La Campania introduce gli psicologi di base
Partiamo con una notizia molto interessante. In Campania ci sarà lo Psicologo di Base nei distretti sanitari delle Asl, e sarà, come il medico di base e il pediatra, di libera scelta per le famiglie. È la prima regione d’Italia ad istituire questa figura nella Sanità pubblica, in un momento storico in cui effettivamente ce n’è tanto bisogno.
In realtà la legge regionale con cui la Campania è dello scorso anno, per l’esattezza è la numero 35 del 3 agosto 2020; con questa legge la Campania voleva istituire presso i distretti sanitari delle Asl il Servizio di psicologia di base a sostegno dei problemi e dei bisogni assistenziali emersi durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Solo che la presidenza del Consiglio dei Ministri aveva fatto ricorso contro questa legge sostenendo che fosse incostituzionale, perché di competenza dello stato. Due giorni fa si è espressa la Corte costituzionale che ha dato ragione alla regione Campania, e quindi la legge può adesso entrare in vigore.
Come funzionerà? Le attività saranno assicurate da psicologi liberi professionisti, attraverso una convenzione con ciascuna Asl a livello dei distretti sanitari di base. L’obiettivo è: “sostenere ed integrare l’azione dei medici di medicina generale e dei pediatri e diminuire il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione, intercettare i bisogni di benessere psicologici che spesso rimangono inespressi dalla popolazione, intercettare e gestire le problematiche comportamentali ed emotive derivate dalla pandemia Covid 19”.
Per il nuovo servizio sono stati stanziati 600mila euro per il biennio 2020-2021. La Regione Campania istituisce inoltre un “osservatorio regionale”.
Ora, mi sono sempre chiesto come mai lo stato si occupasse di coprire la salute fisica dei suoi cittadini ma non si preoccupasse minimamente di quella psicologica. Constatando fra l’altro che, non ho dati sottomano ma mi è capitato in passato di leggere studi a riguardo, una buona percentuale di pazienti si rivolge al medico di base per problematiche che sono di natura psicologica. Anche perché non è così difficile confondersi, visto che mente e corpo sono molto più intrecciati e interdipendenti di come siamo abituati a pensare.
Al netto di come sarà la realizzazione, l’idea ha diversi aspetti interessanti. Ad esempio il fatto che questo psicologo di base lavori a stretto contatto e in sinergia con il medico di base, e il fatto che sia fatto con delle convenzioni con liberi professionisti, che forse potrebbe smussare alcune criticità e inefficienze tipiche di quando a offrire questo genere di servizi è il settore pubblico. Dico forse, perché ovviamente quando sperimentiamo qualcosa di nuovo in cui ci sono di mezzo gli esseri umani, non conosciamo mai i risultati. Però bene che almeno una regione stia facendo questo esperimento. Certo, c’è voluta una pandemia mondiale perché si smuovesse qualcosa da questo punto di vista, ma tant’è.
Giovani e rischio suicidi
Che ci sia bisogno di assistenza psicologica lo mostra, drammaticamente, anche un’indagine promossa da Fondazione Soleterre e dall’Unità di Ricerca sul Trauma dell’Università Cattolica di Milano, di cui Vita riporta i risultati. In Italia 490mila giovani dai 14 ai 19, oltre il 17% del totale, quasi uno su cinque, pensa “quasi ogni giorno” o “per più della metà dei giorni” che sarebbe meglio morire o farsi del male a causa del dolore che la vita provoca.
La ricerca aveva l’obiettivo di approfondire da un lato come gli adolescenti hanno vissuto e percepito la pandemia e dall’altro quali risposte comportamentali, emotive e relazionali hanno messo in campo. Sempre su Vita un’intervista allo psicoterapeuta Matteo Lancini mostra come sono aumentate le minacce di suicidio e i comportamenti autolesivi, i disturbi del comportamento alimentare, i conflitti fra genitori e figli, i ragazzi che hanno deciso di ritirarsi dalla scuola e dalla vita sociale.
Le fasce più giovani di popolazione sono quelle meno colpite dalla pandemia, ma più colpite dalle misure per contenerla. Sono anche le persone che formeranno l’umanità di domani quindi è interesse di tutti trovare delle modalità sicure per cui possano essere da un lato supportati in questo momento e dall’altro possano ritrovare la socialità, che è sempre importante, ma probabilmente lo è ancora di più a quell’età.
La grande “dimissione” delle donne
Cambiamo argomento, ma nemmeno tanto. Qualche giorno fa parlavamo della Great Resignation o Big Quit, ovvero quel fenomeno per cui milioni di persone si stanno licenziando dal lavoro, pur in un periodo di incertezza economica. Un nuovo articolo della giornalista Moira Donegan sul Guardian, ripreso da Valigia Blu, mostra un’altra faccia della medaglia. La giornalista si è chiesta se esista anche una questione di genere attorno al fenomeno della “Great Resignation” statunitense, visto che “durante la pandemia, le donne sono uscite dalla forza lavoro a un tasso doppio rispetto agli uomini e la loro partecipazione è ora la più bassa da oltre 30 anni. Circa un terzo di tutte le madri lavoratrici ha ridimensionato o lasciato il lavoro da marzo 2020”.
E ha scoperto che più che una grande dimissione, è stata una grande espulsione quella delle donne dal lavoro durante la pandemia. Secondo Donegan questi dati hanno poco a che fare con scelte personali e molto con condizioni materiali, come quella banalmente del non avere avuto nessuno che si occupasse dei figli tra scuole chiuse per quasi due anni, quarantene e carenza di strutture per bambini piccoli (o a prezzi molto alti diventati ancora più proibitivi). Un discorso applicabile anche all’assistenza delle persone anziane e tutte quelle attività di cura non retribuite che, in momenti in cui ce n’è più bisogno, hanno l’effetto di spingere le donne nella sfera domestica.
Presidenziali cilene
Spostiamoci in Centro America, in Cile per l’esattezza, dove fra due giorni, il 19 dicembre, i cittadini torneranno nuovamente alle urne per il ballottaggio, per decretare chi tra José Antonio Kast, candidato di estrema destra nostalgico di Pinochet, e Gabriel Boric, proveniente dai movimenti studenteschi di sinistra, sarà il nuovo Presidente.
Lo scenario elettorale è altamente imprevedibile: nonostante al primo turno avesse primeggiato Kast, adesso i sondaggi danno Boric come favorito, ma resta ancora incerto il trasferimento dei voti ottenuti dai candidati esclusi.
In ogni caso, spiega il Caffé Geopolitico, si profila uno scenario politico teso: il Presidente entrante dovrà stabilire un dialogo tra le forze politiche nel Congresso e gestire il processo di riscrittura della Costituzione attualmente in corso.
Articoli e fonti:
#psicologo di base
Quotidiano Sanità – “Sì allo psicologo di base”. La Consulta boccia il ricorso del Governo contro la legge della Campania
#adolescenti
Vita – 490mila adolescenti pensano che sarebbe meglio morire o farsi del male
Vita – Gli adolescenti? Da ribelli a sofferenti, perché gli abbiamo tolto il futuro
#donne #dimissioni
Valigia Blu – Le “Grandi Dimissioni” delle donne con figli espulse dal mondo del lavoro
#Cile
Il Caffè Geopolitico – Elezioni presidenziali in Cile, cosa aspettarsi?
Italia che Cambia – Cile e Venezuela, elezioni “estreme” – #414
Italia che Cambia – Il Cile è pronto a rivoluzionare la costituzione! – Io Non Mi Rassegno #371
#clima
La nuova ecologia – Inazione climatica, lo Stato Italiano in tribunale
#Pnrr #transizione
Ansa – Italia sotto la media Ue per fondi Pnrr su ecotransizione
#caffè
Internazionale – La crisi del caffè alimenta l’esodo dei migranti dal Centroamerica
#Nigeria
Nigrizia – Società segrete e crimine organizzato in Nigeria
#Internet
il Post – Quante emissioni produce internet?
#complotti
Internazionale – Uccelli
#pulcini
Lifegate – L’Italia va verso lo stop all’uccisione dei pulcini maschi
#ultimo miglio
Rinnovabili – New York punta a rendere più sostenibili le consegne dell’ultimo miglio