16 Gen 2023

Greta Thunberg prelevata dalla polizia a Lutzerath – #652

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Oltre diecimila persone hanno invaso il paesino tedesco di Lützerath, che il governo vuole radere al suolo per ampliare una miniera di carbone. Fra queste anche Greta Thunberg, che è stata portata via con la forza dalla polizia assieme a migliaia di altri manifestanti. Parliamo anche del decreto carburanti (che serve a poco) voluto dal governo, dei documenti riservati che stanno imbarazzando Joe Biden, degli uragani e alluvioni negli Usa, della nuova legge – voluta dallo stesso Biden – che elimina l’obbligo di testare i medicinali sugli animali e infine del Piano per la transizione ecologica approvato dalla Regione Lazio.

GRETA THUNBERG PORTATA VIA CON LA FORZA DALLA POLIZIA A LUTZERATH

Vi ricordate la storia del villaggio in Germania, Lützerath, che dovrebbe essere raso al suolo per far spazio all’allargamento di una miniera di carbone, che negli ultimi giorni è diventato epicentro delle proteste degli attivisti e attiviste climatiche tedeschi e di tutto il mondo?

Se non ve lo ricordate andatevi a recuperare la puntata di mercoledì scorso (11 gennaio). Comunque detta in brevissimo, il governo tedesco (della cui maggioranza fanno parte anche i Verdi) ha deciso di autorizzare l’allargamento di una miniera di carbone a Ovest della Germania, vicino alla confine con Belgio e Paesi Bassi, e per farlo ha dato il via libera alla distruzione di un paesino praticamente disabitato, Lutzerath. 

Questa decisione, giustificata con la crisi energetica e la paura che il gas non basti, e compensata dal fatto – a detta del governo – che la società che gestisce la miniera si è impegnata a chiudere altri due impianti in anticipo rispetto a quanto previsto, ha fatto comunque infuriare un sacco di gente, fra cui soprattutto le grandi organizzazioni che si battono per il clima e la giustizia climatica. Greenpeace, FFF, XR. 

Che hanno iniziato a organizzare pulmini da ogni dove per portare più persone possibili a Lützerath per resistere pacificamente ai tentativi di sgombero della polizia. Più persone possibili saranno qualche decina, al massimo qualche centinaio penserete voi. D’altronde chi è che prende un pulmino per andare d’inverno in un paesino sperduto in una delle zone più fredde della Germania. Ecco, sabato c’erano più di 10mila persone. Diecimila è il numero stimato dalla polizia di Acquisgrana, 35mila le stime fatte dagli organizzatori. In genere in questi casi a spanne vi direi sui 15mila. ma comunque anche fossero stati effettivamente diecimila, erano un sacco di gente.

La polizia ha usato il pugno duro per sgomberarli e ancora sembra non esserci completamente riuscita. Ci sono video e immagini che circolano sul web di manifestanti presi a manganellate, portati via con la forza, o in barella, alberi tagliati vicino a quelli a cui si erano legati degli attivisti, insomma scene pesanti. 

Comunque fra i vari attiviste/i presenti c’era anche Greta Thunberg, e la sua presenza, e il fatto soprattutto che a un certo punto sia stata anche lei caricata dalla polizia e portata via con la forza, ha fatto abbastanza scalpore e ha fatto sì che anche giornali abitualmente restii a dare risalto a questo tipo di notizia ne abbiano parlato molto. Ieri per diverse ore in apertura della homepage di Repubblica c’era un pezzo a cura della redazione esteri che parlava proprio di questo. Ve ne leggo un pezzetto: 

“Greta Thunberg è portata via con la forza dalla polizia mentre manifestava in Germania a Lützerath. Le immagini video diffuse dai media tedeschi mostrano la ventenne svedese seduta a terra e sollevata di peso da due poliziotti. Secondo una ricostruzione di Bild, Thunberg avrebbe ignorato  gli ordini della polizia di abbandonare la sua posizione e avrebbe aspettato di essere portata via dagli agenti”. 

Thunberg si era unita agli attivisti due giorni fa. Oggi (cioé ieri) l’attivista svedese è ricomparsa nel luogo delle proteste senza aver preannunciato la sua presenza. E’ stata accompagnata da un gruppo di 70 attivisti e con questi ha occupato un campo sorvegliato da un reparto a cavallo della polizia tedesca. La maggior parte dell’accampamento è stata sgomberata dalla polizia oggi (sempre ieri). 

“Le operazioni di sgombero continuano anche oggi – ha affermato il portavoce della polizia Dietmar Bruening – ma non sappiamo quante persone stiano ancora occupando il sito. In un primo momento sembrava che ce ne fossero rimaste solo 10, poi si è capito che c’era qualcuno in più. Gli attivisti stessi parlano di 20 persone anche all’interno del borgo”. “Siamo inoltre ancora impegnati a cercare di far uscire i due attivisti che si trovano nel tunnel”, ha aggiunto il portavoce.

Insomma le proteste proseguono la storia di Lützerath non è ancora finito. Credo che nel fatto che questa vicenda sia diventata così emblematica abbia giocato un ruolo, che non so quantificare, ma non indifferente, la potenza narrativa di questa storia, che sembra uscita da un film. Non sto dicendo che le persone vanno a manifestare perché si tratta di una bella storia, e non gliene frega niente del clima eh, sia chiaro. Penso piuttosto che una storia potente come questa, sia un veicolo potentissimo per raccontare questioni come la crisi climatica. 

COSA C’E’ NEL DECRETO CARBURANTI APPROVATO DAL GOVERNO?

Torniamo a parlare di caro-carburanti, perché c’è una novità abbastanza grossa: sabato è stata approvata la legge “salva carburanti”. Venerdì abbiamo chiuso la settimana raccontando come il governo fosse andato in crisi sul tema del caro prezzi di benzina e gasolio, che col nuovo anno e la fine della misura voluta da Draghi hanno visto i loro prezzi aumentare di circa 20 centesimi/litro.

La cosa paradossale è che la prima crisi politica del governo, che ha iniziato a litigare vistosamente al suo interno, è arrivata su una decisione anche abbastanza sensata, ovvero quella di lasciar scadere il decreto draghi sui carburanti senza rinnovarlo. 

Il problema per la destra è che la questione dei carburanti, della lotta alle accise, è sempre stato un cavallo di battaglia di Lega e FdI, e quindi le proteste non sono mancate. Così per correre ai ripari il governo ha messo su in fretta e furia un decreto che era nato come decreto anti-speculazione (perché se ricordate la prima spiegazione ai rincari data dal governo era che era colpa degli speculatori, tesi presto smentita) ma poi trasformatosi in un generico  decreto di contrasto all’aumento dei prezzi. 

Ma quindi, cosa prevede alla fine? Nella sua versione definitiva, leggo dal Post, “il decreto prevede che i distributori debbano esporre accanto al proprio prezzo di vendita del carburante quello della media regionale, che sarà pubblicato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Le contravvenzioni per chi non espone i prezzi medi potranno andare dai 500 ai 6.000 euro. Sono stati rafforzati i poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi, che verrà affiancato da una commissione apposita che dovrà tenere sotto controllo gli aumenti anomali del prezzo dei carburanti”.

Inoltre si rinnova una misura del governo Draghi, ovvero un bonus una tantum di 60 euro per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici, ma ha abbassato molto la platea degli aventi diritto: potrà chiederlo chi ha un ISEE inferiore ai 20 mila euro, e non più inferiore ai 35 mila com’era prima.

Infine il governo ha approvato un meccanismo che dovrebbe limitare eccessivi aumenti dei prezzi del carburante attraverso la cosiddetta “accisa mobile”, introdotta per la prima volta nel 2008. “L’accisa mobile prevede che i maggiori introiti raccolti dallo stato attraverso l’IVA sulla benzina – che è una percentuale sul valore del prodotto, quindi il gettito fiscale aumenta se aumenta il prezzo del greggio – siano investiti per abbassare le accise sul carburante. Questo però avviene soltanto se, in media, il prezzo del carburante supera una determinata soglia che sarà decisa dal governo stesso”.

Insomma, una mezza marcia indietro con cui il governo cerca di salvare la faccia, far vedere che sta facendo qualcosa senza spendere troppo e senza smentirsi troppo. Ma cambiando relativamente poco nello stato delle cose. 

I DOCUMENTI CHE STANNO METTENDO IN IMBARAZZO BIDEN

Forse avrete sentito parlare del ritrovamento di documenti riservati in un ufficio di Joe Biden, una storia che ricorda piuttosto da vicino – pur con le dovute differenze – quella che ha coinvolto Donald Trump e che sta mettendo molto in imbarazzo l’attuale presidente. 

Ecco i documenti ritrovati sono più di uno e gli ultimi sono stati ritrovati e consegnati dagli stessi avvocati di Biden. Si tratta di documenti che il Presidente avrebbe avuto in mano ai tempi in cui era il vice di Obama, e che non avrebbe riconsegnato a fine mandato. Leggo da un altro articolo del Post: “Gli avvocati del presidente americano Joe Biden hanno trovato nella sua residenza privata nello stato del Delaware nuovi documenti riservati non riconsegnati all’Archivio Nazionale al termine del mandato da vicepresidente. Un primo gruppo di documenti, sempre risalenti all’epoca in cui era presidente Barack Obama, era stato trovato a novembre in un ufficio di un suo centro studi a Washington e della sua esistenza si era saputo soltanto questa settimana.

Il secondo gruppo di documenti è stato ritrovato sia nel garage dell’abitazione privata di Joe Biden che nella sua libreria. Del secondo ritrovamento si era iniziato a parlare giovedì mattina, e solo dopo varie ore la Casa Bianca ha dato conferma della sua esistenza. Sempre giovedì, il procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha annunciato di aver incaricato un consulente speciale per indagare sulle questioni legali relative ai due ritrovamenti: è Robert Hur, procuratore di lunga esperienza che aveva avuto incarichi durante l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump. 

In entrambi i casi si tratta di «documenti con il contrassegno che indica la loro riservatezza», risalenti all’amministrazione Obama: sarebbero quindi coperti da vincolo di segretezza del governo degli Stati Uniti. Biden non avrebbe potuto tenerli con sé in un ufficio privato dopo aver lasciato la carica di vicepresidente.

Al di là di possibili ripercussioni legali, la questione è già fonte di grande imbarazzo politico per l’attuale amministrazione. Trump è oggetto di un’indagine e di una potenziale incriminazione penale per aver sottratto venti scatoloni con circa trecento documenti riservati, ritrovati dopo la perquisizione della sua villa in Florida. […] Biden aveva definito il suo predecessore «irresponsabile» per non aver riconsegnato i documenti, e dopo che il primo ritrovamento era stato reso pubblico si era detto «sorpreso».

Secondo quanto riportato dalla stampa, il primo gruppo di documenti conterrebbe note dei servizi segreti e dossier su Ucraina, Iran e Regno Unito. Non si sa di preciso quanti siano i documenti oggetto del secondo ritrovamento. Biden ha detto di «collaborare pienamente» con il dipartimento di Giustizia. Gli avvocati di Biden hanno specificato come i documenti siano stati restituiti spontaneamente agli Archivi Nazionali non appena ritrovati, sottolineando le differenze con il caso che riguarda Trump, quando la restituzione era stata al centro di una questione legale, sbloccata dalla perquisizione della villa.

Esperti legali consultati dal Washington Post sostengono che errori nella gestione di documenti riservati siano piuttosto comuni e che vengano normalmente trattati con sanzioni amministrative e non penali, a meno che non sia provata la volontà di trafugare materiale sensibile, come invece sembra sia successo con Trump.

La questione a prima vista, da come viene presentata da questo articolo, sembra abbastanza diversa da quella in cui è incappato Trump, che ha trafugato dei documenti quando se n’è andato. Tuttavia non è detto che anche questa storia non riservi delle sorprese.

GLI URAGANI E LE ALLUVIONI, NEGLI USA

Restiamo negli Usa per qualche notizia veloce legata al meteo, ma anche al clima e per l’esattezza alla crisi climatica. 

La prima è che in California continuano le alluvioni. Leggo da un articolo del Guardian: “Una serie di tempeste ha colpito lo Stato dalla fine di dicembre, causando almeno 19 morti. Venerdì, 6.000 persone avevano ricevuto l’ordine di evacuazione e altre 20.000 famiglie erano senza corrente, ha dichiarato Nancy Ward, direttore dell’ufficio del governatore della California per i servizi di emergenza.

Negli ultimi 18 giorni, uno Stato normalmente afflitto dalla siccità ha registrato una media di oltre 23 cm di precipitazioni, una quantità notevole che ha visto alcune località raggiungere la loro media annuale di precipitazioni (e siamo solo al 16 gennaio).

Ci sono stati almeno 19 decessi legati alla tempesta e la metà di questi hanno coinvolto automobilisti. In alcune zone della California settentrionale, le auto sono state sommerse, gli alberi sradicati e i tetti delle case sono stati spazzati via. La valutazione dei danni, già iniziata, dovrebbe superare il miliardo di dollari.

Intanto una tempesta sta causando venti forti e temporali in alcuni stati del Sud degli Stati Uniti, con grossi danni in diverse zone: lo stato più colpito è l’Alabama. Decine di migliaia di persone sono rimaste senza elettricità sia in Georgia che in Alabama.

Nella zona di Selma decine di case sono state distrutte o gravemente danneggiate da un tornado che si è spostato per oltre 30 chilometri. Il direttore dell’agenzia per le emergenze dell’Alabama, Ernie Baggett, ha detto ad Associated Press che sono morte almeno 9 persone e che almeno 12 persone ferite sono state portate in ospedale. Giovedì il servizio meteorologico nazionale statunitense ha segnalato la presenza di 33 diversi tornadi: oltre ad Alabama e Georgia le allerte si sono avute nel Mississippi, nel Tennessee, nel Kentucky, nel South Carolina e nel North Carolina. Così, per ricordarci l’impatto della crisis climatica.

USA, I MEDICINALI NON DOVRANNO PIU’ ESSERE TESTATI SUGLI ANIMALI

Sempre dagli Stati Uniti però arriva anche una notizia molto interessante e importante che riguarda la sperimentazione dei medicinali sugli animali. Ve la leggo nelle parole di Francesca Biagioli su GreenMe: “È veramente un deciso cambio di rotta – che potremmo definire “svolta storica” – quello avvenuto negli Stati Uniti che, a fine dicembre, hanno approvato una nuova legge. Questa stabilisce che non è più necessaria la sperimentazione su animali prima della messa in commercio di nuovi farmaci.

La nuova legge bipartisan FDA Modernization Act 2.0, proposta dal senatore statunitense Rand Paul di fatto revoca l’obbligo di sperimentazione sugli animali prima dei test sull’uomo. Dunque, la Food and Drug Administration (FDA) non richiederà più test su animali come topi, scimmie o cani, prima di approvare nuovi farmaci.

Questo significa che la sperimentazione sugli animali sparirà completamente negli Usa? Purtroppo no, come specifica una nota dell’ufficio stampa del senatore Rand Paul, la nuova legge: “Non vieta completamente i test sugli animali, ma consente agli sponsor di farmaci di utilizzare metodi alternativi laddove siano adatti. Un topo o un roditore non sempre gestisce o elabora medicinali e sostanze chimiche nello stesso modo in cui fanno gli umani. Lo sviluppo di più sistemi in vitro basati su cellule umane, tessuti umani e modelli umani potrebbe, in alcuni casi, essere più predittivo”.

Insomma, è una legge che elimina un obbligo che soprattutto nella medicina contemporanea appariva insensato, non solo dal punto di vista etico ma anche da quello scientifico. E che apre uno spiragli verso cambiamenti più significativi, in un paese che è leader mondiale nella produzione di farmaci.

LAZIO APPROVA PIANO TRANSIZIONE ECOLOGICA

In chiusura vi do una notizia flash, che però è piuttosto approssimativa perché fin qui non sono noti i dettagli. Sabato Roberta Lombardi, l’assessore alla transizione ecologica e digitale della regione Lazio, ha annunciato l’approvazione del Piano di Transizione Ecologica regionale. 

Lo ha fatto in un post su FB in cui scrive: “Il Lazio è la prima Regione in Italia ad aver redatto e approvato il Piano regionale di Transizione Ecologica, un provvedimento da 5,9 miliardi di risorse per quattro ambiti d’intervento che va a programmare la spesa pubblica per il raggiungimento degli obiettivi globali di sostenibilità da qui ai prossimi anni e fino al 2050. Un documento di circa 100 pagine che raccoglie gli input di circa 480 progetti presentati dai territori”. 

Un comunicato successivo spiega un po’ meglio il documento: “Transizione energetica, transizione agricola, uso efficiente delle risorse e territorio sostenibile sono i quattro ambiti d’intervento individuati dal Piano a cui si aggiungono due chiavi abilitanti, trasformazione culturale e trasformazione digitale, quali settori trasversali e funzionali allo sviluppo dei primi quattro. Il Lazio, oltre ad essere la prima e unica regione ad aver istituito un assessorato alla Transizione ecologica e Trasformazione digitale, è la prima regione a dotarsi di un PTE regionale, sottoposto in via preliminare alla prima Assemblea Civica del Lazio, organizzata dall’ong “Rinascimento Green” e altre associazioni ambientaliste e sigle della società civile, le cui osservazioni sono state poi recepite nel provvedimento approvato in queste ore e con cui nei prossimi giorni verrà avviata una riflessione su un modello di transizione ecologica partecipata”.

“Il PTE delinea il contesto delle norme nazionali e internazionali sulla transizione ecologica coniugandolo con le esigenze e competenze presenti sui nostri territori censite grazie al bando di idee “Lazio in Transizione”, che ha raccolto 479 proposte progettuali in otto macro aree tematiche. Un provvedimento nato dal basso, a livello locale, per vincere una sfida globale”.

Fine del comunicato stampa. Non so dirvi altro al momento a mi sembra una notizia da tenere d’occhio. Indagheremo.

FONTI E ARTICOLI

#Greta Thunberg #Lutzerath
la Repubblica – Greta Thunberg portata via con la forza dalla polizia a Lützerath
Il Fatto Quotidiano – “Questo villaggio era il simbolo della resistenza al carbone, ci hanno colpiti senza ritegno”: il racconto degli ecoattivisti italiani a Lützerath
The Guardian – Greta Thunberg calls for protest against expansion of German coalmine

#carburanti
il Post – Il “decreto carburanti”, infine

#Biden
ISPI – Stati Uniti: corvette e segreti
il Post – Ci sono altri documenti riservati non riconsegnati da Joe Biden

#clima #Usa
il Post – In Alabama e Georgia, negli Stati Uniti, sono morte almeno 9 persone per le conseguenze di una tempesta
The Guardian – Soaked California prepares for more flooding as thousands remain without power
GreenReport – ExxonMobil aveva previsto con precisione il cambiamento climatico già negli anni ‘70, ma lo aveva tenuto nascosto

#animali
GreenMe – Svolta storica: i nuovi medicinali non dovranno più essere testati sugli animali negli Usa

#Transizione ecologica #Lazio
Latina Tu – TRANSIZIONE ECOLOGICA: “LAZIO PRIMA REGIONE AD APPROVARE IL PIANO”

#Israele #Palestina
La Svolta – Francesca Albanese: «Israele viola il diritto all’autodeterminazione palestinese»

#Cina #Covid
il Post – Nell’ultimo mese in Cina ci sono stati quasi 60 mila morti per Covid, ha fatto sapere il governo

#Africa
Internazionale – Il grande corteggiamento del continente africano

#alberi
Internazionale – La vita sociale degli alberi

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