È iniziata la campagna elettorale che porterà al voto i liguri a fine mese: vediamo allora insieme chi sono i candidati e come sta andando la campagna elettorale.
Le elezioni sono state fissate per domenica 27 e lunedì 28 ottobre e si voterà il nuovo presidente di Regione e il nuovo consiglio regionale, che saranno in carica per i prossimi 5 anni.
A presentarsi come candidati al ruolo di presidente sono stati 9, mentre i candidati al ruolo di consigliere regionale 570 per 30 posti, mentre gli elettori aventi diritto al voto 1.348.601.
Guardiamo da vicino allora questi candidati,partendo dalle due grandi coalizioni su cui mi soffermo un po’ di più essendo anche i due schieramenti più grandi e i cui nomi sono più conosciuti:
- Marco Bucci, attuale sindaco di Genova (eletto nel 2017 e confermato nelle elezioni del 2022), è il candidato per la coalizione di centrodestra. Al centro di dibattiti, alcuni risolti, tra cui quella della sua presunta ineleggibilità al secondo mandato di sindaco legata al ruolo di commissario straordinario di governo, prima per la ricostruzione del ponte sul Polcevera e poi per la realizzazione di una serie di infrastrutture di collegamento fra città e porto. Pochi giorni fa è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso, confermando quindi la sua nomina di sindaco e toglie dubbi sulla sua candidatura a presidente di Regione. Aveva fatto molto parlare di sè, durante il suo primo giorno da sindaco, quando decise di aprire la pratica per lo sblocco dei risarcimenti per le vittime dell’alluvione di Genova del 2011, operazione che non era mai stata eseguita dalle precedenti giunte, suscitando un notevole apprezzamento da parte dei cittadini. Nel settembre del 2023, viene nominato commissario per la costruzione della nuova diga foranea di Genova. A parlare di Bucci è il suo operato di questi anni come sindaco, ma anche il suo attuale stato di salute, ha lui stesso parlato del cancro metastatico alle ghiandole linfatiche del collo, che gli è stato diagnosticato in questa primavera maggio.
- Il candidato per la coalizione di centrosinistra è Andrea Orlando, ex ministro della giustizia e deputato Pd. Proviene dal Partito Comunista Italiano, è stato poi un membro fondatore del Partito Democratico nel 2007. L’avevamo visto gareggiare nel 2017 come candidato alle elezioni primarie per la segreteria del Partito Democratico in competizione con Matteo Renzi e Michele Emiliano, arrivando secondo. Ha ricoperto vari incarichi parlamentari, tra cui nella commissione bilancio e della commissione parlamentare antimafia, oltre a ruoli di ministro, tra cui l’ultimo come ministro del lavoro e delle politiche sociali nel governo Draghi.
- Per il Partito Popolare del Nord si candida invece Maria Antonietta Cella. Unica donna tra i tanti candidati, ha alle spalle una lunga carriera professionale, che culmina con ruoli manageriali nel settore energetico con Duferco. Ha ricoperto diversi incarichi istituzionali: è stata tre volte sindaca di Santo Stefano D’Aveto (Ge), presidente della Comunità montana di Aveto e consigliera della Città Metropolitana di Genova.
- Marco Giuseppe Ferrando per il Partito Comunista dei Lavoratori
- Nicola Morra, ex presidente della commissione parlamentare antimafia ed ex senatore con il M5S
- Il Partito Comunista Italiano, il Partito della Rifondazione Comunista e Potere al Popolo corrono insieme con la lista Per l’alternativa con candidato Nicola Rollando, 63 anni, attivista ambientalista e agricoltore di Sestri Levante
- L’avvocato Alessandro Rosson è il candidato di Indipendenza!, il movimento politico di Alemanno,
- Gareggiano anche Francesco Toscano per Democrazia Sovrana Popolare, Forza del Popolo con Davide Felice, avvocato
Sono tanti i gossip, le discussioni sui singoli candidati, le dichiarazioni e il tram tram mediatico intorno a queste elezioni. Si parla molto poco, o direi quasi per nulla, dei programmi politici, che nella maggior parte dei casi a meno di un mese dalle elezioni, non sono ancora stati resi pubblici.
Per quanto riguarda i temi ambientali vi posso anticipare che dal programma della coalizione di centro sinistra, le proposte per quanto riguarda i temi ambientali sembrano essere decise: dal programma si legge un chiaro “no” all’impianto di rigassificazione di Vado Ligure e all’ampliamento del sito di Panigaglia.
Ma non solo: si parla di aumentare l’approvvigionamento da rinnovabili, ma anche di ridurre i consumi finali, oltre che alla gestione dei boschi, di economia circolare, di proposte contro la crisi idrica e un piano regionale nel settore dei rifiuti urbani. I punti salienti ci sono e sono scritti, da capire come si hanno intenzione di raggiungerli.
In attesa che anche gli altri programmi vengano pubblicati, e in risposta alle tante cose lette in questi giorni in cui a far notizia è la singola dichiarazione più che la visione dei candidati, vi segnalo due articoli di commento. Il primo a firma di Franco Manzitti, in cui ci racconta di questa campagna elettorale da un punto di vista inusuale, quello dei votanti adolescenti.
Leggo: “Un ragazzo-votante che guarda questa campagna elettorale ligure dal suo angolo visuale quali motivi trova per rifletterci sopra e decidere: 1) se andrà a votare; 2) quale scelta farà di partiti, liste, movimenti, candidati?
Ci ripetono ossessivamente che siamo una regione di anziani, fin troppo. E forse misurano i programmi, le sfide, i loro discorsi che oramai non sono più discorsi ma slogan, battute, polemiche e qualche volta purtroppo insulti, senza calcolare troppo che il corpo elettorale non è fatto solo di anziani, boomers e anche prima dei boomers. Il ragazzo-votante non ci si raccapezza molto in questa campagna accelerata, molto polemica da una parte e dall’altra, perfino sgradevole nelle ultime ore, quando un candidato presidente ha accusato l’altro di essere malato, quindi a rischio, se eletto, perfino di non finire il mandato.”
A ciò aggiunge “Il ragazzo votante, una categoria nella quale possiamo tranquillamente mettere anche i quarantenni e i trentenni, ha la forte tentazione di non andare a votare, di ingrossare quel 46% che nelle ultime regionali disertò le urne che avrebbero eletto con largo margine Giovanni Toti.
Una campagna elettorale “ a strappo” come questa, innescata da una inchiesta giudiziaria, nella quale si discute più degli equilibri interni della coalizioni, della scelta dei candidati, degli scambi di accuse , dove volano minacce di querele, insulti come “paranoico”, e riferimenti, appunto, a malattie, come può arrivare a occuparsi delle “zone buie”?
Si potrà obiettare che questa è la politica oggi, che di quello si occupa e che quello è il suo linguaggio, fabbricato oramai inesorabilmente nei talk show, dove regna la sintesi estrema dei concetti e purtroppo anche dell’intelligenza.
Ma tutto ciò non può attrarre quella parte di elettorato che oramai fisiologicamente ha deciso di disertare, in una percentuale che si teme in salita. Gli inesorabili sondaggi prevedono addirittura un 50% di non voto.
I giovani, minoranza elettorale nella regione più vecchia d’Europa, ma speranza del futuro e idealmente obiettivo di ogni programma se mai ce ne fossero di seri e approfonditi, sono schiacciati in questa situazione.” L’articolo continua con un’analisi del numero di candidati giovani, e di tanti esempi di questa regione di persone che stanno facendo la differenza in tanti settori che fanno meno notizia o forse per nulla.
Il secondo articolo è invece più di strategia politica nazionale e spiega il perché di tanto nervosismo intorno a queste elezioni. Rappresenterebbero secondo il giornalista Mario Lavia, autore dell’articolo, uno snodo cruciale per il futuro politico del Paese, cioè “mentre per il centrosinistra una sconfitta significherebbe rischiare l’effetto domino anche su Emilia Romagna e Umbria. Per la destra invece sarebbe una prima incrinatura con gli elettori, alla vigilia di un inverno difficile”. Trovate questo articolo come gli altri sotto Fonti e Articoli sulla pagina dedicata alla rassegna stampa su Liguria che Cambia.
Detto questo io personalmente vi invito a non far parte di quel 50% di non voto, I candidati tra cui scegliere sono tanti, e se proprio nessuno di questi vi piace, assumetevi la responsabilità di andare alle urne ed esprimere lì il vostro dissenso. Il diritto al voto va usato, non ignoriamo i diritti acquisiti. Fa più rumore una tessera elettorale bianca che una vetrina rotta in città.
La situazione dell’ex presidente di regione sembra essere arrivato ad un punto di svolta: è stato annunciato qualche giorno fa infatti che raggiungerà gli 800mila euro la cifra complessiva che potrebbe essere confiscata a Giovanni Toti, Paolo Signorini e Aldo Spinelli, se il giudice Matteo Buffoni darà l’ok al patteggiamento dei tre.
In aggiunta alla cifra confiscata, il patteggiamento prevede per Spinelli una pena a tre anni e due mesi, per Signorini una pena a tre anni e cinque mesi, mentre Toti una condanna a due anni e un mese convertita poi in 1500 ore di lavori di pubblica utilità.Si attende di capire se il patteggiamento sarà accettato, evitando così il processo. E la risposta potrebbe arrivare qualche giorno dopo le elezioni, proprio per evitare un effetto domino su queste.
E mentre di attende la risposta per il futuro di Toti, una delle “opere” da lui voluta, ovvero la nave rigassificatrice di Vado Ligure è al centro delle polemiche di campagna elettorale, Bucci, il candidato della coalizione di centro destra, negli scorsi giorni ha detto che secondo lui “alla fine il rigassificatore resterà a Piombino e che quella è la sua collocazione naturale”. Anche Orlando, centrosinistra, ha mostrato la sua contrarietà dichiarando : “Il rigassificatore non deve andare a Vado”.
Ma, come riporta la testata Primo Canale “il presidente della Regione Toscana è sicuro che da Piombino la nave dovrà tirare via l’ancora: “Ci eravamo accordati con Snam per tre anni e per tre anni il rigassificatore svolgerà in modo utile per il nostro Paese il suo ruolo. Io sono convinto che vi sia l’opportunità di altri siti, e avevo visto che il centrodestra in Liguria era tutto orgoglioso di portarlo a Vado Ligure””:
Dopo le dichiarazioni del governatore toscano del Pd arriva il commento del viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi: “Il Partito democratico vuole spostare il rigassificatore da Piombino a Vado Ligure. Una follia voler ingannare i cittadini”. Il ping pong di botte e risposte continua, ma nel frattempo il destino della nave ha ancora molti punti di domanda, che verranno sciolti probabilmente nei prossimi mesi e noi saremo qui a raccontarveli.
Continua anche il dibattito per il progetto della funivia a Genova di cui vi abbiamo parlato nei mesi scorsi. Il ministero delle Infrastrutture ha 150 giorni di tempo per dare il via libera dal punto di vista della sicurezza alla realizzazione della nuova funivia di Forte Begato: ultimo passaggio tecnico prima della redazione del progetto esecutivo. Venerdì scorso si è tenuta un’assemblea pubblica con l’amministrazione comunale. Nel quartiere del Lagaccio l’opera è fortemente contestata dai cittadini che hanno dato vita al comitato “Con i piedi per terra” e sabato scorso è stato organizzato un flash mob di protesta, appoggiato anche da Legambiente, per ribadire il loro no.
È stata stilata la top 15 delle città “più naturali” d’Italia in occasione della Giornata Mondiale dell’Habitat del 7 ottobre, sono stati presi in esame i 112 capoluoghi di provincia italiani: due città liguri sono entrate nella top 15, ovvero Genova è stata inserita al 14esimo posto del classifica, mentre Savona è la terza. Sul podio, insieme a Savona, ci sono Isernia e Belluno.
Dall’articolo di Genova Today che ne da l’annuncio, spiega come è stata stilata la classifica:
“Il dato di partenza è il parametro di Abbondanza Media di Specie per uso del suolo indiretta, un indicatore dell’integrità della biodiversità locale utilizzato per valutare l’impatto delle attività umane sull’ambiente naturale. Il parametro è calcolato confrontando l’abbondanza delle specie in una zona con la loro abbondanza in un ambiente totalmente naturale (non coinvolto da attività umane).”
Non è un caso quindi che i capoluoghi vincitori sono situati in regioni con un’ampia copertura vegetale e un basso livello di antropizzazione, entrambi elementi che contribuiscono a favorire il mantenimento della biodiversità. Festeggiamo e siamo consapevoli della bellezza naturale che ci circonda, con la responsabilità che ciò comporta.
L’Università di Genova, con il Comitato per le Pari Opportunità, ha messo a disposizione di tutti e tutte nei giorni scorsi proprio nell’atrio di Palazzo Ducale un grande cartellone, dove chiunque volesse poteva scrivere le proprie esperienze personale di molestie, commenti inappropriati, discriminazioni vissute. L’obiettivo? Leggo dall’articolo del Secoolo XIX “Una sorta di manifesto pubblico dove chi ha subito una molestia, una discriminazione, un’esclusione, un’emarginazione può raccontarlo. Tirandolo fuori, facendolo conoscere. Dando forma, concreta, a quello che per troppo tempo è stato fatto passare sotto silenzio”.
E le frasi inserite sono state tante, ve ne leggo qualcuna: «Vuoi fare questo lavoro o vuoi fare la mamma?». Ci sono apprezzamenti viscidi e non richiesti come «Sì, ma fatti vedere bene!» pronunciati durante l’illustrazione di un progetto lavorativo o l’ancora più pesante «Mi ha detto che avrei dovuto presentarmi più carina, invece che studiare per l’esame. In fondo, a me il cervello non serve». E, poi, nel capitolo discriminazioni: «Mi hanno detto che avrei dovuto trovare uno sport più femminile. Volevo fare la calciatrice».
Ad aggiungersi alla giornata, per poter dare continuità anche a ciò che è emerso verrà aperto presto uno sportello contro le discriminazioni e gli abusi nell’Università a Genova.
I passi da fare per “educare” le vecchie e nuove generazioni al rispetto sono tanti, ma piccoli grandi segnali, come questo fanno ben sperare che la direzione sia segnata e che sia solo una questione di tempo per poter fare quel meraviglioso salto in avanti come umanità che tanto attendiamo da tempo. E me lo auguro con tutto il cuore.
#Elezioni
Genova Today – Elezioni regionali Liguria 2024, la guida al voto
La Repubblica – Legambiente, Arci e Libera: “Appello ai candidati presidente della Liguria su ambiente, sanità, diritti e sviluppo”
Il Secolo XIX – Meloni, Salvini e Tajani il 25 ottobre a Genova per sostenere Bucci
Primo Canale – La zona buia dell’adolescenza e la campagna che non attira
Linchiesta – Qui si fa l’Italia (oppure no)
#Toti #GrandiOpere
Rai News – Patteggiamento, una confisca da 800mila euro per Toti, Signorini e Spinelli
Primo Canale – Rigassificatore, presidente Regione Toscana: “Tra un anno e mezzo via da Piombino”
Rai News – Gronda, Diga e Funivia: question time alla Camera
#BioDiversità
Genova Today – Biodiversità, Genova nella top 15 delle città “più naturali” d’Italia
Il Secolo XIX – Sessismo all’università: anche a Genova scatta la campagna #finiscequi contro molestie, commenti inappropriati, discriminazioni
#LiguriaCheCambia
Italia Che Cambia – Greenpeace mappa i PFAS: “Stiamo prelevando campioni di acqua potabile in Liguria”
Italia Che Cambia – A Genova arriva il Parking Day: socialità e sostenibilità “strappano” la piazza alle auto
Italia Che Cambia – Famiglie in crisi: a Genova arriva il servizio pedagogico gratuito a sostegno della genitorialità