9 Gen 2025

Le notizie che ci ricorderemo del 2024 sull’ambiente – INMR Liguria #14

Scritto da: Emanuela Sabidussi
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È tempo di valutazioni: come è andato questo 2024 per noi? E che anno è stato per la regione Liguria? Capiamolo insieme, ripercorrendo le principali notizie positive in campo ambientale di questo 2024 appena terminato per scoprirlo insieme.


“Se si vuole conoscere la regione Liguria bisogna cercarla nel suo entroterra”, l’ho imparato anni fa nei miei giri alla ricerca di nuove storie ed esperienze da raccontare.

E in effetti la parte meno impattata da un punto di vista ambientale, ma anche più legata a tradizioni e usanze locali la si può trovare allontanandosi dalla costa e scoprendo le valli che compongono il territorio ligure.

Le aree naturali protette della Liguria pensate coprono quasi il 12% del territorio regionale,  con parco nazionali e parchi regionali, oltre ad altre aree minori, per una superficie complessiva di circa 60 mila ettari.

Uno di questi parchi ha visto lo scorso anno un susseguirsi di vicende legislative che hanno fatto tremare associazioni e chi vive nel e del parco. Parliamo del parco di Portofino: compie quest’anno i suoi primi 90 anni e nel corso del tempo ha vissuto come spesso accade una serie di cambiamenti dei propri confini, e proprio a maggio scorso è stata pubblicata la notizia che il Tar della Liguria aveva accolto il ricorso dell’Associazione Amici del Monte di Portofino e della onlus Verdi Ambiente e Società. Il ricorso che era stato presentato a seguito della pubblicazione del decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di ottobre 2023, che prevedeva una nuova perimetrazione provvisoria del Parco Nazionale di Portofino che avrebbe diminuito molto le sue dimensioni, passando da un’area che includeva 11 comuni, a soli 3.

Nel comunicato divulgato a seguito della sentenza del Tar si legge che “questa sentenza segna una fondamentale tappa in un’articolata vicenda non solo politico amministrativa ma anche giudiziaria, che ha visto già pronunciarsi il TAR Lazio e il Consiglio di Stato”.

Abbiamo parlato dell’intera vicenda su Liguria che cambia, partendo dalla storia di questo parco e delle difficoltà e interessi che quest’area dall’equilibrio così delicato ha.

Trovate questi articoli, come gli altri di cui parleremo, nella sezione Fonti e articoli nella pagina della rassegna stampa. Questa vincita ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molti e soprattutto è stato un importante passo per chi ama e vive questo territorio per ricordarci quanto possiamo incidere sulla difesa attiva del luogo in cui viviamo. E alcune volte, non lasciandoci schiacciare, ma usando quanto in nostro potere per farlo, si vince. Eccome se si vince!

Rimaniamo a parlare di parchi: è stato inaugurato infatti a settembre il Parco Promontorio di Varigotti, si tratta di un importante intervento di restauro ambientale, di un’area abbandonata al degrado da tempo, che è stata dopo un lungo lavoro restituita alla comunità grazie alla creazione di un parco urbano all’interno del quale è possibile visitare anche un giardino botanico, un uliveto secolare, preziosi punti con testimonianze storico-archeologiche, un nuovo Centro Visite, due stagni artificiali oltre ad un rettilario.

Parliamo di biodiversità e animali selvatici e lo facciamo tramite notizie tutte liguri. A gennaio scorso un nuovo censimento di lupi ha annunciato ciò che in molti avevano intuito: sta aumentando sempre più la presenza di lupi sul territorio e ne siamo felici.

Nei mesi scorsi abbiamo assistito (e parlato) dell’annuncio della Commissione Europea sulla proposta di una modifica dello status di specie protetta dei lupi. Ma come ha ricordato il colonnello dei Carabinieri Forestali, Carlo Chiavacci in un’intervista dello scorso anno, riportata da Ansa: “Abbiamo rilevato un aumento della presenza del lupo e per questo fenomeno siamo particolarmente impegnati in quanto svolgiamo attività di monitoraggio del territorio per censire la presenza che si sta diffondendo dopo decenni nei quali c’era stato il rischio di estinzione. 

Questo è un aspetto positivo dal punto di vista ambientale perché significa che ci sono le condizioni per favorire la presenza del suo insediamento e quindi una buona condizione dal punto di vista della biodiversità. Senza contare che serve a tenere sotto controllo anche la presenza numerica dei cinghiali”.

A suscitare interesse e stupore è stato anche avvistamento più che mai insolito e non solo per la nostra regione: a settembre scorso infatti ha fatto il giro dei principali notiziari locali il video che riprendeva un raro esemplare di volpe nera.

La volpe in questione è stata fotografata in Valbrevenna, nel parco regionale dell’Antola e a posizionare la fototrappola che ha permesso di filmare brevemente l’animale e’ stato l’osservatore naturalistico Ugo De Cresi, che ha poi inserito il video su YouTube 

Leggo dall’articolo che ha riportato la notizia su Rai Tg Liguria “Per la volpe nera in Italia esistono solo tre osservazioni documentate: e sono nella zona del veronese tra il 2011 ed il 2023. La particolare caratteristica esteriore dell’animale della Valbrevenna è la mancanza della colorazione bianca della punta della coda, rendendo aperte tutte le ipotesi in merito all’adattazione evolutiva del gene pigmentale. 

La scoperta è stata annunciata solo dopo aver testato il perfetto funzionamento della fototrappola e dopo aver comparato il video con foto di volpi comuni realizzate in ambiente notturno. L’unica osservazione di un animale simile per colorazione ma con la punta della coda bianca (volpe argentata, la variante melanica della volpe rossa europea) è avvenuta nel Regno Unito nel 2015.” 

Altra notizia, altri animali protagonisti. Parliamo dei fedeli amici cani: è arrivata a maggio l’approvazione del disegno di legge ‘omnibus’, che tra le altre cose prevede l’introduzione dell’obbligo per i proprietari di alcuni cani di conseguire un patentino.

L’obbligo coinvolge persone che vogliono tenere e condurre cani di razze potenzialmente problematiche ed è stato inserito per evitare il più possibile possibili aggressioni, che purtroppo abbiamo visto in questi ultimi anni. La notizia riportata da genova Today riporta anche una breve dichiarazione di spiegazione di Sonia Viale della Lega che ha presentato la proposta

“Come tragicamente certificato dai più recenti fatti di cronaca le aggressioni a persone e ad altri animali da parte di cani appartenenti a determinate razze speciali sono sempre più numerose e talvolta hanno esiti drammatici. Per  il benessere degli animali, per gli stessi proprietari e per  tutelare l’incolumità pubblica, ritengo che sia arrivato il momento di prendere dei provvedimenti”.

Una proposta che prende spunto da iniziative simili prese in altre città italiane come Milano, Verona e Parma. Come ci insegnano educatori con approcci volti alla collaborazione e cooperazione con gli animali e nel caso specifico i cani, sostengono che non esistono razze pericolose a prescindere, un cane diventa pericoloso per sé e per gli altri a seguito di esperienze vissute e strategie sviluppate. Come spesso accade non è l’animale il pericolo, bensì è come l’uomo si relaziona ad esso. Il patentino per comprendere come relazionarsi ad un altro essere vivente di cui siamo responsabili, credo sia quindi fondamentale. Non tanto per il cane, quanto per l’essere umano stesso.

Ok, ne avevamo già parlato ma i primati mi piacciono tanto e non potevo esimermi dall’inserire la notizia anche qui: parlo del fatto che dai rilevamenti di CIRO, il database sugli indicatori del clima nelle regioni italiane,  e la liguria è la prima regione per riduzione di emissioni di gas serra.

La Liguria è infatti la prima regione in Italia per assorbimenti naturali in rapporto alla superficie (con 324 tonnellate di gas serra assorbite per km quadrato, contro una media nazionale pari a 91); anche le emissioni pro-capite sono inferiori alla media nazionale.

Inquiniamo quindi un po’ meno rispetto alla media nazionale e ne assorbiamo un po’ di più.

La notizia, pubblicata a febbraio scorso, è più che mai positiva, soprattutto per il primato in negativo che rispetto ai fenomeni estremi che coinvolgono la nostra regione. Legambiente ha infatti presentato il “Rapporto Spiagge 2024” e i dati raccolti attraverso l’Osservatorio Città Clima, riferiti al periodo 2010 – 2024, mostrano un aumento del numero degli eventi meteo estremi nei comuni costieri: nel 2024 si sono verificati il 14,6% di eventi estremi in più rispetto al 2023. In questo scenario critico, la Liguria ottiene un doppio record negativo classificandosi al primo posto tra le regioni del nord per numero di eventi meteorologici estremi pari a 75, mentre Genova è al secondo posto nella classifica nazionale dei comuni con 36 eventi estremi registrati.

Notizie e primati che letti vicini ad un primo approccio confondono, ma che in realtà segnano la strada e ci indicano che abbiamo tutte le possibilità a nostra disposizione per correggere il tiro. Serve una visione politica a più ampio raggio e servono azioni immediate per poter diminuire l’impatto degli eventi climatici estremi, per tutelare persone e territori. Che questo 2025 sia finalmente il tempo per farlo?

Parliamo di diritti e dei progressi fatti quest’anno appena terminato e per far questo torniamo per un attimo ad agosto 2024, quando è stata presentata in Regione l’edizione 2024 della Guida Mare Accessibile, l’annuale mappatura dei litorali della Liguria attrezzati per le persone con disabilità motorie. 

Si tratta di una guida utile per individuare gli stabilimenti balneari, le spiagge libere e le spiagge libere attrezzate nei quali è garantita l’accessibilità alla battigia e al mare. Per il 2024 le strutture censite e verificate sono state 222 su oltre ottocento le strutture censite che rispettano i criteri, con un significativo incremento del 44% rispetto al 2023.  Insomma 2222 sono poche, rispetto al totale delle strutture che l’offerta turistica ligure oggi presenta, ma sono in aumento costante, segnale che la sensibilità e le azioni verso un cambiamento significativo sono sempre più vicine. 

Altri passi in avanti sono stati fatti anche nel campo delle cure e dei diritti di persone svantaggiate: è di novembre scorso la notizia che ha approvato definitivamente e all’unanimità una legge che assicura il rispetto del diritto all’assistenza sanitaria, e in particolare al medico di base, alle persone senza dimora che vivono regolarmente in Italia. Leggo dall’articolo del post che riporta la notizia: 

“La proposta era stata presentata dal deputato Marco Furfaro, del PD, e ha l’obiettivo di colmare un vuoto normativo che in Italia era da tempo criticato: finora infatti per accedere all’assistenza sanitaria del Servizio sanitario nazionale una persona doveva necessariamente indicare il suo indirizzo di residenza. Nello specifico, una persona che risiede regolarmente in Italia doveva iscriversi alla lista dell’azienda sanitaria locale (ASL) corrispondente al suo indirizzo di residenza, che poteva essere sia in Italia che all’estero. Una persona senza dimora però spesso non ha una residenza anagrafica e quindi non può ricevere l’assistenza sanitaria di cui avrebbe diritto”.

In Liguria (e in pochissime altre regioni) vi era già una proposta di legge regionale approvata, che ne dava diritto, ma serviva un passo avanti a supporto, che aumentasse anche i fondi dedicati.

Concretamente la legge nazionale ha infatti anche istituito un fondo da un milione di euro all’anno per il 2025 e il 2026 che servirà a finanziare un programma sperimentale da attuare in 14 città metropolitane d’Italia, tra cui Genova.

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