Elezioni del Presidente della Repubblica
Chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica italiana? È questo l’argomento che tiene banco negli ultimi giorni più di ogni altro sui giornali. Prima di andare a vedere i candidati e fare un po’ di ragionamenti, vorrei vedere assieme a voi come funzionano le elezioni del Presidente della Repubblica.
In base all’articolo 83 della costituzione, il capo dello stato viene eletto dal Parlamento in seduta comune a cui si aggiungono 3 delegati per ogni regione, scelti dai rispettivi consigli regionali secondo la proporzione di due rappresentanti della maggioranza e un rappresentante della minoranza, fatta eccezione per la Valle d’Aosta che ne esprime uno solo. In tutto, il collegio elettorale “presidenziale” è quindi composto da 1.009 cosiddetti “Grandi elettori”, di cui: 630 deputati, 321 senatori (inclusi i senatori a vita) e 58 delegati regionali.
Sarà l’ultima volta che sarà così, perché il numero calerà drasticamente quando sarà eletto il nuovo parlamento con numeri ridotti a seguito della riforma costituzionale approvata nel settembre 2020.
Il voto è segreto e per le prime tre tornate serve una maggioranza qualificata di ⅔ degli elettori per eleggere il nuovo Presidente. Maggioranza che poi diventa semplice, ovvero del 50% +1, dalla quarta tornata in poi.
La procedura è già di per sé lunga e complessa, considerate che alcuni presidenti in passato sono stati eletti dopo più di 20 votazioni. Quest’anno lo sarà forse ancora di più perché se normalmente venivano fatte 2 votazioni al giorno, quest’anno se ne farà soltanto una, visto che i grandi elettori entreranno nell’aula scaglionati, e tutta la procedura, fra turni, sanificazioni e spoglio, dovrebbe durare circa 4 ore. Si comincia il 24 gennaio, lunedì prossimo, e si prosegue a oltranza.
Questa è l’architettura generale, ora, chi sono i favoriti? Premesso che è sempre difficile dirlo, perché l’architettura dell’elezione fa sì che possano emergere dei nomi a sorpresa, un po’ come succede quando viene eletto il Papa, possiamo comunque fare qualche ragionamento.
Partiamo da un fatto. Sono eleggibili tutti i cittadini e le cittadine che abbiano superato i 50 anni di età e goda di diritti civili e politici. Non ci si candida a diventare PdR, semplicemente si viene eletti. Anche il barista sotto casa o vostra zia potrebbero essere eletti, se raggiungessero la maggioranza dei voti. Poi nella realtà questo è abbastanza difficile, perché nei giorni prima delle elezioni i partiti cercano di parlare fra loro e indirizzarsi verso un numero finito di potenziali candidati.
Al momento, l’unico profilo che metterebbe d’accordo tutti e sarebbe eleggibile al primo turno, perlomeno stando ai sondaggi, è il presidente uscente Mattarella. Che però ha già dichiarato che non è disposto a un secondo mandato.
Tolto Mattarella, i nomi che sono circolati di più in questi giorni, oggetto di trattative e rumors fra i partiti sono Mario Draghi, Silvio Berlusconi, o una donna. Sembra una battuta ma è davvero così, questo è ciò che riportano vari giornali, sulla base di rumors e scambi di battute fra i partiti. Come commentava giustamente Serena Dandini a Propaganda Live, sembra che il fatto di eleggere una donna sia una cosa carina in sé, il che presuppone che le donne siano tutte uguali, se ne può eleggere una a caso.
Commentiamo un po’ questi tre candidati. Togliamo di mezzo il giudizio sulla persona, ma concentriamoci su chi potrebbe essere più adatto a svolgere questo ruolo. In Italia il PdR è la carica più alta dello stato, ma non ha un ruolo politico, di capo del governo come avviene nelle repubbliche presidenziali come la Francia o gli Stati uniti. Ha invece un ruolo più super partes, che deve garantire il rispetto delle regole del gioco, e soprattutto della costituzione.
Ora Berlusconi è… Berlusconi. Diciamo che nella sua carriera prima da imprenditore poi da politico non ha proprio brillato per aver rispettato le regole e la condotta morale. Non mi metterò qui a fare l’elenco di tutti i reati e i capi d’imputazione, perché sono troppi per ricordarseli a memoria a meno che non sei un supercomputer quantistico o Marco Travaglio, e sono troppi anche per andarseli a rivedere, ma ecco, diciamo ecco non è proprio il classico personaggio che metteresti a far rispettare le regole.
Draghi è da un certo punto di vista più adatto, è più austero, serio, rispettato. Ma non è che anche lui abbia brillato in rispetto della costituzione, per quel che abbiamo potuto vedere. È più un decisionista, uno che tira dritto, che bypassa costantemente il parlamento, ed è vero che siamo in emergenza, ma fino un certo punto. Senza considerare che culturalmente è espressione del mondo della finanza, di una visione del mondo che mette l’economia al centro, del “tutto mercato e poco stato”. E questo non lo fa un candidato ideale per essere il massimo esponente dello stato.
Insomma, visto ciò inaspettatamente rivaluto la terza candidata, ovvero una donna, che potrebbe fare meglio. Una a caso intendo, eh. E non è una questione di genere, ma di statistica.
A parte le battute, come dicevo vista l’architettura dell’elezione, comunque è possibile che nessuno dei candidati più chiacchierati venga alla fine eletto. Forse anche probabile. Dietro di loro, ci sono tutta una schiera di altri nomi, da Casini a Maria Elena Casellati, a Giuliano Amato, Romano Prodi e tanti altri. E non è detto che non emerga una sorpresa. Come al solito, ci aggiorniamo.
Londra, attività fisica vietata
Ci spostiamo a Londra, dove la scorsa settimana una circolare del sindaco Sadiq Khan ha consigliato ai suoi concittadini di evitare un’attività fisica faticosa il venerdì appena trascorso a causa dei livelli “molto elevati” di inquinamento.
La scarsa qualità dell’aria è il risultato di due fenomeni: un’intensa area di alta pressione che copre l’Europa occidentale, con poco movimento d’aria e l’uso dell’auto che è tornato vicino ai livelli pre-pandemia.
Per fortuna, con i venti che sono tornati a soffiare nel weekend, i livelli di inquinamento, che avevano sfiorato la fascia 10, il livello più alto della scala, sono tornati a scendere. Ma il problema rimane, per una città che si vorrebbe proporre come modello globale di sostenibilità, ma che sembra ancora lontana dalla meta. Fra l’altro ormai è conclamata la correlazione fra covid 19 e inquinamento, quindi anche in un’ottica di prevenzione dal virus, questo come i futuri, vivere in città più sane e sostenibili dovrebbe diventare una priorità.
Lo ha detto, fra le righe, anche il sindaco, che ha dichiarato: “Se non raddoppiamo i nostri sforzi per offrire un futuro più verde e più sostenibile, sostituiremo una crisi di salute pubblica con un’altra, causata dall’aria sporca e dalle strade bloccate”.
Fonti e articoli:
#Presidente della Repubblica
Il Sole 24 Ore – Come si elegge un presidente della Repubblica: regole e procedure
#inquinamento #Londra
The Guardian – Londoners told to reduce physical activity on Friday due to pollution
#Omicron
Internazionale – Omicron ci obbliga a ripensare l’idea di un covid leggero
il Post – La Corte Suprema degli Stati Uniti ha bloccato il provvedimento sull’obbligo vaccinale per i lavoratori delle grandi aziende voluto da Joe Biden
Euronews – Francia, storico sciopero della scuola. Insegnanti in rivolta contro la gestione della pandemia
#bonus psicologico
il Post – A cosa servirebbe il “bonus psicologico”
#Ucrain
Euronews – Il fallimento dei colloqui Nato-Russia: botta e risposta Washington-Mosca
#risorse
Nigrizia – Guinea: l’Iran punta alle miniere di ferro e bauxite
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Lifegate – Le Americhe in preda a temperature estreme. 41 gradi in Argentina, -29 in Canada
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#scoperte
GreenReport – Gli Homo sapiens vivevano in Africa già più di 230.000 anni fa