29 Mar 2024

Piscinas, l’arsenico in mare – INMR Sardegna #24

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Oggi col nostro Alessandro Spedicati parleremo dell’ultimo referendum sardo che si è tenuto in settimana a Seui e del sì ai prodotti che arrivano direttamente dal territorio nelle mense scolastiche di Quartucciu. Parleremo poi della rivolta nel centro per il rimpatrio di Macomer contro le condizioni all’interno del centro, e poi ci soffermeremo su quanto accade ad Arbus. Lo faremo insieme a Stefano Deliperi dell’associazione ambientalista Gruppo di Intervento Giuridico. Come sempre, vi racconteremo anche gli articoli della settimana su Sardegna che cambia e in chiusura, festival e eventi in arrivo per il weekend.

In settimana nell’Isola c’è stato un referendum, riservato però solo agli abitanti del comune di Seui. L’amministrazione ha assecondato il diritto a scegliere della comunità rispetto a quale provincia stare, e attraverso lo strumento rappresentativo più della volontà popolare (il referendum) ha risolto un nodo che da qualche anno attanagliava la comunità seuese. Per capire meglio la situazione dobbiamo fare un passo indietro: il Comune si trova innanzitutto nella subregione storica della Barbagia di Seulo. Fino al 2005 fece parte della provincia di Nuoro, ma con l’istituzione della provincia dell’Ogliastra venne annesso a quest’ultima per vicinanza territoriale. Dal 2016 formalmente era stato poi annesso d’ufficio (a seguito della riforma delle province sarde) al Sud Sardegna, e il Comune attualmente sulla carta risulta in città metropolitana di Cagliari. Un qualcosa di assurdo, lasciatecelo dire, soprattutto dal punto di vista della distanza geografica: Cagliari e Seui distano infatti poco più di 100 km. L’esito del referendum dimostra come la situazione non fosse condivisa neanche dagli abitanti: con una percentuale del 76 per cento, i cittadini, regolarmente iscritti alle liste elettorali di questo Municipio hanno scelto di uscire dalla circoscrizione Città metropolitana di Cagliari, in favore della provincia Ogliastra. Come ha dichiarato il sindaco “Questo esercizio democratico, necessario, non più prorogabile, speriamo chiuda ogni disputa tra i fautori di questa o quella circoscrizione. Adesso, torni forte il senso di comunità. Il senso di appartenenza a Seui.”

Tipicità e tradizione sono al centro del progetto del Comune di Quartucciu che vuole introdurre nelle scuole cittadine la mensa a chilometro zero. Una novità che è stata approvata in settimana ma che prenderà il via a settembre. Amministrazione, famiglie, studenti e insegnanti sono felici: l’idea è quella di puntare sulla qualità e quindi su un’alimentazione che possa valorizzare al massimo i prodotti che arrivano direttamente dal territorio, cercando anche di dare nuovo impulso al settore delle produzioni agroalimentari locali. A noi questa sembra una bellissima idea, anzi sarebbe bello se diventasse buona prassi per tutte le scuole, soprattutto quelle che si trovano nei centri abitati più grandi dell’Isola, dove spesso il contatto con la natura e il territorio non è immediato.

Ne abbiamo parlato qualche settimana fa anche noi di Sardegna che cambia delle condizioni problematiche del Centro per il rimpatrio di Macomer, mettiamo l’articolo tra le fonti ma a quanto pare, la situazione non sembra cambiare. In settimana c’è stata anche una ribellione interna: le persone migranti detenute hanno dato fuoco ai materassi per protestare contro le condizione inumane all’interno del centro nel nuorese. Come spiega il Manifesto, far uscire informazioni dal Cpr è complicatissimo: alle persone migranti internati vengono sequestrati i telefoni portatili, mentre la comunicazione con l’esterno è possibile solo attraverso una cabina pubblica posta in uno spazio aperto e controllabile dal personale dell’ente gestore e dalle forze di pubblica sicurezza. Il comitato no CPR, che a Macomer si batte per garantire la trasparenza della gestione del centro e per chiederne la chiusura, si è riunito in assemblea e ha annunciato una manifestazione di protesta. L’appuntamento è per il 6 aprile davanti ai cancelli di un centro che per il comitato, è concepito per negare ogni dignità umana ai migranti. Non lasciamoli soli.

Ve lo abbiamo anticipato in apertura: quello che è accaduto nella costa verde, è in realtà uno sfregio ambientale che va avanti da 32 anni. Come ricostruisce La Nuova Sardegna, il fiume rosso scuro che sgorga dai pozzi minerari dismessi del complesso estrattivo di Casargiu, fra Montevecchio e Ingurtosu, e si getta nel mare di Piscinas dopo aver attraversato sette chilometri con il suo carico di ferro, cadmio, piombo, zinco e perfino arsenico, non è una novità. Come non è nuovo che il tutto avvenga senza che nessuno faccia qualcosa per impedire che lo scempio ecologico. Succede sistematicamente da quando, nel 1992, le miniere di Montevecchio esalarono l’ultimo respiro, finendo nel dimenticatoio delle incombenze dell’ultimo padrone minerario, la Sim del gruppo Eni. L’ente minerario sardo, proprietario di alcune miniere, non si era mai curato di bonificare le devastazioni compiute nel territorio. E il risultato, è un disastro ambientale che va avanti da tempo. In merito, prima di passare alla settimana di Sardegna che cambia, abbiamo sentito Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento Giuridico.

  • A proposito di Gruppo di Intervento Giuridico, abbiamo iniziato la settimana dando spazio a una loro segnalazione in merito a quella che definiscono essere una piccola terra dei fuochi in centro a Cagliari. Nel bel mezzo del rione residenziale di Bonaria in via Milano, c’è una infatti una discarica abusiva che desta non poca preoccupazione. Si tratta di un crescente accumulo di rifiuti vari come detriti, imballaggi, mobili o batterie esauste, comprendenti anche amianto in parte in area recintata e in parte adiacente, spesso accompagnati da roghi di rifiuti con effetti dannosi sull’ambiente e la salute pubblica: l’intera zona è infatti densamente abitata. Il Grig lo denuncia con specifiche istanze che vanno avanti dal 2020, con richiesta di bonifica ambientale e predisposizione di un controllo, ma ancora non si è mosso granché. Trovate la ricostruzione sulla home, sul sito www.sardegnachecambia.org
  • Chi furono i primi abitanti della Sardegna? Da dove provenivano? E quando vi approdarono per la prima volta? Queste sono alcune delle grandi domande che si pone l’archeologia, e a cui l’archeologa e divulgatrice Sara Corona Demurtas ha provato a dare risposta con il suo contributo mensile. I suoi articoli ci piacciono perché uniscono storia, cultura, identità, e poi perché ci fanno viaggiare nel tempo. L’approfondimento che abbiamo pubblicato martedì parte dal corno d’Africa 300.000 anni fa, e arriva fino a noi. Non perdetevelo
  • Mercoledì la nostra Alessandra Ghiani ha intervistato Laura Cocco, imprenditrice dell’azienda olearia Peddio di Cuglieri, presidente dei giovani imprenditori e agricoltori di Coldiretti per la provincia di Oristano e vicepresidente regionale. Laura Cocco è anche membro dei gruppi di dialogo civili del Ceja, il Consiglio europeo dei giovani agricoltori, e dell’Osservatorio europeo del mercato dei prezzi dell’olio e delle olive da tavola. Insomma, di olio ne sa e infatti con lei abbiamo parlato proprio della filiera olivicolo-olearia con uno sguardo attento sulle questioni legate al cambiamento climatico, sugli aspetti identitari e sul futuro di un’Isola che alla terra da sempre è legata.
  • Ieri abbiamo chiuso la nostra settimana con la video intervista che racconta la Cantina Santa Maria La Palma di Alghero. Per usare una metafora enologica si potrebbe dire che la storia della cantina Santa Maria La Palma ha diversi sentori: parla di sostenibilità ambientale e di ritorni, di tradizioni locali e di impresa etica, di agricoltura naturale e di socialità. A raccontarcela è Simone Bussu, che ci porta idealmente in viaggio fra le terre e i mari dell’Isola: ci racconta infatti anche l’idea dietro Akenta Sub, spumante subacqueo affinato sott’acqua.

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola, ovviamente principalmente legati a Pasqua e Pasquetta. Il più grande classico della pasquetta in Sardegna è la Sagra del torrone di Tonara, e chi siamo noi per non consigliarvi di deliziarvi col più dolce tra i dolci tipici della Sardegna?! L’evento prevede anche una passeggiata per il paese alla scoperta dei murales e diverse iniziative musicali: date un’occhiata online, è un evento da non perdere. Questo fine settimana ci sono poi diversi eventi in movimento, come la Pasquetta in Trenino Verde da Macomer a Tresnuraghes, in carrozza storica dei primi del novecento, con visite guidate lungo il percorso, murales, degustazioni di malvasia e pranzo in agriturismo. Oppure la Pasquetta vulcanica a Ittireddu, che prevede un’escursione alla scoperta del vulcano e pranzo in agriturismo. Se guardiamo agli eventi musicali, non mancano neanche quelli: a Pasquetta ci sono i Tazenda a Porto Torres, Mara Sattei e Clara a Cannigione, il pianista Matthew Lee a Badde Salighes, la suggestiva e boscosa frazione di Bolotana. Tra gli eventi che vi consigliamo di non perdere anche i riti della settimana santa a Iglesias, tra i più suggestivi dell’Isola anche grazie alla singolare commistione tra tradizioni precristiane e cristiane, fortemente intrise di influenze iberiche. Tanti anche gli appuntamenti in programma nel lungo ponte festivo nei Musei della Direzione regionale che saranno aperti, eccezionalmente, anche domenica 31 marzo e lunedì 1° aprile 2024. Fra loro il museo “G.A. Sanna” a Sassari dove si potrà visitare il Padiglione Castoldi e sarà aperta anche la Pinacoteca nazionale.

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