Il 2025 per la Sicilia tra riconoscimenti per turismo lento, cultura e cibo – INMR Sicilia #10
questo il codice spreaker:
Con il 2025 arrivano per la Sicilia importanti riconoscimenti. Tra le 52 proposte di turismo alternativo del New York Times l’isola figura tra le mete italiane imperdibili grazie al Sicily Divide, ve ne abbiamo parlato tempo fa in un articolo intervistando l’ideatore Giovanni Guarneri.
Si tratta di un percorso lungo 460 chilometri tra strade secondarie, sentieri sterrati e borghi incantevoli. Una proposta di turismo lento e sostenibile, in bicicletta, per riscoprire il cuore dell’isola lontano dalle rotte turistiche più rinomate, che permetterà di esplorare paesaggi, natura, siti archeologici, calore umano e cibi unici.
E restando in tema di cibo, la Sicilia si prepara a vivere un anno da protagonista nel panorama enogastronomico europeo. L’isola ha ottenuto il titolo di Regione europea della gastronomia per il 2025, conferito dall’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism (Igcat). Un riconoscimento arrivato dopo un lungo iter di valutazione sulla qualità e sulla varietà dei prodotti locali. Vini, dolci, cioccolata, piatti unici che raccontano una storia di contaminazioni culturali, dai sapori arabi degli agrumi ai dolci ereditati dalle tradizioni normanne e spagnole.
Speriamo sia un’opportunità in grado di attirare turisti sì, ma senza contribuire al fenomeno dell’overtourism sempre più diffuso in alcune zone dell’isola, restando e offrendo quindi un’esperienza autentica e sostenibile. Vedi Palermo.
Il 2025 è un anno speciale anche per Agrigento, capitale della cultura italiana, che di recente è stata al centro di meme, ironia e immagini sui social per una paio di strafalcioni sulle segnaletiche locali dei luoghi più iconici. Il pressapochismo e l’incompetenza sembrano essere all’ordine del giorno, si procede tra ritardi e lungaggini burocratiche che non sono stati risolti nonostante la creazione ad hoc di una Fondazione.
I riconoscimenti per la bellezza, la cultura e l’unicità di questa terra in questo nuovo anno che, soprattutto nel caso si Sicily Divide, enfatizzano un turismo lento e rispettoso cozzano con la strategia politica della Regione che tra un concerto di Natale nella Valle dei Templi costato oltre mezzo milione di euro e finanziato da fondi pubblici, tra l’altro registrato in pieno agosto a cui è stato chiesto ai partecipanti di indossare vestiti invernali con 40 gradi, e un concerto di Capodanno del costo di 2 milioni di euro, puntano a un ritorno di immagine di altro genere che sa di turismo di massa e che toglie fondi necessari per altro. Una sorta di panem et circenses, mentre le vere emergenze restano lì sullo sfondo e in alcuni casi, come per la siccità, viene mitigata da un clima che, soprattutto nel mese di dicembre, sembra in parte riequilibrare le temperature estreme del 2024.
La Sicilia, proprio in questi giorni, è stata definita la “California di casa nostra” per la grave siccità che è anche colpa dell’azione dell’uomo, dal cambiamento climatico alla cattiva gestione delle risorse idriche e del territorio.
Leggendo il Report realizzato da CIRO 2024, il database sugli indicatori del clima nelle regioni italiane, scopriamo alcuni dati sulle emissioni e non in Sicilia. Ad esempio, l’isola presenta livelli di emissioni pro capite di gas serra inferiori rispetto alla media nazionale ma a causa degli incendi non riesce ad assorbire alcuna CO2 con i sistemi naturali. Nel 2023 gli incendi sono stati 509, nel 2024 1.288.
Sul fronte energetico è la regione con i più bassi consumi di energia pro capite in Italia, anche grazie al clima particolarmente mite, una condizione favorevole anche per il settore degli edifici. La Sicilia, infatti, detiene il primato in Italia sia per emissioni pro capite che per quota di consumi elettrici negli edifici; resta ancora inferiore alla media nazionale la quota di edifici in classe A.
In tema di agricoltura la Sicilia è una delle regioni a maggiore vocazione biologica d’Italia, con il 29% della superficie agricola gestita con questa modalità, contro il 19% della media italiana. In tema di consumo di suolo, secondo le recenti pubblicazioni di Arpa Sicilia l’incremento sarebbe in diminuzione, sebbene il trend resti in crescita.
Nel periodo 2022-2023, la Sicilia si conferma al sesto posto per consumo di suolo netto, con un incremento di 483 ettari, in calo rispetto ai 608 ettari dell’anno precedente. Si registrano tendenze diverse a livello provinciale e comunale. Siracusa è la provincia con il maggior consumo di suolo con 92 ettari, seguita da Catania con 89 ettari e Palermo con 84 ettari. A livello comunale, Augusta è la città siciliana con il maggiore aumento, con 35 ettari di suolo consumato, seguita da Catania con 21 ettari e Marsala con 16 ettari.
“Con oltre 35 ettari in un solo anno, l’equivalente di 49 campi di calcio, Augusta si piazza in testa alla classifica dei comuni siciliani per consumo di suolo nel 2023. Un record che, se rapportato all’incremento demografico, diviene addirittura primato nazionale: poco meno di 12 ettari per ciascuno dei tre nuovi abitanti registrati nell’ultimo anno” sottolinea il comitato Salvare Augusta.
Come scrive il quotidiano online WeMarte.tv, la città megarese gode, si fa per dire, di un altro triste primato per l’inquinamento da benzene in Sicilia, rispetto ai dati Arpa di qualità dell’aria monitorati in Sicilia nel 2023 e l’andamento dei dati per il periodo 2014-2023. L’esposizione prolungata a questo idrocarburo provoca effetti cancerogeni, in particolare è ritenuto responsabile di provocare varie forme di leucemia.
Ultimamente, avrete fatto caso, ci capita di parlare spesso di questo territorio per la situazione complessa dal punto di vista ambientale e sociale connessa alla presenza del polo petrolchimico, oggi al centro di dibattiti politici e non e scelte determinanti indirizzate alla sopravvivenza di tutta l’area
Proprio a fine dicembre i periti scelti dal tribunale di Siracusa nell’incidente probatorio sul presunto disastro ambientale al depuratore Ias di Priolo Gargallo, di cui vi abbiamo più volte parlato, avrebbero dovuto consegnare la loro relazione ma hanno richiesto una proroga dei termini per il deposito della perizia al 31 marzo 2025. Il depuratore Ias di Priolo Gargallo è sotto sequestro da parte della magistratura siracusana dall’estate del 2022. Secondo la procura da allora è in corso un disastro ambientale. I pm hanno chiesto un incidente probatorio per cristallizzare i dati di un presunto inquinamento senza precedenti ed eventualmente tirare le somme.
Nella Grotta Ciavuli, nel territorio di Sant’Angelo Muxaro in provincia di Agrigento, gli entomologi hanno scoperto una nuova specie di coleottero, il “Tychobythinus muxari”. Un nome che omaggia il luogo in cui è stato trovato e che segna un passo avanti nella conoscenza del patrimonio naturale siciliano. Una scoperta che è frutto di anni di lavoro, condotti dal 2022 al 2024, da un team dell’Istituto di ricerca sulle acque del CNR, in collaborazione con l’Università di Catania.
Restando a Catania, all’interno del porto della città, ARPA Sicilia ha identificato due nuove specie aliene per le acque italiane. La Phallusia Nigra identificata nel Mar Mediterraneo vicino Israele nel 1958, è originaria dei mari tropicali. L’area di provenienza va dall’India all’Australia. Probabilmente è giunta nel porto di Catania veicolata dalle acque di zavorra delle navi che provengono dal Canale di Suez
Invece il crostaceo Dynoides amblysinus non è stato mai segnalato nel Mediterraneo. Queste segnalazioni testimoniano il ruolo dei porti nella diffusione delle specie NIS e la necessità di un monitoraggio continuo da parte di ARPA Sicilia per tenere sotto controllo i possibili effetti diretti ed indiretti sulla biodiversità autoctona.
Nel territorio di Siracusa è stata lanciata da un comitato spontaneo di cittadini e di associazioni ambientaliste una petizione on line per la salvaguardia della Pillirina, una spiaggia non lontana da Siracusa. L’obiettivo è riavviare l’iter istitutivo della riserva naturale Capo Murro di Porco e Penisola della Maddalena in cui rientra la Pillitina che si è arrestato da un po’.
La “Pillirina” è diventata nell’immaginario collettivo una riserva a tutti gli effetti, un luogo del FAI, una meta escursionistica privilegiata, fotografata e ripresa dalle copertine delle principali riviste di viaggi in Italia. Il problema è che “oggi, l’accesso è vietato ai cittadini, sulla base della presunta pericolosità per rischio crollo della falesia, senza che questo costituisca un problema per la riedificazione degli edifici da parte del privato”. Per questo il comitato spontaneo fa appello alle istituzioni regionali e locali affinché procedano speditamente verso la salvaguardia definitiva di questo luogo com’è avvenuto in tante parti della Sicilia, dallo Zingaro a Vendicari.
Attraverso l’istituzione della riserva naturale non soltanto si garantirebbe la tutela definitiva dell’unico tratto di costa risparmiato dalla speculazione edilizia ma si consentirebbe la gestione attiva, la conservazione, il miglioramento e la valorizzazione di un bene ambientale e paesaggistico di straordinaria importanza.
Nei mesi scorsi 104 cittadini hanno presentato un ricorso contro la Stretto di Messina Spa e contro il progetto del Ponte che il Tribunale di Roma ha bocciato e per questo saranno costretti a pagare le spese di 238.143 euro alla Stretto di Messina SpA per compensi professionali.
Secondo il WWF Italia, pur non essendo direttamente coinvolto nell’azione portata avanti dai cittadini, si tratta di «una pagina nera per il diritto italiano perché vengono colpiti semplici cittadini che hanno scelto di esercitare il proprio diritto di accesso alla giustizia». Sempre secondo il WWF e non solo, se nel resto del mondo, sulla base di convenzioni internazionali a cui anche l’Italia aderisce, si incoraggia l’attivazione dei cittadini, singoli o organizzati in associazioni, in Italia si intende reprimere questo diritto.
Con l’inasprimento selettivo delle pene per chi protesta in difesa dei beni ambientali e con il decreto di legge Sicurezza in discussione, si sta già vivendo un tentativo di limitare gli ambiti del diritto di manifestare, il timore è che si voglia restringere anche l’accesso alla giustizia attraverso condanne al pagamento di somme totalmente ingiustificate.
Chi ci segue sa bene che ci piace molto lavorare sull’immaginario e destrutturare luoghi e pregiudizi attraverso le storie che raccontiamo tutti i giorni. A tal proposito voglio segnalarvi quella di Valentina Blunda, avvocata cassazionista e imprenditrice agricola nata e cresciuta nella Valle del Belice, co-protagonista di una storia di rottura e rivoluzionaria. Siamo a Castelvetrano, luogo inciso nella memoria di tutte e tutti noi perché legato alla figura di Matteo Messina Denaro che ha offuscato le peculiarità e la bellezza di questi luoghi. Proprio a Castelvetrano è nata, grazie soprattutto a Valentina, la cooperativa agricola Sicily Food Belìce Valley che fa economia solidale con beni confiscati alla mafia, valorizzando una cultivar speciale, la nocellara del Belice, da cui è possibile estrarre non solo l’olio ma anche olive da tavola, entrambi riconosciuti come prodotti DOP. Una storia davvero di rottura fra imprenditoria etica e lotta alla mafia.
A Campobello di Licata è nato il Forno Popolare Sante Caserio, dove mentre si impasta il pane si immagina insieme un mondo diverso, con maggiore cura e rispetto verso il prossimo e l’ambiente. Un luogo di aggregazione e condivisione in un contesto che vive un forte spopolamento, e in cui mani di donne, uomini, giovani e meno giovani si incastrano impastando insieme cibo e quindi vita.
In Sicilia, lo sappiamo, la mobilità urbana sostenibile è ancora un lontano miraggio. Ritardi, disuguaglianze territoriali, un piano di decarbonizzazione carente, opere incompiute anche e soprattutto per mancanza di fondi sono le sfide da affrontare. Nel frattempo Il ponte sullo stretto drena risorse fondamentali per la nostra isola. Nell’articolo che trovate tra Fonti e Articoli trovate una disamina a partire dal rapporto Pendolaria 2025 pubblicato da Legambiente.
Infine un articolo dedicato al progetto “La mia piccola città”, ideato e proposto dalla cooperativa sociale A Casa di Momo, un centro educativo in natura nel cuore di Acireale, che ha come protagonisti i più piccoli e che nasce dall’esigenza di rispondere ai bisogni emergenti dei minori. Il deficit di natura, la dipendenza dalle nuove tecnologie, l’aumento del tasso di suicidio tra i 10 e i 17 anni, la presenza di situazioni di disabilità psichica o fisica o di condizioni economiche, sociali ed educative svantaggiate sono fattori che generano disparità, emarginazione e inadeguatezza.
#Turismo lento e sapori
PalermoToday – Anche la Sicilia tra le 52 mete imperdibili da visitare nel 2025 secondo il New York Times
La Sicilia – Dopo la Finlandia tocca a noi: la Sicilia è la regione europea della gastronomia per il 2025
Linkiesta – I cartelli sgrammaticati, e gli infiniti problemi delle città culturali siciliane
Libero – ‘Il Volo’, bufera social sul concerto della Vigilia di Natale registrato ad agosto: “Non mi sento bene”
QdS.it – Due milioni in bilancio da spendere subito, in Sicilia il Governo pensa al concerto di Capodanno
Italia che Cambia – Sicily Divide, una guida cicloturistica alla scoperta delle varie anime dell’isola
#Come sta la Sicilia?
I4C Italy for Climate – Ciro Database delle regioni sul clima
WebMarte.tv – Augusta | La Città detiene il primato per il consumo di suolo
WebMarte.tv – Augusta | La città è prima in Sicilia per l’inquinamento da benzene
WLTV – Slitta il deposito della perizia sul caso dell’Ias di Priolo
Arpa Sicilia – Consumo di suolo in Sicilia: diminuisce l’incremento, ma il trend resta in crescita
Arpa Sicilia – Qualità dell’aria in Sicilia: disponibile la relazione completa e l’andamento nel periodo 2014-2023
#Altri animali e specie aliene
AgrigentoNotizie – Gli esperti confermano: nella grotta Ciavuli scoperta una specie sconosciuta di coleottero
Arpa Sicilia – ARPA Sicilia identifica due nuove specie aliene durante le attività di monitoraggio ambientale nel porto di Catania
Change.org – “Pillirina” riserva subito
#Ricorso Ponte sullo Stretto
Greenreport.it – Ponte, i cittadini che hanno presentato ricorso contro l’opera condannati a pagare 240 mila euro
#SCC
Italia che Cambia – La storia dell’avvocata-imprenditrice agricola che fa economia solidale con beni confiscati alla mafia
Italia che Cambia – Le sfide della mobilità urbana in Sicilia fra ritardi, disuguaglianze e poca decarbonizzazione
Italia che Cambia – A Campobello di Licata c’è un forno di comunità in cui lavora tutto il paese
Italia che Cambia – La mia piccola città: le giovani generazioni rendono Acireale più inclusiva e sostenibile