I devastanti incendi a Los Angeles hanno qualcosa di importante da dirci – #1037
Allora, questa storia di fare un’unica rassegna settimanale è un po’ stressante, perché ahimé se la rassegna ha rallentato il mondo non ha fatto lo stesso. E allora quando vedo che si arriva a giovedì che sono già successe un sacco di cose mi inizia a salire l’ansia. E poi va a finire che faccio puntate di 35 minuti.
Quindi quando ieri Daniel, il nostro direttore, mi ha suggerito di fare una puntata speciale sugli incendi a Los Angeles mi è sembrata una buona idea. Perché in effetti è una notizia che merita sicuramente un approfondimento, e avrebbe rischiato di finire un po’ penalizzata nella rassegna di martedì prossimo.
Quindi ecco oggi sarà una rassegna speciale, extra, in cui parliamo principalmente di questo tema, e poi verso la fine vi faccio giusto un recap di tutte le altre cose che stanno succedendo, e che approfondiremo martedì.
Ma iniziamo appunto dal tema principale. Negli ultimi giorni, la California, in particolare l’area di Los Angeles, è stata colpita da una serie di incendi devastanti che hanno causato evacuazioni di massa, distruzione di proprietà e purtroppo anche vittime. Non si è trattato di un unico grande incendio ma di tanti incendi di medie dimensioni, davvero difficili da domare anche perché avvengono in contemporanea in aree diverse e quindi c’è anche un problema di personale.
Tra gli incendi più significativi, il Palisades Fire ha devastato il quartiere di Pacific Palisades, noto per le sue residenze di lusso, distruggendo oltre 1.000 strutture e costringendo circa 30.000 residenti all’evacuazione.
Un altro incendio rilevante è l’Eaton Fire nella zona di Pasadena, che ha bruciato oltre 4.000 ettari, causando la morte di cinque persone e la distruzione di numerose abitazioni.
Complessivamente solo a Los Angeles sarebbero state evacuate almeno 140mila persone. Il governatore Gavin Newsom ha detto pubblicamente che nessuno è al sicuro, ha dichiarato lo stato di emergenza, mobilitando oltre 7.500 vigili del fuoco e richiedendo assistenza federale. Il presidente Joe Biden ha dichiarato lo stato di “catastrofe grave” per la California, garantendo risorse aggiuntive per affrontare l’emergenza.
Oltre alle evacuazioni, gli incendi hanno causato interruzioni di corrente per centinaia di migliaia di residenti, peggiorato la qualità dell’aria a livelli pericolosi e distrutto infrastrutture critiche.
Come spesso accade in casi di disastri collettivi come questo osserviamo anche l’attivazione delle persone e delle reti di mutuo aiuto e solidarietà. Racconta Vogue che oltre alle tante campagne di raccolta fondi per aiutare le persone in difficoltà, che hanno perso tutto, o per salvare gli altri animali, ci sono ad esempio molti ristoranti o negozi di cibo che stanno offrendo pasti gratis alle persone colpite così come ai soccorritori, ai vigli del fuoco sottoposti a turni estenuanti e ai volontari accorsi ad aiutare.
Oltre a ciò, devo dire che sono incendi che colpiscono molto l’immaginario, perché colpiscono ville e casi che sono un po’ il simbolo del sogno americano, di attori famosi, personaggi illustri. Nel quartiere di Hollywood Hills, l’incendio chiamato Sunset Fire ha portato all’evacuazione di migliaia di residenti e minaccia di distruggere l’iconico Walk of Fame, quello con le stelle dedicate alle star di Hollywood. L’iconico sunset boulevard è praticamente distrutto e molti attori e attrici hanno visto la loro abitazione andare distrutta.
Racconta il Post che “Fra le molte persone che hanno perso la loro casa ci sono anche diversi personaggi famosi, fra cui l’ereditiera Paris Hilton e gli attori Anthony Hopkins e Billy Crystal. È bruciata anche la casa della coppia di attori Adam Brody e Leighton Meester. E tante altre abitazioni”.
Ma da cosa dipendono questi incendi? Spiega il NY Post che questi incendi sono stati alimentati da venti estremamente forti, con raffiche che hanno superato i 160 km/h, e da condizioni di siccità prolungata che hanno reso la vegetazione particolarmente infiammabile, in un inverno molto secco, ventoso e relativamente mite.
Insomma, di nuovo il cambiamento climatico potrebbe aver giocato un ruolo non da poco nel rendere più difficili da domare questi incendi. Ma non solo. La California è particolarmente soggetta agli incendi per altri due motivi: l’espansione urbana incontrollata, soprattutto nelle cosiddette wildland, le aree al confine fra città e boschi e un altro motivo un po’ controintuitivo, ovvero la politica di soppressione totale degli incendi portata avanti per molti anni.
In pratica alcuni ecosistemi naturali come le chaparral, le distese di arbusti tipiche di quella zona, e le foreste di pini, sono pirotecniche per natura, cioè si sono evoluti per rigenerarsi con il fuoco. Solo che per molti anni, in pratica per tutto il XX secolo, la California ha adottato una politica di soppressione totale degli incendi. L’obiettivo era apparentemente semplice: spegnere ogni incendio il prima possibile per proteggere le comunità. Ma questa strategia ha avuto effetti controproducenti, perché senza i piccoli incendi naturali o controllati, foglie, rami secchi e sottobosco si sono accumulati per decenni, creando un “carburante” perfetto per incendi più violenti.
Anche le foreste sono diventate più fitte e la competizione tra piante ha reso gli alberi più vulnerabili alla siccità e alle malattie.
Infine appunto, complice anche una gigantesca bolla immobiliare, molte abitazioni sono state costruite nelle cosiddette Wildland-Urban Interface (WUI), zone di confine tra aree selvagge e città, aumentando il rischio per le persone.
Se unite a questo quadro l’aggravarsi della crisi climatica, capite che il mix è letteralmente incendiario.
Prima accennavo al fatto stanno bruciando le ville delle celebrità di Hollywood e a come questo stia colpendo molto gli immaginari, e forse stia trovando anche più spazio sui giornali rispetto a un fatto magari analogo, ma successo in altre aree degli Usa, o ancor più in altre aree del globo.
Questo avviene per parecchi motivi: c’è quello più scontato e se vogliamo classista e odioso, ovvero che la vita di un ricco fa più notizia della vita di un povero. Che però è una questione duplice: fa più notizia perché in qualche modo attribuiamo alla sua vita più valore, ma anche perché c’è un po’ di sottile gusto sadico, in noi, distribuito in quantità variabili, nel vedere una disgrazia succedere a qualcuno che, almeno nel nostro immaginario e per i nostri standard sociali, ha tutto nella vita (poi potremmo discutere su cos’è questo tutto – ma diciamo che a livello di immaginario medio è così).
A ciò aggiungo che a me colpisce genuinamente vedere quelle case lussuose in fiamme perché da un lato mi sembra una roba molto simbolica, mi viene automatico attribuire a quelle immagini il significato del collasso di un certo tipo di società di fronte all’avanzare della crisi climatico-ecologica. E un po’ perché, sempre sullo stesso tema, ci fa capire l’impotenza umana di fronte a questa crisi.
Spesso abbiamo detto come la crisi climatica sia ingiusta e tenda a colpire più gli ultimi, i poveri. Stavolta no, stavolta sono anche alcune delle elite che vengono colpite da questo disastro. Poi sì, nessuna star di Hollywood finirà sotto un ponte, siamo d’accordo, ma vedere le loro case andare in fumo, vedere queste persone in lacrime, mi fa chiedere: “Se nemmeno loro riescono a proteggere le case dalle fiamme, significa che davvero davanti agli eventi naturali, resi sempre più estremi dalla crisi climatica, nessuno può ritenersi al sicuro. E che quindi cambiare è interesse di tutti”.
A me sembra un messaggio molto chiaro, poi non sono convinto che lo sarà per tutti. Ma vabbé. Vi lascio come al solito qualche link sotto fonti e articoli per approfondire quanto detto.
Vi ho anticipato in apertura che avrei dedicato una breve carrellata a tutte le altre cose importanti che stanno succedendo, con la promessa di approfondire questi fatti martedì. La notizia principale, la più bella e liberatoria in tutti i sensi di questi giorni è stata la liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala, che era stata arrestata in Iran e trattenuta per settimane nel carcere di Evin, famoso per la detenzione di oppositori politici e giornalisti.
Dopo intense pressioni diplomatiche, e un intreccio internazionale che coinvolgeva anche gli stati Uniti e l’arresto di un cittadino iraniano a Milano, Sala è finalmente tornata in Italia. Martedì vedremo meglio i retroscena e alcuni dettagli.
In Libano invece, dopo due anni di stallo totale, ieri è stato finalmente eletto un nuovo presidente: Joseph Aoun, attuale capo dell’esercito. Questo ha permesso di sbloccare l’impasse istituzionale che paralizzava il paese, ma non senza polemiche. Infatti, c’è chi sostiene che la sua posizione militare violi la costituzione, che impedisce l’elezione di figure che abbiano ricoperto ruoli di rilievo nei due anni precedenti. Insomma, la crisi politica non è risolta, ma comunque una svolta è arrivata.
In Venezuela invece la tensione è alle stelle. Dopo le contestatissime elezioni di qualche mese fa Nicolás Maduro si prepara a insediarsi oggi per un nuovo mandato, ma l’opposizione grida ai brogli, sostenendo che il vero vincitore delle elezioni sia Edmundo González Urrutia. Urrutia che è fuggito dal Venezuela pochi giorni dopo le elezioni e su cui pende un mandato di arresto, ma che ha promesso sempre per oggi un ritorno in patria a sorpresa e un giuramento parallelo come presidente, considerandosi lui il vero Presidente eletto. Insomma, la situazione è incandescente, con proteste di piazza previste, l’esercito schierato e già diversi arresti tra attivisti e oppositori.
Infine continua a far discutere Donald Trump, che continua a parlare della sua volontà di annettere agli Usa, anche con l’uso della forza, la Groenlandia e il Canale di Panama, e magari anche il Messico. Dichiarazioni che, ovviamente, stanno scatenando reazioni scomposte e perlopiù indignate da parte dei governi coinvolti, che hanno ribadito la loro sovranità nazionale.
E poi ancora c’è una nuova legge che vieta in Europa il bisfenolo, c’è la chiusura di un parco marino e tante altre vicende da seguire.
Prima di salutarvi lasciatemi ricordarvi che ieri è uscita la rassegna di Liguria che Cambia, a cura della nostra Emanuela Sabidussi con le notizie più interessanti e belle dal punto di vista ambientale successe in Liguria nel 2024 e che oggi invece come ogni venerdì esce la rassegna sarda.
#incendi
Vogue – How You Can Help Victims of the Los Angeles County Wildfires
la Repubblica – Quasi 400 detenuti-pompieri impegnati nei roghi della California per pochi dollari al giorno
il Post – A causa degli incendi a Los Angeles è stata evacuata anche Hollywood
#Venezuela
la Repubblica – Venezuela, la leader dissidente Machado arrestata nella sua prima apparizione pubblica dopo mesi
#Cecilia Sala
La Stampa – Liberazione Cecilia Sala. Lo stallo con Biden, il blitz da Trump. E Meloni disse: “Adesso ci penso io”
#Libano
Vatican News – Il Libano ha un nuovo presidente
#Trump
la Repubblica – Ecco perché Trump vuole Canada, Panama e Groenlandia
#rassegne
Italia che Cambia – Todde a rischio decadenza – INMR Sardegna #60
Italia che Cambia – Le notizie che ci ricorderemo del 2024 sull’ambiente – INMR Liguria #14