Il Consiglio dei ministri impugna la legge sulle aree idonee – INMR Sardegna #63
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha deciso di impugnare la legge sulle aree idonee a ospitare impianti da energia rinnovabile della Regione Sardegna. Stiamo parlando della legge numero 20 del 2024, recante “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”. In termini semplici, a quanto emerge le decisioni prese andrebbero oltre i poteri che spettano alla Regione, contrastando le norme statali ed europee su energia e tutela del patrimonio culturale e paesaggistico. Come riporta Ansa infatti, secondo il Consiglio dei ministri alcune disposizioni, “eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia e di beni culturali e paesaggistici, violano gli articoli 117 della Costituzione, nonché i principi di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, di certezza del diritto e del legittimo affidamento e di libertà di iniziativa economica di cui all’art.41 della Costituzione”. La Sardegna ricordiamolo è stata la prima regione a recepire il decreto del ministero dell’Ambiente sulle aree idonee per Fonti di energia rinnovabile sul proprio territorio. La risposta da parte della Regione Sardegna non si è fatta attendere. “Il governo Meloni ha deciso di impugnare la nostra legge sulle Aree idonee e non idonee. Lo ha fatto senza nemmeno convocare la presidente della Regione Sardegna, violando lo Statuto sardo, che le riconosce il diritto di partecipare al Cdm quando si discutono temi di rilievo per la Regione”. Lo riporta attraverso una nota la governatrice Todde, aggiungendo che “Non sorprende che a chiedere l’impugnazione siano state forze politiche, una soprattutto, che in Sardegna si schierano a parole contro la speculazione energetica e a difesa dell’ambiente, mentre a Roma operano sistematicamente contro gli interessi regionali, promuovendo scelte politiche ed energetiche (penso al deposito delle scorie nucleari e all’Autonomia differenziata) che penalizzano la Sardegna e i suoi cittadini. La Regione Sardegna – si legge sempre nella nota – si difenderà davanti al giudice delle leggi come abbiamo fatto in tema di regionalismo differenziato. Finché saremo alla guida della Sardegna, ci opporremo a qualsiasi tentativo di minacciare, imporre veti o dettare condizioni ai danni dei sardi”. Si tratta di una notizia che ha rianimato il dibattito sulle aree idonee e soprattutto sul braccio di ferro tra governo italiano e Regione Sardegna rispetto alla transizione energetica sarda, ma non solo. Abbiamo pensato di chiedere in merito a questa notizia un commento a Maurizio Onnis, sindaco di Villanovaforru, paese impegnato da oltre 10 anni in lotte ambientaliste.
Parliamo ora di scuola perché saranno due le autonomie accorpate in Sardegna contro le nove chieste dal ministero. Per Cagliari sarà previsto l’accorpamento dell’Ugo Foscolo con l’Istituto comprensivo di via Stoccolma, per la Gallura l’accorpamento dell’Istituto comprensivo di Aggius a quello di Tempio. Quello che è successo è che la Giunta Todde ha approvato la riorganizzazione della rete scolastica in Sardegna per l’anno 2025-2026, contestando le regole imposte dal governo. Ma non solo. Come spiega Ansa, la Regione aveva già deliberato in merito lo scorso mese di dicembre, facendo la scelta di proporre una riorganizzazione di sei e non nove autonomie, basandosi sui numeri reali degli studenti e non sulle stime fatte dal ministero. Con un nuovo decreto ministeriale del 14 gennaio scorso viene però stabilito che per il prossimo anno scolastico le Regioni potranno beneficiare di una deroga pari al 2,99% del numero di autonomie assegnate. Questo ha consentito alla Sardegna di accorpare legittimamente solo due autonomie. Il futuro quindi resta incerto e il tema degli accorpamenti, continua a destare non pochi timori. I dati poi ci confermano una trend diverso: abbiamo bisogno di scuole, e che funzionino. Secondo l’analisi del Centro Studi della Fondazione Art. 49, Sardegna e Sicilia sono le regioni nel panorama italiani con numeri peggiori con rispettivamente una percentuale di abbandono scolastico del 17,3% e 17,1%. Ma le due isole anche tra le 20 peggiori nell’Unione europea: la Sardegna in merito è 14esima. Lo dicevamo prima: numeri come questi ci ricordano quanto sia cruciale investire nella scuola e garantire a tutti e tutte il diritto allo studio. Ridurre il numero delle autonomie scolastiche senza considerare le reali esigenze del territorio rischia di penalizzare ancora di più le comunità già marginalizzate, in un’Isola in cui come abbiamo visto l’abbandono scolastico è un problema serio. La scuola però non può essere solo una questione di numeri: è il cuore dello sviluppo sociale ed economico di un territorio. Per questo, ogni scelta in materia deve mettere al centro studenti, studentesse, le loro opportunità e il loro futuro.
L’Istat ha recentemente certificato che il 16% della popolazione sarda vive in stato di povertà, coinvolgendo circa 118.000 famiglie. Un quadro complesso, che come riporta sardegna Reporter è influenzato da molteplici fattori: crisi economiche internazionali nei primi anni 2000 innanzitutto ma anche perdita di lavoro e reddito, pandemia e successiva inflazione, ulteriormente aggravata poi dal conflitto bellico e dall’aumento del costo dell’energia. Nel 2024, la Sardegna ha registrato un aumento dell’1,2% della povertà, una crescita lieve rispetto alla media statale, ma comunque significativa. A persistere è poi anche la questione femminile, con una disuguaglianza di genere che rimane strutturale, con le donne che continuano a guadagnare meno rispetto agli uomini. Un divario quest’ultimo che aggrava ulteriormente le difficoltà economiche delle famiglie e accentua le disparità sociali. La situazione poi della povertà abitativa in Sardegna è allarmante, soprattutto per quanto riguarda i bambini. Un recente studio della Fondazione Open Polis, basato su dati Istat, ha rivelato infatti che un bambino su tre nell’isola vive in abitazioni con problemi strutturali, di umidità o senza un adeguato impianto di riscaldamento. Questo dato colloca la Sardegna come seconda regione peggiore d’Italia, con il 30,5% di bambini coinvolti. Come riporta Radio Sintony, il 44,6% dei minori sardi vive inoltre in abitazioni con spazi inadeguati, limitando le possibilità di studio, gioco e socializzazione e la mancanza di spazi adeguati incide negativamente sullo sviluppo educativo e sociale dei bambini (anche per ricollegarci un po’ alla notizia precedente). La povertà non è solo una condizione, ma un ostacolo che limita opportunità e diritti, affrontarla deve essere una priorità ma ancora di più lo è non restare indifferenti: una comunità si misura anche dalla capacità di prendersi cura di tutti, senza lasciare indietro nessuno.
Era una delle orchidee più rare del mondo, si chiama Dactylorhiza elata Sesquipedalis e cresceva soltanto in Sardegna. Parliamo al passato perché come anticipato in apertura, una recente ricerca durata oltre dieci anni ha evidenziato come la straordinaria pianta si sia estinta.
Lo studio è stato preparato da un team di esperti dell’università di Bologna, che tira le somme di una specie definita come “l’orchidea più rara d’Italia”, che purtroppo è scomparsa a causa di una gestione del territorio inadeguata e della mancanza di priorità conservazionistiche. La ricerca, come riporta La Nuova Sardegna, analizza il declino della popolazione di queste piante, gli sforzi messi in atto per cercare di salvarla e le criticità nei processi che avrebbero potuto e dovuto proteggerla. «Ciò che rende questa perdita ancora più dolorosa è che sarebbe stata evitabile: il declino della popolazione era noto ed evidente da tempo», spiega Michele Lussu, uno dei ricercatori che ha partecipato alla ricerca. Una scomparsa che è quindi anche un monito su quanto sia fragile il nostro patrimonio naturale e su come la sua tutela non possa essere rimandata. La storia di questa orchidea ci dimostra che senza interventi concreti e tempestivi, il rischio di perdere altre specie uniche è più che reale. Quello che in conclusione dobbiamo tenere a mente è che proteggere la biodiversità è una responsabilità collettiva, che riguarda il futuro del nostro ambiente e della nostra identità.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme
Questa settimana abbiamo lavorato soprattutto sui social con una serie di contenuti che parlano della cronaca attuale, come le riflessioni sul concetto di pace dell’attivista sarda e palestinese Alham Hmaidan, ma anche sul 2024 ormai da tempo alle porte: abbiamo realizzato un contenuto che rilancia i 5 articoli più letti, dategli un’occhiata.
Martedì invece abbiamo inaugurato una nuova rubrica incentrata sulla comunicazione politica e istituzionale. A scriverla è la nostra Claudia Piras, consulente aziendale ed esperta in comunicazione. Primo argomento: un’analisi della comunicazione social della Presidente Todde, dalla vittoria fino alla questione relativa la decadenza. Claudia Piras analizza nel dettaglio le strategie social di Todde, esplorando come ha costruito la sua narrazione e affrontato sfide e opportunità in un contesto politico sicuramente complesso. Dalla scelta dei canali utilizzati al tono dei suoi messaggi, ogni dettaglio conta quando si parla di leadership. Vi consigliamo di leggerlo, trovate anche un’anteprima sui nostri social
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
- Da oggi e fino a domenica 9 febbraio arriva a Capoterra la mostra “L’eredità della vita – il clima è una scelta, salviamo il futuro”, realizzata nell’ambito della campagna “Cambio io, cambia il mondo: pensare globalmente, cambiare interiormente, agire localmente” dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. L’esposizione sarà ospitata nella Casa Melis di Corso Gramsci, ed è dedicata alla crisi climatica e alle azioni che ognuno può fare per affrontarla con speranza e ottimismo. Il fine è quindi aumentare la consapevolezza sui cambiamenti climatici e incoraggiare ad agire in prima persona. Vi consigliamo di vederla!
- Dal 2 Febbraio al 13 Aprile al Teatro “La Fabbrica delle Gazzose” di Mogoro si terrà la rassegna di spettacoli teatrali e musica “Libertà di espressione”. alla sua ventesima edizione, è una rassegna che ospita le migliori compagnie dell’Isola dove le diverse tecniche ed espressioni artistiche si incontrano per dare al pubblico l’opportunità di appassionarsi alle storie messe in scena tra dramma, commedia, varietà, cabaret e musica. L’atmosfera sarà sempre quella di un momento di condivisione che solo lo spettacolo dal vivo sa offrire. Ad aprire la rassegna saranno i padroni di casa del Teatro Tragodia, con la nuova produzione per la famiglia e le scuole DIVERSI? UNICI! spettacolo liberamente tratto dalle strisce di Chas Addams. Tutte le info sulle pagine social del Teatro Tragodia.
- Siamo in tempo di carnevale e infatti l’ultimo evento che vi segnaliamo si terrà Sabato 1 febbraio, a Macomer, palcoscenico di uno degli appuntamenti ‘classici’ del carnevale in Sardegna: su Carrasegare in Macumere, durante il quale sfilano le maschere tradizionali della Sardegna. Ci saranno i Boes e Merdules Bezzos di Ottana; Sos Tumbarinos di Gavoi; S’Accabadora Pianalzesa della Planargia; Donna Zenobia di Macomer e tante altre maschere tradizionali. Un appuntamento con la cultura e le identità locali, decisamente da non perdere!
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