella da innocente. Irene Testa racconta come quello Zuncheddu non sia un caso limite, “i dati ci dicono che di Beniamino ce ne sono tanti”, ha dichiarato. Dal 1991 al 2022 infatti i casi di errori giudiziari hanno coinvolto 30mila persone, quindi stiamo parlando di 961 cittadini all’anno in manette. Persone che subiscono una custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari, salvo poi venire assolte, o che dopo essere condannate con sentenza definitiva, vengono assolte in seguito a processo di revisione. Il tutto per una media di poco meno di 29 milioni e 200mila euro l’anno tra indennizzi e risarcimenti. Ma la sofferenza che può nascere dalla reclusione ingiusta va purtroppo contestualizzata nel quadro già preoccupante che emerge dalle carceri sarde.

Ieri invece abbiamo chiuso la settimana raccontandovi il progetto Riconnettiamo della guida cicloturistica Marco Buonomo. Lui ha scelto di avviare in Sardegna un progetto di bike tour che guarda al futuro dell’Isola e vuole essere una delle tante risposte al fenomeno dello spopolamento. Conoscere le zone della Sardegna meno frequentate, attraversare territori che dalle cronache sembrano dominati solo dal fenomeno dello spopolamento e guardare ai progetti ecosostenibili presenti affinché siano parte di un’avventura a due ruote trasformativa. Con Riconnettiamo oggi Marco Buonuomo unisce in Sardegna la passione per la scoperta di nuovi paesaggi e la voglia di trasmettere il piacere per bike tour e traversate in sella. Il tutto, seguendo percorsi che arrivano dal cuore in zone che possiamo definire lontane dagli occhi, che non vengono quindi normalmente scelte come meta.

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola.
Prima di tutto vogliamo segnalarvi un festival che si terrà la prossima settimana, “Once Upon A Place”. Si svolgerà a Sorgono nel Teatro-Cinema “Salvatore Murgia”, dal 22 al 24 febbraio. Trentaquattro relatori da tutta Italia si confronteranno nel corso di quattro giornate focalizzate sull’importanza delle narrazioni nel valorizzare comunità e tradizioni, anche sotto il profilo turistico.
In occasione poi della manifestazione “A Maimone 2024. Su Carrasegare antigu Samughesu”, il Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda – MURATS – e il Comune di Samugheo inaugurano fino al 3 marzo  “Il tempo delle Maschere”, una doppia esposizione temporanea.
La mostra comprende le ancestrali maschere della tradizione samughese e le opere dell’artista sassarese Francesca Cattari.
A Cagliari questo fine settimana si terrà la prima edizione del “Carnevale internazionale” al parco della musica. Conga Cubana, dj set, caccia al tesoro nel parco, street food a tema e premio per il costume di Carnevale più stravagante.
In generale, anche questo fine settimana non mancano gli eventi legati al carnevale in tutta l’isola: Bonorva, Sassari, Valledoria, Fonni, Siniscola, Ulassai e non solo. Ovunque si festeggia tra maschere e balli che vi consigliamo di non perdere.

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