26 Gen 2022

I passi della Francia verso la mobilità sostenibile – #453

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Una nuova legge che impone alle case produttrici di auto di affermare che le auto fanno male, nel fare pubblicità ai propri prodotti. Intanto il Comune di Montpellier investe in trasporto pubblico 100% elettrico, rinunciando all’idrogeno. La Francia sembra fare sul serio nella sua transizione verso una mobilità sostenibile. Parliamo anche dell’ultimo rapporto, sorprendente, di McKinsey, del blackout in Asia Centrale, del più grande coming out della Chiesa Cattolica, della divertente protesta dei musei olandesi e del primo cane riconosciuto come un essere senziente in un processo.

LA FRANCIA VERSO UNA MOBILITA’ SOSTENIBILE

Dalla Francia continuano ad arrivare notizie interessanti. Ieri parlavamo della nuova legge che obbliga i ristoratori a dare l’acqua del rubinetto, oggi vediamo una nuova legge nazionale, di cui ci parla la Nuova Ecologia, che stabilisce che dalla prossima primavera le pubblicità delle auto dovranno incoraggiare i cittadini ad adottare stili di mobilità più sostenibili e sani e specificare, sembrerebbe, che usare l’auto fa male alla salute e al Pianeta.

Restiamo in Francia, dove un’altra notizia arriva dalla città di Montpellier, che seguendo la scia di tante altre città europee decide di affidarsi ai trasporti pubblici elettrici, rinunciando in questo caso all’idrogeno. A inizio gennaio il comune di Montpellier ha confermato di aver annullato un ordine per 50 autobus a celle a combustibile a idrogeno dopo aver valutato più economico ed efficiente ordinare invece autobus elettrici a batteria. L’idrogeno è un vettore energetico molto in voga nei piani di transizione energetica, ma per ora la sua reale sostenibilità è tutta da dimostrare, e spesso è usato come scusa per continuare a estrarre metano. Se non sapete di cosa parlo, andatevi a vedere la puntata di INMR dedicata al tema.

L’ULTIMO RAPPORTO DI MACKINSEY

Il Guardian ci racconta dell’ultimo rapporto di McKinsey sulla sostenibilità, che dice cose molto interessanti. Raggiungere emissioni climatiche nette zero entro il 2050 richiederà una “trasformazione fondamentale dell’economia globale”, questo è il succo.

McKinsey stima che 9,2 miliardi di dollari dovranno essere investiti ogni anno per decenni per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 C e porre fine all’emergenza climatica. La somma è un aumento del 40% rispetto agli attuali livelli di investimento ed è equivalente alla metà dei profitti aziendali globali.

Il rapporto avverte che la trasformazione economica colpirà ogni paese e ogni settore, con quelli che dipendono maggiormente dalla combustione dei combustibili fossili che sperimenteranno il maggior cambiamento. 

Ora, direte voi che seguite sempre Io Non Mi Rassegno, dov’è la novità? Cosa dice di nuovo? Niente, in effetti. Ma la notizia è chi lo dice: McKinsey, una delle società di consulenza più grandi al mondo, che consiglia molti governi e grandi aziende, dice che la transizione necessita di un cambiamento profondo in tutti i settori dell’economia e la società. Non è poco.

BLACKOUT IN ASIA CENTRALE

Enorme blackout in alcuni paesi dell’Asia Centrale. Kirghizistan, Uzbekistan e la città di Almaty, in Kazakistan, sono rimasti a lungo senza energia elettrica a causa di un blackout di ampia portata. Ne parla L’Indipendente. L’interruzione della fornitura di energia sembra essere dovuta a “un incidente nella rete energetica regionale”. I tre Paesi fanno parte di una rete unificata che ne collega le linee, motivo per il quale il blackout è stato di così ampio raggio. Secondo quanto riportato da alcuni media, lo stato di degrado delle reti elettriche e la loro interdipendenza avevano già causato alcune interruzioni nella fornitura dell’elettricità in diversi Paesi dell’Asia centrale.

COLPO DI STATO IN BURKINA FASO

Ci spostiamo in Burkina Faso, dove lunedì (24 gennaio) alcuni militari hanno annunciato alla tv pubblica di aver compiuto un colpo di stato: il Movimento patriottico per la salvaguardia e la restaurazione ha assunto il potere destituendo il presidente Kaboré, a cui i militari da mesi chiedevano  più risorse contro l’insurrezione jihadista in corso nel nord e nell’est del paese.  La giunta militare dovrebbe essere guidata dal luogotenente colonnello Damiba.

Il Burkina Faso è il terzo paese nella regione del Sahel a subire un colpo di stato nel giro di pochi mesi, dopo la Guinea e il Mali. Senza considerare il quasi golpe in Ciad dopo la morte del presidente Idriss Déby, e quello nel comunque vicino Sudan, dove i militari hanno bloccato il processo verso il ritorno della democrazia.

Perché questa epidemia di colpi di stato?, si chiede Internazionale. Ogni paese ha la sua storia e le sue peculiarità, ma nel caso del Mali e del Burkina Faso è innegabile che l’impasse nella lotta contro il terrorismo jihadista abbia minato la società e un apparato statale fragile, generando frustrazione e collera.

IL PIU’ GRANDE COMING OUT DELLA STORIA DELLA CHIESA CATTOLICA

Intanto in Germania è avvenuto quello che i giornali tedeschi stanno definendo il più grande coming out mai avvenuto nella storia della chiesa cattolica. Ce ne parla il Post. Lunedì 24 gennaio, su uno dei canali della televisione pubblica tedesca ARD è stato trasmesso il documentario “Come Dio ci ha creati” in cui 100 persone che lavorano a vario titolo per la chiesa e le istituzioni cattoliche fanno coming out. Lo hanno fatto rischiando, con questa loro esposizione pubblica, il licenziamento, vista l’autonomia garantita dalla Costituzione tedesca alla chiesa cattolica. Tuttavia, contemporaneamente al documentario, 125 persone che collaborano con la chiesa e che sono credenti hanno lanciato l’iniziativa #OutInChurch chiedendo la fine della discriminazioni contro le persone LGBTQ+. Ne succedono eh! Vediamo come prosegue.

PROTESTA DEI MUSEI IN OLANDA

Intanto nei Paesi Bassi si è svolta una protesta singolare contro il governo da parte di alcuni musei, che accusano l’esecutivo di aver penalizzato appunto i musei e il mondo della cultura nello scegliere le attività da chiudere nelle nuove misure di contenimento della pandemia. In base alle misure anti-covid olandesi infatti, musei, teatri, bar e caffè non possono aprire, al contrario di parrucchieri, centri estetici e palestre. 

Così la direttrice del museo di van Gogh di Amsterdam, Emilie Gordenker, ha deciso di trasformare il museo in un salone di bellezza, allestendo lunghi tavoli con estetiste che facevano le unghie, la manicure e lo smalto a pochi metri dalla notte stellata e altri quadri del celebre pittore olandese. 

“Una visita al museo è sicura ed altrettanto importante quanto andare in un salone di bellezza, forse di più” ha commentato la direttrice nello spiegare l’iniziativa. E il Museo Van Gogh, racconta il Fatto Quotidiano, non è il solo a protestare. Il centro di dibattiti De Balie, sempre ad Amsterdam ha aggirato le regole aprendo le porte come istituzione religiosa chiamata Società Filosofica, la Comunità della Ragione. Il Mauritshuis, dove è esposta la Ragazza con l’orecchino di perle di Vermeer, si è trasformato in un campo di addestramento per allenamenti, alle porte del parlamento all’Aia. Il Panorama Mesdag, all’Aja, ha invitato le persone per un pomeriggio di “potenziamento mentale“, mentre il Limburgs Museum si è trasformato in una palestra per la giornata con una sessione di Zumba. Una protesta leggera, divertente ma anche… illuminante!

TUCO, IL PRIMO CANE RICONOSCIUTO COME ESSERE SENZIENTE DALLA LEGGE

In Spagna è entrata in vigore appena tre settimane fa la legge che riconosce ufficialmente gli animali come esseri dotati di sensibilità, in grado di provare dolore e non più come oggetti, e ora ha già la sua prima applicazione. Ce ne parla GreenMe. Si chiama Tuco, è un incrocio tra un Pastore Belga e un Pitbull, ed è il primo animale che per la giustizia viene visto proprio come essere senziente.

La vicenda è un po’ complicata, e ha come sfondo l’affidamento del cane conteso fra il suo proprietario ufficiale e la ragazza che se ne è presa cura negli ultimi 4 anni. Comunque l’aspetto interessante è che per la prima volta viene valutato il benessere del cane come fattore che incide sulla scelta finale dell’affido, che alla fine è andato alla ragazza che se ne è presa cura da quando il suo proprietario dichiarato si è trasferito all’estero, nel 2018.

FONTI E ARTICOLI:

#auto
la nuova ecologia – Francia, dal 2022 nuove regole per la pubblicità delle auto
la nuova ecologia – Montpellier annulla l’ordine di 50 bus a idrogeno

#rapporti
The Guardian – McKinsey: fundamental transformation of global economy needed for net zero

#animali
GreenMe – Il primo cane riconosciuto dalla legge come “essere senziente” in Spagna: la storia di Tuco

#Chiesa
il Post – Il più grande coming out nella storia della chiesa cattolica

#blackout
L’indipendente – Asia centrale, blackout lascia milioni di persone senza corrente

#golpe
Internazionale – Il Burkina Faso travolto dall’epidemia dei colpi di stato

#Afghanistan
Internazionale – La crisi umanitaria è l’unica certezza rimasta agli afgani

#metano
GreenReport – Le fughe di metano da 30 impianti di petrolio e gas del Permian Basin Usa inquinano più di 500.000 auto

#petrolio
Interazionale – Battaglia tra il Perù e la Repsol per la marea nera arrivata sulle coste

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