20 Gen 2022

Inquinamento da sostanze chimiche, superato il limite planetario? – #449

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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L’inquinamento da sostanze chimiche nel mondo è fuori controllo? Un nuovo studio sembrerebbe indicare che è proprio così, e che l’impatto di queste sostanze sugli ecosistemi abbia superato un limite planetario. Intanto, puntuale, la Commissione europea scrive al governo italiano per informarlo che il modo in cui ha recepito la direttiva sulle plastiche monouso non è corretta: se non verrà modificata il nostro paese rischia la procedura d’infrazione.

Inquinamento chimico

Nella puntata di ieri abbiamo parlato di glifosato e di come sia solo la punta dell’iceberg. Oggi parliamo dell’iceberg. È uscito un nuovo studio sull’impatto che l’inquinamento chimico ha sugli ecosistemi, e il risultato non è esattamente confortante. È il contrario di confortante. 

Ce ne parla il Guardian, facendo riferimento a un paper realizzato dal Resilience center di Stoccolma. Il che, se siete avvezzi al tema dei limiti planetari, dovrebbe già dirvi qualcosa. Non sapete cosa sono i limiti planetari? Molto male. Praticamente nel 2009 alcuni ricercatori del Centro sulla Resilienza di Stoccolma hanno identificato nove planetary boundaries, ovvero dei processi in atto nel sistema terrestre che vanno tenuti sotto controllo perché se vanno fuori controllo possono compromettere l’equilibrio dell’ecosistema terrestre e di conseguenza la sopravvivenza stessa della nostra specie, e di molte altre. 

Fra questi nove processi ci sono i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, i cicli biogeochimici dell’azoto e del fosforo, l’acidificazione degli oceani, i cambiamenti degli ecosistemi fragili, e così via. Di alcuni di questi fattori abbiamo dati consistenti per capire come siamo messi, se abbiamo o meno sforato dei punti di non ritorno. Di altri non ne abbiamo a sufficienza.

Ora, per capire come siamo messi potete cercare su Google “Planetary boundaries” e lo vedete da soli. Comunque, fino a ieri, complessivamente, dei nove processi solo tre erano considerati ancora entro i limiti di sicurezza, quattro erano ampiamente fuori controllo e dei due restanti non si avevano dati a sufficienza per fare previsioni. 

Non si avevano, appunto. Perché questo nuovo studio viene a colmare il vuoto su uno dei due quadranti rimasti ancora da compilare, quello delle cosiddette novel entities, ovvero delle nuove entità, intendendo con questa locuzione l’inquinamento da sostanza chimiche (nuove in quanto create dall’uomo).

Gli scienziati del CRS hanno condotto una serie di ricerche su tutte le sostanze chimiche prodotte dall’essere umano e hanno concluso che ci sono prove sufficienti per affermare che abbiamo superato diversi punti critici e la situazione è fuori controllo.

Preoccupano, molto, la plastica – ovviamente – che ormai si trova ovunque, dalla cima del monte Everest agli oceani più profondi, ma preoccupano anche le circa 350.000 sostanze chimiche sintetiche tra cui pesticidi, composti industriali e antibiotici. Alcune di queste sostanze sono anche tossiche, come i PCB (che pure sono usati in tantissimi composti, dalle vernici agli antiparassitari).

Lo studio conclude che l’inquinamento chimico ha attraversato un “confine planetario”, il punto in cui i cambiamenti apportati dall’uomo alla Terra la spingono fuori dall’ambiente stabile degli ultimi 10.000 anni.

Quali sono le conseguenze di questo tipo di inquinamento? Innumerevoli. Per esempio, i pesticidi spazzano via molti insetti non bersaglio, che sono fondamentali per tutti gli ecosistemi e, quindi, per la fornitura di aria pulita, acqua e cibo. Le microplastiche stanno alterando visibilmente gli ecosistemi marini. Eccetera, eccetera, eccetera.

La cosa più interessante che emerge dallo studio, è che molte delle sostanze prese in considerazione hanno dei limiti legislativi, prese singolarmente. ma nessuna legislazione al mondo si occupa di creare un limite sistemico alla somma di tutte le componenti chimiche. perché ovviamente sugli ecosistemi c’è un effetto sommatoria, per cui 350mila sostanze diverse, anche se ciascuna viene singolarmente normata e limitata entro dei confini che sono sensati per quella singola sostanza, producono un effetto complessivo devastante. 

Altri elementi interessanti: i ricercatori sono consapevoli che è difficile sapere quando si supera un limite planetario e che la loro analisi, per quanto approfondita, ha preso in considerazione solo un numero piccolo di fattori. Ma alcuni di questi indicatori sono impressionanti, anche presi da soli: ad esempio, il fatto che la massa totale della plastica superi ora la massa totale di tutti i mammiferi viventi. 

Lo studio si conclude con un invito – che è più che urgente, quasi fuori tempo massimo – a passare a un’economia realmente circolare, e a regolamentare ulteriormente l’emissione delle sostanze chimiche. 

Plastica, l’Europa scrive all’Italia

E a proposito di sostanze chimiche e economia circolare, ricorderete la questione della direttiva “Sup” sulle plastiche monouso. Quella approvata dal parlamento europeo nell’ottica di ridurre l’inquinamento da plastica e di incentivare soluzioni di riuso, cauzionali e così via e che il nostro paese ha recepito piuttosto male, allargando gli incentivi anche agli oggetti usa e getta prodotti in bioplastica, contraddicendo apertamente quello che chiedeva la direttiva.

Se non avete idea di che cosa stiamo parlando vi lascio una puntata di qualche giorno fa in cui provo a riassumere la situazione. Comunque, come volevasi dimostrare è arrivata puntuale una letterina da parte della Commissione europea (il termne tecnico è “parerecircosanziato”) che accusa la legge italiana di non essere “in linea con le disposizioni e gli obiettivi della direttiva” e non ravvisa “alcuna base giuridica per l’Italia per introdurre deroghe speciali”. 

I punti contestati sono:

  • Il fatto che l’Italia abbia introdotto una deroga per i rivestimenti in plastica all’interno di prodotti monouso di altri materiali, tipo i piatti di carta con il velo di plastica, che sono una roba piuttosto insensata.
  • Il fatto che vengano considerate alternative accettabili le bioplastiche
  • il fatto che siano previsti addirittura degli incentivi per le bioplastiche.

Che succede adesso? Che l’Italia deve rinviare di 6 mesi (dalla notifica) l’entrata in vigore della legge e nel frattempo adeguarsi, altrimenti rischia la procedura d’infrazione, con relativa multa. Quindi, se vi siete affrettati a comprare piatti, bicchieri, stoviglie in plastica biodegradabile, c’è il grosso rischio che dobbiate rimandare tutto indietro. E non dite che non ve l’avevo detto eh!

Fonti e articoli:

#inquinamento chimico
The Guardian – Chemical pollution has passed safe limit for humanity, say scientists
ACS Publications – Outside the Safe Operating Space of the Planetary Boundary for Novel Entities

#plastica
Il Fatto Quotidiano – Plastica monouso, ecco la lettera della Commissione Europea contro il decreto del governo Draghi: “La direttiva Ue non prevede alcuna deroga ai prodotti biodegradabili e compostabili”

Italia che Cambia – Da oggi in Italia sono vietati gli oggetti in plastica usa e getta (più o meno) – #445

#litio
Domani – Studiare la geografia del litio per capire il futuro della transizione ecologica

#Giacarta
L’Indipendente – L’Indonesia sposta la sua capitale: Giacarta sta letteralmente affondando

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