19 Lug 2024

Protesta di Oristano, processo su Teulada, carcere e morti sul lavoro – INMR Sardegna #39

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Oggi parliamo di speculazione energetica e dei vari presidi che sono attivi nel territorio, in particolare quello del porto di Oristano: avremo in merito un contributo audio di Maria Grazia Demontis del Coordinamento gallurese, tra le persone presenti nelle lunghe notti di protesta oristanesi. Ulteriore argomento della settimana è l’assoluzione dei generali accusati di aver inquinato l’area del Poligono di Teulada, l’allarme caldo lanciato dalla garante dei detenuti sardi Irene Testa e infine, il tema degli incidenti sul lavoro, un fenomeno che non si ferma: ne parliamo con Michela Calledda della libreria La Giraffa. Nella seconda parte della rassegna vi racconteremo come sempre gli articoli della settimana su Sardegna che cambia e in chiusura, festival e eventi in arrivo per il weekend.

Iniziamo parlando di Oristano che in settimana è stata al centro delle cronache in virtù della nascita di un nuovo presidio contro la speculazione energetica, nei pressi del porto di Santa Giusta. Qui da qualche settimana è infatti arrivato un carico di quello che inizialmente era stato descritto come un’insieme di pale eoliche e pezzi di ricambio da utilizzare in un impianto obsoleto nel centro Sardegna. Ieri però a smentire la notizia è stato il quotidiano L’unione sarda, secondo cui le pale sarebbero invece destinate a un nuovo impianto in costruzione a Villacidro, che nasce “nonostante” la moratoria. Facciamo però un passo indietro perché le notizie principali hanno riguardato la nascita innanzitutto di un presidio contro la speculazione energetica nel porto di Oristano, volto a rallentare l’uscita e quindi l’installazione delle pale eoliche, e le tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine. Queste ultime hanno infatti tentato di allontanare i presidianti, il presidio stesso è stato sgomberato e le persone presenti identificate, ci sono state poi diverse denunce per occupazione abusiva di un’area del demanio marittimo, detenzione di oggetti per offendere, mentre tende e gazebo usati per allestire il presidio sono stati sequestrati da una task force di polizia, carabinieri, finanzieri e uomini della capitaneria di porto. Il rischio corso dai manifestanti è anche quello di un’accusa di blocco stradale. La reazione delle forze dell’ordine non ha però fermato i presidianti che hanno proseguito anche dopo il sequestro nella loro azione di protesta, fermati però da un sempre più nutrito contingente di forze dell’ordine e agenti in tenuta antisommossa. In merito abbiamo una dichiarazione di Maria Grazia Demontis, tra le manifestanti presenti nelle lunghe notti di protesta oristanesi.

Aggiungiamo una precisazione ulteriore, successiva alla registrazione della rassegna: in serata giovedì la Regione Sardegna, attraverso il profilo social della presidente Alessandra Todde, ha risposto in merito al parco di Villacidro. “Chi oggi dice o scrive che la realizzazione in corso dell’impianto eolico di Villacidro sia responsabilità dell’attuale governo regionale, racconta enormi e preoccupanti menzogne. Si tratta, infatti, di un’infrastruttura autorizzata nel 2020 e per la quale i lavori sono partiti ad aprile 2023 sotto la giunta Solinas”. L’intero commento tra le fonti.

Quattro assoluzioni e un proscioglimento. Si è chiuso così il processo contro cinque generali, tutti ex capi di stato maggiore, accusati di disastro ambientale legata all’inchiesta sugli effetti di anni di esercitazioni nel poligono militare di Teulada. Come riporta Ansa, nel corso delle indagini in merito la Procura aveva accertato lo stato di devastazione della Penisola Delta, un’area di tre chilometri quadrati dove, dal 2008 al 2016, furono sparati 860mila colpi di addestramento, con 11.875 missili, pari a 556 tonnellate di materiale bellico. Al termine dell’inchiesta però il pm Emanuele Secci aveva chiesto l’archiviazione, negata però dalla gip che aveva invece ordinato l’imputazione coatta. Ma dopo altre indagini lo stesso pm, che per 7 anni ha indagato sulle morti nell’area della base militare e sull’inquinamento, aveva ritenuto di non avere gli elementi per poter reggere un’accusa in giudizio e aveva nuovamente chiesto al gip l’archiviazione con le stesse motivazioni. Presenti fuori dal Tribunale di Cagliari i manifestanti di A Foras, assemblea che si oppone all’occupazione militare della Sardegna, i quali via social hanno commentano l’assoluzione dichiarando che “Come già sapevamo la giustizia non è uguale per tutti. Non abbiamo mai riposto la nostra fiducia nello stato Italiano e sapevamo che si sarebbe arrivati a un proscioglimento. Questa mattina siamo stati presenti davanti al Tribunale, in attesa del verdetto, così come negli anni abbiamo utilizzato anche gli strumenti giuridici per contrastare l’occupazione militare della Sardegna. Ma sappiamo che le leggi italiane difficilmente potranno mai difendere il popolo sardo e i suoi diritti. Con un’udienza durata meno di un’ora, i 4 generali sono stati assolti. Il disastro ambientale è stato riconosciuto, ma nessuno è responsabile. Risponderemo presto con la lotta, essendo consapevoli che una grande mobilitazione dei sardi e delle sarde potrà contrastare l’oppressione coloniale che siamo costretti a subire”. Ciò che resta, è un territorio profondamente inquinato e un “disastro” ambientale che al momento, non ha colpevoli.

Che sia arrivato il caldo tanto temuto a inizio estate è ormai cosa nota ai più, ma c’è un vissuto che ancora una volta troppo poco viene considerato, quello ovvero delle persone detenute. Notizia della settimana è stato anche l’innalzamento delle temperature con un’allerta “caldo africano” con temperature fino a 43 gradi, ma la garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà, Irene Testa, ha voluto porre il focus anche sulla condizioni nelle carceri. “Il termometro che ho portato in carcere a Uta segnava 43 gradi. I detenuti erano stipati in celle da 6 mq per 2, per un totale di 4 detenuti per cella. A causa del sovraffollamento si è aggiunta in quasi tutte le sezioni la quarta branda. Il personale è allo stremo delle forze, e a fatica l’ispettore è riuscito ad accompagnarmi nelle sezioni. Malati psichiatrici, tossici e persone con disabilità gravi sono allocati in celle non a norma senza personale per l’assistenza – ha aggiunto la garante, sottolineando come – Far vivere la comunità penitenziaria in queste condizioni, senza sistemi di aria condizionata, senza ventilatori, con disabili gravi in celle non a norma è scandaloso. Siamo davanti ad una emergenza umanitaria che è a un punto di non ritorno”. Per Irene Testa “è in corso un processo di disumanizzazione e degrado, di privazione dei diritti fondamentali dell’uomo”. Lo ribadiamo ancora una volta: il carcere non serve per dimenticare le persone, e le sue finalità da tempo sono messe in discussione da problematiche strutturali e anche legate all’indifferenza con cui si guarda – o meglio, non si guarda – alle persone detenute.

Ultima notizia della settimana riguarda il fenomeno delle morti sul lavoro, perché nella mattina di ieri c’è stato un decesso a Santadi, dove un operaio di 46 anni è morto dopo che una grossa chiave inglese gli è caduta sul petto provocandogli un arresto cardiaco, mentre venerdì scorso a Macchiareddu, un operaio di 42 anni è morto dopo essere stato colpito da una pala meccanica. I dati in merito sono preoccupanti: aumentano le denunce di infortunio, le malattie professionali proliferano e sono già aumentati rispetto al 2023 i lavoratori morti sul lavoro in Sardegna. Il tema va ben oltre la semplicità e la casualità soprattutto degli incidenti, e si interseca invece con tutta una serie di questioni relative al diritto al lavoro e alla sicurezza sul lavoro anche nell’Isola. Abbiamo deciso di parlarne con Michela Calledda che nella sua libreria La Giraffa di Siliqua, ha organizzato per giovedì 25 luglio l’evento “La classe operaia non va in paradiso. Morti sul lavoro e cultura della sicurezza: facciamo il punto”. Sarà un incontro organizzato in collaborazione con la CGIL per accrescere la consapevolezza sul fenomeno delle morti sul lavoro, denunciare i problemi del sistema lavorativo e promuovere insieme un cambio del paradigma culturale.

Questa settimana il primo argomento che abbiamo affrontato riguarda i numeri del disastro ambientale nel Sulcis, sotto le industrie di Portoscuso. Lo abbiamo fatto a partire da una serie di inchieste realizzate da Matteo Scannavini di Slow News, sulle sfide della giusta transizione energetica del Sulcis Iglesiente. Nell’ultimo episodio sono i dati a chiarire l’entità dei danni ambientali di Portoscuso. Nel comune sulcitano ha infatti sede la Portovesme srl, azienda produttrice di piombo zinco gestita dal gruppo Glencore nel Sulcis Iglesiente. Si tratta di un territorio che, come riportato dalla serie di Slow News, “oggi si trova al centro di una tempesta perfetta: La pandemia, l’inflazione e la crisi energetica, ancor più dannosa per l’industria energivora locale, si sono aggiunte a un decennio da migliaia di perdite di posti di lavoro dovute allo stop della filiera dell’alluminio e dell’attività estrattiva delle miniere carbonifere. Inoltre, l’abbandono definitivo del carbone, previsto a fine 2025 dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, porterà presto alla chiusura della centrale termoelettrica Enel Grazia Deledda (Portovesme), con perdite stimate tra 400 a 1200 posti di lavoro in meno tra diretti e indotto“. Problematiche quindi sociali, economiche, e soprattutto, ambientali: sotto le industrie di Portoscuso infatti, i metalli pesanti superano di migliaia di volte i limiti di legge, come il cadmio. Metallo pesante, tossico per l’uomo anche in piccole dosi, causa di cancro ai polmoni e danni ai reni e alle ossa, il cadmio nelle falde sotto gli impianti dell’ex Alcoa di Portoscuso, ha una concentrazione 24mila volte superiore al limite di legge.

Secondo articolo della settimana un’intervista della nostra Sara Brughitta a Rinaldo Pinna dei Sonheros. Si tratta di un rivoluzionario laboratorio musicale dove la musica diventa esperienza collettiva e partecipata. Seguendo il metodo calljero, quello quindi della musica di strada, Sonheros capovolge l’approccio tradizionale: si impara il ritmo prima delle melodie, suonando insieme in uno spazio, in cui il pubblico non è solo spettatore, ma parte attiva dell’orchestra, coinvolto in quella che Rinaldo Pinna chiama onda ritmica. Si suona quindi insieme, con piccoli strumenti a percussione, chitarre, maracas e tamburelli, e la musica diventa così mezzo unificante. Con Sonheros il pubblico diventa parte della performance: non si sa chi farà, non si sa chi ascolterà, l’unica certezza è la musica, comunitaria.

Mercoledì invece un piccolo focus su un evento a cui prende parte anche la nostra Alessandra Ghiani, ovvero il festival della letteratura giornalistica Liquida. Ve ne abbiamo parlato sia perché si tratta di un evento imperdibile che vedrà la partecipazione di autori e autrici pronti a discutere delle più importanti questioni politiche, economiche e sociali di oggi. Sia perché è importante l’azione anche in questo caso comunitaria di coinvolgimento dei residenti. Il festival, organizzato da Liberos, si tiene infatti a Codrongianus, piccolo paese del sassarese che durante le giornate di fine luglio del festival si anima diventando punto di riferimento isolano per quanto riguarda la letteratura giornalistica e anche la critica.

Ieri infine siamo ritornati sul tema della speculazione energetica e dei vari presidi attivi nel territorio, nello specifico quello nato dalla rivolta degli ulivi a Selargius. Della protesta vi abbiamo parlato settimana scorsa, raccontandovi della sua nascita e di come nelle campagne di Selargius interessate dal Tyrrhenian Link, sia nato un presidio permanente fatto di persone e piante arrivate da tutta la Sardegna. Questa settimana invece Domenico Melis di Nuragic.com ha realizzato un reportage video che racconta cosa succede nel presidio degli ulivi: chi c’è, come è fatto, cosa si sente, cosa si mangia e di cosa si parla. I reportage di Domenico Melis sono spaccati di realtà che testimoniano l’esistenza di una tribù umana, e lo spirito di condivisione alla base delle proteste contro la speculazione energetica.

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:


  • a partire da questo fine settimana fino al 28 luglio,  Dorgali e il suo splendido borgo sul mare di Cala Gonone ospitano la 37esima edizione di Cala Gonone Jazz. Sei giornate articolate attraverso quattro diverse location tra il mare del Golfo di Orosei e le cime del Supramonte, per un cartellone che conta 10 imperdibili appuntamenti. Qualche settimana fa vi abbiamo parlato di questo evento sia per la sua importanza a livello sociale e culturale, sia perché quest’anno si apre al mondo come luogo di rifugio e comprensione: ci saranno artisti palestinesi, ucraini, musicisti provenienti da zone di conflitto o marginalità, per un evento che vuole rimarcare ancora una volta l’universalità della musica jazz. Tutte le info sul sito www.calagononejazzfestival.com
  • Fino a sabato 20 c’è anche Andaras, il concorso estivo dedicato al cinema corto di viaggio in programma a Fluminimaggiore, Buggerru e Iglesias, lungo la Costa delle Miniere. Un festival da vivere dal tramonto, tra incontri, presentazioni di libri, masterclass, mostre, attività immersive, location scouting e concerti che precedono le proiezioni di film in concorso, in programma a partire dalle 22. Stasera ad esempio a Iglesias ci sarà l’incontro con l’attrice Carolina Crescentini, e la proiezione a partire dalle 22 di sette opere nel chiostro di san Francesco. Per sapere invece cosa accadrà domani vi consigliamo di visitare il sito www.andarasfilmfestival.com
  • D’estate la sardegna si popola di festival e infatti ne abbiamo un altro da suggerirvi, quello legato ai 50 anni dalla scoperta dei Giganti di Mont’e Prama. Fino al 22 luglio infatti il Teatro all’aperto di Tharros si prepara ad ospitare artisti e spettatori per un viaggio all’insegna della bellezza, declinato su differenti forme d’arte. Danza, concerti e teatro animeranno il cartellone di iniziative culturali con tanti nomi di spicco del panorama artistico: a chiudere la straordinaria stagione di appuntamenti, il 21 e 22 luglio, sarà Fiorella Mannoia con lo spettacolo Fiorella Sinfonica – Live con orchestra. Tutte le info su www.monteprama.it
  • Infine, fino al 31 luglio Organica, Museo diffuso di Arte Ambientale a pochi km da Tempio Pausania, inaugura la sua stagione 2024 nel suggestivo Bosco di Curadureddu, all’interno del Parco del Limbara. Organica accoglie il visitatore con un doppio percorso esperienziale, dove installazioni site-specific di artisti contemporanei costellano il parco-museo dando vita a un’esperienza fortemente suggestiva. Parallelamente, il Museo ospita mostre di arte visiva e fotografia all’interno dello Spazio espositivo CEDAP, performance a cielo aperto, laboratori, happening e appuntamenti di trekking culturale dedicati alla scoperta dei luoghi e al territorio. Anche in questo caso vi rimandiamo al loro sito, anche perché gli appuntamenti sono davvero tanti: su www.organicamuseo.it troverete tutte le informazioni necessarie

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