Il Washington Post dedica un lungo articolo all’ondata di caldo record che sta colpendo l’Italia e il mondo intero. L’articolo parte proprio raccontando la situazione del nostro paese, che è stato il cuore di questa ondata di calore estremo che ha colpito l’Europa orientale in questi giorni. Roma che ha sperimentato questa settimana la temperatura più alta mai registrata in assoluto, di 40,8°C, mentre la Toscana, Firenze, Napoli hanno stabilito i record per il mese di giugno, rispettivamente con 41,8, 41 e 37,5°C.
Il caldo coincide con la peggiore siccità del nostro Paese degli ultimi 70 anni, che come abbiamo visto giorni fa ha colpito soprattutto l’Italia settentrionale, ma anche il Lazio, la Toscana e altre regioni. Il cuneo salino del Po’, racconta GreenReport, è a 30,6 km dalla foce e le piogge delle ultime 48 ore sono troppo poco per migliorare anche di un poco la situazione. Il Lazio ha una siccità peggiore di quella del 2017 e il 90% del territorio della Toscana si trova in condizione di siccità estrema.
Ma cosa causa questa ondata di calore da record? All’origine di tutto sembrano esserci alcuni fenomeni meteorologici per cui l’aria desertica proveniente dal continente africano viene trasportata attraverso delle correnti superiori fino al Circolo Polare Artico, creando una enorme cupola di calore sull’Europa. Sia la Slovenia che la Croazia hanno registrato nuovi record nazionali di calore. Anche molti altri Paesi, tra cui Finlandia e Iran, hanno registrato nuovi massimi mensili di temperatura.
Ai margini di questa cupola di calore, laddove le nuvole sono state schiacciate via dall’alta pressione, un forte maltempo ha colpito i Paesi Bassi e la Germania. Una persona è morta e 10 sono rimaste ferite per via di un tornado che si è abbattuto sulla città costiera di Zierikzee, a sud-ovest di Rotterdam, nei Paesi Bassi. A sud e a est, dalla Germania sono giunte numerose segnalazioni di grandinate con chicchi larghi fino a 8 centimetri.
L’ondata di calore è l’ultima di una serie di eventi termici straordinari che stanno colpendo l’Europa e il mondo intero quest’anno. Le temperature, confrontate con la norma, mostrano aree di calore significativo anche in Asia meridionale, Cina, Giappone e nel nord-ovest degli Stati Uniti. Il Giappone rimane sta affrontando un’ondata di calore senza precedenti nel mese di giugno ed è possibile che per il Giappone sia in arrivo ancora più caldo e addirittura – dicono i meteorologi – che nei prossimi giorni il Paese registri il giorno più caldo del mondo.
Negli ultimi giorni le temperature sono salite a livelli record anche in alcune zone dell’Asia centrale e in Cina. Uchadzhi, in Turkmenistan, ha fatto registrare il giorno di giugno più caldo mai registrato in Asia centrale, con 48,2° C.
L’Iran ha sperimentato alcune delle giornate di giugno più calde mai registrate questa settimana. A Khor, ad esempio, si è registrato il giorno più caldo di tutto il mese, con 118 gradi (47,8 C).
Un’altra sfera di caldo estremo ha colpito il Pacifico nord-occidentale e l’adiacente Canada sud-orientale, nonché alcune parti dell’Alaska. Anche l’India e il Pakistan hanno registrato temperature record a marzo e aprile, che secondo i ricercatori avevano una probabilità 30 volte maggiore di verificarsi a causa dei cambiamenti climatici.
L’enorme quantità di energia accumulata in atmosfera, in mare, in tutti i serbatoi naturali di CO2, a causa delle emissioni di anidride carbonica generate dagli esseri umani, sta rendendo il clima del pianeta sempre più instabile e anno dopo anno aumenta la frequenza di questi fenomeni estremi. Ondate di calore estremo, uragani e tornadi, alluvioni, sono la nuova normalità climatica. E sono solo un assaggio di quello che vedremo nei prossimi anni se non corriamo molto urgentemente ai ripari.
Davvero, non abbiamo più scuse. Da un lato vedo una grande crescita della consapevolezza. Dall’altro vedo ancora troppe scuse o false soluzioni accampate per non fare la fatica di cambiare davvero.
Sul Guardian George Monbiot fa a pezzi i biocarburanti, chiedendosi “Come mai usiamo il cibo per nutrire le nostre macchine mentre le persone patiscono la fame?”. E, dopo aver esposto una mole importante di dati, concludendo che “Per abbandonare i combustibili fossili, dovremmo cambiare il nostro sistema energetico: la nostra necessità di viaggiare, le nostre modalità di trasporto, il risparmio di carburante delle nostre case e i mezzi con cui le riscaldiamo. I biocarburanti moderni, utilizzati su larga scala, non sono più sostenibili di una varietà più antica: l’olio di balena. E bruciare cibo è la definizione di decadenza”.
Intanto, apprendo da GreenReport che nell’ambito del progetto Abc (Aerotrazione con BioCarburanti), Enea e Cnr hanno sperimentato per la prima volta l’uso di biocarburante su un jet militare. L’ipotesi è di rendere più sostenibile il settore militare.
Il che andrebbe anche bene, perché l’impatto ecologico del settore militare non è indifferente. Poi possiamo dirci che non ci piace proprio il settore miliare e che non vorremmo che ci si investisse. E sono d’accordo, è un’altra cosa su cui lavorare per rendere questo mondo un posto migliore, ma nel frattempo che ce l’abbiamo, meglio se è sostenibile. Solo che i biocarburanti non sono sostenibili. E forse – ecco questo è già una cornice più interessante in cui inquadrare il problema – forse non c’è un vero modo per fare una guerra sostenibile, perché per fare una guerra su vasta scala e farla durare servono un sacco, ma proprio un sacco di energia e di materie prime.
Comunque il problema della transizione ecologica, quella vera, non è solo un problema delle elite che non la vogliono fare. La retorica del popolo buono contro le elite cattive è un’altra delle narrazioni tossiche che ci impediscono di fare i cambiamenti necessari. Perché alimentano sia la diffidenza verso qualsiasi cosa arrivi “dall’alto”, anche se è sensata, e perché ci fanno pensare che “tanto non cambia niente perché loro non vogliono”, quindi tanto vale non fare la fatica di cambiare.
Ma come ripete spesso Cristiano Bottone del Movimento della Transizione, la Transizione si fa con le E, non con le O. Dobbiamo cambiare noi, devono cambiare le elites, deve cambiare l’economia e le multinazionali. Dobbiamo fare tutte queste cose. Ma se ognuno pensa che se non iniziano prima gli altri non succede niente, non succederà mai niente.
FONTI E ARTICOLI
#caldo
The Washington Post – Rome hits highest temperature on record as heat wave sweeps Europe
il Post – Cosa stanno facendo gli agricoltori per la siccità
#biocarburanti
The Guardian – Why are we feeding crops to our cars when people are starving?
GreenReport – I biocarburanti sono già in grado di alimentare (anche) i jet militari
#siccità
Rinnovabili.it – Carenza idrica, ora in Centro Italia è allarme rosso. E il cuneo salino del Po è da record
#oceani
Lifegate – Oceani, le Nazioni Unite dichiarano lo stato d’emergenza https://www.lifegate.it/onu-emergenza-oceani
olio di palma
Internazionale – La guerra favorisce la ripresa dell’olio di palma
#Pnrr
Rinnovabili.it – Il decreto PNRR 2 è legge, le novità per l’energia