21 Giu 2024

Cagliari, ancora pregiudizi verso la comunità LGBTQ+ – INMR Sardegna #35

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Oggi parliamo di carcere vista l’emergenza suicidi e sovraffollamento che emerge dalla relazione della garante dei detenuti sardi Irene Testa, e torniamo poi sul tema siccità: ci sono state diverse proteste nell’Isola. Ulteriore notizia della settimana riguarda anche il coro di proteste che si è sollevato in Sardegna contro la legge Calderoli, relativa all’autonomia differenziata, parleremo un po’ anche di questo e infine, una notizia che, nel mese del Pride, ricorda quanto lavoro ci sia ancora da fare per decostruire odio e pregiudizi: a Cagliari ben sette strutture ricettive du dieci non sarebbero disposte ad accogliere persone della comunità. Nella seconda parte della rassegna vi racconteremo come sempre gli articoli della settimana su sardegna che cambia, questa settimana con un contributo di Aforas, assemblea sarda contro l’occupazione militare della Sardegna, in merito alle dichiarazioni della governatrice Todde sulla volontà di rendere “più sostenibili” le esercitazioni militari nell’Isola. In chiusura, festival e eventi in arrivo per il weekend.

La garante dei detenuti, Irene Testa, in settimana ha presentato in Consiglio regionale un dossier sulle carceri sarde che fa emergere evidenti criticità nonché situazioni di vera e propria emergenza. Il fenomeno del sovraffollamento riguarda tre istituti: Uta, Bancali e Tempio Pausania. Nel carcere di Uta, su una capienza di 561 posti, i detenuti presenti sono 601. A Sassari se ne contano 18 oltre la capienza regolamentare mentre a Tempio sono sei in eccesso. Anche a leggere i dati del personale in servizio emergono le criticità: in quasi tutti gli istituti la pianta organica prevede maggiori risorse di quelle effettive, così a Uta mancano 38 agenti, a Sassari ben 128, a Massama ne servirebbero 55. Particolarmente preoccupante è anche la situazione sanitaria e di disagio psicologico tra i detenuti, con la carenza di figure come psicologi ed educatori, e con dati allarmanti sui casi di suicidio e tentato suicidio, in particolare a Uta, Sassari e Badu ‘e Carros. Vi riportiamo il commento della garante delle persone private della libertà, Irene Testa. “Gli istituti di pena in Sardegna sono sovraccarichi di persone malate, questo è il dato che emerge più chiaramente dalle visite ispettive che ho svolto. Ci sono alcuni istituti dove il disagio psichiatrico registra quasi l’80%, sono tantissimi gli atti di autolesionismo e i tentati suicidi (96 in totale nel 2023). Si registra pochissima attività lavorativa – continua la garante – e le persone che vivono dentro le celle sono molto spesso tossicodipendenti, con gravi fragilità, persone che non dovrebbero stare in una cella perché non possono essere curate in una cella. La polizia penitenziaria inoltre non ha né le competenze, né dovrebbe essere il suo ruolo quello di gestire i malati, di doverli accudire; ci dovrebbe essere prima tutto l’aspetto sanitario di prevenzione”.
Anche per quanto riguarda il mondo femminile all’interno delle carceri, la garante afferma che “È un mondo abbandonato a sé stesso, trattandosi di numeri molto bassi, quindi di conseguenza anche le esigenze più elementari non vengono soddisfatte: ci sono detenute che hanno bisogno di indumenti personali, intimi e non c’è un posto dove poterli andare ad acquistare”. Qualche mese fa noi di Sardegna che cambia abbiamo intervistato la garante dei detenuti sardi Irene Testa, mettiamo l’articolo qua sotto tra le fonti, e anche in quell’occasione ci aveva ribadito la situazione emergenziale nelle carceri sarde. Quello che ci disse è che nelle carceri si vive una situazione in cui il diritto è sospeso: dovrebbe entrare la persona, invece spesso entra il reato.

Seconda notizia della settimana riguarda il problema della siccità. In settimana centinaia di trattori hanno occupato le strade della costa orientale della Sardegna, prima tappa di un mese di mobilitazione annunciato da Coldiretti a causa dell’emergenza siccità. Il problema sta attanagliando le campagne colpendo in modo particolare le zone del Sarrabus, Ogliastra, Baronia e Gallura. Proprio in questi territori agricoltori e allevatori si sono dati appuntamento con due fronti di protesta: il primo corteo di trattori è partito da Siniscola, il secondo fronte da Tertenia. Sarà la giunta straordinaria, di oggi venerdì 21, ad approvare l’atteso pacchetto di misure anti siccità che la Regione mette in campo per contrastare l’emergenza in atto. Lo ha annunciato la presidente Alessandra Todde a margine della seduta di ieri, dichiarando che: “Sarà una delibera da 12 milioni di euro che presenteremo insieme a un intervento dell’assessorato dei Lavori pubblici. Vogliamo dedicare più tempo a un tema critico, considerate anche le tensioni che ci sono state negli ultimi giorni con la protezione civile, relativamente anche alla distribuzione da parte delle autobotti”.
Nel pacchetto ci sarà anche la creazione dell’Unità di progetto per l’emergenza siccità che sarà composta da 15 persone con il compito di istruire le domande e dare tempi celeri sugli interventi. La siccità mette in ginocchio le aziende sarde e anche dal mondo agropastorale arrivano richieste specifiche: secondo i portavoce servono voucher per l’acquisto dei beni primari come sta facendo la Regione Sicilia. In settimana è arrivato anche un altro dato: siccità, notti tropicali, ondate di calore e escursioni termiche difficili da sopportare sono tutti fenomeni diventati la regolarità nell’isola. Lo certifica l’indice di vivibilità climatica, realizzato per il terzo anno dal Corriere della Sera e iLMeteo.it. In tema di siccità sono stati presi in considerazione tutti i periodi con precipitazioni sotto a 1 mm e di almeno 14 giorni consecutivi. In questo caso non solo l’isola riesce a piazzare tutti i capoluoghi nelle prime posizioni italiane, ma porta a casa anche il triste primato assoluto. La prima in classifica, infatti, è Cagliari con 204 giorni. La seconda, sia nell’isola sia a livello nazionale è il Sud Sardegna con 198; poi Nuoro (quinto posto) con 166; Oristano (settimo) con 160; Olbia (ottavo) con 156; e Sassari (diciannovesimo) con 132. Notizie che non rincuorano, e che allo stesso tempo speriamo portino ad azioni e politiche volte a ridurre il nostro impatto su una terra che soffre.

“L’autonomia differenziata è una vergogna, annacqua le prerogative della sardegna, è un attentato soprattutto alla nostra specialità: non saremo più soltanto un’isola, ma saremo più poveri e dovremo competere con tutte le altre regioni per il bilancio pubblico, che non si moltiplica come vorrebbe qualcuno ma ha delle risorse ben definite e stanziate” così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde ha commentato la legge Calderoli approvata martedì in parlamento relativa all’autonomia differenziata. In merito, mentre la lega esulta, tra politici, sindacalisti, associazioni e perfino la Chiesa, il giudizio sugli effetti della norma è negativo. Mentre i favorevoli sostengono che concedere maggiore autonomia alle regioni permetterà di migliorare i servizi per i cittadini e renderà la spesa delle regioni più efficiente; la compagine contraria, invece, sostiene che concedere maggiore autonomia alle regioni aumenterà le disuguaglianze tra i territori e peggiorerà i servizi già carenti in alcune regioni. In generale si parla di un paese diviso in due e di territori che resteranno ancora più indietro. Il disegno di legge si compone di 11 articoli e definisce i principi generali e le procedure delle intese tra lo Stato e le Regioni per l’attribuzione, o le revoche, di ulteriori forme di autonomia. La nuova legge definisce (art. 1) i «principi generali» da seguire per assegnare maggiore autonomia alle regioni che ne fanno richiesta. Stabilisce inoltre che alle regioni può essere concessa maggiore autonomia solo dopo che siano stati determinati i cosiddetti “livelli essenziali delle prestazioni”, un’espressione spesso abbreviata con la sigla “LEP”. Tra i LEP, spiega la Costituzione, rientrano tutti quei «diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», servizi quindi che lo Stato italiano deve ritenere indispensabili per tutti i cittadini, senza distinzioni sul territorio in cui vivono, dal Nord al Sud, dal Centro alle Isole. Attorno ai LEP ruota buona parte della critica, perché – come ha sottolineato in un’audizione in Senato anche dalla Banca d’Italia, «la definizione dei LEP non implica tuttavia che le prestazioni individuate come essenziali siano adeguatamente finanziate ed effettivamente erogate su tutto il territorio nazionale». In merito è intervenuto anche il deputato sardo del PD Silvio Lai, chiarendo come “a chi dice che la Sardegna è al sicuro perché è una regione a statuto speciale rispondiamo che le risorse vengono dalla dimensione nazionale, se queste si riducono saranno di meno anche per la sardegna, come già successo. Quello che la maggioranza ha fatto passare con un blitz notturno è una vera e propria secessione di fatto”. Sicuramente torneremo sull’argomento e continueremo a seguire le notizie, in merito ci risentiamo alla prossima rassegna.

Sette strutture ricettive cagliaritani su dieci non sarebbero disposte ad accogliere persone della comunità LGBTQ+. Il dato emerge nel bel mezzo del mese del Pride, da una recente indagine condotta telefonicamente dagli operatori di babaiola, social Travel dedicato alla comunità LGBTQ+ nato nel 2016. Le motivazioni del rifiuto sono risultate spesso offensive e a dir poco sconcertanti, intrise di quell’odio contro il quale soprattutto in questo mese si concentrano le mobilitazioni. Federica Saba, amministratrice unica di Babaiola, ha spiegato all’Unione sarda come “il problema non riguarda tanto i grandi alberghi quanto le realtà piccole, extralberghiere, come b&b e case vacanza. Il nostro approccio è soft: informiamo dell’esistenza della piattaforma e proponiamo l’affiliazione. Purtroppo però el risposte sono spesso agghiaccianti, al punto che un nostro dipendente ha dovuto chiedere un mese di aspettativa per riprendersi dalla violenza emotiva subita. Alcuni – prosegue sempre Saba – palesano di non volerci, ci dicono che non vogliono essere accostati alla signa LGBTQ+, altri accampano delle scuse come “abbiamo poche camere”.
In merito è intervenuta anche l’Arc, Associazione sarda, culturale e di volontariato, che promuove e difende i diritti della comunità LGBTQ+ e lotta contro ogni forma di discriminazione. In conclusione di riporto le parole del portavoce Carlo Cotza: “spiace che nonostante i tanti passi avanti fatti si regisrtrino ancora denunce di discriminazione basate sull’orientamento sessuale o l’identità di genere. sono il segno che sono assolutamente necessari i centri contro le discriminazioni attivi nel capoluogo e a Sassari”. Il 29 giugno anche noi saremo al Pride e quello che vogliamo ribadire, è che questa data non è solo la giornata in cui ci si ricorda che love is love, che l’amore è amore sempre. Bisogna anche ricordare che le lotte della comunità LGBTQ+ sono lotte per il rispetto dei diritti umani, perché nessun diritto venga calpestato, da quello al lavoro a quello alla salute passando per il diritto all’autodeterminazione. Come dice lo slogan del Sardegna Pride di quest’anno, siamo umanə.

Lunedì abbiamo inaugurato la settimana con un articolo la nostra Marta “Jana sa Koga” Serra, antropologa, studiosa di pratiche ancestrali dell’isola e curatrice della rubrica sull’esoterismo in Sardegna, racconta riti e tradizioni sarde legate a giugno, Mesi de Làmpadas, il mese delle luci di San Giovanni. L’olio di iperico, l’acqua di San Giovanni, i riti tra compari e comari e quelli per rendere palese al mondo l’amore. Marta Serra ci ha descritto le promesse di abbondanza, unione o conoscenza che rafforzano nel giorno di San Giovanni i legami comunitari onorando allo stesso tempo il ciclo della natura. In molte tradizioni familiari e comunitarie tra l’altro, San Giovanni è il giorno in cui si possono passare le conoscenze, quindi nello specifico i riti e le parole contro mali fisici ed energetici. Si tratta senza dubbio di una notte di grande magia, in cui ci si prepara all’esplosione di luce e meraviglia che solo l’estate può manifestare in tutto il suo splendore.

Martedì spazio alla nostra Lisa Ferreli che ha intervistato Aforas, assemblea composta da comitati, collettivi, associazioni, realtà politiche e individui che si oppongono all’occupazione militare della Sardegna. Tema dell’intervista le dichiarazioni della presidente della regione Alessandra Todde, che durante la commemorazione del 4 giugno ai caduti di Nassirya, ha confermato il rapporto stretto con l’esercito e il ministero della Difesa parlando della necessità di rendere le attività nelle basi militari “più sostenibili” per l’ambiente. Trovate l’intervista nella nostra home ma in merito sentiamo anche il contributo audio di Aforas.

Mercoledì invece la nostra Sara Brughitta ci ha raccontato la Valegnameria, la falegnameria di Valentina Musiu a Muravera. Si tratta di un progetto che consiste nel trasformare scarti di legno in meravigliose opere a rilievo: ciò che normalmente verrebbe buttato tra le mani di Valentina Musiu prende nuova vita, si fa più liscio, colorato e definito, e assemblato ad altri “scarti” diviene pezzo di artigianato. Come scrive Sara Brughitta, le creazioni della Valegnameria spaziano dai pannelli decorativi a rilievo, ai quadri, alle statuine nuziali e alle decorazioni per l’infanzia, tutti accomunati dall’uso sapiente del legno. Ogni pezzo non è solo un oggetto decorativo, ma un’opera che racconta una storia di sostenibilità e rinascita, secondo la filosofia che non guarda al rifiuto come oggetto privo di valore, ma come materia da declinare secondo il linguaggio dell’arte. Il materiale per realizzare le opere proviene da scarti di falegnamerie che altrimenti, finirebbero bruciati.

Ultimo articolo della settimana, ieri Matteo Cardia di TocToc Sardegna ci ha raccontato la FINS, Federatzione Isport Natzionale Sardu. Nata con il calcio come elemento trainante, con la meravigliosa Natzionale Sarda, oggi abbraccia anche altri sport, unendo diversi atleti con l’obiettivo comune di rappresentare la Sardegna. Stefania Campus, Maistra de Bocia e General Manager della Natzionale Sarda, ci ha spiegato come «Noi promuoviamo la Sardegna portando la sua bandiera sulle maglie, questo è quello che ci distingue. Valorizziamo la sua cultura, a partire dalla lingua, e sensibilizziamo i nostri giocatori sul tema. Facciamo un lavoro diverso per far sì che chi gioca per la Sardegna ne senta la responsabilità. E devo dire che questo obiettivo è stato raggiunto. Noi rappresentiamo un’occasione in più per i giocatori sardi o residenti in Sardegna da più di cinque anni, i “nazionalizzati sardi”. Chi veste questa maglia però deve sentire la voglia di rappresentare la nostra terra e di portare avanti questo progetto».

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
– Mesa Noa, la prima food coop della Sardegna, ha organizzato per questo fine settimana “Naturalmente Locale”, tappa sarda del festival itinerante dell’agroecologia, Challenge. Sarà un evento – del quale Italia che cambia è orgogliosa Media Partner – dedicato alla scoperta e valorizzazione delle buone pratiche legate all’agroecologia, l’applicazione ovvero dei principi ecologici nelle produzioni locali, con l’obiettivo di promuoverne i principi e creare connessioni tra diverse realtà impegnate però nelle stesse sfide. Tra gli eventi un dialogo su nuovi modelli di distribuzione, consumo e comunità moderato dal nostro direttore Daniel Tarozzi. Noi saremo là, ad ascoltare i vari tavoli e dialoghi ma anche a conoscere tutte le realtà sarde che esporranno con vari stand prodotti locali alimentari e artigianali. Ci vediamo domani!
– Proseguono gli appuntamenti della settima edizione di JazzAlguer, la rassegna organizzata ad Alghero dall’associazione culturale Bayou Club-Events, che stasera torna al Nuraghe Palmavera, tra i siti più importanti e significativi della civiltà megalitica sarda. Questa sera andrà in scena alle 21.30 “Il Miracolo del Narratore”, un reading-concerto liberamente tratto da “Le città invisibili” di Italo Calvino;  protagonisti tre nomi di primo piano nel panorama jazzistico isolano: il chitarrista Marcello Peghin, il contrabbassista Salvatore Maltana e il batterista Massimo Russino. Amanti del jazz non perdetevelo ma restate connessi, perché tra gli articoli in arrivo per la prossima settimana uno vi piacerà sicuramente
– Torna anche quest’anno  IT.A.CÀ il Festival del Turismo Responsabile che invita a scoprire luoghi e culture in maniera responsabile e inclusiva per lanciare un’idea di turismo più etico e rispettoso dell’ambiente e di chi ci vive. Iniziato il 20, gli eventi sono previsti fino al 30 giugno 2024 a Quartu S. Elena, organizzato dall’Associazione Turistica Quartese. Saranno dieci intense giornate, ciascuna delle quali dedicata a una dimora storica a cui sarà abbinato un mestiere della tradizione. In programma workshop, seminari, conferenze, concerti, presentazione di libri, escursioni, attività sportive e degustazioni dei prodotti del territorio. Un evento pieno di opportunità per tanti, da non perdere
– Ci spostiamo un po’ più nell’entroterra perché sempre questo fine settimana Neoneli ospita l’ottava edizione di Licanìas, festival di parole, arti e paesaggi. La rassegna del piccolo centro del Barigadu è da sempre uno spazio dove si confrontano progetti e visioni del presente e del futuro, ‘con un’atmosfera conviviale che permette di chiacchierare e gustare prodotti assieme a scrittori, poeti, artisti e musicisti, per poi ritrovarsi in piazza dopo cena ad ascoltare musica e a scambiare ancora due parole. Ogni edizione ha un tema portante: per questa del 2024  è stato scelto ‘Terra!’, ovvero l’uomo e la sua presenza sul pianeta, tra ansie per il complicato presente e speranze per il futuro e per le nuove generazioni.
– Ultimo evento che vi suggeriamo La Merenda nell’oliveta di Oliena che si svolgerà il giorno 22 giugno, a partire dalle ore 17:00 nella bellissima e suggestiva cornice della Valle di  Lanaitto, nell’oliveto comunale. Sarà un pomeriggio nel quale i partecipanti potranno vivere diverse esperienze, tutte con un unico scopo: rilassarsi valorizzando il nostro patrimonio storico e enogastronomico. L’uliveto vedrà la presenza di diverse postazioni tematiche dove si potranno vivere esperienze diverse come l’introduzione all’assaggio degli oli EVO o l’appuntamento “L’olio EVO e il mondo olistico” con un focus sulla naturopatia. Non mancheranno i laboratori di giochi antichi per bambini, la musica e ovviamente la merenda a base di pane carasau con gli oli dei produttori di Oliena

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