10 Dic 2021

L’Europa pensa che gas e nucleare siano sostenibili – #426

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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La tassonomia europea inserisce gas e nucleare fra le fonti che possono accedere ai finanziamenti sostenibili. Intanto negli Usa si discute su come fare geoingegneria agli oceani per trasformarli in serbatoi di carbonio in grado di assorbire più anidride carbonica di quanto già fanno.

Ue, gas e nucleare in tassonomia

Nei giorni scorsi L’Unione Europea ha discusso di quella che viene chiamata tassonomia europea ovvero la classificazione delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale. 

Una cosa burocratica e noiosa, penserete voi. E un po’ lo è in effetti, ma è anche tremendamente importante. Perché in base al fatto che una fonte venga o meno inserita in quell’elenco, si possono aprire o meno i rubinetti dei finanziamenti per la transizione ecologica. 

Ecco, l’altro ieri la Commissione ha fatto sapere che all’interno dell’elenco dei finanziamenti sostenibili, includerà, udite udite, fissione nucleare e gas. E‘ stata una decisione non semplice, in cui si sono levate diverse voci contrarie, ma alla fine è passata. E il fatto che sia passata mostra l’ambivalenza dell’Europa quando si parla di transizione ecologica, che con un occhio guarda molto avanti, addirittura persino oltre il modello della crescita economica infinita, con l’altro guarda decisamente indietro. 

Per quanto riguarda il gas, è evidente la sua problematicità, visto che, semplicemente, la sua formula, quella del metano che è il gas più presente nelle miscele utilizzate, è CH4, e come tutte le molecole che contengono carbonio nella combustione questo carbonio si unisce all’ossigeno e crea la molecola della CO2, che come sappiamo è la principale responsabile dei cambiamenti climatici. Senza considerare che quando lo estraiamo, il gas, una parte di esso si disperde in ambiente, e causa un effetto serra persino maggiore della CO2. 

Sì, ok, inquina meno del carbone, ma non siamo nella situazione di fare una transizione lenta e graduale. Siamo già in piena crisi climatica. Sarebbe come se a una persona che soffre di diabete con la glicemia a 500 il medico dicesse, guarda inizia con l’eliminare dalla tua dieta le zollette di zucchero, per il resto fai tutto come prima. Non lo farebbe.  

Per il nucleare il discorso è un po’ più complesso, ma nemmeno poi troppo. In quel caso le criticità non sono dovute tanto alla CO2 emessa, anche se comunque costruire una centrale nucleare ne emette un bel po’, ma alle tempistiche di realizzazione, che sono lunghe, parliamo di una ventina d’anni per le centrali tradizionali, tempi che non sono compatibili con le urgenze della transizione ecologica, e al problema delle scorie e della pericolosità intrinseca del fatto che ci siano delle centrali nucleari. Oltre al fatto che spesso lo sviluppo del nucleare civile è accompagnato da quello militare, e quindi complessivamente stiamo rendendo il mondo un posto meno sicuro.

Per quanto riguarda il nucleare di quarta generazione, quello sponsorizzato da Bill Gates, per intenderci, che è più veloce, è più piccolo, meno pericoloso, e si dice possa risolvere i problemi delle scorie, la risposta breve è: non esiste. E‘ una sperimentazione, c’è qualche prototipo, forse, ma niente che ci possa far dire che funziona e che è una buona idea. E di nuovo, ci servono soluzioni già pronte, adesso. Non abbiamo il tempo di aspettare lo sviluppo di una tecnologia forse interessante fra vent’anni. O perlomeno, non possiamo aspettare di averla per fare la transizione energetica.

Ci piaccia o no, al momento, pur con i loro limiti, che ci sono, le rinnovabili sono la soluzione migliore che abbiamo a disposizione. E più che cercare altre soluzioni sarebbe utile lavorare sui loro limiti, che al momento sono l’intermittenza/necessità di sviluppare sistemi di accumulo e la necessità di adattare una rete elettrica pensata per una grossa produzione centralizzata alla decentralizzazione tipica delle rinnovabili.

Usa, geoingegneria degli oceani?

Comunque, se pensate che quella di finanziare gas e nucleare con i fondi per la transizione sia una pessima idea, ce ne sono anche di peggiori, forse, in giro. Tipo quella di fare geoingegneria degli oceani, per fare in modo che assorbano più CO2. 

Per raggiungere emissioni nette zero entro metà secolo, oltre a tagliare le emissioni, gli stati stanno cercando disperatamente modi per togliere anidride carbonica dall’atmosfera. Questo perché, detto in soldoni, sarebbe troppo faticoso e richiederebbe cambiamenti troppo drastici far sì che le nostre economie smettano di bruciare cose e gettare CO2 in atmosfera. Il problema, è che fin qui questi modi non si sono trovati. Hanno provato con tecniche di rimozione meccanica, ma il bilancio energetico veniva fuori negativo (ci voleva più CO2 per fare l’operazione rispetto a quella che si toglieva, praticamente). Hanno provato con i carbon Sink, ovvero serbatoi di carbonio naturale. 

Adesso è il momento degli oceani, che già di per sè sono un enorme serbatoio di carbonio, ma non sufficienti a assorbire tutta quella che produciamo. E allora, ecco l’idea: perché non doparli? 

Secondo uno studio che l’Accademia nazionale delle Scienze, dell’Ingegneria e della Medicina degli Stati Uniti ha sottoposto a Biden, Washington dovrebbe esplorare la via della geoingegneria degli oceani. Con alcune opzioni fra cui scegliere, sulle quali il consiglio degli scienziati è di investire almeno 1 miliardo di dollari in ricerca.

  • Elettrificazione degli oceani – Le scariche di elettricità rendono l’acqua meno acida, più alcalina
  • Aggiunta di minerali – L’obiettivo è lo stesso del punto precedente, ma questa volta si utilizzerebbero dei minerali al posto dell’elettricità.
  • Fosforo e azoto – Aggiungere fosforo e azoto in superficie stimolerebbe la fotosintesi da parte del plancton, aumentando la quantità di CO2 che assorbirebbe.
  • Coltivare alghe – L’idea qui è coltivare delle specie di alghe in grado di assorbire grandi quantità di anidride carbonica, poi fatte sprofondare sui fondali oceanici a grande profondità.
  • Recupero degli ecosistemi – Che sarebbe l’opzione più sensata, ma è anche tra le soluzioni a cui gli scienziati americani danno meno chances: avrebbe solo una probabilità medio-bassa di funzionare.
  • Onde artificiali – Anche in questo caso si tratta di stimolare la crescita del plancton, ma è l’opzione di geoingegneria degli oceani meno promettente: bassa probabilità di successo e rischi alti.

Se vi sembra una cosa folle, è un po’ presto per dirlo, ma a occhio probabilmente lo è. Cosa non ci si inventa pur di non cambiare il sistema. Ed è comprensibile eh! Perché cambiare il sistema è complicatissimo, a livelli che nemmeno riusciamo a immaginare. Ma quando vedi fior fior di scienziati che iniziano a immaginare di dare le scosse agli oceani, è un segnale che è l’unica soluzione percorribile. 

Articoli e fonti:

#Ue #tassonomia
Ansa – Ue: Timmermans, proposta su gas e nucleare prima di Natale

#RSA
Vita – Dal 1 gennaio Figliuolo non manderà più i tamponi nelle RSA

#acqua #Iran #Pakistan
Lifegate – In Iran e Pakistan si protesta per il diritto all’acqua a causa di crisi climatica e cattiva gestione

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ISPI – La comunicazione dei talebani e il fraintendimento occidentale

#Emirati Arabi
Internazionale – Cinquant’anni di Emirati Arabi Uniti

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L’Indipendente – In migliaia tornano a manifestare contro la Tav: la polizia usa idranti e lacrimogeni

#Biden #democrazia
Internazionale – Le ambiguità del vertice per la democrazia voluto da Joe Biden

#Germania #governo
il Post – Olaf Scholz è il nuovo cancelliere della Germania

#banche centrali
Valori – Il gioco “sporco” delle banche centrali sui cambiamenti climatici

#India #land grabbing
Lifegate – L’India e il land grabbing: quando lo sviluppo economico mette in pericolo popoli, culture e ambiente

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GreenMe – Le microplastiche danneggiano le cellule umane: per la prima volta misurati i livelli che causano effetti collaterali

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