La gestazione per altri è reato universale. Che significa e cosa comporta la nuova legge – #1005
Mercoledì pomeriggio il Senato italiano ha approvato in via definitiva una legge che definisce la gestazione per altri reato universale, ovvero un reato perseguibile anche se praticata all’estero da cittadini italiani.
Si tratta di una legge fortemente voluta da Fratelli d’Italia e in particolare dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che però ha suscitato numerose controversie, sia sul tema, che sulla possibilità che venga effettivamente applicata.
Ma prima di tutto capiamo di che si tratta. La gestazione per altri, conosciuta anche come maternità surrogata o utero in affitto, è una tecnica di procreazione assistita in cui una donna porta avanti una gravidanza per conto di altre persone o coppie che non possono avere figli biologici. Poi, al termine della gravidanza, il neonato viene consegnato ai “genitori intenzionali”.
La fecondazione può essere fatta sia in maniera tradizionale, con la gestante che è anche la madre biologica del bambino, poiché l’ovulo utilizzato è il suo, inseminato artificialmente o naturalmente, oppure la cosiddetta GPA gestazionale, in cui viene impiantato direttamente l’embrione formatosi a partire da un ovulo e un seme altrui.
Infine, e questo è un discrimine importante quando si parla di questo argomento, esistono due principali tipi di GPA: la cosiddetta GPA altruistica, in cui la gestante porta avanti la gravidanza senza ricevere un compenso economico, ricevendo al massimo un rimborso per le spese mediche o altri costi associati alla gravidanza.
E la GPA commerciale in cui invece la gestante riceve un compenso economico per portare avanti la gravidanza. Questo è il caso ritenuto più problematico perché molto paesi lo considerano sfruttamento del corpo femminile.
E infatti ci sono alcuni paesi che accettano la GPS altruistica ma non quella commerciale, come il Regno Unito, i Paesi Bassi e il Canada. Altri che accettano entrambe, come gli Usa, molti paesi sudamericani, la Russia, l’Ucraina (nei fatti, anche se non formalmente). E paesi che invece le vietano entrambe. Che sono parecchi, fra cui l’Italia, fin dal 2004.
Ma allora, se in Italia la GPA era già vietata perché fare un’ulteriore legge? Perché molte persone la praticavano all’estero, quindi andavano in Ucraina o negli Usa o in altri paesi che lo permettono. Da oggi questa cosa, in teoria, non è più possibile e i cittadini italiani sono perseguibili per questo reato anche se lo commettono altrove. Ovunque.
In teoria, appunto, perché la questione non è così semplice. Prendo spunto pda alcuni articoli su Internazionale e il Post per farvi un po’ un sunto dei problemi. Innanzitutto,
Questo tipo di legislazione, che viene definita “reato universale”, si colloca in un’area giuridica controversa perché il concetto di “reato universale” è generalmente riservato a crimini di estrema gravità, come genocidi o crimini di guerra. Non è mai stato applicato a pratiche come questa, che in tante parti del mondo sono legali.
Poi c’è il tema dell’interesse superiore del minore. Cioé: l’avvio di procedimenti giudiziari contro i genitori sulla nascita di un figlio potrebbe avere ripercussioni sui figli, i quali ovviamente non hanno avuto alcun ruolo nella decisione. In questo contesto, il principio giuridico dell’interesse del minore dovrebbe prevalere, ma la confusione legale introdotta dalla nuova norma rende incerto il suo impatto effettivo.
Infine c’è il punto della questione della “doppia incriminazione”, un principio giuridico secondo cui un reato deve essere considerato tale sia nel paese in cui è commesso sia in quello di residenza, per essere contestato. Cosa che non succede con la GPA, visto che le persone la vanno a fare dove questa cosa non è reato.
Sul piano pratico, le conseguenze di questa legge si vedranno soprattutto nelle fasi di riconoscimento della nascita dei bambini nati da GPA all’estero. Perché gli ufficiali di stato civile italiani saranno tenuti a denunciare eventuali irregolarità, il che potrebbe innescare indagini su famiglie che hanno fatto ricorso alla GPA in altri paesi. Ma appunto, è tutto abbastanza incerto, le sanzioni previste dalla legge includono multe salatissime e persino carcere, ma non si capisce se e come saranno applicate e secondo alcuni esperti potrebbero servire più come disincentivo che come vera forma di repressione. Vedremo.
Sta per iniziare a Cali, in Colombia, la COP16 sulla biodiversità. Perché sì, anche se sono un po’ meno famose, esistono delle conferenze delle parti organizzate sempre dalle nazioni Unite sulla biodiversità e quella che inizia il 21 ottobre è appunto la sedicesima. Quindi vediamo quali sono gli obiettivi di questa conferenza e come ci arriviamo.
Innanzitutto ci si aspetta che dopo l’accordo a suo modo storico sulla biodiversità di Montreal di 2 anni fa ora si vada sul concreto, tant’è che questo incontro è stato chiamato anche “Cop dell’implementazione”.
più nello specifico la presidenza del summit ha fissato 3 grandi obiettivi per la Cop16:
- tradurre gli obiettivi di Montreal in impegni nazionali ambiziosi e allineati ai target 2030,
- finalizzare i meccanismi di attuazione,
- adottare un accordo multilaterale sulla giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’uso di informazioni sulla sequenza digitale (DSI) sulle risorse genetiche, incluso un fondo globale.
Per il primo obiettivo, la strada è già in salita. Con il rischio di ripetere gli stessi errori che hanno portato il mondo a fallire tutti gli Aichi Targets, gli obiettivi globali sulla biodiversità con orizzonte 2020. Due anni fa, la Cop15 aveva stabilito che entro il 2024 gli Stati depositassero le loro strategie e i piani d’azione nazionali alla Convenzione sulla Diversità Biologica (CDB), l’ente che organizza il processo negoziale delle Cop sulla biodiversità.
Quasi nessuno Stato ha rispettato l’impegno (che non è legalmente vincolante). A metà ottobre 2024, sono solo 25 gli Stati che hanno presentato un piano nazionale. Ne mancano altri 170, circa l’85%. L’UE ha depositato il suo, così come ha fatto l’Italia inviando il testo della Strategia Nazionale sulla Biodiversità approvata alla fine del 2023.
Mancano, invece, quelli di oltre metà dei paesi G7. Non si sono visti i piani di 12 paesi “megadiversi” su 17, quegli Stati che ospitano da soli circa il 70% della diversità biologica globale. Tre dei paesi che ospitano l’Amazzonia – compresa la stessa Colombia che ospita la Cop16 Biodiversità – non li hanno depositati. Così come latitano anche i NBSAP dei 6 paesi su cui si sviluppa la foresta tropicale del Congo.
Proprio come nei negoziati sul clima che si terranno a Baku a novembre, anche alla Cop16 di Cali il tema di come finanziare le azioni legate alla biodiversità sarà al centro delle discussioni. C’è una spaccatura infatti tra i paesi del Nord del Mondo che pensano che la struttura attuale sia adatta (attualmente c’è un fondo dedicato) e quelli del cosiddetto Sud globale che invece vogliono creare un nuovo fondo durante la Cop16 perché pensano che la struttura attuale non vada bene, sia iniqua e non riesca a mobilitare le risorse necessarie.
E poi c’è un capitolo piuttosto tecnico, ma con ricadute importanti a livello globale, che riguarda l’uso delle informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche (DSI). Che roba è? In pratica oggi molte industrie, come farmaceutica, cosmetica, bioplastica, tessuti, mangimi per animali, analizzano versioni digitali del DNA per individuare geni utili per i loro prodotti.
Le sequenze utili così individuate vengono digitalizzate, creando una DSI. Se le DSI restano di proprietà delle aziende multinazionali, si va verso una privatizzazione di fatto della natura e della biodiversità. Inoltre regolare l’uso di DSI è considerato anche un modo con cui raccogliere risorse finanziarie importanti per la tutela della diversità biologica.
La Cop16 Biodiversità dovrà proseguire le discussioni su come garantire che i benefici derivanti dall’uso di DSI siano condivisi con i paesi di origine. E come i guadagni realizzati grazie a DSI vengano condivisi e impiegati per gli obiettivi 2030 sulla biodiversità.
Insomma, la roba al fuoco non manca, noi al solito seguiremo l’evolversi della discussione, che terminerà il 1 novembre.
Ci sono tante novità da Gaza, Libano, e dintorni. Ve le passo in rassegna. La principale è che ieri l’esercito israeliano ha dichiarato che il leader di Hamas e ideatore degli attentati del 7 ottobre Yahya Sinwar è stato ucciso nella Striscia di Gaza.
Sinwar che è stato per anni il capo politico di Hamas dentro la Striscia di Gaza e che dallo scorso agosto, cioè da quando era stato ucciso Ismail Haniyeh, è diventato il leader di Hamas.
La sera prima, invece, mercoledì sera, Mercoledì, gli Stati Uniti hanno compiuto una serie di attacchi in Yemen su varie aree controllate dagli Houthi, milizia sciita sostenuta dall’Iran che dal 2011 combatte contro il governo centrale del paese in una sanguinosa guerra civile. Il Centcom – il comando centrale dell’esercito statunitense responsabile delle operazioni in Medio Oriente, Nord Africa e Asia Centrale – ha fatto sapere che l’obiettivo degli attacchi sono state strutture sotterranee che ospitavano «missili, componenti di armi e altre munizioni utilizzate per colpire navi militari e civili».
Negli ultimi mesi gli Stati Uniti avevano già attaccato in varie occasioni gli Houthi, ma mercoledì lo hanno fatto per la prima volta usando bombardieri B-2 Spirit: sono tra gli aeroplani militari più costosi mai costruiti, in grado di compiere attacchi mirati con tecnologia stealth, cioè senza essere individuati dai radar.
C’è un ulteriore paradossale aggiornamento sulla vicenda dei 16 migranti trasportati in Albania in base all’accordo di gestioen dei flussi migratori che il nostro governo ha stratto con quello albanese. Vi ho già raccontato della nave della marina militare da 280 posti che ha impiegato 2 giorno e oltre 200mila euro per trasportare queste sedici persone in centri dalla dubbia eticità e dal dubbio rispetto delle leggi internazionali sui diritti umani.
La novità è che 4 di quelle 16 persone sono state mandate in Italia dopo ulteriori controlli, due perché minorenni, sedicenni, altre due perché adulti in cattive condizioni di salute.
L’accordo tra il governo albanese e quello italiano prevedeva infatti che nei centri del paese venissero portati migranti maschi adulti, soccorsi dalle navi delle autorità italiane, ritenuti non vulnerabili e provenienti da “paesi sicuri”.
Gli altri dodici in teoria dovrebbero essere trasferiti a Gjader, una frazione del comune di Lezhë nell’entroterra del paese. Lì ci sono altre due strutture: un centro di prima accoglienza per i migranti che chiederanno asilo, da 880 posti, e un Centro di permanenza e rimpatrio (CPR) da 144 posti, dove finiranno i migranti la cui richiesta di asilo verrà respinta, in attesa di un eventuale rimpatrio.
Novità importanti arrivano dal lazio per quanto riguarda le CER. La giunta Rocchi infatti, di centrodestra, ha approvato un nuovo programma di incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), stanziando un budget di 10 milioni di euro per finanziare la realizzazione e il potenziamento di impianti rinnovabili.
Possono accedere ai finanziamenti tutte le CER, costituite secondo le norme nazionali e attive nel Lazio. Sono contributi a fondo perduto per impianti di potenza unitaria non superiore a 1 MW, e coprono fino al 35% della spesa ammissibile, con un limite massimo di 1,5 milioni di euro a progetto.
Trovate sotto fonti e articoli un articolo a firma di Stefania del Bianco su Rinnovabili, con tutti i dettagli se siete interessati alla questione. Intanto, direi ottima iniziativa.
Titola Repubblica: Influenza, primi casi in Italia. La variante australiana colpisce così. Questo titolo credo di averlo letto – in diverse “varianti”, per restare in tema, ogni anno – almeno nel post Covid – e ogni anno di averlo segnalato.
Perché se usare la locuzione “variante australiana” aiuta a creare un certo allarmismo e a racimolare qualche click in più, dopo che ci siamo abituati al diffondersi delle varianti con il Covid e ad associare a questo termine una certa dose di ansia, ma non è corretto.
Il sommario poi aumenta il panico: “Dopo il caso di Novara, altre persone infettate in Lombardia. Le proiezioni: 15 milioni di italiani a casa. I sintomi e cosa fare”. Insomma tutto lascia pensare che la variante australiana possa essere una versione particolarmente micidiale dell’influenza classica. Ma non è così.
Il fatto è che L’emisfero australe, dove si trova l’Australia, ha la sua stagione influenzale quando da noi è estate. Questo significa che i paesi dell’emisfero nord, come l’Europa e gli Stati Uniti, ogni anno osservano l’andamento dell’influenza in Australia e in altri paesi dell’emisfero sud per prepararsi alla propria stagione influenzale.
Quindi ogni anno si studiano i ceppi, le varianti, i sintomi e i vaccini antinfluenzali sulla base dell’influenza che si diffonde nell’altro emisfero, e in particolare in Australia perché essendo l’unico continente che si trova completamente in quell’emisfero è più semplice studiarla.
Quindi ogni anno c’è la variante australiana.
Audio disponibile nel video / podcast
Grazie Elisa. A proposito di acqua vi segnalo anche un mio articolo.
Oggi è venerdì ed p giornata di rassegne sarde, ma oggi invece di chiedere il classivo messaggio ad Alessandro Spedicati, che in genere ci introduce la rassegna, ho chiesto alla caporedattrice sarda Lisa Ferreli di raccontarci una cosa un po’ diversa. perché Lisa ha partecipato a un festival molto bello, di cui eravamo media partner con Sardegna che Cambia, il Festival Faulas, nato per tutelare e promuovere il patrimonio linguistico, storico, culturale e ambientale sardo. A te Lisa.
Audio disponibile nel video / podcast
Grazie Lisa, Fra l’altro se vi interessa approfondire abbiamo pubblicato un bell’articolo che trovate sotto fonti e articoli.
#gestazione per altri
Internazionale – In Italia la gestazione per altri diventa reato universale
il Post – La gestazione per altri sarà “reato universale”
il Post – Cosa significa che la gestazione per altri è un “reato universale”
#Gaza
il Post – Israele sta verificando la possibilità di aver ucciso il capo di Hamas Yahya Sinwar
il Post – Gli Stati Uniti hanno compiuto una serie di attacchi contro depositi di armi degli Houthi in Yemen
#biodiversità
Rinnovabili – Cop16 Biodiversità di Cali: i negoziati in Colombia partono in salita
#migranti
il Post – Quattro dei 16 migranti arrivati in Albania devono già essere riportati in Italia
#influenza
la Repubblica – Influenza, primi casi in Italia. La variante australiana colpisce così
#comunità energetiche
Rinnovabili – Regione Lazio, via al fondo per le Comunità Energetiche Rinnovabili
#agricoltura
Italia che Cambia – Siccità: l’agricoltura in Italia usa troppa acqua, servono regole e tecniche diverse
Italia che Cambia – Perdite idriche: in Italia gli acquedotti disperdono il 40% dell’acqua che trasportano
#Sardegna
Italia che Cambia – Il festival Fàulas: “Non vogliamo parlare di lingua sarda ma in lingua sarda”
Italia che Cambia – Siccità, sanità, grifoni e speculazione energetica, carcere e Cpr “lager”: la rassegna stampa sarda – INMR Sardegna #49