26 Apr 2022

Macron, una vittoria che sa di sconfitta? – #507

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Macron è confermato Presidente francese per altri cinque anni, ma i giornali parlano di vittoria a metà, scopriamo come mai. Si è votato anche in Slovenia, e ha vinto un partito nuovo con una forte impronta progressista ed ecologista. In Toscana c’è stata una manifestazione contro la nuova base militare nel parco naturale di San Rossore e Massaciuccoli. E intanto Elon Musk sembra essere riuscito ad acquistare Twitter.

FRANCIA, MACRON È DI NUOVO PRESIDENTE

Domenica si è votato per il secondo turno, il ballottaggio, delle presidenziali francesi. E alla fine, così come era andata cinque anni fa, ha vinto Emmanuel Macron contro Marine Le Pen, primo presidente francese ad essere rieletto negli ultimi vent’anni. Tuttavia una serie di fattori hanno fatto parlare di vittoria a metà. Olivier Roy, politologo francese, ha detto che ha “vinto perdendo”. Vediamo assieme come mai.

Primo fattore, l’astensionismo al 28%, piuttosto alto, soprattutto per la Francia. L’affluenza  più bassa dal 1969 (che sarebbe comunque alta per molti paesi, ma appunto, stiamo parlando della Francia). In particolare sono i giovani a aver disertato le urne, il 40% degli under 25 non ha votato.

Poi, rispetto a cinque anni fa Macron ha vinto con meno margine. Ha preso il 58,5% dei voti contro il 41,5 di Le Pen, mentre nel 2017 aveva preso praticamente il doppio dei voti della candidata di Rassemblement National. 

Tant’è che Marine Le Pen, pur ammettendo la sconfitta, ha parlato di «storica vittoria» per la sua area politica. Riporta il Post che ha dichiarato che «Le idee che rappresentiamo stanno raggiungendo nuove vette» e che c’è «grande sfiducia» del popolo francese nei confronti di Macron.

In generale, il paese sembra diviso in tre, con Macron che si è fagocitato tutta l’area centrale, ma non ha annullato la concorrenza, che anzi si è spostata più agli estremi, con Marine le Pen da una parte e Jean Luc Mélenchon dall’altra. 

E come ci annunciava Benoit Christal, giornalista francese che abbiamo intervistato subito dopo il primo turno proprio a proposito delle presidenziali, adesso c’è l’incognita elezioni legislative, le votazioni per eleggere il parlamento, che si terranno a giugno prossimo. Che sono un grosso punto interrogativo. Perché c’è la possibilità tutt’altro che remota che vinca un partito diverso da quello di Macron, e per come funziona il sistema francese avere un presidente di uno schieramento e il parlamento con una maggioranza diversa limita tantissimo i poteri del Presidente rendendo il paese una repubblica parlamentare di fatto.

Sia Mélenchon che Le Pen hanno già iniziato la campagna elettorale. Domenica sera, il leader della sinistra radicale francese ha tenuto un breve discorso in cui ha attaccato sia Macron sia Le Pen, rilanciando di nuovo il suo progetto per le legislative: «Il terzo turno inizia stasera», ha detto.

Le Pen ha annunciato che proseguirà con il suo lavoro: «Più che mai, porterò avanti il mio impegno nei confronti della Francia e dei francesi. Stasera diamo il via alla grande battaglia elettorale per le elezioni legislative». Poi bisogna vedere cosa faranno i partiti tradizionali della politica francese, ovvero socialisti e repubblicani, che sembrano praticamente evaporati, ma vai a capire. 

Inoltre c’è il fatto che Macron, a quanto scrive Le Monde, non ha mai puntato molto su una sua identità politica definita, ma si è spesso presentato come il candidato contro gli estremismi. Il che funziona in un confronto uno a uno con una Le Pen o con un Mélenchon, ma potrebbe essere più difficile nelle legislative. 

Insomma, non sarà semplice, e aggiungeteci anche che in generale le persone sembrano essere molto stanche delle politiche di Macron. Dopo le elezioni ci sono stati molti cortei di protesta in diverse città. Non parliamo di folle oceaniche, ma cortei diqualche centinaia di persone con striscioni con scritto “Né con Macron né con Le Pen”. A Parigi addirittura una vettura si è lanciata contro la polizia e gli agenti hanno fatto fuoco uccidendo il conducente e l’uomo che sedeva al suo fianco, e ferendo un terzo occupante. Non è ancora chiaro se c’entra qualcosa la questione politica, ma insomma il clima in Francia non è rilassato.

Come scrive Europa Today, “se nel 2017, con la sua prima elezione, Macron era riuscito a proporsi come volto del cambiamento, del rinnovamento in chiave liberale e riformista di una Francia ormai stanca sia dell’esperienza conservatrice di Sarkozy, sia della gestione socialista di Hollande, cinque anni dopo il presidente si ritrova con un Paese lacerato da fratture sociali, generazionali e geografiche. Interi territori, soprattutto nel Nord-Est, non hanno ancora visto quella ripresa promessa, prima e dopo la pandemia”. 

E secondo uno studio dell’Istituto per le politiche pubbliche, le misure socio-economiche adottate fin qui da Macron hanno aumentato le disparità sociali, migliorando dell’1,59% il tenore di vita medio della popolazione, ma riducendo del 5% quello delle fasce più svantaggiate. Questo significa che ha fatto politiche a favore dei ricchi. 

Insomma, la vittoria di Macron è anche una mezza bocciatura. 

ELEZIONI IN SLOVENIA

Di elezione in elezione, si sono tenute anche quelle parlamentari in Slovenia, con un risultato sorprendente. Ne parlano Il Fatto Quotidiano e il Post, fra gli altri. Ha vinto con un discreto margine il Movimento Libertà, un partito nuovo, di orientamento liberale, progressista e ambientalista, guidato da Robert Golob, che ha ottenuto il 34,5 per cento delle preferenze. Secondo è arrivato il partito democratico del primo ministro uscente Janez Janša, che però a differenza di quanto potreste pensare non è un partito di sinistra (perché mai dovreste pensarlo, poi) ma è un partito conservatore, populista e anti-immigrazione.

I sondaggi davano una sorta di testa a testa e invece ci sono più di dieci punti di differenza. 

Il partito di Golob, che ha 55 anni e un passato da imprenditore nel settore delle fonti rinnovabili di energia, avrà 40 seggi in parlamento, non abbastanza per governare da solo, ma si sa già che avrà l’appoggio del partito Socialdemocratico per formare un governo di coalizione, ed è molto probabile che anche altri partiti di centrosinistra lo sosterranno.

Il partito Movimento Libertà (GS) era stato fondato con il nome Partito d’Azione Verde nel maggio del 2021 da Jure Leben, che però pochi mesi dopo aveva deciso di abbandonare la politica. Nel gennaio del 2022 Golob si era quindi candidato a guidare il partito, e dopo esserne stato eletto presidente gli aveva cambiato nome. Nel corso della campagna elettorale aveva puntato molto sulla lotta al cambiamento climatico e su una serie di riforme progressiste, e si era dimostrato un politico carismatico.

MANIFESTAZIONE CONTRO LA BASE MILITARE A PISA

Tornando in Italia, un aggiornamento volante sulla questione della base militare nel parco naturale di Coltano, di cui abbiamo parlato qualche giorno fa. Domenica circa 250 persone hanno manifestato davanti ai cancelli della base statunitense Camp Darby sulla via Livornese, in provincia di Pisa. Hanno manifestato per tre ragioni assieme: contro una nuova base militare a Coltano, al posto di un pezzo del Parco naturale di San Rossore, contro l’ampliamento di Camp Darby (una delle più grandi basi Usa in Europa, di cui non abbiamo mai parlato ma toccherà parlarne) e contro la vendita di armi al governo ucraino e l’incremento delle spese militari.

TWITTER SARA’ DI ELON MUSK?

Siamo già verso la chiusura, ma c’è una notizia molto importante, di cui magari parleremo meglio nei prossimi giorni che vorrei perlomeno accennare. Ovvero che Elon Musk sembrerebbe essere riuscito ad acquistare Twitter per 54,20 dollari per azione, per un totale di 44 miliardi di dollari. L’operazione dovrebbe chiudersi entro il 2022, riporta TgCom24. 

Dopo aver cercato di ostacolare l’acquisizione della società con l’approvazione di alcune regole straordinarie, il consiglio d’amministrazione di Twitter ha infine accettato all’unanimità l’offerta di Musk avanzata a metà aprile.

In un comunicato stampa Musk ha detto che intende rendere Twitter «migliore che mai», «migliorando il prodotto con nuove funzionalità, rendendo aperto l’algoritmo, eliminando i bot e verificando l’identità di tutti gli utenti». Secondo i proclami, Musk vorrebbe creare un social della libertà di parola, con ovvi riferimenti alle politiche rigide di molti social per quanto riguarda tematiche legate al Covid prima e alla guerra adesso. Sono curioso di vedere come proverà a gestire la cosa e a garantire la libertà di espressione senza però diventare un ricettacolo di fake news e propagande varie. Conoscendo Elon Musk, non credo non ci abbia pensato, e chissà che non abbia qualche idea interessante in merito.

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