5 Set 2024

Il parco eolico che sta facendo tremare l’entroterra imperiese – INMR Liguria #10

Scritto da: Emanuela Sabidussi
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Un parco eolico con 32 turbine da 200 metri sta spaventando l’imperiese e non solo. Ma di cosa si tratta? E quali sono i punti su cui si concentra il dibattito pubblico e tecnico?

Ma parliamo anche delle manifestazioni di cittadini che si stanno opponendo al taglio di alberi secolari a Genova, della proposta dell’amministrazione di Finale Ligure su fuochi d’artificio insonorizzanti e in chiusura facciamo il punto sui candidati per le elezioni regionali di ottobre.

Il progetto di un nuovo parco eolico sta facendo tremare Imperia: è stato pubblicato a fine luglio infatti il progetto denominato “Imperia Monti Moro e Guardiabella” della potenza complessiva prevista di 198,4 MW.
Sul sito del ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, con i relativi documenti di Valutazione Impatto Ambientale richiesti per legge il 30 luglio, scatenando preoccupazioni, dichiarazioni e nuove valutazioni nei giorni a seguire.

Vi racconto in super breve in cosa consiste il progetto per comprenderne poi meglio insieme alcuni dibattiti sorti: il piano prevede l’installazione di 32 aerogeneratori (ovvero le turbine eoliche) con un’altezza massima di 209 metri (il che le renderà visibili, in condizioni meteo ottimali, dal colle di Nava a nord e dalla costa a sud). L’impianto è previsto infatti nell’entroterra imperiese, lungo i Monti Guardiabella, Moro (da cui prende il nome il progetto) e Follia, e coinvolge in tutto 11 comuni dell’imperiese: Aurigo, Borgomaro, Castellaro, Cipressa, Dolcedo, Pietrabruna, Pieve di Teco, Prelà, Rezzo, San Lorenzo al Mare e Costarainera. La zona scelta quindi è ad oggi un’area naturalistica dell’entroterra imperiese con un settore turistico sempre più in aumento e diffuso sul proprio territorio, basato principalmente sull’ambiente e sull’outdoor in generale.

Al progetto pubblicato, come dicevamo a fine luglio, viene dato il termine ultimo di presentazione di pareri, osservazioni e valutazioni contrarie da inoltrare con il relativo procedimento entro il 29 agosto.

Abbiamo trattato il tema dei parchi eolici più volte su Italia che Cambia ed in particolare attraverso i colleghi della redazione sarda che ci ha più volte raccontato delle conseguenze ambientali, ma anche sociali, economiche sul territorio sardo. Come accennato prima i dubbi sollevati anche su questo progetto sono stati molti e comprendono diversi aspetti. A esprimersi a tal proposito sono stati in pochi giorni davvero tanti, tra comuni, regione (attraverso il presidente facente funzioni della Regione Liguria Alessandro Piana), il Settore Politiche delle Natura e delle Aree Interne, Protette e Marine, Parchi e Biodiversità della Regione Liguria, l’Ente Parco delle Alpi Liguri, l’Ordine degli Architetti di Imperia ma anche enti locali, associazioni, comitati e singoli cittadini. Le voci contrarie non sono mancate in queste settimane, ma capiamo perché.

Vi provo a riportare in sintesi gli aspetti di rischio considerati più rilevanti tra i tanti pareri espressi che ho potuto raccogliere in queste settimane:
In primis l’aspetto ambientale: l’area scelta è infatti soggetta a vincoli idrogeologici e paesaggistici (oltre ad essere soggetta a rischio incendi) e comprende quattro SIC, ovvero Siti di Importanza Comunitaria appartenenti alla Rete Natura 2000 (per chi non lo sapesse è una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità), Ma non solo: si tratta di una zona di tutela della fauna selvatica. Tale progetto come immaginabile prevede un disboscamento importante per la costruzione dell’impianto eolico e per le infrastrutture (in primis strade) per permettere ai mezzi il raggiungimento della zona. Come è immaginabile quindi un impianto di tali dimensioni e in un’area così fragile sarebbe non solo invasivo, ma metterebbe a rischio l’equilibrio ecologico e di sicurezza dell’intera area. Considerando anche ciò che comporta l’installazione di un impianto simile: il disboscamento dell’intera area, la creazione di strade sufficientemente grandi da poter essere utilizzate da mezzi pesanti per il trasporto delle turbine e non solo.

Altro elemento rilevante è la destinazione del territorio: ad oggi l’area scelta è destinata all’allevamento montano e al turismo. Come facilmente immaginabile, entrambi i settori subirebbero importi cambiamenti

Altro aspetto, lo potremmo definire “numerico”: la quantità di energia prodotta da un impianto di tali grandezze è destinata all’immissione in rete. In diversi commenti letti una delle critiche più condivise è proprio questa: molti sono a favore della produzione di energia attraverso fonti rinnovabili, ma ritengono sia necessario capire come e quanta (e dove) produrla. Impianti come parchi eolici di questa grandezza sono destinati a creare un business energetico dove c’è chi guadagna (spesso multinazionali o società offshore private, o ancora società partecipate, come la “18 Più Energia srl” che è la società proponente del progetto imperiese, che a sua volta è partecipata da 3R Energia). Dall’altra parte c’è un territorio che paga un prezzo molto alto in risorse, ambiente, possibilità e potenzialità.

Il progetto, come spesso accade, calato dall’alto, non ha visto il coinvolgimento e l’ascolto di chi vive quel territorio quotidianamente, cittadini e singole amministrazioni comprese. è stato organizzato nel mese di agosto un incontro nell’Aula dei Comuni della Provincia di Imperia, presieduto dal presidente Claudio Scajola, che si è conclusa con la creazione di una commissione di lavoro composta da diversi sindaci con il compito di elaborare e presentare le osservazioni necessarie al progetto, consegnate come abbiamo detto entro fine agosto.

proprio questo elemento è un ulteriore punto di contestazione: il progetto presentato a fine mese di luglio, ha previsto un solo mese per presentare eventuali valutazioni e contestazioni del caso e per di più estivo e il mese in cui molti lavoratori non sono o solo parzialmente operativi.

Ultimo, ma non per importanza è il rischio per la fauna locale e non, che nel progetto presentato risulta essere molto limitato, ma per molti esperti non lo sarebbe: l’impianto qualora fosse installato pare che rischierebbe di far scomparire le rotte migratorie degli uccelli che dall’Africa migrano in Europa attraverso lo stretto di Gibilterra. Uccelli rapaci ma non solo.

Le contestazioni sono molte, ma spero di avervi dato almeno un quadro principale delle più diffuse. A guardare l’intera faccenda c’è qualcosa che stride molto: ci troviamo di nuovo davanti alla volontà di pochi a realizzare un’opera imponente che avrà ricadute su molte persone, che non sono però state coinvolte né tanto meno ascoltate. Molte delle persone che si sono espresse in merito al progetto sono favorevoli a impianti di energie da fonti rinnovabili e che la questione sia molto più ampia del semplice “sì o no all’eolico”. Il tema è complesso e ampio.

Come redazione di Italia che Cambia non sono sfavorevoli all’eolico, ma siamo convinti che progetti di questo tipo meritano di essere compresi, valutati e discussi, non di essere calati dall’alto con un solo mese per potersi esprimere, bensì diverso tempo, dialoghi e una progettazione più ampia del singolo grande impianto. Il tutto merita un approfondimento maggiore per capire le implicazioni ambientali, oltre a quelle sociali e le ripercussioni sull’intero territorio, ma anche il collegamento con progetti simili nell’intero paese. Per quanto ci riguarda abbiamo quindi deciso di approfondire il tema e lo faremo nelle prossime settimane, quindi se vi interessa il tema continuate a seguirci.

Prima di fronte alla stazione ferroviaria di Brignole, poi a Pegli. In queste settimane continua il taglio di alberi, di cui alcuni secolari, nella città di Genova. In tanti hanno manifestato e si sono opposti. Ce ne ha parlato la collega Valentina D’Amora nella sua intervista Andrea Sbarbaro, presidente dell’associazione Cittadini Sostenibili, e Giulia Ghita, volontaria e studentessa di Scienze Ambientali.

Leggo dall’articolo: “La questione ha fatto molto scalpore perché sono stati toccati alberi secolari in uno dei luoghi simbolici della città e ha sollevato diversi dubbi. Come si è arrivati a questa situazione? Cosa è andato storto nel monitoraggio e nella manutenzione? Se vi era realmente un elevato rischio crollo, in una zona molto frequentata che è anche capolinea di diversi bus, perché non si è provveduto in tutto questo tempo a “transennare” o variare il traffico pedonale o dei mezzi nella zona?”

La questione infatti gira intorno a due elementi principali del dibattito:il primo è proprio sul salvare questi alberi che in molti casi come abbiamo detto sono secolari e di grandi dimensioni. Mi ha colpito un cartello tenuto da una signora in mano durante una delle manifestazioni in cui vi era scritto “questi alberi sono i nostri anziani, giù le motoseghe!”.

Il secondo elemento è quello di sicurezza: se questi alberi erano davvero a rischio crollo, perché non si è intervenuti prima per evitare di arrivare al taglio?

E leggo ancora “Lunedì 19 agosto c’è stata la riunione di un tavolo tecnico tra alcune associazioni e il Comune: Italia Nostra e altre realtà hanno chiesto la possibilità di una controperizia, che però non è stata concessa. Anche alcuni esponenti del WWF locale – in particolare Guglielmo Jansen, guardia forestale, agrotecnico e componente della Consulta del Verde – hanno rilasciato interviste ai media locali criticando il taglio degli alberi e sostenendo che salvarli sarebbe stato possibile.”

E mentre il dibattito e le manifestazioni proseguono ci si interroga su come migliorare la gestione del verde in città, in particolare per il comune di Genova, che come ha ricordato anche l’attuale sindaco, Marco Bucci, “nei suoi 243 mila metri quadrati di superficie ha il 73% di verde. Risulterebbe essere quindi la città più verde d’Europa”. E si parla di come sostituire gli alberi tagliati, ma la questione non è facile come parrebbe: “è chiaro che anche nella migliore delle ipotesi degli esemplari di albero più giovani impiegheranno lungo tempo per crescere e avere le stesse capacità di alberi secolari, sia per quanto riguarda la capacità di mitigare il calore in città, sia per quanto riguarda quella di assorbire inquinamento.La mancanza di aree verdi in città e la cementificazione influiscono sulle temperature urbane: gli effetti delle ondate di calore sono molto seri, anche per la salute delle persone. In merito all’episodio di Brignole è di certo importante tutelare i cittadini da incidenti, ma il problema del verde urbano va considerato in modo più ampio e con riferimento a tutta la città.”

E speriamo che ciò possa avvenire presto. La progettazione di città come ecosistema, in grado di tenere conto quindi di tutti i componenti che vivono un luogo, e di come questi interagiscono l’uno con l’altro speriamo possa essere alla base di un cambiamento sistemico dei prossimi anni. Proteggere alberi di tali dimensioni nelle città non è solo un atto di altruismo, ma un atto di sano egoismo.

Notizia che ha fatto molto meno rumore mediatico ma ritengo un segnale importantissimo è la dichiarazione dell’amministrazione comunale di Finale Ligure, che nell’annunciare la data dei fuochi tradizionali di fine estate, ha dichiarato che a partire dal prossimo anni la volontà dell’amministrazione è quella di iniziare ad offrire spettacoli di fuochi insonorizzati e accompagnamento musicale: dichiarando di non volere nessun rumore violento per uno show affascinante senza quindi alcun disturbo per persone e animali”, a voler quindi rispettare la quiete pubblica, ma anche gli animali che sappiamo essere molto sensibili, tanto che ogni anno i fuochi d’artificio provocano anche la morte degli stessi: è stato calcolato infatti circa 5 mila animali ogni anno solo in Italia.

Il solo fatto che un’amministrazione si ponga il problema e dichiari la volontà di andare in questa direzione mi sembra un’ottimo segnale che le cose stiano cambiando, e in meglio. Il considerare le esigenze di tutti gli esseri viventi del nostro ecosistema cittadino, come abbiamo detto prima riguardo gli alberi, mi pare essere proprio la direzione più equa per vivere tutti meglio e stimolare l’empatia, oltre ad innescare anche riflessioni più allargate, nella nostra società attuale.
Dunque grazie all’amministrazione di Finale, speriamo che possa essere un ottimo esempio per tante altre.

Rimaniamo a parlare di politica, ma cambiamo rotta. Si inizia infatti a parlare delle elezioni regionali che sono state fissate per il 27 e 28 ottobre e da qualche settimana è partita la corsa per cercare i candidati da presentare: è notizia di pochi giorni fa la fumata bianca per il Partito Democratico, in cui con una nota ha ufficializzato l’investitura di Andrea Orlando, ex ministro dei Governi Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi, come candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra.
Orlando ha ricevuto prima ‘l’investitura’ ufficiale di Ferruccio Sansa, principale sfidante di Toti nel 2020, e poi soprattutto quello del Movimento 5 Stelle.
Manca all’appello però la presenza nella coalizione per il sostegno del candidato di Italia Viva tra le forze politiche.

Per quello che riguarda il centrodestra manca, invece, un candidato ufficiale. I nomi più accreditati ad oggi sarebbero quelli del vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi e della deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo, altro nome, più sullo sfondo anche quello dell’ex sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco. E proprio su Ilaria Cavo in questi giorni si sono espressi in più politici, tra cui anche Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria che ha invece da tempo declinato la candidatura a presidente della Regione, indicandola come una potenziale candidata. Resta però il dubbio, sollevato da alcuni, in quanto fedelissima di Giovanni Toti.
che come sappiamo è coinvolto in un processo.
Nonostante questo però la candidatura della deputata di Noi Moderati sembra piacere a tutti i partiti della coalizione di Governo, e non solo, dal momento che un recente sondaggio la darebbe addirittura vincente sul probabile candidato del centrosinistra Andrea Orlando.

Aspettiamo dunque a capire se verrà confermata come candidata e cosa accadrà nelle prossime settimane.

Continuano i guai per l’ex presidente della regione Giovanni Toti. Sono state pubblicate da poco infatti le intercettazioni telefoniche in cui parlando della diga di Genova (maxi-opera da un miliardo e 300 milioni finanziata coi fondi del Pnrr)  all’altro capo del telefono l’imprenditore Aldo Spinelli, coinvolto con lui nell’inchiesta per corruzione. A parlare è proprio Toti: “La diga è fatta… è già in gara… Sappiamo già anche chi la fa“. E ancora: “Secondo me vince Salini con Fincantieri e Fincosit”.

Le chiamate risalirebbero al 21 settembre 2021 ed è ora stata trasmessa alla Procura europea che ha aperto un’inchiesta per turbativa d’asta con danno agli interessi finanziari dell’Ue.

Da un articolo del Fatto quotidiano che ricostruisce i fatti leggo: 

“A sentire l’audio di quella telefonata, infatti, sembra di capire che già otto mesi prima che venisse avviata la gara per i lavori della Diga – l’opera che ha ricevuto in assoluto più fondi dal Pnrr – Toti sapeva già a chi sarebbe andato quell’appalto da un miliardo e 300 mila euro. A vincere – dopo una prima scadenza andata deserta fu il consorzio “PerGenova Breakwater” di cui fanno parte Webuild e Fincantieri (le stesse aziende che hanno ricostruito il ponte San Giorgio dopo il crollo del viadotto Morandi), in alleanza con Fincosit e Sidra. 

I due pm hanno incaricato il nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza per gli approfondimenti investigativi dell’indagine, nata dagli esposti di Ermete Bogetti, ex procuratore regionale della Corte dei Conti e oggi attivista di Italia Nostra.”

A fine articolo poi ricorda un elemento non da poco, ovvero che  “il consorzio escluso aveva fatto anche ricorso al Tar vincendo il primo grado. Il Consiglio di Stato, però, aveva dichiarato invece l’appalto regolare”. Le domande aumentano e l’inchiesta aperta aiuterà a comprendere le responsabilità.Attendiamo fiduciosi i risvolti anche qui. 

#ParcoEolico
Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – Progetto del parco eolico denominato “IMPERIA Monti Moro e Guardiabella”
Riviera Time – Vertice sul progetto del parco eolico
Sanremo News – Progetto Parco eolico ‘Monti Moro e Guardiabella’, le osservazioni dell’Ordine degli Architetti di Imperia
Il Giornale – No della Regione al parco eolico dei Imperia Monti Moro e Guardiabella
Riviera24 – Progetto parco eolico, il naturalista Alberto Girani: «La zona dove dovrebbe sorgere è un’area a rischio incendi molto elevato»
Sanremo News – Progetto impianto eolico della ‘18PiùEnergia Srl’: arriva anche il secco ‘no’ del comune di Pompeiana
Riviera24 – Progetto Parco eolico, l’ornitologo Valfiorito: «Uccelli vulnerabili a questi impianti, a rischio le rotte migratorie»

#TaglioAlberi
Italia che Cambia – A Genova l’abbattimento degli alberi fa mobilitare i cittadini: il caso di Brignole
La Repubblica – Alberi da tagliare lungo le vie di Pegli, l’allarme dei residenti
Genova Today – “Basta tagli di alberi”, dopo Brignole scoppia il caso degli aranci di Pegli, Aster: “Nessun abbattimento”

#FuochiInsonorizzati
IVG – Finale dirà addio ai fuochi d’artificio. Berlangieri: “Dal prossimo anno spettacolo pirotecnico insonorizzato”

#ElezioniRegionali
Rai News – Regionali in Liguria, M5s si schiera con Andrea Orlando. Sì anche di Italia Viva
Genova Today – Regionali, fumata bianca nel centrosinistra: Orlando è il candidato

#InchiestaDiga
Il Fatto Quotidiano – Diga di Genova, la Procura Ue indaga per turbativa. L’intercettazione di Toti sulla maxi opera da un miliardo. “Sappiamo già chi vince la gara”

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