6 Mar 2024

Liguria prima in Italia per la riduzione dei gas serra – INMR Liguria #4

Scritto da: Emanuela Sabidussi
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Apriamo la nostra quarta puntata dell’appuntamento mensile con la rassegna stampa commentata dalla redazione ligure con un primato ligure importante: parliamo infatti della riduzione dei gas serra in Liguria, ma non solo. Attraverso il primo database ambientale tutto italiano, capiamo in cosa la regione primeggia e in cosa è necessario migliorare. Ma non solo: parliamo di trasporti con l’inserimento delle nuove disposizioni per gli abbonamenti dei treni, e di sanità, con il record di regione più vecchia d’Europa e di come invertire la rotta. E in chiusura qualche news dal nostro archivio del mese

Si chiama Ciro, ed è il primo database in Italia che raccoglie, analizza e mette a confronto dati e buone pratiche ambientali adottate dalle Regioni italiane per guidarle nel processo di decarbonizzazione dei loro territori e per raggiungere gli obiettivi climatici.

E la regione Liguria nei dati pubblicati a fine mese scorso trionfa come apripista in termini di riduzione delle emissioni pro capite di gas serra. Leggo da Greenreport che il valore si è, infatti, ridotto del 65%, oltre l’obiettivo 2030 del green deal, soprattutto grazie alla riduzione nell’uso di carbone (nel 1990 rappresentava il 60% del fabbisogno energetico e nel 2021 solo il 5%).

A far primeggiare la regione quindi è stato il cambio di rotta di questi ultimi decenni e la conferma arriva anche dal presidente della Regione, che ha commentato: “Si tratta di un risultato molto positivo, legato certamente alla chiusura delle due centrali a carbone di Genova e Spezia ma a cui hanno contribuito e stanno contribuendo anche le misure messe in campo da Regione Liguria per supportare da un lato la mobilità sostenibile, attraverso ad esempio la gratuità degli abbonamenti sui treni regionali per gli studenti under 19 o gli sconti del 50% per quelli under 26, e, dall’altro, l’efficientamento energetico sia degli edifici pubblici sia degli stabilimenti delle imprese”.

A conferma di quanto dichiarato un secondo dato registrato dal database Ciro posiziona la Liguria in vetta, ovvero rispetto al tema dei trasporti: la regione infatti ha il tasso di motorizzazione più basso in Italia, con sole 559 auto ogni mille abitanti (mentre la media nazionale è 681), e detiene anche il primato nazionale per numero di passeggeri trasportati dal TPL in rapporto alla popolazione; decisamente meno positiva, invece, la performance sulle immatricolazioni di auto elettriche e quella sulle emissioni pro-capite nel settore dei trasporti.

Tutto condivisibile, ma rimane ancora molto da fare. Secondo i dati raccolti non riguardano il differenziale delle emissioni: per quanto riguarda infatti gli altri indicatori analizzati la nostra regione scende dal podio. Come per l’energia, dove si registrano consumi di energia pro-capite in linea con la media nazionale, mentre il mix energetico è caratterizzato da una maggiore quota di petrolio e da una minore quota di rinnovabili, oltre che dalla presenza ancora di carbone.

Conferma arriva anche dall’indicatore specifico delle fonti rinnovabili, che mette la Liguria sotto la media nazionale, registrandola come regione con la più bassa quota di energia prodotta da fonti rinnovabili in Italia e che nel 2022 non ha avviato nessuna comunità energetica rinnovabile, a differenza di altre Regioni italiane. Altro dato poco positivo è il fattore di vulnerabilità del territorio, che sia il tasso di consumo di suolo che le perdite della rete risultano in linea con la media nazionale; tuttavia resta significativa la quota di popolazione esposta a rischio alluvione.

Insomma bene, ma non benissimo. Rispetto alle potenzialità, tipo di territorio, si potrebbe fare molto, ma rimaniamo in alcuni casi a fare i conti con scelte poco lungimiranti del passato, come la corsa alla cementificazione, che ha reso più fragile il territorio.

Si è registrato il boom di abbonamenti acquistati di treni registrati nei primi due mesi dell’anno: il 700% in più di abbonamenti annuali venduti in Liguria nel primo bimestre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Leggo su Genova Today che a far lievitare così i numeri è stato l’”effetto agevolazioni”, ovvero una serie di misure intraprese dalla Regione a partire da gennaio per agevolare gli spostamenti con il treno e ridurre il traffico su strada. A beneficiarne sono stati gli under19, con abbonamenti gratuiti nel per il tragitto casa-scuola e gli under26, con lo sconto del 50%. Ma anche i residenti nei Comuni delle Cinque Terre con uno sconto dell’80%.

A leggere i primi dati sembra effettivamente un buon inizio: attendiamo a capire se si tratta di una reazione immediata, o se si traduce davvero in un cambio di abitudini. Ad essere registrati infatti solo i soli numeri di abbonamenti venduti, che non è detto che si trasformino in un numero maggiore di passeggeri.

Torniamo a parlare di sanità con tre notizie del mese che sembrano andare in direzione solo apparentemente opposte: sono stati da poco resi pubblici i dati di Eurostat, ovvero dell’Ufficio statistico dell’Unione europea, relativi all’anno 2023. La Liguria ne fuoriesce come la regione più anziana di tutta Europa: l’età media europea è infatti di 48,4 anni e la Liguria si attesta in cima alla classifica delle regioni con più alta media di età con 52,1 anni, il dato più alto di tutta l’Unione Europea. A seguire la Liguria anche Sardegna e Friuli-Venezia Giulia, entrambe con una media di 50.6.

La notizia ha dato un ulteriore motivo per sottoporre l’esigenza di maggiori fondi. Toti ha infatti dichiarato come riportato da genova Today: “Abbiamo fatto presente in un recente incontro al ministro proprio la necessità di un riparto economico del fondo sanitario che tenga maggiormente conto del fattore anziani: in questo senso secondo i calcoli di Alisa alla Liguria spetterebbero 150 milioni in più”.

“Grazie ai fondi del Pnrr – si legge nella nota della Regione -, è stata incrementata l’attività dei servizi territoriali che porterà all’obiettivo finale del 2025 di presa in carico domiciliare di oltre 41mila over 65 che rappresentano il 10% della popolazione attesa in quella fascia d’età”.
La seconda notizia va proprio in questa direzione ed è la decisione di rafforzare la presenza di una figura abbastanza nuova, ovvero quella dell’infermiere o infermiera di famiglia. grazie ad un provvedimento di Giunta, si rafforza nel percorso di attuazione del piano socio sanitario e delle progettualità legate al Pnrr.

L’agenzia Ansa riporta una dichiarazione dell’assessore alla sanità Angelo Gratarola “Nell’ultima giunta – ha detto – abbiamo recepito le linee di indirizzo dell’infermiere di famiglia o comunità di Agenas-Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e abbiamo deliberato di avviare la formazione specifica per rafforzare questa figura.”
La figura dell’infermiere di famiglia o comunità è infatti già presente sul nostro territorio, ma con questo provvedimento verrà potenziata, assegnando il ruolo di identificazione soggetti più fragili ed essere un collegamento tra loro e i medici di medicina generale.

In una regione come la Liguria che fatica a far tenere i propri ospedali aperti e funzionanti, come abbiamo visto anche recentemente con l’inchiesta di Report, da queste due notizie emerge un territorio sempre più anziano, che ha necessità di attivare servizi sanitari che vadano in quella direzione (e l’infermiere di comunità potrebbe esserlo), ma ha anche sempre più l’esigenza di aprirsi a servizi per le famiglie, per provare a cambiare la direzione.

Perchè se è vero che l’inquinamento è più contenuto rispetto ad altre regioni d’Italia, come ci ha dimostrato Ciro, e quindi una delle conseguenze potrebbe essere una mortalità media ridotta, dall’altra parte sono ancora poco sostenute le necessità per fasce di età più basse, con servizi anche sanitari e di assistenza mirati.

Il primo articolo che vi segnaliamo della redazione di Liguria che Cambia, racconta del Museo dell’Emigrazione Italiana di Genova, che si è rinnovato con l’obiettivo di proporre un’esperienza di visita coinvolgente e inclusiva, che aiuti a conoscere meglio il fenomeno emigratorio e così ad abbandonare i pregiudizi radicati e diffusi sui migranti. è a firma di Alessandro Rubini, uno dei curatori di Meet, e ci ha ha accompagnato a scoprire in che modo.

Il secondo articolo che vi riporto racconta l’esperienza di una scuola media di Vallecrosia, dove da qualche mese è iniziato un percorso per affrontare i disturbi alimentari usando tecniche e modalità che permettano a studenti di far emergere i propri disagi e difficoltà e prevenire in questo modo la patologizzazione delle dinamiche personali e collettive. La novità? Non si parla di alimentazione, in quanto l’ideatrice è convinta che i disturbi alimentari siano il sintomo e non la causa del malessere. Abbiamo così intervistato l’ideatrice, la dottoressa Elisa Amelia, che ci spiega come avvengono le lezioni.

Per concludere vi invito a leggere la nostra inchiesta sull’impatto che le navi da crociera hanno sul territorio, ed in particolare su quello ligure.Trovate questi e gli altri articoli liguri su Fonti e articoli nella pagina della rassegna stampa su Liguria che Cambia.

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