10 Gen 2025

Todde a rischio decadenza – INMR Sardegna #60

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Oggi parliamo del rischio decadenza della presidente Todde, lo facciamo riassumendo brevemente la vicenda, ciò che finora si sa e parlandone anche con Pablo Sole di Indip, il cui lavoro di inchiesta si è spesso concentrato anche sul lavoro della giunta. Parliamo poi di scuola, che tra accorpamenti e dati che testimoniano il drastico calo di alunni nell’Isola, non vive tempi rosei e ci focalizziamo poi sul tema della sanità perché secondo i dati, l’Isola è la regione che spende di più per la salute: numeri che cozzano con una realtà in cui il diritto alla salute diventa ogni giorno di più un privilegio per pochi. In conclusione, ci soffermiamo sul tema energia e sul no della regione al referendum popolare regionale consultivo su eolico e fotovoltaico. Vedremo un po’ di cosa si tratta. Nella seconda parte della rassegna come sempre vi racconteremo invece gli articoli della settimana su sardegna che cambia, e poi in chiusura gli eventi in arrivo per il weekend.


Sicuramente notizia centrale nell’ultima settimana, e che continuerà ad esserlo probabilmente per un bel po’ di tempo, è che il collegio regionale di garanzia elettorale ha fatto una dichiarazione di decadenza da consigliere regionale per Alessandra Todde, che così perderebbe anche la carica di presidente della Regione. Sarebbero infatti state rilevate delle inadempienze sulle spese tenute durante la campagna elettorale dell’anno scorso, inadempienze che hanno portato all’emissione di un’ordinanza ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale, per l’adozione del provvedimento di decadenza. “La notifica della Corte d’appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune – ha dichiarato subito la presidente Todde – ho piena fiducia nella magistratura (ha aggiunto) e, non essendo un provvedimento definitivo, continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo”. La vicenda è però senza precedenti, e rischia di creare un clima di incertezza istituzionale e politica. Il provvedimento adottato dal Collegio regionale di garanzia elettorale, in seno alla Corte d’Appello di Cagliari, contesta sette punti. Fra questi, molto brevemente, secondo il collegio, la dichiarazione sulle spese elettorali non sarebbe conforme a quanto sancito da due norme, la legge nazionale 515 del 1993 e la regionale 1 del 1994 che la recepisce. Ci sarebbero poi degli aspetti non chiari relativi alla provenienza di alcuni finanziamenti, non risulterebbe poi l’apertura di un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta fondi. E centrale sarebbe anche la mancata nomina di un mandatario elettorale. Il mandatario è il/la garante che, a norma di legge, si fa carico di tutti gli atti legati alla gestione finanziaria della campagna elettorale. Chi infatti intende candidarsi, per poter raccogliere e gestire fondi destinati a finanziare la propria campagna elettorale, deve obbligatoriamente avvalersi di una figura che ricopra il ruolo di mandatario elettorale, il cui nominativo deve essere dichiarato al Collegio Regionale di Garanzia Elettorale. Quello che questo insieme di contestazioni evidenzia, sono quindi una serie di irregolarità nella comunicazione e nelle stesse spese elettorali, da ciò il fatto che l’ordinanza non solo impone una sanzione di 40mila euro, ma ordina anche la trasmissione degli atti alla Procura e al Consiglio regionale, chiamato a deliberare sulla decadenza della presidente. Per Benedetto Ballero, legale di Todde, “non ci sono irregolarità sostanziali ma irregolarità formali che possono determinare sanzioni pecuniarie”. In ogni caso, il ricorso annunciato dalla presidente fa dedurre che le tempistiche non saranno brevi, ma non solo: la vicenda potrebbe muoversi a lungo anche perché ci sono aspetti che tutt’ora non sono chiari, come i limiti di sindacabilità da parte del consiglio in merito alla decadenza ma anche proprio rispetto alla stessa decadenza come conseguenza delle contestazioni e violazioni individuate. Ricordiamo infatti che la decadenza della presidente causerebbe inoltre lo scioglimento del Consiglio regionale e la convocazione di nuove elezioni entro 90 giorni, come previsto dalla legge statutaria elettorale della Sardegna. Sulla questione, si dividono anche i giuristi: quello che sappiamo è che ora la presidenza del Consiglio regionale della Sardegna ha trasmesso gli atti che riguardano l’ordinanza/ingiunzione alla Giunta delle elezioni, l’organo che stabilisce sulla legittimità dell’elezione dei consiglieri regionali. Avrà 90 giorni di tempo per pronunciarsi attraverso un documento motivato e potrà nel frattempo anche convocare audizioni, poi la decisione dell’organismo dovrà passare al vaglio dell’Aula del Consiglio regionale che si esprimerà sulla decadenza a voto segreto.
Fare previsioni su che cosa deciderà la Giunta sul caso di Todde è al momento impossibile, abbiamo però pensato di chiedere a Pablo Sole di Indip un commento sulla notizia, sia perché ci sarebbe un’incongruenza – sottolineata anche da Indip – rispetto le dichiarazioni della presidente sui finanziamenti della sua campagna, sia perché Indip col suo prezioso lavoro di inchiesta, negli ultimi mesi ha realizzato una serie di inchieste che mettono in discussione alcune azioni portate avanti dalla giunta, dal curriculum del consulente per la comunicazione della presidente, alle nomine in generale degli staff passando per i 22 milioni che dall’ultima variazione di bilancio regionale sono stati distribuiti senza bando su esplicita indicazione della politica.

Nel 2035 gli alunni nella fascia 5-14 anni – quindi scuola media e primaria – saranno meno di un terzo: dagli attuali 121mila a poco meno di 77mila. Le stime arrivano dall’ultimo rapporto Svimez su dati del ministero dell’istruzione. I dati sardi sono particolarmente drammatici, nell’isola il calo degli alunni sarà del 35%, ben oltre la media italiana del 22%. Tra l’altro – come scrive anche Piera Serusi sull’Unione sarda – non si può non collegare questo rapporto a un’altra notizia, quella che riguarda la chiusura delle scuole nell’Isola. Il Ministero, con il decreto n. 127 del 2023, ha previsto l’accorpamento di 9 autonomie scolastiche in Sardegna, ma la Giunta regionale ha ridotto questo numero a 6, basandosi su criteri più equi e rispettosi delle realtà locali. Quello che però in generale è accaduto negli ultimi anni è che dal 2018 sono state mille le classi cancellate e 29 le scuole chiuse. Il futuro non sembra procedere in direzione contraria e per la maggior parte, a chiudere saranno proprio le piccole scuole della primaria, che si trovano nel 67% dei comuni. In tutto ciò, se si pensa che oggi più di un quarto della popolazione è over 65, questa situazione di squilibrio democratico condizionerà sempre di più il sistema economico e sociale. Come sottolineato dallo Svimez, “queste evidenze sollevano la necessità di assicurare la presenza di un presidio culturale primario che oltre a sviluppare le opportunità formative, consenta anche di arginare i processi di spopolamento e invecchiamento. L’istruzione è un servizio essenziale la cui qualità e diffusione capillare sono condizioni imprescindibili per uno sviluppo socialmente e territorialmente inclusivo”. Insomma, senza scuole, senza istruzione, non c’è futuro. Garantire la presenza di presìdi scolastici non è solo una questione di diritto all’educazione: è una scelta di civiltà, un investimento per preservare la vita stessa delle comunità. Perché, in fondo, se non c’è scuola, non c’è vita.

Parliamo ancora di sanità in settimana è arrivato un altro dato, ovvero il fatto che secondo Altroconsumo il 59% delle persone in sardegna giudica negativamente i servizi offerti dalle Asl, ma non solo. Quello che emerge è anche che la crisi sanitaria in Sardegna e la carenza di medici dipendenti delle Asl non si vedono nei numeri. A evidenziarlo è la Fondazione Gimbe in un report. L’Isola spende molto, più della media nazionale, per il personale dipendente nel servizio sanitario regionale. Nel territorio, infatti, – dati 2022 – sono presenti 13,4 unità di personale dipendente ogni 1.000 abitanti. In questo caso la Sardegna si pone al nono posto sopra la media italiana che è pari a 11,6. Sul fronte delle risorse, nella regione la spesa pro-capite per il personale dipendente nel 2023 è stata di 833 euro rispetto alla media dell’Italia di 672 euro. Sono dati che di fatto, sembrano contraddire la reale situazione della sanità pubblica con carenza di medici e zone completamente sguarnite. Nel frattempo quello che infatti accade, come sottolineato in settimana anche dall’assessore alla sanità Bartolazzi in audizione nella sesta commissione del Consiglio regionale, è che “Siamo ultimi in Italia per quanto riguarda l’erogazione dei Lea, a fronte di notevoli risorse economiche a disposizione”. Con l’audizione dell’assessore Bartolazzi la commissione Sanità ha iniziato questa mattina l’esame del DL 40, il testo della Giunta che prevede una ipotesi di riorganizzazione del servizio sanitario della Sardegna. «E’ una riforma marcatamente funzionale, che nasce dalla raccolta dei dati che ho messo insieme sentendo i sindaci, gli stakeholders, i sindacati – ha detto l’esponente della Giunta Todde -. Abbiamo idea delle criticità ma partendo da un punto di vista tecnico operativo chiediamo impegno a tutto il Consiglio, perché la Sanità è di tutti”. Noi come sempre vi aggiorneremo sulle novità in merito, anche perché sulla conclusione siamo molto d’accordo: la sanità e soprattutto il diritto alla salute, sono di tutti e tutte.

La Regione Sardegna ha respinto il referendum di iniziativa popolare riguardo all’installazione di impianti di energia rinnovabile sul territorio e in mare. Il quesito, depositato lo scorso settembre, aveva raccolto 19.221 firme e chiedeva ai cittadini di esprimersi riguardo alla modificazione del paesaggio sardo mediante l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici. Il quesito: “Volete voi che il paesaggio sardo terrestre e marino sia modificato con l’installazione sul terreno e in mare di impianti industriali eolici e/o fotovoltaici per la produzione di energia elettrica?”, non riceverà quindi risposta. La richiesta è stata infatti respinta e giudicata illegittima dall’Ufficio regionale per il referendum, un organo istituito in seno alla presidenza della Regione Sardegna. Come riporta Cagliari Today, la deliberazione risale al 19 dicembre scorso da parte dell’Ufficio referendario e stabilisce nel dettaglio che “la richiesta deve essere considerata illegittima, in quanto la materia su cui verte non può costituire oggetto di referendum consultivo perché, pur non essendo tale tipo di referendum vincolante e non concorrendo a formare la volontà degli organi che lo indicono, esula del tutto dal campo degli atti che potrebbero essere compiuti in futuro dalla Regione”. Promotore e a capo del movimento referendario è l’avvocato del foro di Nuoro Michele Pala, che va all’attacco della decisione. “Intanto sottolineo che questa decisione è stata presa da un organo si giuridico, ma nominato dalla politica, quindi le garanzie di terzietà non ci sono – spiega a CagliariToday – e il risultato di questa deliberazione lo conferma perché è un insulto innanzitutto al diritto essendo discutibile in ogni sua parte e poi è un insulto rispetto alla dignità del popolo sardo. Cioè nella sostanza  – chiarisce Pala – si dice che laddove vi fosse un conflitto con l’indirizzo politico dello Stato, a quel punto il referendum non è ammissibile. A questo punto non si tratta più di un problema di pale eoliche o di pannelli fotovoltaici, qui c’è un problema di democrazia e di libertà”. Le lotte contro la speculazione energetica in Sardegna vanno però avanti: domenica c’è stata a Oristano una protesta in opposizione agli sbarchi delle navi industriali e commerciali che trasportano le pale destinate ad essere installate nel territorio. Una protesta che non si limita alla tutela dell’isola, ma si estende alla richiesta di una maggiore democrazia nelle scelte territoriali.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme

Martedì spazio a Indip con un’inchiesta di Angela Galimberti rispetto a quanto accade a Capo Figari. Andiamo per gradi: prima cosa che bisogna sottolineare è che sebbene vengano istituite per tutelare gli ecosistemi, le zone i protezione speciale (Zps) sono ritenute compatibili con attività di tipo industriale. Ed è infatti il caso dell’allevamento di acquacoltura che sorge presso Capo Figari. Finora non si erano verificati problemi, ma lo scorso settembre si è verificata un’eccezionale moria di pesci d’allevamento. Le analisi dell’Asl hanno escluso il peggio, e cioè la presenza di virus e batteri, tuttavia, a dispetto di quanto previsto dalla normativa di settore, lo smaltimento dei pesci è stato parziale e i resti delle carcasse in decomposizione hanno invaso lo specchio marino e le spiagge dell’area tutelata. Quando si verificano simili eventi c’è da stare attenti, ammoniscono i biologi contatti da Indip: la decomposizione genera infatti solfuro di idrogeno, metano, grassi volatili e composti fenolici in grado di alterare gli ecosistemi – sulla carta – protetti. Il fenomeno mette – fra le cose – in discussione la gestione critica dell’acquacoltura e fragilità ambientale, sollevando importanti interrogativi sul futuro dei nostri mari. Trovate l’inchiesta sul nostro sito

Mercoledì ci siamo posti una domanda: cosa significa per noi vivere in Sardegna ed essere italiani? È un tema che attraversa la nostra quotidianità, le nostre identità e, soprattutto, le nostre storie. L’italianità non è però solo un pezzo di carta, ma un mosaico di esperienze, culture e legami risultato però di processi storici contingenti. Negli ultimi anni, il nazionalismo ha preso piede nel dibattito pubblico, ma ci siamo mai fermati a riflettere su cosa significhi davvero essere parte di questo “popolo italiano”? Nell’ultimo articolo della nostra Sara Corona Demurtas esploriamo come il nazionalismo, spesso frainteso e ridotto a slogan politici, sia in realtà un fenomeno complesso e profondo, che affonda le radici nella nostra storia condivisa. Dalla comunicazione quotidiana all’istruzione, passando per le leggi e le politiche, la nostra identità è in continua evoluzione, influenzata da eventi storici e dalla nostra percezione del mondo. Un articolo prezioso che vi consigliamo di leggere, con cui inoltre inauguriamo una serie di approfondimenti sui nazionalismi di oggi, concentrandoci sul nazionalismo italiano e il suo storico braccio di ferro con l’identità sarda in Sardegna.

Giovedì invece con un articolo in collaborazione con Zarcle, vi abbiamo suggerito quattro applicazioni attive in Sardegna, secondo noi interessanti. La prima è appunto Zarcle, un’applicazione che vuole rivoluzionare il concetto di supporto nella gestione della quotidianità, offrendo una piattaforma intuitiva per connettere chi cerca e chi offre servizi, valorizzando le relazioni locali. Che si tratti di sistemare il giardino, portare a spasso il cane, montare delle zanzariere o fare una commissione, Zarcle permette di trovare in pochi istanti l’operatore più vicino, disponibile e adatto alle proprie esigenze, tenendo conto di criteri come prezzo, distanza e orario. Non è quindi solo uno strumento pratico, ma anche un modo per rafforzare la comunità, offrendo opportunità economiche flessibili a chi mette a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze. Ma non c’è solo Zarcle: nell’articolo vi parliamo anche di app come Sardegna Sentieri, Sardegna il cuore o Idese, piattaforme che sono alleate per gli amanti delle escursioni, delle gite alla scoperta del patrimonio culturale sardo e non solo. Tutte le info sul nostro articolo nel sito www.sardegnachecambia.org

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Oggi a partire dalle ore 18.00, il Collettivo di Studi dei quaderni di “Filosofia De Logu“ presenterà la seconda collettanea di Ricerca a Su Tzirculu a Cagliari, in via Molise n. 58. L’evento è organizzato dall’Istituto Gramsci della Sardegna e questo da ulteriore valore all’evento, perché finalmente due letture di Gramsci, una più legata ad interpretazioni tradizionali e una esplicitamente sardista e decoloniale, potranno confrontarsi liberamente alla ricerca di punti di contatto e chiavi interpretative utili a leggere il mondo grande e terribile di oggi e la Sardegna che in questo mondo deve scegliere se essere oggetto subalterno o soggetto attivo. È un evento al quale vi consigliamo di partecipare, anche perché tra le relatrici ci sarà anche la nostra Sara Corona: tutte le info sui profili di Su Tzirculu e Filosofia de logu
  • Sabato invece a Oristano ci sarà l’evento Energia Multipopolare in cui si discuterà di contrasto alla speculazione energetica, giustizia climatica e politiche ambientali di comunità. L’evento coincide con il debutto in Sardegna dell’associazione Ottolina tv: sarà presente Piero Loi di Indip, autore dell’instant book sull’energia di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa, ma anche esponenti della movimento per la Pratobello 24 e di Friday For Future Sardegna. Inizierà alle 16 nella sede del Gruppo Tutela Territorio Sardo.
  • Vi segnaliamo poi che sabato è prevista un’escursione a Bruncu Mogumu a Sinnai, a partire dalle 8:30. Si tratta di un angolo vicino alla città di Cagliari, facilmente raggiungibile, ma ancora poco conosciuto: nella Pineta di Sinnai l’escursione prevede la visita di due siti archeologici: le domus de janas di s’Acqua ‘e is dolus e il tempio di Bruncu Mogumu. La lunghezza è di circa 9 km e la durata sarà di più o meno 4 ore. Trovate maggiori info sul sito www.allascopertadi.it

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