Variante Omicron, impennata dei contagi
Con qualche settimana di ritardo su altri paesi europei, anche l’Italia è stata travolta da una nuova ondata di contagi. Tuttavia, nonostante l’impennata dei contagi senza precedenti, le morti dovute al covid in questi giorni si sono mantenute abbastanza basse, e i reparti di terapia intensiva per ora sembrano reggere il colpo abbastanza bene.
Per farvi un parallelo, l’altro ieri, 1 gennaio 2022, ci sono stati 141.262 nuovi contagi su 1.084.295 tamponi, tra antigenici e molecolari con un tasso di positività del 13%. Sono morte 111 persone. C’erano 1.297 pazienti in terapia intensiva. Il 1 gennaio 2021, esattamente un anno prima, si erano registrati 22.211 nuovi contagi (meno di un sesto di quest’anno) su 157.524 tamponi effettuati, con un tasso di positività dei tamponi del 14% (simile a quello attuale). Ma i morti erano stati 462 morti (più del quadruplo). E i pazienti in Terapia Intensiva: 2.553 (circa il doppio).
Ora, va detto che il parallelo regge fino a un certo punto perché adesso ci troviamo ancora in una fase ascendente della curva dei contagi mentre lo scorso anno avevamo già superato il picco, e questo è particolarmente rilevante perché la curva dei contagi e quella delle morti e delle terapie intensive no sono in fase, c’è un ritardo di 2-3 settimane fra una e l’altra, quindi ci possiamo aspettare, purtroppo, che anche le morti e le terapie intensive crescano nelle prossime settimane, mentre i contagi inizieranno a calare. Ma al netto di questo, comunque la situazione sembra diversa rispetto alle scorse ondate.
Questo sembrerebbe essere dovuto, in proporzioni difficili da stabilire, a tre diversi fattori:
- i sintomi più lievi della variante Omicron, che pare sia sul punto di diventare, o sia già diventata dominante anche nel nostro paese
- gli effetti della campagna vaccinale, e in particolare delle dosi booster
- Il fatto che negli ultimi giorni si siano fatti circa 1 milione di tamponi al giorno, che consentono di intercettare più casi.
Nuove misure restrittive
Nel frattempo sono state varate nuove misure dal governo per contenere l’ondata di contagi. Vediamole e commentiamole, come al solito. Innanzitutto da oggi, 3 gennaio 2022, mezza Italia finisce in zona gialla. Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia si aggiungono alla lista delle Regioni in zona gialla, ovvero Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Veneto e le province autonome di Bolzano e Trento. Mi sono dovuto andare a vedere che cosa vuol dire perché non lo ricordavo più. L’unica differenza sostanziale è quella che nelle regioni gialle c’è l’obbligo delle mascherine all’aria aperta.
L’altra novità grossa è che il Super Green Pass, quello che si ottiene solo con il vaccino o con la guarigione, quindi non con il tampone, diventa obbligatorio per la maggior parte delle attività, tranne che nei negozi e per i servizi essenziali. Sarà necessario, ad esempio, per salire su treni, bus, metro e tutti gli altri mezzi di trasporto, mangiare nei locali anche all’aperto, per entrare in alberghi, andare a fiere, impianti da sci e tanti altri luoghi di socialità e svago.
Ora, parliamone. Perché ho l’impressione che ci si sia spinti un po’ troppo oltre. Vi spiego perché. Prima considerazione: impedire a delle persone di spostarsi, è impedire un servizio essenziale. Seconda considerazione: in Italia si è raggiunto un tasso di vaccinati del 90% per quanto riguarda la popolazione con più di 12 anni. Quel 10% restante, è composto in parte da persone che per condizioni sanitarie specifiche non possono vaccinarsi e da altre che hanno scelto di non vaccinarsi.
Insomma parliamo di una percentuale piccola, di persone che non vogliono vaccinarsi. Che non vuol dire che non abbia un peso eh. I dati della Fiaso in terapia intensiva 7 pazienti su 10 sono non vaccinati. Quindi, a livello percentuale l’impatto è alto. In termini assoluti non lo so, forse è comunque sostenibile perché stiamo parlando di numeri fin qui piuttosto piccoli. Per adesso almeno lo è, in futuro non lo so, ma probabilmente lo si può stimare osservando l’andamento delle curve. Ma vedo due strade: o si introduce l’obbligo perché si ritiene che anche una piccola percentuale di persone non vaccinate sia insostenibile. Oppure, se si lascia la scelta alle persone, bisogna lasciarla, davvero, questa scelta.
Anche perché, terza considerazione, superato un certo punto critico, ulteriori restrizioni come questa, credo che ottengano l’effetto opposto, ovvero di incentivare meccanismi oppositivi. Senza considerare i costi sociali, in termini di polarizzazione, odio sociale e le ferite che lasceranno in una società già martoriata dal virus, dalle quarantene, dalla crisi economica e così via.
Nucleare e gas
Comunque, veniamo a fatti più ameni. Il nucleare e il gas saranno inclusi tra le fonti energetiche indicate dalla Commissione Ue come meritevoli di ricevere un sostegno economico nell’ottica di riduzioni delle emissioni.
Lo rivela il quotidiano inglese Financial Times, che riporta i contenuti della bozza del documento finale che la Commissione si appresta a sottoporre a governi e parlamento europeo.
In realtà lo sapevamo già, ne avevamo già parlato, ma finora erano, dicomo, indiscrezioni, mentre adesso lo vediamo scritto nero su bianco, seppure in una bozza.
Per quanto riguarda il nucleare, ha prevalso la linea della Francia, che però ha un interesse molto specifico a poter finanziare il nucleare con fondi europei. Perché i suoi impianti, dai quale ottiene circa il 70% dell’elettricità che consuma, sono vecchi e devono essere ammodernati. Sapete quanto costa ammodernare gli impianti? Almeno 50 miliardi di euro, secondo il gruppo Edf (l’Enel francese).
E’ vero che Macron ha anche detto che vuole costruire nuove centrali, ma l’idea che mi sono fatto è che la Francia non sia così intenzionata a investire nel nucleare come energia del futuro, come si sente spesso ripetere qua da noi, ma soprattutto a tenere a bada l’esistente. Anche perché solo nell’ultimo mese due centrali si sono fermate per manutenzione straordinaria e una per un incidente.
Intanto la vicina Germania ha avviato il programma di spegnimento delle sue 6 centrali, per emanciparsi dall’atomo. Fin qui hanno chiuso 3 impianti, mentre i restanti 3 chiuderanno nei prossimi anni.
Per quanto riguarda il gas, pare che le pressioni maggiori siano invece state fatte dall’Italia, grande utilizzatrice di questo combustibile fossile. Il cui impatto è probabilmente, al momento, fra i più sottostimati. Perché oltre a emettere CO2, anidride carbonica, quando viene bruciato, molto viene anche disperso in atmosfera nel processo di estrazione e trasporto, e causa un effetto serra 30 volte maggiore.
Fonti e articoli:
#Omicron #vaccini
la Repubblica – Covid, effetto feste in corsia: in terapia intensiva 7 su 10 sono non vaccinati, raddoppiano i ricoveri dei minorenni.
Il Sole 24 Ore – Vaccini in tempo reale
il Post – I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
#nuove regole
Il Fatto Quotidiano – Il calendario delle regole Covid: quando entrano in vigore le nuove misure e restrizioni
la Repubblica – Zona gialla: ecco cosa si può fare e cosa no
#nucleare #gas
Il Fatto Quotidiano – Commissione Ue, via libera a nucleare e gas come fonti utili per la transizione verde. All’atomo aiuti fino al 2045
Il Fatto Quotidiano – Nucleare, la Germania inizia a spegnere le sue centrali. “Quello dell’atomo è un business economicamente morto”
#cetacei
La Stampa – Russia, smantellata la “prigione delle balene: liberati 100 cetacei
#Hong Kong
la Repubblica – Hong Kong, la polizia fa irruzione nella redazione di Stand News e arresta sei persone